Cap. 45 Risvegli
Connor's pov
Faccio le scale a due a due. E' più di un'ora che sono salite e comincio ad annoiarmi. E anche a preoccuparmi in realtà. Chissà cosa possono architettare due teste come quelle, lasciate a loro stesse. Meglio controllare e riportare la piccola Mallory su un divano, con me sopra possibilmente.
La scena che mi ritrovo davanti mi lascia a bocca aperta.
Stanno dormendo.
Mi avvicino al letto senza far rumore e le guardo scostando uno dei teli di lino.
All'inizio sono troppo stupito per far altro che guardarle con le mani sui fianchi, non sapendo bene se ridere o arrabbiarmi, poi però, comincio a notare dei piccoli particolari.
Hanno pianto, tutte e due, probabilmente per solidarietà o qualche scemenza simile. Stanno abbracciate a cucchiaio, con Andrea che tiene stretta Audrey.
Quest'ultima ha il trucco sfatto e anche nel sonno, ogni tanto sussulta, i capelli scuri che si intrecciano con quelli biondi della sua amica.
Andrea ha la fronte corrucciata, segno che anche il suo sonno non è sereno.
Chissà cosa è successo?
Nonostante la situazione, sono bellissime e sento un moto di tenerezza, nei loro confronti. Si vede che sono legate, in maniera sincera. Spesso l'amicizia fra ragazze è solo di convenienza e può durare dalla sera alla mattina. Ma su loro due posso mettere la mano sul fuoco. Siamo cresciuti insieme e so che sono come sorelle.
Certo, oggi avrei preferito di gran lunga che la mia ragazza rimanesse figlia unica a tutti gli effetti e si dedicasse solo a me.
Sospiro.
La mia ragazza. Ma davvero? Sarò preso in giro a vita dai miei amici. Io sono sempre stato allergico a qualsivoglia legame ed ora mi ritrovo a correre dietro ad una nerd che mi si fila solo quando lo dice lei, decisamente non pende dalle mie labbra e decisamente non fa ogni cosa in funzione mia.
La cosa mi rende nervoso. Non sono abituato. Di solito mi innervosisco perché sono troppo appiccicose ma lei... la verità è che abbiamo un passato burrascoso, un presente nebuloso e un futuro incerto.
La sensazione sgradevole che sento alla bocca dello stomaco da quando è iniziata la scuola e l'ho vista, è di incertezza. Lei non reagisce e non si comporta come le altre. Certo alle altre non ho rovinato dieci anni di vita, però...
Se le conosco bene, questa sera saremo in tre e forse anche questa notte! Accidenti!
"Andrea, Audrey... svegliatevi! Mi avete abbandonato e poi è quasi ora di cena!"
Andrea borbotta infastidita e appoggia il viso contro la schiena di Audrey. La scrollo per una spalla con poca delicatezza. Non sono un tipo paziente.
Apre un occhio e cerca di mettermi a fuoco mentre prova senza successo, a togliersi dei capelli dal viso. Una guancia è tutta rossa e gli occhi sono pesti.
Dio, quanto è buffa. Mi devo trattenere dallo scoppiare a ridere.
"Connor perché sei qui? Torna a casa tua!"
Rimango interdetto. Non era quello che avrei voluto sentire, non dopo l'interessante pomeriggio passato insieme. Acida quanto uno yogurt andato a male!
"Andy, non ti lascio sola in casa, senza i tuoi"
"Ma sei scemo? C'è Audrey con me, non sono sola!"
Ok. Mi trattengo solo perché è ancora mezzo addormentata. Quell'altra iena invece se la sta ridendo mentre finge di dormire ancora.
Alla fine fra un borbottio e un sospiro Andrea mi allunga una mano, peché la tiri su. Mi viene da sorridere, quando non parla è così dolce. Un'altra mano si alza e afferro pure quella.
Le tiro sedute entrambe ed entrambe mi guardano imbambolate, con occhi così gonfi da sembrare due reduci di un combattimento che hanno perso clamorosamente. Sono proprio curioso.
Due secondi e ricadono stese sul letto.
"Ragazze! Sul serio? Ho fame, perciò alzate il culo e muovetevi! Non si invita una persona, per poi abbandonarla da sola in salotto!"
La mia pazienza è arrivata al capolinea.
"Che rompipalle! UNO. Nessuno ti ha invitato, perciò DUE. Nessuno ti ha abbandonato"
Appunto. Ragazza dolcissima.
"Per carità! Non ricominciate! Mi sembrate cane e gatto! Andy, torno a casa..."
Audrey viene interrotta da Andrea che scatta su come una molla.
"Non se ne parla! E' lui che se ne deve andare! Non esiste. Tu sei più importante. Tu rimarrai sempre, lui no!"
Sia io che Audrey, rimaniamo in silenzio. Siamo rimasti tutti e due rattristati da quanto ha detto. E' chiaro che ancora dovrò faticare non poco per avere la sua fiducia, del resto dieci anni di tormenti non si possono cancellare in pochi giorni.
Sono stato proprio un idiota.
"Andrea, non lo faccio per voi. Sono sfinita e ho bisogno di rimuginare da sola sul da farsi. Perciò stai tranquilla e goditi la serata. Domani mattina ne parliamo ancora.
