Cap. 85 Una giornata perfetta
Adesso
La testa mi gira, lo stomaco è un grumo dolente che irradia in tutto il corpo una debolezza mai provata prima.
Il mio cervello non vuole connettersi, non vuole afferrare le parole che mia madre ha appena detto, con voce tremante. Continuo a guardarla, la bocca a formare una silenziosa o di stupore.
Mi sembra di stare affogando, mi manca l'aria, sento tutto distorto, non riesco a reagire a quello che sembra uno scherzo grottesco, se non fosse per la disperazione che leggo sul viso di mia madre.
E su quello di Audrey, che mi stringe il braccio in una morsa dolorosa, gli occhi lucidi sgranati.
Ha cercato di darmi la notizia nel modo migliore, ma ovviamente non esiste un modo migliore per dirti che il tuo mondo è collassato. Senza preavviso, senza poter fare qualcosa perché non accadesse.
Inutile. Al sicuro, mentre tutti gli altri no.
Lily, vicino a me, ha iniziato ad uggiolare forse sentendo che qualcosa non va, ma non ho la forza per tranquillizzarla.
Cerco di alzarmi dal divano, il film, le risate, i pop corn dimenticati, ma i miei muscoli non rispondono e quando alla fine lo fanno, cedono subito dopo ed io mi ritrovo accasciata a terra, il mondo intorno a me che diventa sempre più buio.
Oblio. Ecco, è questo che voglio ora.
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Prima
Caleb's pov
Per fortuna è una giornata nuvolosa. Perfetta per giocare.
Nonostante questo, la combriccola male assortita di cui volente o nolente ormai faccio parte è sugli spalti e mi scappa un sorriso.
Chi l'avrebbe mai detto? Nel giro di così breve tempo, ribaltare il proprio mondo a favore di perfetti sconosciuti. Eppure, non mi sono mai sentito così bene e al mio posto, come da quando li frequento. E non riesco proprio ad immaginare come sarebbe senza di loro, o pensare di tornare alla mia vecchia vita, ora me ne rendo conto, vuota e superficiale.
Mai avrei pensato di affezionarmi a questa banda di disadattati, soprattutto alla piccola Chloe. Sto imparando il linguaggio dei segni per poterci parlare senza intermediari e le ho fatto conoscere il mio fratellino. Ora sono seduti vicini e stanno leccando allegramente un gelato.
Gli allenamenti di football sono diventati una scusa per riunirsi e fare tutto fuorché seguire quello che succede in campo.
Ted è seduto con a fianco una pila di libri e uno aperto sulle ginocchia mentre scribacchia furiosamente su un quaderno. È già immerso nel suo mondo, non si accorgerebbe nemmeno se precipitasse un meteorite. I suoi fedeli amici sono al suo fianco a studiare e mi scappa un sorriso. Una volta abituato alle loro stranezze devo dire che sono simpatici.
Alex è stravaccato lì vicino con gli auricolari alle orecchie e il cellulare in mano. Ultimamente è davvero ai ferri corti con il padre, abbiamo assistito a varie sfuriate telefoniche e anche se fa finta di nulla, è evidente che sta soffrendo. Si distrae facendo quello che ha sempre fatto Connor e cioè uscire con una ragazza ogni sera, magari con un po' più di stile ma il succo è quello.
A sorpresa, oltre che con me, lui ha legato anche con il cugino di Ted, Alan. Forse, non essere riusciti a conquistare Andrea li ha uniti, non so, fatto sta che spesso usciamo insieme. Io non sono mai stato come Connor e sono single da un po' anche se prevedibilmente, solo perché gioco a football, ho il mio seguito. Purtroppo sono esigente e finora non ho trovato nessuna che mi invogliasse ad approfondire una conoscenza.
Alzano lo sguardo e li saluto con una mano e loro rispondono prontamente.
Peter invece ha deciso di passare in piscina il resto della vita, una versione sportiva di eremita. Non esce con nessuna ma anzi continua imperterrito a frequentare noi, anche se questo vuol dire incontrare spesso Audrey. Devo dire che il loro rapporto è molto maturo, non si evitano e con il passare del tempo anche il disagio iniziale sta sparendo a favore di un'amicizia sincera. Lo ammiro molto, le è molto affezionato ma non so se io al suo posto riuscirei a comportarmi così. È vero anche che Audrey non sta uscendo con nessuno o almeno è quello che vuole farci credere. È troppo rilassata per essere una che non scopa e poi sorride spesso mentre messaggia al cellulare, quindi non me la racconta giusta e visto che chi le piace è quel Tom di cui nessuno sa niente, suppongo che si frequentino di nascosto. Ho provato ad osservarlo a lungo ma lui non mi ha dato modo di confermare i miei sospetti.
