Cap. 74 Famiglia e altre complicazioni
"Allora ragazzi, com'è andata?" Chiede mia madre allegramente.
Siamo tornati da cinque minuti e stiamo tutti stravaccati sul divano. Non abbiamo fatto nulla di che ma siamo stati di nuovo al parco e giocato a pallavolo ed ora la stanchezza si fa sentire.
"Bene signora M., i panini erano squisiti." Risponde Caleb.
Alla fine, abbiamo chiamato Alex, Caleb e Ted, che però aveva un altro impegno.
Audrey era già con noi mentre Peter ha fatto sapere che sarebbe andato a Los Angeles, in moto con Brian.
Ad un certo punto mi è arrivato un sms da Josh che chiedeva che programmi avessi per la giornata.
Sono stata combattuta per qualche secondo, su come comportarmi ma poi ha prevalso la mia natura e gli ho risposto semplicemente con la verità e cioè che sarei andata al parco con il mio gruppo di amici e Connor, a giocare e rilassarci.
È venuto pure lui. Connor quasi mi ha ucciso ma io sono stata contenta. Ed ora è su uno dei divani, stanco morto. A volte avverto il suo sguardo su di me, a volte mi sfiora, ma non posso dire che sia scorretto.
Mia madre sorride. Avere una famiglia numerosa è sempre stato il sogno dei miei. Purtroppo non è stato possibile realizzarlo ed io non ho mai avuto amici a parte Audrey e Peter. Ora che la situazione sta cambiando i miei ne approfitteranno spudoratamente. E di questo posso solo essere contenta. Per me, per i miei. Per tutti.
"Ho preparato la pizza, chi rimane a cena?"
Ridacchio. Appunto.
Vedo Caleb e Alex guardarsi e farsi un cenno.
"Sicura che non disturbiamo? Perché altrimenti noi rimaniamo volentieri... ma non siamo troppi?"
"Caleb... non ti preoccupare. A noi fa piacere e poi la mia pizza è speciale!"
"Oddio, non dica così..." Si butta all'indietro sul divano e noi scoppiamo tutti a ridere.
Connor mi stringe. Mi sento felice ed eccitata. Non ho mai avuto una compagnia da frequentare, un ragazzo, una vita sociale. Mi devo abituare ma devo ammettere che non è così difficile. Mi sto divertendo un mondo.
"Ancora è presto. Guardiamo un film?" propongo.
Cominciamo a litigare mentre scorriamo la lista su Netflix. I ragazzi nemmeno a dirlo vogliono un film dell'orrore o quantomeno d'azione, io e Audrey in netta minoranza uno romantico.
"Ok, stabiliamo delle regole. Ogni volta che ci vediamo tutti insieme, cambiamo genere, oggi iniziamo con l'horror... faremo questo sacrificio. Oppure possiamo fare dei bigliettini e ogni volta affidarci al caso!"
Connor mi guarda sorridendo e batte la mano sul divano.
"Mallory, una buona idea finalmente!"
Gli faccio una linguaccia, poi titubante mi accoccolo vicino a lui, che subito mi passa un braccio sulle spalle. Sì, decisamente potrei abituarmi. Caleb mi si affianca dall'altra parte e mette anche lui un braccio dietro di me. I due ragazzi cominciano a tirarsi schiaffi sulle mani finché esasperata mi alzo per sentirmi tirare giù e finire sulle ginocchia di Connor.
"Va bene va bene, te la lascio. Mi accontento dell'Inglese." Ridacchia Caleb.
Caleb è un folle, ma un folle simpatico. Si mette seduto vicino ad Alex e gli mette un braccio sulle spalle, mentre l'inglese lo guarda come se fosse scemo.
Cerco di tornare sul divano ma Connor me lo impedisce.
"Stai buona Mallory o starai seduta sul duro." Mi bisbiglia.
"Idiota!" Rispondo, ma io non ho bisbigliato.
Alla fine riesco a scivolare col sedere al suo fianco, lasciando le gambe di traverso sulle sue. Audrey mi si affianca così che ci possiamo sostenere a vicenda di schiena.
The Belko experiment.
Già il titolo mette i brividi, ma per fortuna non è il classico horror ma piuttosto uno splatter che ti tiene in tensione fino all'ultimo con, tutto sommato, un buon cast.
