Capitolo 8
Un rumore e un uomo che correva sulle scale con un coltello in mano. Accompagnai Burgess al lungo corridoio e le dissi che sarei tornata presto, tornai giù di sotto e iniziò una colluttazione. Gli sferrari un calcio nelle palle facendogli cadere il coltello che teneva in mano, ci buttammo entrambi su di esso cheera poco distante da noi. La lama era rivolta verso di me tentai di respingerlo, ma mi aveva bloccata al muro. Mettevo sempre più forza in quello che stavo facendo e alla fine dopo che la punta aveva toccato il mio collo, riuscii a respingerlo facendolo cadere giù per le scale. Stramazzò al suolo e tornati da Kim, piano piano scendemmo le scale finché non sentimmo due voci che ci chiamavano.
<Quassù. Serve un'ambulanza> Sentivo i passi affrettati di Halstead e Ruzek e la voce di Dawson che con la radio contattava la centrale per farsela inviare. Erano sempre più vicini, i ragazzi vennero subito ad aiutarmi, Ruzek la prese in braccio e di corsa si precipitò di sotto, io sfinita mi appoggiai al muro e iniziai a piangere. Halstead si sedette accanto a me stringendomi forte al petto rassicurandomi che fosse tutto finito. Arrivammo al distretto, l'unità decise di entrare dal retro, andai negli spogliatoi e mi cambiai indossando i vestiti di stamattina. Poi scesi al piano di sotto perché c'era una visita per me; la Platt indicò l'ufficio del comandante e mi prese quasi un colpo. Mia madre era lì con due delle mie nipotine e la ragazzina del caso. <Ciao mamma> dissi freddamente
<Zia! Zia!> gridarono le due bambine <La nonna ha detto che saremmo state da te>
<Ah sì?> non mi aveva detto niente, ma perché dovevano farmi sempre sorprese del genere?! <Sentite adesso io devo lavorare, mamma ti do la chiave del mio appartamento e mi aspettate lì. Ok?> annuirono e se ne andarono. Poi mi presentai ad Amber e le chiesi se voleva seguirmi di sopra.
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