Cap. 61 Lo amo
Ieri
Il sole dardeggia sulle nostre teste, coperte dai cappellini identici, che ci ha fornito la scuola.
Siamo in gita, in campeggio in realtà, nel Parco Regionale del Mojave Narrows, a Victorville.
È l'ultimo anno delle elementari e ci hanno portato fuori per un fine settimana. Questa struttura, ogni anno organizza "il giorno della scienza" dove si parla di biologia, fauna, flora e geologia.
Meraviglioso.
Il parco si estende lungo il letto di un fiume, nel deserto, ed è un luogo magico.
Adoro osservare le varie specie di uccelli e riconoscere i diversi tipi di alberi. Ho un quaderno per questo, dove appunto ogni mia considerazione e dove arrischio anche qualche disegno.
Io e Audrey siamo stese al sole, lungo la sponda erbosa del fiume. Lei dorme beata mentre io sfoglio le pagine di una guida del parco. Ci sono tante di quelle cose da fare! A me non basterebbe una settimana!
All'improvviso sento un rumore e mi blocco in ascolto. Che sia un animale? Connor magari?
L'erba poco lontano da me si muove frenetica ed io scatto in piedi. Il movimento repentino mi fa girare la testa e per qualche secondo non vedo nulla, ma tanto basta per farmi fare un imprudente passo all'indietro e scivolare.
Sentire la terra mancarmi sotto i piedi, mi manda nel panico e proprio per questo non riesco ad emettere un suono mentre freneticamente cerco di arpionare i lunghi fili d'erba della riva.
L'argine è alto in questo punto e noi non dovremmo essere qui. Se mi succede qualcosa sono in guai seri e con me Audrey e chi ha permesso che sgattaiolassimo oltre i limiti consentiti, senza un controllo.
Riesco a fermare la caduta prima di toccare l'acqua ma non resisterò a lungo.
"Audrey! Svegliati!" riesco ad articolare, nonostante la paura mi chiuda ancora la gola.
"Andy? Dove sei?"
La voce, impastata dal sonno, arriva fino a me e mai sollievo è stato più grande.
"Sto scivolando in acqua! Chiama qualcuno che riesca a lanciarmi una corda... quella con cui giocavamo prima! Ma non un adulto, sennò staremo in punizione a vita!"
Non riesco a vederla ma sento che già sta piangendo.
"Audrey corri per favore!"
Dopo cinque minuti, ho le braccia intorpidite e le dita rigide. Sono stanca e mi sto rassegnando a lasciarmi cadere in acqua.
Il fiume non è particolarmente profondo e abbastanza placido ma le rive sono difficili da risalire e poi non sono ancora così brava a nuotare ma se non arriva nessuno...
"Andy! Eccoci! Ho trovato Connor!"
Sento la voce di Audrey mentre il respiro mi si mozza in gola.
Connor! Ma perché?
Non sono sufficienti le umiliazioni a cui mi sottopone? Ora deve essere presente anche a quelle che mi auto infliggo?
"Mallory, afferra la corda che ti tiro su. Sempre se ce la faccio... con il tuo peso" sghignazza.
Stringo i denti e lascio perdere.
"Connor non lasciarmi cadere, ti prego" sussurro, più a me stessa che a lui, in realtà.
"Tranquilla"
Spalanco gli occhi. La risposta, a sua volta un sussurro lieve come la brezza, è arrivata fino a me.
Oggi
La piscina coperta della scuola è gremita. L'umidità, che impregna l'aria e la rende una cappa opprimente, mi comprime i polmoni e mi innervosisce.
Il rumore prodotto da tutte le persone che si siedono, salutano, schiamazzano, ridono e parlano, mi innervosisce.
Aver litigato con Connor. Mi innervosisce.
Gli ho dovuto raccontare tutto, senza tralasciare nulla. Mi ha fatto un'infinità di domande, a cui io ovviamente non ho saputo rispondere. Dettagli, tempistiche, rumori, che io nella mia sbadataggine, non ho colto, e mai coglierò, se dovesse ricapitare.
E poi, la sua arrabbiatura per avergli mentito, per averlo voluto tenere all'oscuro.
Sospiro.
Lo sapevo che sarebbe finita così. Ora, mentre siamo seduti vicini sulle gradinate che sovrastano la piscina olimpionica, mi sforzo di non piangere e soprattutto di non dare a vedere il mio totale sconforto.
Anche mio padre mi ha rimproverato e l'unico sostegno che ho è la mano di Audrey, che stringe la mia.
"Ho ritenuto fosse una sciocchezza, non volevo tenerti all'oscuro per chissà quale motivo!"
La voce mi esce tremante e mi maledico per questo. Non mi piacciono le sensazioni che sto provando, l'ansia, la paura.
Ma la nostra storia è troppo fresca per sapere cosa gli passi per la testa, con il risultato che ho una morsa che mi serra lo stomaco.
