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Cap. 81 - OMG




Devo avere un'espressione davvero buffa, se devo dar retta al sorriso che la dottoressa cerca di trattenere mentre mi guarda.
In effetti non riesco a chiudere la bocca e a smettere di fissarla. Non so se ridere o piangere.

È uno scherzo.

Connor, come me, è rimasto imbambolato, non mi stringe più la mano, è bianco come un cencio.
"Suppongo di dovermi sedere un attimo" dice in un bisbiglio roco, un secondo prima di crollare sul pavimento, appoggiandosi al muro.
La dottoressa Morales scatta in piedi con un ansito e corre da lui. Io ancora non riesco a muovermi. È grande e grosso, se la può cavare anche senza di me. Fisso il monitor, ascolto quel frenetico battito cardiaco, non so cosa pensare, ho la testa in confusione.

È veramente un tiro mancino.
Piano piano comincio a ridere, solo a me poteva capitare, poi all'improvviso sento le lacrime scendere sulle guance e il non sapere di preciso perché sto piangendo mi fa ridere ancora più forte.
"Andrea, tesoro..." la dottoressa non sa che pesci pigliare.
Una crisi isterica e un attacco di panico. Sarei tesa pure io, nei suoi panni. Ma un forte bussare alla porta ci salva da questo momento di impasse.

I miei genitori fanno il loro ingresso sorridendo a trentadue denti, finché non notano me piangere e ridere come una pazza e Connor seduto in terra con la testa reclinata all'indietro ad appoggiarsi al muro.
Allora vedo il sorriso congelarsi sulle loro labbra per poi sparire completamente. Mia madre si precipita da me e mi afferra la mano.

"Ti prego, basta scherzi! Che è successo? Stai bene? E il bambino?"
Rido di nuovo, più forte di prima e sento che pure Connor si unisce a me, prima lentamente, poi sempre più convinto, quasi a volermi copiare.

Mia madre è confusa, mentre io scuoto la testa.
"No cosa? Il bambino non sta bene?"
La sto facendo agitare, di nuovo, ma è più forte di me. Mio padre è vicino a Connor e alterna lo sguardo da lui a me.
"Smettetela subito! Comportatevi da adulti! Giuliana, per favore, dicci cosa sta succedendo!" sibila Bella Mallory, ma non do modo alla dottoressa di rispondere.

"Bambini, mamma! Plurale!" Riesco a rantolare fra le risate miste a lacrime.
Non solo sono rimasta incinta immediatamente, ma anche di due gemelli!
"Oh mio Dio! Oh mio Dio! Ho bisogno di sedermi..."
Mio padre sta collassando, di nuovo. Mi sembra di rivivere il giorno in cui lo hanno scoperto.
"Vicino a Connor c'è posto papà." E di nuovo, giù risate.
"Va bene, ora basta. Ti sei sfogata abbastanza. Calmati, non ti fa bene" dice mia madre con il suo tono più serio e professionale. Cerco di ricompormi, ma non è semplice.

Gemelli! Un bambino avrebbe significato sacrifici ma ce la potevamo ancora fare, ma due bambini... è praticamente impossibile che io riesca a realizzare alcunché.
Le lacrime continuano a scendermi sulle guance, lentamente ora che mi sono calmata, ma inesorabilmente.

Piango per i miei sogni infranti, per la mia stupidità, per Connor, per la vita che avremo e per quella che avremmo potuto avere, piango per questi bambini che avranno una mamma che per un attimo li ha maledetti. Solo un attimo, ma l'ho fatto e me ne vergogno terribilmente. Piango perché forse sarò una donna frustrata e insoddisfatta, una madre terribile.

"Tesoro mio... basta. Non ti fa bene" bisbiglia mia madre, mentre ancora sussulto.
"Non è una tragedia. Avrete tutto l'aiuto del mondo" continua spiccia, ma io so che tante cose mi saranno precluse.