Io e Audrey pian piano ci raddrizziamo catturate nostro malgrado da quello che succede ai malcapitati e cominciamo a tifare per i vari personaggi e a commentare sulle decisioni prese.
"Ma volete stare zitte! Ci distraete!" Sbotta Alex.
Sbuffiamo ma ci rimettiamo sedute composte e in silenzio.
Finché non muore chi secondo noi non avrebbe dovuto e allora saltiamo su indignate.
Connor mi riacchiappa e mi chiude la bocca con la mano mentre rido a crepapelle.
Audrey ci guarda con un sorriso, so che è contenta per me.
"I nostri sono commenti più che opportuni! Siete dei prepotenti!" Fa lei.
"Opportuni! Come quando avete commentato le scarpe della tipa, anzi i tacchi delle scarpe..." Ribatte indignato Caleb.
"...oppure le canzoni in spagnolo..." Rincara Alex.
"Già! O la stupidità del tipo in ascensore..." Aggiunge Josh ridendo.
"Ok ok, basta non parliamo più, promesso. Siamo in netta minoranza..." Mi arrendo.
"Quando sceglierete voi il film ricordatevi che quel che è fatto è reso!" Ridacchia Connor.
Audrey li guarda sogghignando.
"Ho già in mente cosa farvi vedere a voi nuovi amici..."
Ci guardano tutti preoccupati ed io scoppio a ridere, poi tutti zitti che il film sta per finire.
"Bene, devo ammettere che mi è piaciuto. Forse ci siamo autolimitate troppo in questi anni..." Confesso.
Connor mi abbraccia, il mio seno si ritrova schiacciato al suo torace. Sento subito caldo e lui se ne accorge, lo capisco dal modo in cui mi guarda, con quel luccichio malizioso che lo contraddistingue.
"Sono stato molto bene oggi, mi sono divertito e la compagnia, nonostante Carter, è stata ottima."
"Idem per me. Sono contenta, devo ammettere che ero titubante. Tu e Josh insieme..."
Arrivano i miei per dirci che è ora di cena e tutti ci riversiamo in cucina dove troneggia il tavolo di legno, già apparecchiato. Nell'aria c'è un profumo divino e già sento l'acquolina in bocca. È un po' che la mamma non fa la pizza. Ovviamente insieme a tante altre cose.
I ragazzi si avventano sul cibo e puntualmente si ustionano il palato, un attimo prima dell'avvertimento di papà. I sospiri e i mugolii sono dei chiari segnali di apprezzamento.
"È ufficiale. Voglio essere adottato." Dice Caleb.
"Sì. Concordo." Ribatte Alex.
"Come ho detto, ci sono prima io." Fa Connor.
Mentre mangio con il mio solito appetito, li osservo tutti spassionatamente, siamo una bella tavolata e veramente è stata una domenica fantastica. I miei sono commossi ed io sono felice. Mi sembra che tutto vada per il verso giusto.
"Raccontateci un po' di voi ragazzi... Alex, tu vieni addirittura dall' Inghilterra, come mai un cambiamento così radicale?"
Perfetto, mio padre è partito con le domande! Spero non li metta in imbarazzo.
"Mio padre è un diplomatico ed è stato assegnato all'ambasciata qui a Los Angeles."
"Caspita! Affascinante! Ma... fa avanti e indietro tutti i giorni?"
"No. Io abito qui con la mia matrigna. Lui sta in città quando fa tardi, cioè quasi sempre... torna il fine settimana, quando può."
"Accidenti... non è poi tanto affascinante. Perché non state anche voi in città?" Chiede mia madre.
Fa una risata amara.
"Per il semplice fatto che non ci vuole fra i piedi. Così per lui è molto più semplice."
Il suo tono è stato duro. Le parole sputate fuori come fossero veleno.
Mia madre è costernata.
"Alex scusami non volevo essere indiscreta."
"Ma no, non c'è problema. È solo la realtà dei fatti."
Mi lancia un'occhiata mentre riprende a mangiare con gusto. Cerco di rimanere impassibile ma mi dispiace molto.
Si sente un trambusto alla porta e un Peter stralunato si affaccia in cucina, seguito da Brian.
"Sì! La pizza! Bella, vi voleva proprio! Ho una fame! Siamo stanchi morti!" Esulta mettendosi a sedere di botto.
Nel farlo lancia un'occhiata a Caleb e Audrey. Ah già! Sono andati al ballo insieme!
Audrey dall'altra parte del tavolo, arrossisce ed io sospiro.
