Cap. 76 Sopportazioni
Connor 's pov
Guardo Andrea dormire sul divano di casa sua. Fra poco la raggiungo.
È stata una mattinata infernale.
Abbiamo dovuto litigare con il professor Hernandez per far sì che almeno io potessi accompagnarli. Alla fine ha detto sì, grazie soprattutto ad Audrey che ha dato il meglio di sé in un'interpretazione leggermente strappalacrime, ma efficace.
Io non sono riuscito a togliermi di dosso l'ansia e il senso di colpa.
Vedere Andrea, bianca cadaverica con la mano ridotta in quelle condizioni, piangere in silenzio, è stato per me un colpo al cuore e sapere che con molta probabilità la causa sono io, mi ha reso furioso.
In auto l'ho stretta a me in silenzio, mentre la mia mente lavorava velocemente.
Del resto, chi potrebbe voler fare del male ad una ragazzina che fino all'altro ieri era praticamente invisibile a tutti?
Lei ha attirato l'attenzione con il cambiamento fisico che ha fatto e io l'ho messa ancora più in evidenza facendole una corte serrata.
Allyson? Moira? Qualche altro invidioso fuori di testa?
È stato comunque un gesto esagerato. E questo mi spaventa molto. Non è normale.
In ospedale dopo una lunga attesa l'hanno finalmente chiamata, ci siamo alzati insieme ma io sono stato bloccato.
"È un parente?" Ha chiesto l'infermiera.
Ci siamo guardati e l'ho trovata spaventata e stanca.
"Sono il suo ragazzo." Ho risposto sorridendo.
Chissà perché, ho pensato potesse servire.
"Allora non può entrare." Anche l'infermiera mi ha sorriso, ma poi ha pronunciato la sua sentenza comunque.
L'ho baciata sulla testa e l'ho spedita via prima che potesse fare storie, come la sua espressione lasciava intendere.
Non ha fiatato ma mi ha guardato male, mentre Hernandez che poteva accompagnarla, mi ha guardato malizioso e ha sghignazzato come al solito.
Idiota di un professore!
Poi, come se non bastasse, mi sono girato in tempo per vedere Derek entrare con quella sua aria sicura, da padrone del mondo, che mi dà altamente sui nervi.
"Che diavolo ci fai qui?"
Poco più che mi ha guardato. La nostra tregua è finita.
"Secondo te? Tutto a posto?" Ha chiesto preoccupato.
Ho sentito la bile salirmi in gola. Il pensiero di lui che la bacia, tuttora non mi da tregua.
"Tu non sai quanto vorrei spaccarti la faccia. Tanto più che siamo già in ospedale!"
Si è girato a a guardarmi con quei gelidi occhi chiari.
"Credimi, lo so perfettamente." Mi ha risposto freddamente, ma ho sentito l'amarezza in sottofondo.
In quel momento è stato un pensiero confortante, sapere che lui non sta meglio di me, ma la voglia di sfogarmi non mi è passata.
Certo che la piccola Mallory ha fatto proprio un bel lavoro! Due, fra i ragazzi più corteggiati della scuola, completamente persi per lei!
Da quando è arrivato, un anno prima, fra me e Derek c'è sempre stato questo antagonismo a pelle, questo starsi sulle palle senza un motivo reale.
Poi è successo il fatto con Claire, una dell'ultimo anno con cui andavo a letto e lì è stata guerra.
Adesso, quando guarda Andrea, mi si scalda il sangue fino a diventare lava incandescente e potrei veramente riempirlo di botte senza un pensiero. Torna quel sapore acido in bocca e sento la gelosia che mi divora.
Perché so con certezza che lui tiene a lei e viceversa.
Anche se sta con me.
"Mi spieghi perché cazzo ti interessano sempre le ragazze che frequento? Con Andrea però è diverso. Non te la lascio. Fattene una ragione!"
Ho stretto i pugni, le vene del collo gonfie.
Un pretesto. Solo un piccolo pretesto.
E mi sarei tolto qualche sassolino dalla scarpa.
"Sì. Con Andrea è diverso. Stai tranquillo, non ho nessuna intenzione di portartela via."
Sempre quel tono gelido, ma non mi ha incantato.
Era nervoso.
"Bel modo di dimostrarlo!"
Mi ha guardato sorpreso.
Stronzo.