Comunque Peter sembra essersi messo l'anima in pace ed ora è seduto a fianco del signor M. e discute animatamente con lui. Bella non c'è ma di sicuro questa sera ci preparerà una cenetta delle sue! La adoro. Mia madre è un tesoro ma non cucina come lei ed ecco perché la maggior parte delle volte siamo tutti a casa dei Mallory. Siamo stati anche a casa mia e i miei sono stati contenti della nuova compagnia, ma i genitori di Andy... ecco, si comportano meno da genitori e noi siamo più a nostro agio con loro, anche quando ci rimproverano per qualcosa. Cosa che succede spesso.
Manca Josh, ma lui è meno costante nell'uscire con noi. Ha la sua compagnia e pare che la storia con la sorella di un suo compagno di squadra si sia fatta più seria, quindi spesso non è dei nostri.
Ci sono addirittura i signori Walsh! Li osservo mentre scendono la gradinata, composti e a disagio e vanno a sedersi vicino al signor M., che li accoglie con la solita cortesia.
Contraggo la mascella, non sono ancora sicuro di quel che provo nei loro confronti. Non riesco a fidarmi del tutto. Lancio un'occhiata a Connor e lo vedo irrigidirsi un attimo prima di girarsi verso di me. Gli sorrido e sento un moto di affetto incondizionato. È il mio migliore amico, siamo sempre stati in sintonia, so quello che ha passato a causa loro, le sue paure, le sue insicurezze e non so se riuscirò mai a perdonarli. Lui non ha mai espresso i suoi pensieri, ma io sono un buon osservatore e non c'è mai stato bisogno di parole per comprenderlo.
Connor ha tutto il mio appoggio, sta cercando di riavvicinarsi ai suoi, quindi se devo farmeli piacere senza dubbio ci proverò.
A bordo campo Allyson e le sue compagne di squadra, si allenano nelle loro coreografie. Non avrei mai pensato di provare per lei della compassione eppure è così. Ha sbagliato e si è comportata male ma non mi piace vederla in compagnia di quei figli di puttana di Paul e i suoi amici. Anche lei sta soffrendo, solo che si sta appoggiando alle persone sbagliate e non se ne rende conto.
Andrea e Audrey non ci sono. Suppongo che quelle nausee del cazzo continuino a non darle tregua. Ho visto quanto ci sta male e mi dispiace un casino. Però per Allyson e Connor è meglio.
"Ehi Walsh! Suppongo che oggi riuscirai a tirare qualche lancio decente visto che Andy non c'è! Vuol dire anche che non sta bene e che quindi niente sesso pre allenamento! Abbiamo buone speranze che ti reggano le gambe, una volta tanto!" sghignazzo.
Adoro prenderlo in giro.
"Idiota. Pensa per te!" ribatte sorridendo. Ormai non si arrabbia più come prima.
"Avete finito di cazzeggiare? Possiamo iniziare o devo servire tè e pasticcini, mentre conversate dei cazzi vostri?" sbraita il coach.
Sbuffo. Anche oggi è incazzato. Se non sta attento gli verrà un infarto!
Così, quando davvero si accascia al suolo, rimango imbambolato a guardarlo, non sicuro di quello che sto vedendo, se è reale o è il mio cervello che mi sta giocando brutti scherzi.
È solo quando sento le urla, che mi riscuoto e mi guardo in giro per capire cosa sta succedendo e quello che vedo mi ghiaccia il sangue nelle vene e allora capisco che se voglio uscirne vivo devo cominciare a correre.
Poi realizzo che mio fratello Mark è seduto in bella vista sulle gradinate, inerme e che ora sarà terrorizzato.
Mi sento svenire, il cuore sembra volermi uscire dal petto, non so cosa fare.
Perché non ho modo di raggiungerlo.
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Allyson's pov
È una giornata perfetta per allenarsi, le nuvole coprono il sole, eliminando così bagliori fastidiosi e caldo insopportabile.
