Epilogo
La moto ci supera rombando, con uno slalom fluido e mio zio impreca come uno scaricatore di porto.
Io con la fronte appoggiata al finestrino guardo il paesaggio che ci circonda, senza farci troppo caso. Ho il cuore che batte rapido, sono in viaggio, questo è il terzo giorno, l'ultimo e sono decisamente agitata. Di conseguenza i miei figli scalciano come piccoli diavoli.
Chissà se è stata la scelta giusta da fare. La I-10 mi sta portando a destinazione e me ne accorgerò presto.
Siamo partiti da Apple Valley la mattina presto, i miei genitori e tutti i miei amici stavano lì, in piedi a vedermi partire, ancora increduli per questa mia decisione di andare. Audrey in lacrime, ma nemmeno per lei sarei potuta restare e alla fine lo ha capito.
Ma non lo ha reso meno doloroso.
Purtroppo io non sono riuscita a riprendere la mia vita, lo sapevo che sarebbe finita così, ma per amore di tutti ci ho provato. A febbraio però ho ceduto. Tutto mi ricorda lui, la nostra storia, il nostro crescere da nemici per poi diventare una coppia. Gli sguardi di chi ci ha conosciuto, la pietà, le condoglianze.
No. È troppo. Mi sembra di annaspare continuamente fra le sabbie mobili.
Mio padre si sta riprendendo lentamente, ma è un combattente e sembra che qualsiasi complicazione sia stata scongiurata. Parto tranquilla e lui mi ha dato la sua benedizione, comprendendo il mio stato d'animo e a mamma non è rimasto altro da fare se non cedere. La loro bambina se ne va e ne sono devastati, ma stanno cercando di comprendermi.
Audrey mi ha tolto il saluto per qualche giorno, poi è tornata da me e mi ha abbracciata senza dire nulla, stringendomi fino a farmi male. Si sente regolarmente con Tom, che però è ancora a Washington. Mi sono raccomandata di tenermi aggiornata sugli sviluppi.
Derek mi ha tempestato di telefonate e messaggi, ma io non ho mai risposto. Lo amo e lo odio in pari misura, ma non sono assolutamente pronta ad affrontarlo, perciò questa fuga mi aiuterà anche a dimenticarmi di lui. Ho vietato a chiunque di fornirgli la benché minima informazione su dove io vada. Sempre che sia così tenace da insistere. Dopotutto fra noi non c'è stato nulla di serio, è un bellissimo ragazzo, vive lontano da me, è più grande e con un lavoro pericoloso e affascinante. Non penso avrà problemi a dimenticarsi di me per pascoli più verdi.
Ed è bene che sia così. Devo pensare ai miei bambini e a ritrovare una parvenza di serenità.
Prima di andarmene, sono andata al cimitero. Mi tremavano le gambe, ma dovevo salutarli. Connor e Alex. Il mio amore e il mio caro amico. È stato straziante e catartico insieme. Ero sola e ho potuto sfogarmi senza limiti, come non facevo più da un po'. Presto, anche gli incubi se ne andranno.
Il primo giorno di viaggio siamo arrivati a Phoenix, Arizona. Il tragitto non è lungo, in sei ore di solito si arriva, ma io sono incinta di due gemelli, a quanto pare scalmanati come il padre e sono ormai di cinque mesi, perciò ci sono state soste frequenti e abbiamo viaggiato con calma. Ecco perché siamo arrivati a destinazione solo poco prima di cena e qui abbiamo pernottato.
Il secondo giorno aveva come obiettivo El Paso, Texas passando per Tucson, gran bella città. Palme e cactus fra grattacieli e deserto. Peccato non averla potuta visitare come si deve, ma la gravidanza, il lungo viaggio, la stanchezza, non me lo avrebbero permesso. Perciò, mi sono accontentata di un gelato, di mezz'ora di relax e poi via di nuovo. El Paso ci attende.
Ora sono le dieci della terza mattina e abbiamo ripreso il viaggio. Zio Brian guida la Mustang di Connor, l'auto che i suoi genitori hanno assolutamente voluto che avessi io. Sul sedile posteriore Lily, che ho assolutamente voluto io, sbava e dorme. Connor mi ucciderebbe senza pensarci un attimo. Sono contenta di avere qualcosa che me lo ricordi, la sua auto, il suo cane.
Peter sta guidando la moto dello zio. Tutto il viaggio è stato un continuo battibecco fra loro due, vai troppo forte, fai sorpassi azzardati, non scali bene, tanto che ho pensato più di una volta di lasciarli e andarmene da sola per la mia strada.
Ebbene sì, Peter ha deciso di venire con me. Anche per lui, come per me, ad Apple Valley non c'è più nulla. Le nostre famiglie, alla fine, hanno compreso. Loro sono state il nostro porto sicuro per tanto tempo, ma ora abbiamo bisogno di trovare la nostra strada e lì ci sono solo tanti ricordi dolorosi. Per Peter, evidentemente, la rottura con Audrey è stata più traumatica di quanto abbia fatto trapelare. Quindi ha deciso di vivere questa avventura insieme a me.
Sono contenta della sua scelta, anche se ne sono rimasta molto sorpresa. Non avrei mai pensato che riuscisse a staccarsi dalle due donne più importanti della sua vita, ma evidentemente mi sbagliavo. Averlo accanto mi sarà d'aiuto, anche se mi ricorderà costantemente proprio quello da cui sto fuggendo.
All'arrivo ci sarà Luke ad aspettarmi. Ha preparato il mio nido e sistemato i bagagli spediti da tempo. Mi aiuterà i primi giorni, poi tornerà alla sua vita. È stato prezioso per il mio recupero.
Lancio un'occhiata a mio zio. Più ci avviciniamo e più è accigliato e mi chiedo il perché. Suppongo ci sia di mezzo una donna, ma è stato più chiuso di un riccio e non ha detto una parola, a parte che sono una visionaria. Beh, avrò modo di scoprirlo presto.
Presto arriveremo a Presidio. Da lì a Paradise ci vuole poco anche se la strada non è delle migliori. Spero di non rimettere la colazione.
Paradise, Texas.
La mia futura casa. Da un deserto all'altro, da uno stato all'altro. Sono piena di aspettative. Io ambisco solo a ritrovare un certo equilibrio. Di sicuro mi sento più viva e reattiva oggi che durante gli ultimi mesi.
Non so cosa mi riserverà il futuro, ma dopo tanto tempo ho voglia di vivere e scoprirlo.
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