"Pensa per te pivello, io ripartirei anche subito!"
Guardo Brian divertita, ma in effetti sembra pimpante e per nulla stanco.
Lancia un'occhiata in giro, salutando tutti e soffermandosi su Alex e Josh che lo osservano curiosi.
"Vedo che la tua cerchia di amicizie si è allargata! Ma una ragazza no, eh? Io sono Brian Mallory, lo zio di Andrea e voi?"
"Ha già una migliore amica!" Lo rimbecca Audrey, guadagnandosi un'occhiata affettuosa.
I miei amici si presentano e come nella migliore tradizione vengono squadrati ben bene. Deformazione professionale.
"Cosa stavate dicendo? Abbiamo interrotto una conversazione!"
"Stavo per dire... tanto per solidarietà, che i miei genitori sono dei grandi avvocati ed è più il tempo che passano lontano da casa che il contrario. Praticamente vivo con la governante e suo marito, il custode. Quindi Alex, sei in buona compagnia!"
I miei guardano Connor serissimi. Conoscono bene i suoi genitori e non sono mai diventati amici.
Anche io lo osservo, continua a mangiare come se niente fosse, ma lo so che la situazione con i suoi è pesante e lo fa soffrire. Devo riuscire a sbloccarla, secondo me, la spaccatura non è così profonda e irreparabile come sembra.
Gli accarezzo un ginocchio e lui mi lancia un'occhiata. Cerca di fare l'indifferente ma di vede che è turbato.
"Accidenti... volevo far parte anche io del club... ma in realtà la mia famiglia è normale."
"Caleb! Non essere sciocco." Lo rimprovera mia madre.
"Io invece sono senza dubbio dei vostri... ho una madre single in quanto mio padre, famoso cantante, non mi ha mai riconosciuto e sempre ignorato, quindi..." aggiunge Peter.
Lo sappiamo benissimo. Sua madre non ha avuto fortuna nella vita, a parte concepire Peter.
Non si sa chi sia il padre, a parte che è un famoso cantante country.
C'è un accordo di riservatezza, dove lui si impegna a provvedere economicamente a Peter e sua madre, in cambio del loro silenzio e di nessun contatto con lui.
La madre di Peter ne soffre ancora oggi.
Per Peter, che è cresciuto senza un padre ma con la consapevolezza di averne uno che non lo desidera.
Per lei, che nonostante tutto, a distanza di anni è ancora innamorata di lui e non è riuscita a rifarsi una vita e continua a rimanere invischiata in questo rapporto inesistente.
Sento le lacrime pungermi gli occhi. Io, Audrey e Caleb siamo quelli messi bene.
Guardo Josh, tiene gli occhi bassi. Mi sa che anche lui non ha una bella storia da raccontare.
I miei sono turbati. Sentire queste storie, di figli avuti ma non voluti, so che li indigna e rattrista.
Mio zio è arrabbiato. Conosce bene la storia di Peter e ovviamente quella dei miei. E so che si incazza ogni volta che ne sente parlare.
"Beh ragazzi, non voglio fare il sentimentale, ma la porta di casa nostra è sempre aperta, così come lo è stata per Audrey e Peter, così lo sarà per voi."
Guarda Josh, che non ha aperto bocca. Anche mio padre ha capito che c'è qualcosa che non va e gli porge, metaforicamente,una mano.
Una lacrima traditrice mi rotola sulla guancia. Non voglio compatire nessuno, ma è un momento particolare. Non mi piace sapere che dei miei amici soffrono per qualcosa. Soprattutto se questo qualcosa è la famiglia.
Questa volta è Connor che mi stringe il ginocchio e io poggio la mano sulla sua senza guardarlo. Guardo il mio piatto mentre cerco di riprendere il controllo.
"È aperta anche per me che non ho una storia strappalacrime? Vi prego dite di sì!"
Rimango con la forchetta a mezz'aria e la bocca aperta, a fissare Caleb, che imperterrito aspetta una risposta.
"Caleb sei un idiota." Borbotta Connor imbarazzato.
Ma i miei sorridono.
"Certo Caleb, sarai sempre il benvenuto."
Osservo tutti e a tradimento, un'ondata gonfia d'amore mi travolge il cuore. Si infrange in pieno petto, togliendomi il respiro, ma lasciandomi con una consapevolezza.
Li amo tutti. Tanto.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro