Cap. 39 Il lupo perde il pelo...
"Andy! Dobbiamo parlare!"
Mi fermo di botto. Adesso basta. Come fa a piacermi un tale idiota?
Sto andando verso l'aula di biologia. E' un corso che non frequenta nessuno fra quelli che conosco, tranne Connor, quindi sono sola.
"Connor, capisco che tu sia un po' limitato nelle tue espressioni verbali, ma non pensi, sul serio, di potermi dire qualche cosa di diverso ogni tanto?"
La mia voce trasuda sarcasmo. Se lo conosco bene, adesso si incazza e se ne va.
Invece mi ritrovo ad essere trascinata in uno sgabuzzino e sbattuta al muro. Mi esce il fiato di botto e sono io adesso ad essere incazzata. Alzo la mano per rifilargli una sventola ma mi blocca.
"Connor, quanto è vero Iddio..."
Non riesco a finire la frase perchè mi sbatte ancora contro il muro per farmi zittire ed io comincio ad avere paura. Dopotutto è un colosso.
Ma lui si avvicina con il viso e comincia a baciarmi il collo ed io vado subito in apnea. Scie infuocate mi serpeggiano addosso, nemmeno avessi la febbre e non posso non afferrarlo per le braccia. Risolleva leggermente il capo e mi guarda, le sue labbra sono così vicine ed invitanti, le sue mani sono risalite fino ad incorniciarmi il viso.
Ci fissiamo negli occhi, dicendoci quello che a parole non riusciamo.
Lo voglio, è sempre stato così, inutile negarlo, è stata la mia prima cotta, nonostante le sofferenze che negli anni mi ha inflitto e che hanno reso quello che provo e che ho sempre provato solo più incomprensibile e doloroso. Ma tant'è.
Mi sporgo verso di lui e fanculo tutto e tutti. Lo voglio.
Ma mi blocca, continuando a guardarmi e penso che potrei ucciderlo, ma poi ecco che finalmente si abbassa verso di me, la sua lingua lambisce le mie labbra e...
La porta si spalanca ed un inserviente sobbalza vedendoci, mentre io socchiudo gli occhi alla luce violenta che viene da fuori e impreco mentalmente contro il fato avverso.
"Ragazzi! Filate subito via!" sbraita sorridendo
Mi sto ancora connettendo con il mondo quando lui mi prende per mano e mi fa uscire. Questa volta essere trascinata è d'obbligo perché non ho più un muscolo funzionante.
Filiamo per i corridoi finché non incrociamo il prof. Morris che ci lancia un'occhiata sorniona. Inutile, non ha la faccia del professore severo, non gli riesce proprio.
"Che ci fate in giro? Non dovreste essere in aula?"
"Prof...ci fa una giustificazione per quest'ora? La prego!"
Sono o non sono la sua preferita?
Lo vedo inarcare un sopracciglio, mentre Connor mi stringe più forte la mano e ci guarda. Non sarà geloso anche del professore!
"Hmm... sì, però venite con me, qualcosa dobbiamo fare, non mentirò per voi"
Connor non è d'accordo, lo vedo dalla postura rigida, vorrebbe andarsene, probabilmente per proseguire quello che stavamo facendo. Io invece sono sollevata, perché ho bisogno di pensare.
"Certo prof, che dobbiamo fare?"
Si avvia, guardandoci ancora, come se stesse ragionando su chissà quale mistero, con un sorrisetto sulla bocca.
"Andiamo in biblioteca, devo trascrivere voti e archiviare un sacco di compiti arretrati e due paia di mani in più possono farmi comodo. Che ne dice signor Walsh?"
"Avrei preferito metterle da qualche altra parte le mani, ma va bene..."
Mi sento arrossire fino alla cima dei capelli. Razza di idiota! Sempre molto elegante...
Morris sorride e prosegue fischiettando con le mani in tasca. Per fortuna che qualcuno ha pietà di me. Cerco di tirare via la mano ma quasi me la stritola.