"Si può sapere cosa avete combinato?"
"No. Non sono affari tuoi" mi risponde secca.
Ti pareva!
Audrey fa una smorfia e comincia a scendere mentre Andrea mi fulmina con lo sguardo.
"Non te la prendere con me!" alzo le mani in segno di resa.
"Non sarebbe mai tornata a casa per rimuginare, se non ci fossi stato tu! Abbiamo bisogno di stare insieme! Dobbiamo sviscerare la situazione che si è creata! Tu... mi distrai" sbuffa e incrocia le braccia.
La distraggo. Beh, meglio di niente.
Urlo ad Audrey di non andare via e di darci un minuto. Chiudo la porta e mi avvicino a lei, che mi guarda titubante, non sapendo bene cosa aspettarsi.
"Ti distraggo? In che modo?"
Gli occhi mandano lampi azzurri.
"Non cominciare con queste cazzate! Mi piaci Connor, fattelo bastare perché da me avrai sempre ben poco. Non voglio farmi travolgere, innamorarmi, per poi venire lasciata per il nuovo giocattolo che si è profilato all'orizzonte! Scusami, ma ne so qualcosa del tuo modo di essere"
Colpito e affondato. Peccato che tutto quello che lei non vuole fare, sia proprio quello che voglio fare io.
Faccio una smorfia e guardo il suo viso serio e freddo. Mi sa che dovrò abbattere parecchi muri, negli anni si è creata addosso una corazza difensiva non indifferente. Per difendersi da me. Ogni tanto si apre uno spiraglio, ma sempre a livello fisico finora, mentre io voglio che si fidi di me totalmente e che mi dia una possibilità.
Oddio, sto veramente andando fuori di testa. Non mi è mai importato nulla delle emozioni, dell'amore e svenevolezze simili. Ma lei ha un modo di fare che mi destabilizza. Mi resiste troppo e per me sta diventando una sfida.
Che sono intenzionato a vincere.
"Quando saremo stati insieme e la novità non sarà più tale, cosa farai? Arrivederci e grazie? Raggiunto l'obiettivo, te ne andrai? Ok, mi sta bene ma allora non prendermi in giro con sentimentalismi che non provi. Scoperemo, staremo insieme un po' e poi... ognuno per la sua strada"
Sorrido e lei si infuria ancora di più.
"Devi imparare a rilassarti. Nessuno può sapere come andrà. Il mio scopo non è una botta e via, ne ho tante di ragazze per questo. Se poi andrà male, pazienza, ma non partire prevenuta nei miei confronti. Imparerai a fidarti e a sopportarmi. Non sono un bravo ragazzo ma cercherò di non ferirti. Mi aspetto che tu faccia altrettanto con me"
"Vuol dire che finché non farai sesso con me, scoperai con le altre?"
Lo dice con indifferenza ma si è innervosita parecchio. Se lei andasse con un altro? Al solo pensiero mi irrigidisco. Wow, fino ad una settimana fa non mi sarebbe importato.
"No Andrea, non lo farò. E tu?"
La osservo attentamente. Arrossisce e sorrido. No, non lo farà, però...
"Per favore, scrollati di dosso tutti quei damerini che ti stanno intorno! E per prima cosa, domani parla con Carter! Andiamo a scuola insieme?"
"Basta! Sono miei amici! Non voglio più ripeterlo. A scuola insieme ci andremo quando avrò parlato con Josh! Non voglio complicazioni"
"Quindi domani non posso baciarti o toccarti?"
Diventa ancora più rossa.
"Beh, no! Ci vedremo come abbiamo fatto in questi giorni"
Cazzo!
"Questa cosa, non mi piace, sappilo!"
"Sai quanto me ne frega? Io faccio quello che ritengo più giusto!"
Basta, non ce la faccio più a discutere. Mi avvicino e le prendo il viso tra le mani. Gli occhi sono spaventati, le sue dita si sono serrate sui miei polsi e non sa più dove guardare. Fisicamente, la chimica è potente, non c'è che dire. Dobbiamo lavorare sul piano emotivo, ricostruire un rapporto che io non ho mai voluto. Finora.
La bacio. Finalmente posso appoggiare le labbra sulle sue. Mi è mancata terribilmente in quest'oretta che è stata lontana da me. Rivoglio l'Andrea calda e passionale di prima.
Ma per fortuna, nonostante le sue proteste e le sue pretese di indipendenza, non mi è affatto indifferente. Contraccambia il bacio con il mio stesso trasporto e faccio passare solo un attimo prima di stringerla forte fra le braccia e sollevarla. Mi allaccia le gambe intorno alla vita e sento la gola stringersi dall'eccitazione, il cuore battere furiosamente. Mi stacco a fatica e lei con me.
"Sei consapevole di dire una cosa e dimostrarne un'altra?" le chiedo.
"Uffa!" sbuffa come al solito.
"Comunque... ora è meglio che vada o non usciamo più da questa camera"
Lei rimane in silenzio ad occhi bassi. Mi sta dando ragione, a suo modo e mentre mi accompagna, mi tiene per mano.
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