Non mi piace che non mi guardi, non mi tocchi, non mi parli.
Non mi piace mostrare così la mia debolezza, dargli questo potere.
Inevitabilmente comincio a vedere sfocato.
Cazzo.
E a respirare velocemente.
Mi alzo di scatto.
"Dove vai?" mi chiede arrabbiato.
Vaffanculo.
Ho la gola così chiusa che non riesco a proferire parola. Gli passo davanti e sento una mano afferrarmi il braccio. Con uno scatto mi libero, prima di dare spettacolo e fuggo via.
Dove, lo devo ancora decidere.
Scendo le scale di corsa, urtando chiunque mi passi accanto. Devo solo raggiungere un posto tranquillo per ricompormi e poi tornare su.
"Problemi in Paradiso?"
Non mi volto, è Allyson che ha parlato, in tono di scherno.
Il tempo di un sospiro e mi sento sospingere bruscamente a destra, per poi ritrovarmi fuori, sul retro della struttura, fra cassonetti e auto parcheggiate.
"Si può sapere che ti prende? Sono io che dovrei andarmene!" ruggisce.
È furioso ed io non riesco a far altro che guardarlo e lasciare finalmente che le lacrime vadano per i fatti loro.
"Perché mi hai mentito?" insiste.
"Non ti ho mentito. Ho omesso. Volevo evitare di farti sapere che qualcuno ha preso il tuo posto nel farmi gli scherzi. Perché, chiunque sia stato, di questo si tratta! Uno stupido scherzo. E poi, ci sono abituata. Perciò, se credi di dovertene andare, vai. Non ti fermo, stai tranquillo"
"Sei una stronza!" mi urla.
Faccio una smorfia. Accidenti! Fa male. Finita ancora prima di iniziare.
Le lacrime continuano a scendere copiose e silenziose.
"Cazzo Andy. Adesso basta piangere. Vieni qui" dice burbero.
Non mi muovo ovviamente. Continuo a piangere mentre realizzo quello che ha detto. Non so cosa pensare.
Mi afferra bruscamente e mi serra in uno dei suoi abbracci letali.
Quanto sto bene fra le sue braccia. Respirare il suo odore, avvertire la sua forza. È passato così poco tempo e ha già così tanta importanza per me!
Lo sapevo che sarebbe finita così!
Mi scosta e mi asciuga le lacrime.
"Mi prometti che non succederà più?"
Annuisco, mentre tiro su col naso, rumorosamente, da vera signora. Mi posa un bacio sulle labbra tremanti. Non mi muovo.
"Quindi non ci stiamo lasciando?" chiedo.
Mi stringe di nuovo.
"No. Mi dovrai sopportare ancora un po' e adesso andiamo, ci fermiamo in bagno, ti sistemi e torniamo da tuo padre e Audrey"
Sento il cuore sfarfallare contento nel petto, lo amo così tanto e...
Mi fermo di botto. Lo amo? Lo fisso costernata mentre anche lui si ferma e mi guarda interrogativo. "Ehi" bisbiglia.
Scuoto la testa, così rientriamo e comincia a trascinarmi fino ai bagni.
Non può essere. Non così presto.
Non può essere! Non può essere, non può!
Sono in preda al panico, mentre inciampo nei miei piedi e arranco sulla sua scia.
"Forza Mallory! Abbiamo questa gara, i miei allenamenti, la partita di Alex, la cena con tuo padre e poi..."
Si ferma bruscamente per abbracciarmi di nuovo.
"E poi sei tutta mia. Ho voglia di te e non solo per strozzarti"
Mi sto sciogliendo, lentamente e inesorabilmente.
Il cuore mi batte furioso. Lo amo.
Sono stata una stupida. La confusione, l'indecisione, l'incertezza.
Ma chi volevo prendere in giro? Ho sempre sentito per lui qualcosa che nessuno è mai riuscito a farmi provare.
Nemmeno Luke, che è stato il primo ragazzo che mi ha vista davvero.
Amore? Sembra proprio di sì.
Da così tanto tempo, che si perde nella foschia dei ricordi.
Quando è entrato per la prima volta in classe? Quando mi ha fatto il primo scherzo ed ha inconsapevolmente legato le nostre vite?
Oppure mi sono innamorata quando per la prima volta è stato gentile con me?
Perché è successo anche questo. C'è stato un momento di gentilezza, in cui lui mi ha aiutata e non è stata l'unica volta.
Momenti che si sono persi fra l'infinita quantità di vessazioni. Ma ci sono stati ed ora che sono riaffiorati alla mente, mi rendo conto che sono stati fondamentali.
Lo guardo terrorizzata. E adesso? Lui cosa prova per me? È attratto, questo sembra assodato ma decisamente poco importante. Però... si sta comportando con me, come mai con nessuna. E questo al contrario lo è molto.
Respiro lentamente per tranquillizzarmi, mentre docile lo seguo.
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