Ho sempre adorato il mare e mi piacerebbe diventare una biologa marina, soprattutto dopo la Florida e per fortuna la UCLA ha un buon corso di biologia, quindi sarei vicino casa e con una buona organizzazione ce la potrei fare. Questo prima di sapere che avevo vinto un bonus. Ma ora? Non riuscirei mai a crescere due figli e contemporaneamente a studiare. E poi? Anche se ci riuscissi, non potrei seguire nessun progetto in giro per il mondo, non potrei prendere il patentino per portare un cabinato, o lezioni di sub... non con due bambini, non se li voglio allevare io, non se il padre dei miei figli ha degli interessi completamente diversi.  Al più, potrei insegnare biologia a mia volta, ma non è di sicuro il mio sogno nel cassetto.
Sul serio ho buttato via il mio futuro per un ragazzo?
Finalmente smetto di piangere e mi riscuoto.

Guardo verso Connor. È scombussolato e mi rendo conto che pure lui dovrà fare parecchie rinunce. Ultimamente si è messo a studiare e ho scoperto che non è uno stupido, o almeno non del tutto.
Vuole andare al college e spesso ci sono degli osservatori a guardare le partite. Potrebbe avere un futuro nel football. Ma ora?
Cosa deciderà?

Beh, c'è poco da decidere. Se siamo in questa situazione è anche a causa sua e vuoi o non vuoi dovrà fare la sua parte. Entrambi dovremo fare delle rinunce. Ho paura di fallire, tanta paura.

Mi esce un sospiro tremulo. La verità è che se mi lascia ne morirei. Voglio credere con tutte le forze che non succederà, voglio una famiglia, una casa dove crescere i nostri figli, ma soprattutto voglio che ci sia lui al mio fianco.

Perché tutta questa insicurezza? Mi ama, me lo ha detto, me lo ha dimostrato. Basta! Devo dargli un po' di fiducia.
Ma nonostante i pensieri incoraggianti, tremo, quando si alza risoluto. Lo osservo, per capire che intenzioni ha. Davanti ai miei non può fare una scenata!

Mi si avvicina serio mentre continuo a guardarlo. Il cuore mi batte disordinatamente, se continuo così, rischio l'infarto.

«Potete lasciarci soli?» chiede.

I miei genitori si guardano perplessi e poi guardano me, che annuisco. Sento gli occhi bruciarmi, ma mi trattengo. Connor osserva gli adulti uscire, poi lentamente si volta verso di me e mi sorride. Il cuore sobbalza di nuovo pieno di speranza e anche io abbozzo un piccolo sorriso.

«Certo, è stata una bella botta! Le cose si sono complicate notevolmente» dice imbarazzato.

Non mi guarda più in viso e lo vedo tentennare. Non ho una bella sensazione, sento il petto contrarsi e le lacrime affacciarsi di nuovo. Chino la testa, non voglio fare sempre la parte della debole ma è più forte di me, mi sento trascinare via senza possibilità di un appiglio. Faccio dei respiri profondi, cercando per quanto possibile di non rendermi completamente ridicola. Voglio provare a non soccombere quando mi darà il benservito.

«Non capisco come faremo ad organizzarci, come faremo a studiare e a non morire mentre ci proveremo, pensa pure che io sia pazzo ma... sono così felice! Mi devo riprendere, ancora non ci credo del tutto, mi aspetto da un momento all'altro che la dottoressa Morales ci dica che è stato tutto uno scherzo, ma...»

Alzo la testa di scatto. Che ha detto? Felice?

«Non mi stai lasciando?» sbotto sorpresa.

Lo vedo sollevare le sopracciglia.

«No... perché tu vuoi lasciarmi?» borbotta allibito.

«Certo che no! Ma avevi una faccia!» bisbiglio abbassando di nuovo il viso. Sono in imbarazzo, non so dove guardare, non capisco se mi sta dicendo la verità e questo mi rende insicura.

«Andrea, per l'amor di Dio! Vuoi vedere la tua di faccia? Ti assicuro che è stravolta come la mia! Avremo due gemelli, non può essere diversamente. No, quello che volevo fare è un'altra cosa, non so se è il momento giusto per te, ma per me sì quindi...»

Ora lo vedo nervoso, ma se non vuole lasciarmi può fare quello che vuole, momento giusto o meno. Lo osservo perplessa e curiosa finché non tira fuori una scatolina dal giubbotto e me la appoggia sulla pancia sporca di gel.

«Vuoi sposarmi?» dice tutto d'un fiato, serio e quasi scontroso.

