Capitolo 49
Ero distrutta, avevo bisogno di sfogarmi. Infatti fu quello che feci non appena toccai il petto di Jay.
Quando si mise a letto appoggiai la testa sul suo petto portandolo più vicino a me. Avevo bisogno di sentirlo vicino a me. Mi addormentai ancora col respiro irregolare e con le guance bagnate dalle lacrime.
<È mezzogiorno e non si è ancora svegliata. È tutto apposto?> delle voci provenienti dalla cucina mi riportano alla realtà. In fondo al letto c'era Makita che appena sentí muovermi si svegliò. La porta della stanza era socchiusa e per questo avevo sentito papà chiedere a Jay quella cosa. Mi alzai e andai di là.
<Buongiorno> esordii io vedendo le facce un po' perplesse per l'ora in cui mi sono alzata <Quando si mangia? Ho fame> si misero a ridere tutti quanti.
<Anche subito>.
Oggi non lavoravo, a casa non ci sarebbe stato nessuno perché papà e la famiglia sarebbero stati in giro tutto il pomeriggio e Jay sarebbe dovuto tornare al lavoro. Presi la posta e tra le lettere c'era quella del dipartimento di polizia di Miami. Aprendola mi venne un colpo perché diceva:
"Signorina Erin Lindsay il dipartimento di polizia di Miami è lieto di comunicarle che ha accettato la sua domanda. La aspettiamo, se ci ha ripensato è pregata di contattare il numero qui sotto"
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