Osservo Caleb salutare gli sfigati seduti in gradinata e faccio un respiro profondo. Ogni volta che vedo scenette del genere sento il cuore rattrappirsi. Non voglio analizzare quello che provo, non ne ho la forza. Più avanti, quando non li avrò più sotto gli occhi tutti i giorni, mi concederò di pensare a questo periodo e magari andare finalmente avanti.
Sono stanca di essere arrabbiata e triste. Sono stanca della situazione dove da vera idiota mi sono andata a cacciare. Ho una paura matta di Paul e Moira, quei due sono il male fatto persona e insieme sono letali.
Mi sento arrossire mentre volteggio in aria. Ho fatto cose di cui non vado fiera ed ora non so come venirne fuori indenne. Ho notato gli sguardi che mi lanciano e le battutine di cui sono spesso oggetto. Non sono stata al passo. Né con Paul né Moira, che esaudisce qualunque sua richiesta senza protestare.
All'inizio, mi sono esaltata. Far parte del gruppo di Paul, essere una cattiva ragazza, trasgredire a più non posso, mi hanno fatta star bene, mi hanno distratta dal brutto colpo ricevuto da Connor. Ma con il passare del tempo, star dietro alle perversioni di Paul, mi ha causato qualche problema. Quando poi nel gruppo è entrata Moira...
Per fortuna Derek. È sempre stato corretto, pur essendo duro e scostante. Senza contare che è un figo da paura e quei pochi momenti che abbiamo passato insieme fra le lenzuola sono stati fantastici. Peccato che non abbia voluto approfittare fino in fondo. Di nuovo mi sento arrossire.
Paul ce lo ha quasi ordinato ed io non mi sarei tirata indietro in questo caso, ma Derek ha fatto in modo di svicolare. E questo ha fatto molto arrabbiare Paul. Anche se non lo ha dato a vedere lì per lì, so per certo che se l'è presa molto. Io sono stata punita la sera stessa e si è lasciato sfuggire che per Derek aveva in serbo qualcosa di speciale.
Non ho detto nulla a nessuno, la mia punizione è stata a dir poco brutale, ancora ne porto le conseguenze addosso e la notte mi sveglio madida di sudore, terrorizzata. E per fortuna che non sono una ragazza inesperta e ingenua, altrimenti sarei morta.
Avrei dovuto denunciarlo, sarebbe andato dentro per tanto tempo, ma mi ha spiegato con dovizia di particolari cosa sarebbe successo se lo avessi fatto e ho desistito. Finito il liceo me ne andrò lontano e allora Paul Salinger sarà solo un brutto ricordo da relegare in un angolo della mente ed io sarò libera di provare ad essere una persona migliore.
Atterro leggiadra sul prato dove di solito ci alleniamo e quando alzo lo sguardo verso le gradinate rimango così sorpresa da immobilizzarmi e una mia compagna mi finisce addosso.
Paul e il suo braccio destro sono qui, accompagnati dall'onnipresente Moira. Non c'è nessun altro della banda e questo mi spaventa, perché loro tre sono la testa del serpente, la parte letale e il fatto che siano qui, soli, non è per niente una buona cosa.
E quando dal nulla appaiono un fucile di precisione e due pistole, sento il sudore bagnarmi le ascelle, l'adrenalina scorrermi nelle vene e un terrore viscerale attanagliarmi la gola tanto da rendermi muta.
Paul mi guarda sogghignando e capisco che un colpo è per me, un proiettile porta scritto il mio nome e allora comincio a correre verso gli spogliatoi mentre le prime urla si librano nell'aria.
Corro. Schivando gli altri, che stanno facendo la stessa cosa. Sono un'atleta, in forma e motivata e mi concentro su questo. Metto tutta la forza che ho, nelle gambe, ho quasi raggiunto il tunnel e un sollievo così repentino si diffonde in me che quasi sorrido. Un attimo prima di crollare a terra.
Guardo allibita il sangue uscirmi da un foro alla coscia. Brutto posto per una ferita, devo assolutamente alzarmi, altrimenti è finita. Mi sento sempre più debole, sento il salato delle lacrime che non mi ero accorta di versare e mi costringo a strisciare. Probabilmente è proprio la scena che voleva vedere e scoppio a piangere.
Un colpo raggiunge l'altra gamba e urlo, artigliando l'erba.
Ok, hai vinto Paul. O muoio, o non camminerò più.
Poi si fa tutto scuro e con un sospiro mi lascio andare all'oscurità.
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