"Ahi! Che ti prende?"
"Non pensarci proprio"
"Non posso avere indietro la mano?"
"Non puoi tirarti indietro, non esiste"
"Tirarmi indietro da cosa? Non è successo nulla"
"Ecco! Lo vedi? Beh, non ci sperare!"
Deglutisco a vuoto. Morris nel frattempo ha fatto scrivere due giustificazioni in segreteria, che verranno recapitate alla professoressa di biologia.
Passiamo l'ora in silenzio, io concentrata a trascrivere bene i voti e a non buttare lettere a caso sul registro di Morris, Connor concentrato a guardarmi e a sfiorarmi di continuo, il braccio, la gamba e Morris che sistema non so quali documenti e ogni tanto ci guarda sorridendo.
"Devo dire Walsh che mi hai sorpreso" se ne esce ad un certo punto il prof.
Alzo la testa di scatto. Subodoro imbarazzo.
Connor si adagia meglio sulla sedia incrociando le mani dietro la testa e sfoggiando un sorrisetto soddisfatto. Lo blocco immediatamente.
"Alt! Non dire nulla! Non c'è niente di cui essere sorpresi, prof!"
"Smettila Andrea! Cerca di non farmi incazzare più di quanto già non sia!" sbotta lui
Spalanco gli occhi.
"Che cosa!? Tu saresti incazzato? E per quale motivo di grazia? Perché ti ho salvato da sospensione certa? Perché avevi, di nuovo, una spanna di lingua in bocca ad un'altra? Per cosa saresti incazzato di preciso?"
"Sai perché l'ho fatto, non sei una stupida. E sai perché ce l'ho con te!"
Il prof si è messo comodo ad ascoltarci.
"Illuminami ti prego!" incrocio le braccia furiosa.
Si alza e si avvicina minaccioso, sovrastandomi.
"Perché se tu non fossi così cocciuta, la mia lingua sarebbe stata nella TUA bocca e non avrei rischiato nessuna sospensione perché TU non avresti baciato Galloway ma ME! Ma tu devi per forza complicare le cose e tenere la schiera dei tuoi corteggiatori con il fiato sospeso quando sai perfettamente che alla fine starai con ME! Sei una stronza!"
Ha urlato e mi ha messo in soggezione. Le cose dette... sono vere e false allo stesso tempo. Non lo faccio per tenere in sospeso nessuno, ma solo per salvaguardare me da sofferenza certa. Il lupo perde il pelo ma non il vizio...
Inevitabili le lacrime premono per uscire.
"Walsh, moderi i termini e il tono di voce" Morris questa volta ha usato un tono che non ammette repliche e Connor si siede. Poi si rialza di scatto e mi viene vicino accosciandosi vicino alla mia sedia.
"Scusami. Davvero. Ma devi riuscire a perdonarmi e soprattutto credermi. Per quanto possa sembrarti strano, sono serio"
La dolcezza del suo tono, così diverso dall'abituale, fa sì che gli argini cedano e comincio a piangere. Mi sembra di non fare altro, ultimamente. Mi abbraccia e inaspettatamente anche io lo faccio, lo stringo forte e mi sembra tutto così giusto che mi chiedo il perché di tante paranoie.
Sto così bene. Ci sono cose da chiarire, punti da mettere, ma improvvisamente mi sento fiduciosa.
"Connor?"
Si solleva un po' e mi guarda interrogativo. E' così bello.
"Forse, dopotutto, dobbiamo parlare" bisbiglio
Scoppia a ridere scuotendo la testa.
"Già. E' un po' che lo dico"
"Bene ragazzi. Tutto è bene quel che finisce bene!"
Il suo sguardo paterno mi fa sorridere e lo ringrazio con un abbraccio che lo mette in imbarazzo. E' ora di tornare alle nostre lezioni.
Siamo sulla porta della biblioteca, mano nella mano.
"Ovviamente non andrai al ballo con Josh!"
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro