Capitolo 32
Tre giorni fa ero finalmente uscito dall'ospedale; non potevo tornare al lavoro però ero più libero. I miei genitori avevano voluto che restassi a casa loro per tutta la convalescenza, ma risposi che stavo da loro solo per una settimana. Questa mattina andai da Lindsay per riprendere Makita. Una ragazza aprì la porta, probabilmente era Brianna, che appena mi vide iniziò a balbettare.
<Cia-ciao i-io s-sono Bri-Bri-Brianna, entra e fer-fermati per c-colazione>era rossa come un pomodoro e rischiai di scoppiare a ridere. Mi accomodai poi replicai:
<C'è Lindsay?>
<È in camera> continuò lei aiutando la madre a preparare i pancakes. Mi alzai e mi diressi verso la camera, Erin dormiva come un sasso abbracciando Makita che appena sentí aprire la porta, si liberò dalla presa e mi saltò addosso abbaiando. Erin si svegliò; era confusa, aveva la faccia assonnata e i capelli tutti arruffati. Questa volta non ce la feci a resistere e scoppiai a ridere.
<Jay?> domandò con voce impastata dal sonno
<Sono venuto a prendere Makita e la tua sorellastra mi ha invitato a colazione. Penso di rimanere se per te va bene> replicai ancora ridendo, annuì legandosi i capelli. La aiutai ad alzarsi perché le stampelle erano lontane e il ginocchio con il tutore le faceva male, poi tornammo di là sedendoci al tavolo insieme al padre e un altro ragazzo, Noah, mentre Brianna e la madre finivano di farcire gli ultimi pancakes. Li portarono a tavola e Amber affermò:
<Vedo che conosci molto bene questa casa...>
<Con l'Unità ci abbiamo passato diverse serate> replicai.
<Sei fidanzato?> domandò Brianna senza troppi giri di parole. Cosa potevo rispondere? <No> mi fece male dire quella parola perché io amavo qualcuno e quel qualcuno era Erin Lindsay. Anche per lei fu così nei suoi occhi balenò una scintilla di dolore e delusione.
<Ho un' idea> si intromise il padre <Perché non andiamo tutti a fare shopping?>
<Sì> risposero in coro Amber e Brianna, mentre Noah roteò gli occhi scocciati in aria
<Non posso, oggi lavoro> disse Erin
<Devo sentire> mi limitai a rispondere. Ci alzammo in contemporanea, uno andò a destra e uno a sinistra. Telefonai a Will, mentre lei a Voight per avere i rispettivi permessi che furono tutti positivi.
Mentre aspettavamo Lindsay, Makita si era messa sopra le mie ginocchia continuando a scodinzolare la coda per avere sempre più coccole.
<Senti> disse Amber <Come mai Erin non vuole che si tocca la libreria, lo studio e la sua camera? E perché ci vuole un permesso?>
<Beh... Perché ci sono cose che non vuole far vedere o sapere a nessuno. Ci vuole un permesso perché le persone che ce l'hanno sono quelle di cui si fida.>
<Tu ce l'hai?>
<Sì, come c'è l'ha tutta la squadra. Mentre la famiglia no.>
<Cosa ci sarà mai di così importante?>
<Dovete chiederlo a lei, però potrebbe non dirvelo. Io ancora non so niente.>
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