Cap. 86 Disperazione
Mi bruciano gli occhi. Mi fa male lo stomaco. Tremo. Il cuore è serrato in una morsa così stretta che mi rende difficile persino respirare.
Non posso crederci. Continuo a pensare che sia tutto uno scherzo, che arriverà qualcuno a dirmi che è un incubo, che non è reale.
Poi però alzo lo sguardo e vedo le decine di persone in piedi o sedute, in attesa di notizie, i visi distorti dalla preoccupazione.
Proprio come me.
Stringo forte la mano di Audrey.
Mia madre ci ha portate in ospedale e poi è sparita. Essendo un chirurgo, può dare una mano e contemporaneamente sapere di preciso qual è la situazione.
Non si sa bene cosa sia successo. Si vocifera di alcuni ragazzi che hanno cominciato a sparare durante gli allenamenti di football. Sono rimaste ferite molte persone, non si sa ancora se ci sono vittime.
Sia mio padre che Connor sono stati colpiti, ma ancora non so come stanno.
Se mia madre non esce a breve, butto giù la porta ed entro.
Audrey siede composta e rigida al mio fianco. Peter è dentro, ferito e non riesce a contattare Tom. Io ho provato con Derek, ma niente, sembrano svaniti nel nulla. Eppure non penso fossero presenti agli allenamenti, non ne avrebbero avuto nessun motivo.
Un brivido mi attraversa, un forte senso di disagio mi assale. Ho questa forte sensazione che ci sia di mezzo Paul, l'unico psicopatico di mia conoscenza e allora, di conseguenza, Tom e Derek devono essere coinvolti in qualche modo. Non che abbiano contribuito alla sparatoria, questo non lo crederò mai, ma il fatto che siano irreperibili non può essere una coincidenza.
Mi gira la testa, la morsa allo stomaco aumenta e così il mio senso di nausea.
Ho troppe persone per cui preoccuparmi! Connor, papà, tutti i miei amici! Dio mio, dovevamo essere lì anche io e Audrey!
Le lacrime, inevitabilmente, ricominciano a scendere. Mi sembra di non aver fatto altro da quando mia madre è piombata in casa, con la notizia della sparatoria, circa due ore fa.
Arrivano trafelati i genitori di Audrey. Lei li guarda un attimo smarrita, poi scoppia a piangere. La tensione finalmente è esplosa ed ora ha trovato il suo sfogo. Sua madre abbraccia lei, mentre io mi ritrovo stretta a suo padre. La mamma di Peter, siede eretta poco lontano, gli occhi rossi fissi sulla porta di comunicazione che separa la sala d'aspetto dai nostri cari.
Mamma, ti prego esci.
Me lo ripeto in testa come fosse un mantra. Prima o poi verrò ascoltata. Chiudo gli occhi e cerco di fare un elenco di persone che potrebbero essere state lì. Mi guardo intorno, la sala d'attesa è gremita e altra gente continua ad arrivare. Oltre ai parenti, stanno arrivando anche studenti, compagni di scuola preoccupati, professori, vicini di casa.
Dio ti prego, non far morire nessuno.
Qualcuno, nel momento in cui si è scatenato l'inferno, è riuscito a chiamare il 911, quindi per fortuna la polizia è intervenuta tempestivamente, ma da quanto si è capito e sempre che le notizie siano attendibili, hanno dovuto faticare non poco per disarmare chi stava sparando. Nel fuggi fuggi generale, gli attentatori si sono trovati un angolo riparato e a quanto pare hanno continuato a centrare bersagli per altri cinque minuti prima di essere colpiti a loro volta.
Papà, Connor, Peter, Ted, Chloe... i nomi mi vorticano in testa senza sosta. Sto per impazzire.
Poi noto qualcuno accasciarsi di fronte a me. Alzo gli occhi ed è Josh, preoccupato e sconvolto come tutti.
«Stai bene? Sei ferita? Ho provato a chiamarvi tutti e nessuno mi ha risposto. Sono quasi morto di paura.»
Ha la voce incrinata, i riccioli arruffati, mi alzo e lo abbraccio stretto, inspirando a fondo il suo odore.
«Io e Audrey eravamo a casa, ma gli altri sono stati tutti coinvolti! Tutti Josh! E non si sa nulla e stiamo impazzendo.»
Sto sbavando sulla sua spalla mentre parlo e piango, ma non importa. Ho bisogno del suo sostegno, di vedere un viso amico per cui non devo preoccuparmi perché non era lì. Fortunatamente, ora che è fidanzato non esce spesso con noi.
Però poteva esserci pure lui!
Lo stringo più forte. Dio ti ringrazio.
Poi la porta si apre e ne escono vari medici fra cui mia madre. Ha il viso sconvolto, immobile come la pietra ed io mi sento morire perché vuol dire che non ci sono buone notizie. Josh sente il mio cambiamento e solleva il viso per osservarmi.
No, no, no, no, no, no.
Comincio a scuotere la testa, mentre nuove lacrime escono. Sento una stretta più decisa alla vita mentre anche le gambe cedono.
Papà, Connor!
Il mio è un grido silenzioso, la gola chiusa non mi permetterebbe mai di emettere suono.
Aggrappata a Josh vedo mia madre avanzare, arrivarmi vicina e carezzarmi dolcemente su una guancia.
«Andiamo a sederci di là, sarai stanca.»
Io continuo a scuotere la testa e a piangere. Le scosto le mani con uno schiaffo, voglio solo sapere. Mi appoggio completamente a Josh, anche lui trema ma mi sorregge.
«Tuo padre è grave ma è fuori pericolo. Connor, bambina mia, non ce l'ha fatta.»
Lo ha bisbigliato, quasi strozzandosi, ma è come se lo avesse urlato al mondo intero. Mi sta accarezzando spasmodica, non è perfettamente in sé nemmeno lei, mentre lacrime silenziose scendono sul suo bel viso, segnato dagli ultimi eventi.
Sento il gemito di Josh, il ragazzo che tanto tempo fa ha fatto a pugni con lui, per me. Sembra passata una vita. Come tutto sembra stupido, ora.
Qualcosa dentro di me si schianta.
Piano, un rumore come quello di un terremoto, cresce nella mia testa rendendomi instabile, disorientata e un sapore acido mi invade la bocca, tutto gira, mi sembra di essere sulle montagne russe.
Non è possibile. Non è vero. Era tutto perfetto.
Cosa sta succedendo? Qualcuno sta urlando a più non posso, vedo il soffitto della stanza, le luci al neon impietose, poi tutto si spegne.
Forse sono morta pure io.
Nda
Ho scritto tutto, fino alla fine. Sono brevi capitoli conclusivi e li pubblicherò uno al giorno.
Non odiatemi, vi prego!! 😭😭😭😭 Non è stato facile prendere questa decisione. Io ho adorato Connor! 😭😭😭
Spero che riuscirò a farmi perdonare. A domani!
TcTempest
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