Sei mesi dopo
La pancia era cresciuta, Jay non aveva mai smesso di amarmi nonostante fossi diventata una balenottera anche se mi prendeva in giro tutto il tempo che non lavorava.
<Portami in ospedale> dissi inspirando e espirando. Lui aveva due scatoloni in mano che stava portando dentro la nostra nuova casa, li appoggiò nel primo posto libero e andammo in auto.

<Un ultimo sforzo.> affermò l'ostetrica. Stavamo in sala parto, stringevo la mano di Jay. Il pianto interruppe il silenzio che si era creato. Me lo misero tra le braccia, il mio, il nostro maschietto. Era identico al padre, ma il colore degli occhi era il mio. <Allora come lo vogliamo chiamare?>domandai con gli occhi lucidi.
<Che ne dici di Adam?>
<Mi piace. Adam Halstead. Vuoi tenerlo?> continuava a stringermi la mano. Quando glielo misi tra le braccia gli occhi mi si riempirono di lacrime.