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Cap. 70 Se ti attaccano, attacca con più forza

Alla fine, sono sopravvissuta anche al ballo.
Anche se c'è stato più di un momento in cui ho pensato che non sarebbe successo.

Tipo appena arrivati.

Al nostro ingresso, i soliti bisbigli, le solite occhiate, i soliti risolini. E fin qui nulla di nuovo.
Ma l'incedere da panterona di Moira (che razza di nome di merda), nella nostra direzione mi ha causato qualche bruciore di stomaco.

Bruciore che si è tramutato in incendio nel giro di un secondo, quando la tizia, ignorandomi platealmente, si è allungata per baciare il MIO ragazzo.

Ragazzo che si è prontamente scansato, devo dire, anche con una faccia parecchio infastidita, forse pensando alla sua salute, non so...
"Balliamo tesoro? È un po' che non mi stringi..." la panterona sfodera gli artigli.
Connor è incazzato ma in difficoltà. Suppongo che il suo istinto gli dica di spostarla malamente e proseguire come se niente fosse, ma io mi sono stufata.

"Questa è la tizia che ti scopavi prima di rinsavire?" Chiedo con noncuranza.
Entrambi mi fissano come se fossi uscita di senno.
Lui fa un cenno di assenso impercettibile e allora mi giro verso di lei sorridendo.
"Quindi cara, cosa non ti è chiaro, del fatto che sei stata scaricata e sostituita?" Sbatto pure le ciglia, immagine perfetta di innocenza.

Le movenze da pantera vengono prontamente sostituite da quelle da serpente. Per un attimo mi sembra di veder sibilare la lingua fra i denti.
"Cara, è una ruota che gira, cosa credi? Quanto pensi che resisterà con una come te?"
Ribatte aggressiva, calcando sarcastica sulla parola cara.
"Beh, non ti resta che metterti comoda e scoprirlo ma direi che per questa sera è ancora interessato a me, quindi levati dai piedi. Ho scoperto che non ho molta pazienza con le stronze."
E in effetti è la sacrosanta verità. La fisso negli occhi con un certo cipiglio. Sono venuta qui per divertirmi ed è quello che ho intenzione di fare.

Fanculo a tutte le ex e a tutte le aspiranti scopamiche. Non voglio guardarmi le spalle tutta la sera perciò è meglio chiarire subito il punto.
Questa però è dura di comprendonio, visto che ancora mi sta davanti.

Connor mi guarda con ammirazione, Audrey basita, Caleb è piegato in due dalle risate e anche a me viene da sorridere.
"Connor, potevi sceglierle un po' più sveglie!" Dico, guardandola allusiva.

Se ti attaccano, attacca con più forza.
Per un attimo, ho una visione di me stessa in versione Supergirl, svolazzante con il mantellino rosso e le mani sui fianchi.
Per poco non scoppio a ridere.

Non capisco perché sia ancora qui. Io al posto suo sarei evaporata dopo un secondo, anzi non mi sarei proprio fatta avanti! Un po' di amor proprio, di rispetto per se stessi! Che diamine!

I suoi occhi mi trapassano, con uno sguardo di puro odio. Comincio a sospettare che non sia del tutto normale.

"Non finisce qui!" Sibila velenosa.
"Vedi tu... può finire al distretto di polizia, con una denuncia, se vuoi." Borbotto infastidita.

Intorno a noi, c'è il vuoto, subito dopo, la folla, che più o meno discretamente tende l'orecchio in cerca di pettegolezzi.
Beh, direi che per essere appena arrivati, abbiamo ampiamente contribuito. Adesso voglio qualcosa di alcolico e poi ballare!
Se per farlo la devo prendere per i capelli e sbatterla in terra, lo farò. Come ho detto, non ho molta pazienza.
Ma per fortuna, gira i tacchi e se ne va.

"Mi stupisci, ogni giorno di più." Mi bisbiglia Connor all'orecchio.
Rabbrividisco e lo guardo.
"Ho avuto un buon allenatore, negli anni."
Si tira su di scatto, stringendo i denti. Non volevo mettere il dito sulla piaga, è un semplice dato di fatto. Lo afferro per la giacca per farlo abbassare.
"Ehi! Mi hai reso forte, resistente, pronta. Dopotutto mi hai fatto un favore!"
Sorrido finché non sento che si sta rilassando, allora mi sollevo un po' per arrivare a baciarlo.

Le sue braccia mi stringono la schiena e mi ritrovo con i piedi penzoloni, finalmente alla sua altezza. Le bocche attaccate, le lingue intrecciate, le mani fra i capelli. Di nuovo siamo nel nostro mondo perfetto, nella nostra bolla d'aria.

I denti sbattono per la foga, i suoi occhi sono scuri, mi fissano appassionati, mi dicono tutto quello che vorrei sentire. Mi parlano di un futuro insieme, di amore, tenerezza, passione, di litigi furiosi e furiose pacificazioni. Di questo e di tanto altro. Di un mondo nostro da scoprire e costruire insieme.

Sono al settimo cielo. Il cuore batte, il respiro è forte.  Niente può andare male. L'amore trionfa.

"Mallory, dopo concludiamo la serata come si deve." La voce roca mi spedisce brividi in luoghi inopportuni.
"Walsh, non vorrei disilluderti, ma abbiamo uno dell'FBI che dorme nella stanza accanto e che sarebbe pronto a farti saltare qualche dente senza problemi." Ribatto triste.
"Sono dieci centimetri più alto, come minimo. E ho i suoi stessi muscoli."
Lo guardo per capire se è serio.
"Connor, sicuro di voler provare questa esperienza? Perché ti assicuro che hai detto una cazzata!"

Sbuffa e mi poggia di nuovo in terra. Intorno a noi tutti stanno ballando, ignorandoci.
Caleb e Audrey sono insieme, chissà che non nasca qualcosa. Caleb mi piace, è simpatico senza essere eccessivo. È molto simile a Peter quindi... uhm, quindi, forse, non può nascere nulla dopotutto. Peccato!

"Voglio bere. Il primo round mi ha messo sete!" Dico arricciando il naso.
Sorride e mi prende per mano. Non faccio in tempo a dirgli nulla che parte in quarta, nemmeno dovesse correre per fare meta! E io dietro, in bilico sui miei bellissimi tacchi dodici, cercando di schivare le persone, senza travolgerle.

********

Mi sono divertita.
Ho ballato, ho bevuto e mi sono appartata con il mio ragazzo. L'alcol in circolo e l'eccitazione generale hanno fatto sì che ad un certo punto, ci sia venuta voglia di stare soli.
E lo abbiamo fatto. Mi sono sentita potente e disinibita mentre in auto ci rassettavamo gli abiti. Sento sempre questa tensione sessuale, serpeggiarmi sotto pelle e stasera non è stato possibile resistere. Con lo smoking è bellissimo. E quello sguardo da canaglia, una sfida che non potevo non raccogliere.

"Hai graffiato la pelle del sedile con il tacco!"
Nemmeno mi giro a guardarlo. Gliel'ho detto, che sarebbe successo, ma ovviamente non mi è stato a sentire. Ha voluto soddisfare questa sua fantasia sessuale, a base di tacchi e calze a rete autoreggenti, quindi ora non può stressarmi per un graffietto.

"Bene. Ricordatelo la prossima volta!"
Sono di nuovo in ginocchio sul sedile e sto cercando di stendere le pieghe del mio abito, quando mi arriva una sculacciata che mi sbilancia in avanti.
"Connor finiscila con questa storia!" Sibilo fulminandolo.
"Nemmeno per idea! Il tuo fondoschiena è fatto apposta per la mia mano."
"Beh, magari potresti accarezzarlo!" Ribatto.
Mi guarda malizioso, appoggiato al sedile, rilassato, soddisfatto.
"È molto più divertente batterlo."
È inutile, è senza speranza.
Ma l'ennesima schermaglia viene interrotta da Caleb che bussa sul finestrino per attirare la nostra attenzione, facendomi venire un infarto.
"Ragazzi! Basta, vi ammalerete! Stanno per proclamare il re e la regina, muovetevi!"

Faccio una smorfia. Non ho proprio voglia di stare a guardare l'ennesima ex che si struscia vittoriosa sul mio ragazzo. Allyson questa sera è in gran tiro con un abito dorato al limite della decenza. Per lei l'immaginazione è decisamente sopravvalutata. Meglio far vedere tutto e subito.

Perciò di malavoglia scendo e mi faccio trascinare dentro.
"Finalmente sono riuscito a toglierti tutto quel rossetto!" Sbuffa e io scoppio a ridere.
"Lo hai solo trasferito sul tuo viso, tesoro." Ribatto.
Si ferma e si pulisce, mentre Caleb scalpita.
"Ti ho mai detto che mi piace un casino quando mi chiami tesoro?" Bisbiglia.
Lo guardo imbarazzata e felice, ma non riesco ad aprire bocca che interviene Caleb.
"Per l'amor di Dio! Fatela finita! Siete nauseanti!"
"La tua è tutta invidia." Rido io.

Dentro è il delirio. Gridolini, risate, tutti che si accalcano vicino al palco in preda all'eccitazione nemmeno stessero per consegnare il Nobel e non una misera coroncina di plastica di nessun valore.

Soprattutto concettuale.
Io nemmeno lo so, che diavolo significhi essere la regina del ballo!
Prima finisce questo tormento, prima posso tornare a divertirmi.
Sul palco intanto, una delle ragazze che ha  organizzato il ballo sta aprendo una busta, dove presumibilmente ci sono scritti i risultati della votazione.

