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Cap. 62 Finalmente



Connor si è nascosto in bagno mentre i miei sono passati a salutarmi, prima di partire per Los Angeles.

Io annuisco senza sentire una parola di quello che mi stanno dicendo, ancora semi addormentata. Tanto, sono le solite raccomandazioni.

"Ok andiamo. Salutaci Connor!"

Sto ancora annuendo ad occhi chiusi, ma a queste parole mi blocco e li spalanco. Sento uno sbuffo derisorio, nel mentre che stanno chiudendo la porta.
"Ancora non hanno capito che ci siamo passati già!" borbotta mio padre.

Dopodiché il tanto agognato silenzio. E Connor che dalla porta del bagno ridacchia.
"È ufficiale, voglio essere adottato"

"Sarebbe strano fare sesso con il proprio fratellastro"

Ho parlato senza pensare ed ora divento di brace.
"È strano come tu riesca a sorprendermi, in alcuni momenti, con le cose che dici" mormora tornando a letto.
"Sì beh... è una capacità anche questa" borbotto.

Sono imbarazzata, nonostante la notte insieme.
Notte che abbiamo passato non del tutto innocentemente. 

Serro gli occhi davanti alle immagini che mi sfilano davanti, conturbanti. Di nuovo, comincio ad agitarmi, una fitta di desiderio al basso ventre.

Sospiro.

È stato delicato, non mi ha forzato a fare nulla ma la realtà è che sono stata più che felice di partecipare, di toccarlo davvero, di sperimentare.
Mani che finalmente hanno osato, baci dati e presi, morsi, eccitazione, palpitazioni, sfioramenti.

Non abbiamo fatto l'amore ma nella penombra data dalla luna, c'è stato un intenso corpo a corpo, fatto di respiri, sospiri, occhi negli occhi, pelle nuda e sensibile, dita invadenti.

Contatti che non avevo avuto nemmeno con Luke.
Che ingenua a pensare di aver sperimentato chissà cosa, con lui.
Connor invece, mi ha fatto chiaramente capire che c'è un mondo da scoprire e che io ho intravisto giusto la punta dell'iceberg.

E con un certo zelo, si è impegnato a colmare le mie lacune. Ho caldo e sento di essere arrossita.

Le sue braccia mi stringono anche ora, portando altri ricordi, nuove ondate di eccitazione ed io mi muovo irrequieta.

"Andrea?"
"Humm?"
"Ti ricordi cosa succede se ti muovi così?"
"Più che altro lo sento" bisbiglio ridendo.

Mi arriva una sculacciata che mi fa sobbalzare.
"Odio quando lo fai!" lo rimprovero.
Torna a stringermi, ad aderire con il suo corpo al mio.
"Meglio?"
Ho la gola chiusa dal desiderio ma mi sforzo di essere razionale.

"Molto meglio! Ma ora ci alziamo, facciamo una doccia, colazione e poi... torniamo qui. Mi devi far vedere..."
"Non solo vedere, fidati!"
Arrossisco zittendomi.
"Sei... sei..."
"Fantastico, lo so"
"Mamma mia, Connor! Uno di questi giorni il tuo ego esploderà e allora che Dio ci aiuti!"


***********


E così, la mia domenica mattina è cominciata. La domenica più bella della mia vita.

La colazione è stata rapida anche se insieme ci siamo divertiti a preparare pancake che sono risultati essere pure commestibili.

Mi tocca di continuo e io non posso fare a meno di fare altrettanto. Anche ora, appoggiati al bancone ci stiamo baciando ed io ho le mani a contatto con il suo torace scolpito, rilievi definiti che mi fanno venire l'acquolina in bocca. 
Quanto ben di Dio! Solo per me!
E ho tutte le intenzioni di approfittarne.

"Ok, abbiamo mangiato. Andiamo a fare quella doccia?"
La voce roca mi graffia l'orecchio e subito il mio corpo reagisce. Finora mi sembra di non aver vissuto. Le emozioni provate con Luke sono solo pallide imitazioni di questo fuoco che mi sta bruciando. I miei ormoni hanno deciso di svegliarsi e lo hanno fatto in grande stile.

"Sì, andiamo!" lo prendo per mano e comincio a salire le scale.
"Mallory, ti vedo impaziente"
Arrossisco. Non riesco a controllarmi. Rischio di fare l'ennesima figuraccia.

Rallento, incerta su come continuare, ma lui mi trascina velocemente in camera e da lì nel mio bagno.
Apro l'acqua calda e rimango indecisa sul da farsi.

Di nuovo è lui a prendere l'iniziativa. Mi spinge nel box doccia entrando con me e piano comincia a baciarmi. Chiudo gli occhi, lasciandomi andare.

Siamo ancora vestiti, se t-shirt e intimo si possono ritenere tali, ma non mi importa granché.

L'acqua che scorre leggera su di noi , mi rilassa, per qualche secondo, ma tutto finisce nel momento in cui comincia a toccarmi e a pretendere una risposta da parte mia. Sembra affascinato dal fatto che la mia maglietta sia così incollata al seno, da non lasciare nulla all'immaginazione.

Il fuoco che ho imparato a riconoscere, divampa, rendendomi audace e le mie mani cominciano ad esplorare questo corpo magnifico. Lo amo e voglio disperatamente sentirlo mio.

Ci spogliamo lentamente mentre lentamente ci baciamo. Di nuovo pelle contro pelle, senza ostacoli. Le mani scivolano insieme al bagnoschiuma, seguendone il tragitto fra monti e valli.
Il desiderio cresce prepotente, il mio cuore sembra un uccellino in gabbia che sbatte frenetico per uscire. Sento quasi dolore per la tensione.

