Capitolo 37
Erano le otto quando mi svegliai. Dalla cucina proveniva un odore di caffè, mi alzai velocemente rischiando di cadere a terra. Certe volte mi scordavo di portare quel dannato tutore. Comunque avevo un mal di testa pazzesco, entrai in cucina e Jay era voltato di spalle; indossava solo un paio di pantaloni neri di una tuta.
<Hey> dissi facendolo voltare, aveva appena fatto la doccia perché aveva ancora i capelli bagnati.
<Hey bimba, come stai? Stanotte hai pianto diverse volte> rispose con tono triste. Doveva essermi spuntato un sorriso a trentadue denti, al nome con cui mi aveva chiamato, perché esultò esclamando:
<Oh, finalmente ce l'ho fatta a farti tornare quel sorriso bellissimo, bimba> calzò molto sull'ultima parola <Ho un altro motivo per farti sorridere: ha chiamato l'ospedale Voight si è svegliato> gli saltai addosso, ma poi mormorai che avrei dovuto dirgli del figlio. Andammo in ospedale, entrai nella sua stanza e stavo per iniziare ma Voight mi anticipò dicendo senza far trasparire alcuna emozione:
<È morto. So che Justin è morto. Mi aveva chiamato ieri pomeriggio perché doveva parlarmi di Charlie. Ha detto che è evaso di prigione qualche giorno fa, stava cercando te e Justin. Fai entrare Halstead, devo parlargli.> Obbedii al suo ordine. Ero confusa. Come mai ci stava cercando? Come mai non è uscito sul telegiornale che è evaso di prigione? Come mai? Rinentrai quando Jay aprì la porta e Voight affermò:
<Da stasera Halstead starà a casa tua. Ci abiterà finché questa storia non si è risolta. Non sopporterò la perdita di un altro membro della famiglia. Quindi se c'è da sparare, sparate non esitate. Ora andate, se no fate tardi al distretto.>
<Agli ordini Sergente.> dicemmo in coro per farlo imbufalire.
Non c'era niente da fare, o più precisamente io e Halstead non potevamo fare niente eravamo ancora in convalescenza. Gli altri continuavano a darsi da fare, andando di nuovo sul luogo dell'incidente, dal medico legale... Noi ci limitavamo ad esaminare solo i video di sorveglianza della strada dove c'era stato l'incidente. Lui si assentò qualche minuto per telefonare alla madre e avvisarla che da oggi sarebbe tornato nel suo appartamento.
Aprii la porta di casa mia e vidi tutta la casa pulita e lucidata. Brianna era sul divano e quando si accorse della presenza di Jay saltò in piedi dicendo:
<Ciao Jay... che... che ci fai qui?>. Era diventata rossa come un pomodoro, rischiavo di scoppiare a ridere da un momento all'altro. Era fantastica come scena: lei che faceva gli occhi dolci e lui che non se la filava di striscio.
<Jay, Makita venite> Sistemò i vestiti di ricambio dentro lo spazio d'armadio ancora libero e andammo in cucina per cenare con gli altri. Jay aprì il frigorifero per prendere due birre, ma esclamò:
<Erin, ma dove cazzo sono le birre?!> Fulminai con gli occhi Brianna e Noah e la prima potendo cogliere l'occasione di toccare o per lo meno sfiorare una parte del corpo di Jay si affrettò ad aiutarlo.
<Dopo me la paghi>sussurrò porgendomi la bottiglia.
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