Sto guardando tristemente verso Connor quando sento pronunciare il nome di Tom. Spalanco gli occhi stupita.
Come? Tom? Ma perché?
Non ha vinto il quarterback? Che sta succedendo?
Non è mai successo. Nessuno batte il quarterback!

Cerco Tom con lo sguardo. I suoi amici lo stanno spintonando, ridendo sguaiatamente. Derek è un po' defilato come al solito. I nostri sguardi si incrociano ed io irrazionalmente sento il cuore accelerare i battiti. Anche lui è notevole in smocking. E quegli occhi seri e tenebrosi mi scombussolano dalla testa ai piedi... con tutto quello che ci sta in mezzo!

Una mano mi arpiona il braccio e mi do della stupida. Con Connor nei paraggi, mettermi a fissare Derek è un suicidio bello e buono.
"Andrea! Che diavolo..." comincia lui arrabbiato.
Ma viene interrotto brutalmente dall'annuncio del MIO nome.
No.
Non può succedere veramente.

Hanno votato per la fanciulla molestata e il suo salvatore!
No. No. No.

Tom mi sta guardando con un certo fastidio.
Dio, che testa di...
"Tu con quello non ci balli!" Sbotta Connor.
"Penso che sia d'accordo pure lui. Ha la faccia di un condannato alla forca!" Borbotto seccata.
E che cazzo! Non gli ho fatto niente, perché deve trattarmi così?

Connor mi guarda sospettoso.
"Non è che mi stai nascondendo qualcosa?"
"Oh! Ma per favore!"
Lo incenerisco, ma siamo distratti dalla voce squillante che invita me e Tom a salire sul palco.

Per un attimo penso a quanto sia buffa questa situazione e mi scappa un risolino. Per la prima volta nella storia della nostra scuola, sia il re che la regina non gradiscono questo riconoscimento!
Un evento.

Stringo i denti e senza guardare nessuno mi avvio. Sento Connor imprecare stizzito.
Fanculo a tutti.

Sto per salire sul palco, un po' indecisa su come farlo senza ondeggiare e poi cadere rovinosamente a terra, quando mi sento afferrare per la vita e sospingere avanti con decisione.
"Finiamola alla svelta con questa buffonata! È tutta colpa tua! E poi mi spieghi perché hai messo questi trampoli se poi non ci sai camminare?"
Guardo Tom come se fosse un alieno. Ma è serio?
Colpa mia?

"Sei il peggior idiota che mi sia capitato di incontrare dall'inizio della scuola! E ti giuro che ne ho incontrati un buon numero!"
"Ci credo! Uno te lo scopi pure!" Ribatte acido.

Rimango un attimo senza parole, davanti a tanta cattiveria, poi senza pensare gli infilzo un tacco nel piede con tutta la forza che riesco a concentrare in questa azione.
Si ritrae di scatto e mi guarda incredulo.
"Si vede che tu non scopi invece! Sei peggio di una zitella inacidita! Non capisco come tu possa interessare alla mia amica!"
Ho il sangue al cervello che pulsa così tanto da farmi girare leggermente la testa.

Involontariamente lancia un'occhiata verso Audrey che ci sta fissando con la bocca socchiusa in un'espressione di stupore.
Cosa che in realtà stanno facendo tutti. La ragazza sul palco, che ancora ci sta attendendo, è sconvolta.
Ci avrà preso per una coppia di matti.

Mi volto e la raggiungo sorridendo. Tom ci raggiunge zoppicando un po'. Peccato, non ho affondato a sufficienza.
Cerco Connor con lo sguardo. Ho bisogno del suo sostegno. Mi sta fissando fra l'incazzato e il divertito e a me solo guardarlo mi fa tremare le gambe e salire le lacrime agli occhi. Voglio andare da lui ed essere stretta fra le sue braccia. Voglio rassicurarlo ed essere rassicurata.

La tipa con voce incerta ci saluta e velocemente ci mette le corone in testa. Probabilmente ha paura di qualche ritorsione, vista la tensione che aleggia nell'aria.

"Smettila di frignare e balliamo, così puoi tornare dal tuo biondino del cazzo."
Di nuovo mi afferra e mi trascina al centro della pista. Sembriamo due combattenti di MMA pronti a suonarsele di santa ragione, altro che re e reginetta del ballo!

La musica parte, lenta e sensuale ma noi siamo ancora ben lontani l'uno dall'altra. Poi però sono io che lo afferro e lo costringo ad avvicinarsi.

"Adesso tu mi spieghi che cosa ho fatto per suscitare tutto questo odio!"
E la mia non è una richiesta che possa avere un no per risposta.
Se ti attaccano, attacca con più forza.

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