"Ti prego"
Il mio sussurro è una preghiera che viene subito esaudita.
Ci asciughiamo in fretta e torniamo sul letto dove riprendiamo quello che da questa notte stiamo facendo.
Conoscerci meglio. Biblicamente parlando.

Il degno epilogo di undici anni di tormento e degli ultimi dieci giorni di estasi.
Mi tocca intimamente e come già successo durante la notte, non volendo mi irrigidisco, ho paura del dolore.

Ma lui è bravo a distrarmi, è delicato ma fermo. Le sue dita sfiorano, toccano ed eccitano finché lo tiro a me per avere di più. Sono pronta, bagnata, ho bisogno di lui.

Sentire il suo peso addosso, la bocca vogliosa, quel nodo di eccitazione allo stomaco, che chiede di essere sciolto. È intenso.

E finalmente è dentro di me, ho donato la mia parte più intima e importante al ragazzo che da sempre mi sconvolge la vita.
In un modo o nell'altro.

Non sono più vergine.

Il disagio, il bruciore, vengono presto sostituiti da sensazioni mai provate prima. Così potenti che non posso far altro che assecondarle e lasciarmi portare lontano.
E poi... piano piano torno sulla terra.

Lentamente riprendo contatto con la realtà, con il corpo meraviglioso che ancora mi pesa addosso.
Inspiro il suo odore, il nostro odore e lo stringo.
Sono felice oltre ogni dire.

Piano si separa da me, per non farmi male e mi viene il magone. Lo rivoglio, mi sento abbandonata.

"Stai bene? Ti ho fatto male?" mi chiede.
Guardo in quei suoi bellissimi occhi azzurri con ansia. Andrà via ora?
"Solo un po'" bisbiglio.
Mi abbraccia e mi tira vicino, intrecciamo le gambe, sento il suo respiro mentre mi annusa e io gli lascio un bacio sul costato, vicino a dove appoggio la guancia.

Non riesco a tranquillizzare il cuore, però. E sento le lacrime premere per uscire.
Non posso fare la figura della bambina insicura,  proprio ora! Mi devo dare un contegno!
"Mallory..."
"Humm?"
È l'unico contributo che posso dare in questo momento, con il turbinio di pensieri che ho in testa e l'ansia che mi attanaglia la gola.
Voglio di più. Voglio il suo amore. Non mi posso accontentare di avere solo il suo corpo. Devo farlo innamorare, devo...

"Ti amo"

E allora scoppio a piangere.
La tensione accumulata da ieri, con il litigio prima, la consapevolezza di amarlo poi e portata all'apice dal mio primo rapporto sessuale, trova il suo naturale sfogo in un pianto liberatorio.
L'incertezza sui suoi sentimenti nei miei confronti, sembra aver trovato una risposta. Mi voglio fidare, mi sembra sincero.

Mi abbraccia e mi bacia fra i capelli, sussurrandomi parole che non comprendo, ma dal tono dolcissimo.
"Ehi, calmati. Lo so che sarà difficile, sono stato il tuo incubo per tanto tempo però..."

No. Non può pensare questo. Nemmeno per un attimo.

"No. Ti amo anche io. Probabilmente da sempre. Così tanto che mi fa paura. È chiaro che non sono molto avveduta nelle mie scelte e che la vena autolesionista è parecchio accentuata ma questo è quanto. In realtà ero preoccupata dell'esatto contrario"

Mi sono tirata su di scatto e durante la mia sentita dichiarazione d'amore, ho avuto i suoi occhi puntati non proprio nei miei, ma posso soprassedere.
Alla fine mi guarda serio.
"Spero che non tu non mi stia prendendo in giro. È la prima volta che mi capita di innamorarmi e non so bene come comportarmi"

"Non dico mai bugie"
Mi guarda con un sopracciglio alzato e ho la buona grazia di arrossire.

Vorrei aggiungere tante altre cose e probabilmente anche lui, ma entrambi dobbiamo prima imparare a conoscerci meglio.

"Per fortuna che sono un bravo ragazzo Mallory!"
Lo guardo stranita. Adesso dove vuole andare a parare?

"Eri vergine! E non me lo hai detto! Per fortuna che nel dubbio ho deciso di essere delicato"

E' molto soddisfatto ed io inarco un sopracciglio.

"Che vuol dire, che ora non lo sarai più?"

Lo sguardo continua a scivolargli sul mio seno nudo.
"Così non mi aiuti"

Sorrido. Sono sempre stata una ragazza dai sani appetiti e suppongo che anche in questo ambito non mi smentirò.

Lo guardo e tanto mi basta per far accelerare le pulsazioni e farmi avvicinare a lui. Brucia tutto, a sud dell'ombelico, ma non mi interessa.

"Sono contento di essere stato il primo" mi sussurra, baciandomi il collo e cominciando ad accarezzarmi.
La tenue fiammella diventa presto un falò, pronto a tramutarsi in incendio. 
Le mani cominciano il loro viaggio esplorativo.

"Che frase scontata da dire! L'hai fatto spesso?"  

La voce mi esce più aggressiva del voluto, la morsa della gelosia si aggiunge a quella dell'eccitazione che mi serra lo stomaco. Mi stringe il fianco per avvicinarmi a sè ed io mi ritrovo con la bocca sul suo collo e gli do un morso.

"No. Mai avuta una vergine. Sei una piccola selvaggia ma io ti amo. E adesso per favore, applicati"

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