"Non pensavi me l'avrebbe detto?" La mia voce è uscita roca dalla rabbia.
"Non avrebbe dovuto. Ho ceduto un attimo, non si ripeterà più."
Ho continuato a guardarlo. Una sfinge. Su questo è molto simile ad Andrea, che quando vuole non lascia trasparire nulla.
"Allora?" Mi ha chiesto di nuovo.
"Allora niente! Sono qui con te, mi sembra!"
Eravamo tutti e due stravaccati sulle poltroncine verde vomito della sala d'attesa ignorandoci a vicenda, quando è entrato come una furia il padre di Andrea.
Mi sono alzato velocemente per intercettarlo e quando mi ha visto si è fiondato su di me e mi ha abbracciato.
Mi devo ancora abituare a queste dimostrazioni d'affetto da parte di un adulto.
"Che diavolo è successo?"
"Signor M... non lo so. Penso sia a causa mia, è l'unica spiegazione. Del resto chi potrebbe voler fare del male ad Andrea!"
Mi ha guardato sorpreso.
"Tu gliene hai fatto per anni..." ha mormorato. Senza rimprovero ma mi ha fatto ugualmente male. Lui se n'è accorto e mi ha stretto il braccio.
Il sangue mi è defluito dal viso mentre Derek si è girato a guardarmi intensamente.
"Non le ho mai fatto del male fisicamente!" Ho ribattuto.
Ma in realtà non ne ero così sicuro.
"Ti ricordo che le hai rotto un braccio e una gamba... in due situazioni diverse."
Ho abbassato la testa mortificato. Non me lo ricordavo, sono passati tanti anni ed io ero piccolo.
Derek si è fatto avanti per presentarsi e nel farlo mi ha lanciato l'ennesima occhiata gelida.
"Salve, io sono Derek Galloway, un altro amico di Andrea."
Si sono stretti la mano ed io mi sono sentito perso. John mi aveva appena ricordato quanto possono essere cattive alcune persone. E si stava facendo raccontare gli eventi dal mio peggior nemico.
Ed io...
Pure di suo padre sono geloso!
Siamo arrivati alla porta dell'ambulatorio proprio mentre Hernandez ne usciva, sbuffando esasperato.
"Signor Walsh per l'amor di Dio vada dentro a calmarla prima che io o il medico la strozziamo! Sta facendo una scenata e vuole lei! Ma quanto è cocciuta? Finora non c'è stata occasione per rendermene conto!"
La sua pazienza, già esigua in partenza, si era esaurita del tutto.
"Ehm... professor Hernandez, questo è il padre di Andrea."
"Oh signor Mallory! Prego mi segua, prima che il medico prenda un machete e le tagli via direttamente tutta la mano!"
Ho scosso la testa, divertito. Hernandez è sempre il solito... battutacce e acidità.
E sono spariti entrambi dietro quella maledetta porta e a me non è restato che sedermi di nuovo frustrato e incazzato. Avrei voluto essere lì per confortarla e lenire contemporaneamente il mio senso di colpa. Le parole di suo padre mi hanno ricordato quanto sono stato stronzo con lei in passato. Ha ragione, come lo sono stato io, possono esserlo altri. Però... perché?
Neanche un minuto dopo John Mallory ed Hernandez erano di nuovo fuori.
"Per carità entra! È in piena crisi isterica e sta mettendo a dura prova la pazienza di quel povero dottore. Parliamo con calma a casa."
John mi ha sospinto dentro senza seguirmi.
La scena che mi sono trovato davanti era surreale. Andrea era in piedi e tutto sembrava fuorché collaborativa. Teneva la mano stretta a pugno ma parecchie gocce cadevano in terra.
"Mi fa male!" Ha sibilato verso il medico.
"Ti ho fatto l'anestesia! Vieni qui e siediti!" Ha risposto questo, spazientito.
"Sarà finito l'effetto!"
"Forse! Con tutto il tempo che mi hai fatto perdere!" Ha sbottato alla fine il giovane dottore.
È scoppiata a piangere mentre io mi trattenevo per non scoppiare a ridere. In un'altra occasione non avrei permesso che le si rivolgessero così ma capisco che il medico sia stato un tantino esasperato.
"Voglio Connor." Ha singhiozzato, proprio come una bambina, abbassando la testa.
Certo la mano era messa male ma la sua reazione è stata esagerata. Era ora di intervenire se volevo tornare a casa per cena.
"Sono qui. Ora calmati."
Ha tirato su la testa di scatto e mi ha guardato sorpresa mentre mi facevo avanti. Aveva delle lacrime impigliate fra le ciglia, mi ha sorriso incerta, per poi sciogliersi di nuovo in un pianto dirotto.
Ho osservato la reazione stizzita del dottore e questo non mi ha aiutato a rimanere serio, così mi sono avvicinato velocemente e le ho asciugato le lacrime. Mi ha stretto in un abbraccio, poggiando la testa sul mio torace.
"Ehi. Basta piangere. Fatti mettere questi punti così ce ne torniamo a casa. Lascia lavorare il dottore."
Mi ha guardato con un broncio adorabile e io ho cercato sempre più di non mettermi a ridere.
"Mi sta facendo malissimo!"
Ok. È ufficiale. Andrea capricciosa è insopportabile.
"Basta. Pensa che quando torniamo a casa, tuo padre ci cucinerà un pranzetto dei suoi..."
Il medico nel frattempo ne ha approfittato e le ha bloccato di nuovo la mano, procedendo a mettere i punti, alla velocità della luce.
"Tu guarda me. Sono o non sono il più bello della scuola?"
Mi ha guardato da sotto in su, con malizia.
"In effetti ho fame..."
Tipico. Mai una soddisfazione.
"E comunque il tuo ego è sempre in forma." Ha aggiunto prima di sedersi.
Ha mugulato e scalpitato tutto il tempo mentre io cercavo di distrarla e tenerla buona. Cristo! Non è una brava paziente.
"Fatto! Ci sono voluti una ventina di punti. Non male! E ora... per la tua felicità e non solo, puoi andare!"
Ho sogghignato e lui mi ha fatto l'occhiolino. Lei ci ha rivolto un'occhiata sdegnata per poi andarsene senza una parola per nessuno.
Io ho sospirato, il dottore mi ha dato una pacca amichevole sulla spalla e poi l'abbiamo seguita.
Per arrabbiarmi il secondo dopo.
Galloway le stava tenendo la mano offesa e le stava parlando e a me non è proprio interessato che fossero in mezzo ad altre persone.
"Galloway! Giù le mani! Quante volte devo dirtelo?"
Tutti mi hanno lanciato un'occhiata benevola. Hernandez ha sghignazzato e mi ha dato una pacca sulla spalla ed io mi sono innervosito come non mai.
Cazzo! Basta pacche sulle spalle! Comincio a capire Andrea quando mi dice di odiare quando le tirano su il mento.
Ma Andrea si è allontanata da Derek per venire da me e il mondo è tornato a girare per il verso giusto.
In quel momento, quando mi ha di nuovo abbracciato, ho sentito un dolore al petto e il respiro mi si è bloccato. La amo da impazzire e non so proprio perché. Ma sentirla morbida al mio fianco, con quel suo profumo unico, mi ha fatto sentire così bene! Finalmente al posto giusto, finalmente ho qualcosa di mio, di importante. E guardare in quegli occhi limpidi che mi guardano a loro volta con amore, è come essere arrivato a casa, dopo aver girato inutilmente per tanto tempo. Lei è la mia casa, sarà la mia casa, la mia famiglia.
"Papà voglio andare a casa. Mamma dov'è?"
"È al lavoro, ci raggiungerà nel pomeriggio."
Sua madre lavora nell'altro ospedale e non si è potuta allontanare. Mi ha chiamato subito dopo essere stata avvertita, per farmelo sapere, ma mi sono dimenticato di dirlo ad Andrea.
Ci siamo avviati tutti fuori e qui altre brutte notizie.
"Forza ragazzi, in auto. Professore grazie, ci vediamo domani a scuola, per questo nuovo incontro con la polizia. Derek vieni a casa con noi?"
Andrea ha spalancato la bocca sentendo nominare la polizia. Io ho serrato la mia, sentendo l'invito a Derek.
"Sentiti libero di rifiutare." Ho borbottato.
Mi ha lanciato un'occhiata e ha sorriso.
Bastardo.
"Vi seguo con la moto, grazie!"
"Perché? Hai visto con i tuoi occhi che sta bene!" non sono riuscito a trattenermi.
"Connor!" fa John sorpreso.
E così me lo sono ritrovato di nuovo in mezzo ai piedi!
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