Mi ci vuole un attimo per afferrare quello che sta succedendo. Probabilmente sto sognando, non può essere altrimenti. Poi, lentamente prendo la scatolina e la apro.

Ridacchio leggermente. Sul velluto blu splende un bellissimo solitario, non troppo grande ma nemmeno microscopico, un anello adatto ad  una ragazza. La donna che diventerò avrà tanti anniversari per ricevere un gioiello più importante.

È perfetto per me.

«Andrea, vuoi sposarmi?» mi chiede di nuovo, con decisione, le sopracciglia aggrottate.

Certo, la Proposta non è stata delle più romantiche, i modi bruschi e spicci, ma del resto non posso pretendere chissà cosa da Connor. È pur sempre Connor!
"Andrea! Vedi di non fare scherzi e rispondi di sì!"

Mi sono immaginata questo momento migliaia di volte, sin dalla più tenera età. Il mio Principe Azzurro, somigliante in modo sospetto a Connor, si inginocchiava dinanzi a me emozionato e trepidante, quando mi immedesimavo in Cenerentola. Cambiavo ambientazione, in un futuro prossimo o in una remota epoca, ma erano situazioni sempre estremamente sdolcinate e io mi scioglievo come cera al sole mentre rispondevo sì.

Alla fine, ecco la mia dichiarazione. E non potrei essere più soddisfatta di così, mentre ascoltiamo il battito dei cuori dei nostri figli, mentre ci scrutiamo sospettosi ma in fondo sappiamo che la risposta è e sarà sempre sì, per tutta la vita.
Mi afferra le mani, si è innervosito, deve imparare a portare pazienza e rispettare i tempi di una donna. Soprattutto se questa donna vuole vendicarsi un pochino.

"Insomma! Non puoi davvero doverci pensare! Sei innamorata di me!" Sbotta.
"Sei il solito arrogante! Non ti smentisci mai!" Ribatto.
Cerco di trattenermi dal ridere ma è veramente dura.
Nel mentre la porta si apre di nuovo e i miei genitori si affacciano.
"Tutto bene? Cosa state combinando?" Chiede mio padre apprensivo.
Sventolo la scatolina in aria e vedo sbiancare sia lui che mia madre. Poveretti! Li sto mettendo veramente a dura prova.
"Ragazzi! Per favore, per favore! Non affrettate le cose, non ce n'è bisogno, c'è tutto il tempo del mondo per fare le cose bene e con calma!"
A mio padre sta partendo un embolo.
"Si rilassi Signor M.! Non sembra intenzionata a rispondermi!"
Il tono di Connor è trattenuto a stento, il suo viso teso. Sospiro.
"Papà! Ci amiamo e ovviamente ci sposeremo! Non domani, ma non voglio aspettare chissà quanto!"
Finalmente lo guardo e vedo quando la tensione lo abbandona e un sorriso gli rischiara il viso. Si avvicina, mi afferra il viso e infine mi bacia. Sono più che felice di rispondere al bacio e lo abbraccio con trasporto. Alla fine, ho avuto il mio momento romantico.

"Stronza!" mi bisbiglia sulle labbra.
"Te lo sei meritato!" ribatto mentre lo bacio.

Romantici come pochi.

"Comunque signori M. mi spiace ma non vedo la necessità di aspettare. Voglio sposarla prima che nascano i bambini"

Già vedo la rassegnazione sui loro volti, mentre io sprizzo gioia da tutti i pori.

"Sempre che si decida a rispondermi ufficialmente!"
Il tono acido mi fa sorridere.
"Mamma mia, quanto sei formale! Mi pareva di aver risposto!"
"Continui a svicolare"
Va bene basta, mi sono divertita abbastanza.
"Sì"
Mi guarda a braccia incrociate.
"Puoi aggiungere anche altro, se vuoi!"
Gli faccio cenno di avvicinarsi.
"Ti amo, voglio passare il resto della mia vita con te, ma non mi piace avere un pubblico, perciò te lo ripeterò e dimostrerò in un momento più opportuno, che tu organizzerai al più presto" gli bisbiglio all'orecchio. Mi stringe forte, poi annuisce felice.

"Madre, padre, toglietevi quelle facce da funerale! È una bellissima giornata! Finiamo questa ecografia che devo avvertire Audrey!"

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