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Cap. 51 Non ce la possiamo fare







Il mio primo pensiero, e non ne vado fiera, è stato che io e Connor non siamo destinati a stare insieme, è evidente.

Il secondo, e non ne vado fiera, è stato che avrei dovuto farlo scendere, dopotutto e quindi creare ancora più tensione.

Il terzo, e me ne vergogno è che comunque vada sarà un disastro.

Poi mi riscuoto e realizzo che il mio migliore amico è messo male.

"Entrate per carità! Prima che qualcuno pensi ad un omicidio!" esclamo agitata.

Josh entra con fatica, trasportando a spalla un Peter ubriaco e svenuto. Lo aiuto come posso e insieme lo portiamo in salotto per poi scaricarlo sul divano.

Audrey mi dovrà una bella spiegazione, su questo non c'è dubbio! Sono parecchio furiosa a questo proposito.

"Ma dove lo hai trovato? Che è successo?"

"Era svenuto in mezzo al tuo prato. Per un attimo ho pensato di avere le allucinazioni. Perchè mai Peter avrebbe dovuto trovarsi, in questo stato, davanti casa tua? Mallory, spero tu abbia una spiegazione accettabile!"

Il tono sospettoso con cui ha parlato, quasi mi fa uscire una sonora risata, ma poi guardo Peter e l'ilarità lascia subito il posto alla tristezza. Gli accarezzo i capelli, ma sobbalzo quando ritiro la mano sporca di sangue.

"Oddio, è ferito!"

Mi ritrovo immobile a fissare il piccolo taglio che ha sulla fronte, prima nascosto dai capelli. Perché esce tanto sangue? E' piccolo!

"Andy! Non è il momento di imbambolarsi! Ti conviene prendere un catino, per prima cosa"

Mi riscuoto. Ha ragione, appena si sveglia vomiterà anche l'anima, è una certezza. Così volo in bagno e torno con il catino rosa confetto che mia madre usa per il bucato.

1. Limitare i danni. Fatto.

"Josh, ti devo dire una cosa, ma ti prego non ti arrabbiare!"

Mi fissa, subito sospettoso, mentre tampona il sangue con un lembo della camicia di Peter. Forse dovrei prendere la cassetta del pronto soccorso!

"Ecco! Così già so che mi arrabbierò di sicuro! Che hai combinato?"

"Poco prima di te... è arrivato Connor. Sta aspettando di sopra. Ora lo vado a chiamare così ci aiuta"

2. Far arrabbiare Josh. Fatto.

Non aspetto una sua risposta e corro in camera mia. Connor mi da le spalle, è in piedi con le mani in tasca, a guardare le foto appuntate sulla mia bacheca dei ricordi. Mi fermo interdetta, ma ora non è il momento.

"Connor! Abbiamo un'emergenza, devi scendere!"

3. Disilludere Connor sul proseguo della serata. Fatto.

Si volta di scatto alle mie parole e mi raggiunge.

"Non è possibile! Ora che c'è? Questa è una congiura bella e buona! Se c'entra Carter..."

"E' Peter, Josh non c'entra nulla"

Scendiamo di corsa le scale. Ho già in mano il cellulare per chiamare mia madre. Un parere medico potrebbe far comodo in questo frangente. Contemporaneamente prendo il kit dal bagno.

Mentre Connor si avvicina al divano, vedo i fulmini e le saette passare silenziosamente fra i due ragazzi. Signore, che situazione! Ma perché, per una volta non può filare tutto liscio, come ho pianificato?

"Mamma! Peter ha un taglio sulla fronte, non grande ma profondo, esce tanto sangue. E' ubriaco e svenuto. Lo portiamo noi in ospedale o chiamo il 911?"

Mentre mamma mi fa domande e mi dice il da farsi, vedo che Connor ha preso del disinfettante e sta pulendo la ferita delicatamente, per poi applicarci sopra una garza. Mi guarda interrogativo mentre riattacco e chiamo il 911.

4. Salvare Peter, evitandogli le nostre cure. Fatto.

Chiamo Audrey. Sono arrabbiatissima. Se mi avesse avvertito forse non mi troverei in questa situazione. Ora gliene dico quattro!

"Pronto?"

Ma chi voglio prendere in giro? Appena mi risponde con la voce resa roca dalle tante lacrime versate, mi si inumidiscono gli occhi.

