Capitolo 28
La notte la passai insonne. La mia mente continuava a mischiare gli eventi di guerra con quello accaduto tre giorni fa. Chiudevo gli occhi dicendo che finalmente dormivo, ma ecco che mi risvegliato agitato e con la pelle velata di sudore. Alle sei del mattino decisi di telefonare a Lindsay.
<Pronto?> chiese con voce assonnata
<Erin, so che è presto, ma ti prego puoi venire qui in ospedale?>
<Si arrivò subito. Ma è successo qualcosa?> era preoccupata
<I soliti incubi.> abbassai la voce per non svegliare mamma. Non sapeva niente degli incubi e non doveva saperlo.
<Dieci minuti e arrivo.>
Puntuale come un orologio svizzero era qui nel tempo stabilito. Mamma nel frattempo si era svegliata ed era andata al bar a prendere un caffè e qualcosa da mangiare, così eravamo completamente soli. Gli raccontai della notte trascorsa e mi accorsi che aveva anche lei le occhiaie così mi feci raccontare perché non aveva dormito.
<Quando sono tornata a casa, ho trovato la moglie e i figli in camera mia che stavano sistemando e sfogliando tutte le foto buffe della nostra unità. Quando li ho cacciati fuori mi sono accorta che mancava la nostra foto con Nadia, sono andata di là e ho perso la pazienza. Brianna e Noah sotto il consenso della madre l'avevano buttata via.>
Rimasi ad ascoltarla, ma sentivo piano piano le palpebre diventare sempre più pesanti finché non mi addormentai.
Un dolore lancinante invase il torace.
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