"Perché non mi hai chiamato?" adesso anche la mia voce trema.
"Avevi il tuo incontro con Josh... ma come lo sai?"
"Peter è venuto da me. E' svenuto sul prato davanti casa ubriaco e così lo ha trovato Josh. Si è ferito alla fronte, ma non è nulla. Ora arriva l'ambulanza. Stai bene?"

Sento che ricomincia a piangere e in automatico escono le lacrime anche a me. Stringo forte il cellulare e chiudo gli occhi, facendole scorrere più velocemente sulle guance. 

A parte i dispetti di Connor è la nostra prima vera crisi. La nostra infanzia prima e adolescenza dopo sono state caratterizzate dalla felicità. 

Io e Audrey che andiamo al parco a giocare alle esploratrici, la casa sull'albero che i nostri padri ci hanno costruito e che ci ha visto leggere e ridere spensierate, le corse in bicicletta con il vento fra i capelli e il sole in faccia. 

Poi l'arrivo di Peter, un altro compagno di avventure, sempre più spericolate e avvincenti. Il nostro difensore, finalmente, che più di una volta si è azzuffato con Connor perché ci lasciasse in pace. 

Che mi ha sorretto e accompagnata a casa quando sono caduta con la bicicletta e mi sono escoriata la parte destra del corpo e zoppicavo e piangevo, con la polvere in bocca e negli occhi. Quanto bruciore! Ma che sensazioni meravigliose di libertà e onnipotenza!

La casa sull'albero è diventata più piccola con la sua presenza ma è rimasta il nostro rifugio e al parco abbiamo cominciato ad andarci per rilassarci, leggere e rinfrescarci sulle rive del laghetto.

Tanti ricordi di noi due e poi di noi tre, mi sfilano velocemente davanti agli occhi. Siamo cresciuti insieme, divertendoci e condividendo tante prime esperienze.  

Adesso, cambieranno tutte le dinamiche e al solo pensarci sento una morsa dolorosa al petto. 

Non posso concepire il nostro trio così unito e affiatato, diviso. Soprattutto a causa di un tizio che nemmeno conosciamo e che probabilmente non conosceremo!

Continuiamo a piangere in silenzio, senza dire nulla, entrambe stiamo pensando la stessa cosa, solo che Audrey sta soffrendo molto più di me.
Lei ha un altro bagaglio di importanti ricordi, da portarsi dietro. 

"Dree, la mamma ha avvertito sua madre. È arrivata l'ambulanza, io vado con lui. Ci vediamo in ospedale"
"Ok"
Poco più di un sussurro e mi si stringe il cuore.

Mi riscuoto, usciamo tutti da casa. Sto per salire in ambulanza quando Connor mi ferma.

"Ti accompagno io, vieni"
Mi lascio condurre senza protestare.
"Andrea!"
Mi volto verso Josh. Me ne ero completamente dimenticata. Lo guardo con gli occhi gonfi, in silenzio. Non ho la forza per star dietro alle nostre stupidaggini. 

"Non ti trattengo, volevo solo dirti che mi rendo conto che è inutile lottare contro i mulini a vento e un po' di dignità ce l'ho. Vai pure al ballo con Connor. Noi ci sentiamo con calma più avanti"
Mi abbraccia ed io contraccambio grata. 

Ho bisogno di ogni dimostrazione di affetto possibile in questo momento.

"Sparirai ora che non hai ottenuto ciò che volevi?" chiedo in un sussulto di consapevolezza.

Si irrigidisce fra le mie braccia e poi si scosta per guardarmi in viso.
"Ne parliamo con calma in un altro momento. Lasciami qualche giorno per sbollire ma mandami un sms su Peter"

Annuisco. Ho un po' di amaro in bocca ma non posso pretendere di più.

Se ne va ed io salgo sulla Mustang di Connor. In un altro momento starei sbavando e toccando ogni centimetro di questa meraviglia a quattro ruote, ma ora voglio solo andare.

Lo vedo aprire bocca.

"Non ti azzardare a dire una parola su Josh o non ci vedremo mai più"

Parte rombando e contemporaneamente sbuffa. 

"Volevo solo sapere se si erano lasciati" borbotta.

5. Farmi venire un'emicrania da paura. Fatto.

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