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Cap. 27 Dirty dancing




Sto bloccando la circolazione al braccio di Peter per quanto lo sto stringendo. Cerco di respirare lentamente e rilassarmi ma non è facile. Sto partecipando alla mia prima festa, alla veneranda età di diciassette anni e non ho idea di cosa aspettarmi.

La casa di Ted è enorme, come abbiamo potuto constatare oggi pomeriggio, con un bel giardino sul retro che ospita l'altrettanto enorme piscina.

Del resto era prevedibile. Apple Valley è una cittadina ricca, a solo un'ora da Los Angeles, in mezzo al deserto nella Contea di San Bernardino e anche le famiglie meno abbienti qui non sono comunque povere.

Veniamo subito avvolti dalla musica, dalle risate, dal caldo.

Peter sfoggia un sorriso a trentadue denti, io sembro un paletto di legno e Audrey una diva del cinema.  Mi mordo le labbra e nel farlo mi ricordo del lucidalabbra appiccicoso che ho messo.

E naturalmente veniamo avvolti dalla curiosità morbosa delle persone.
È una sensazione oppressiva, che ti si posa addosso come una cappa pesante. Da quando è iniziata la scuola mi sembra di avere sempre gli occhi di tutti addosso. Seguono i nostri movimenti, guardano come siamo vestiti, bisbigliano alle nostre spalle. Mi viene voglia di mostrare il dito medio a tutti.

Corpi sudati si accalcano ovunque. Audrey mi prende per mano e prosegue sicura verso la sua meta. Mani mi sfiorano ma non posso farci niente. Peter ci segue da vicino.
Ho lo stomaco sottosopra. Voglio tornare a casa.

Arriviamo in cucina e subito qualcuno ci mette in mano un bicchiere.
"Ok tesoro. Non devi ubriacarti ma hai bisogno di un aiutino per scioglierti. Sei troppo rigida"
Audrey mi sta tenendo per le spalle e mi guarda per essere sicura che abbia capito quello che mi sta dicendo. Sorrido. Evidentemente ha paura che mi metta nei guai. Quando mai?

La guardo e annuisco convinta.
Lo scolo in un secondo, sono troppo nervosa per fare diversamente, ne ho proprio bisogno!
Mi si blocca il respiro per un attimo, poi la gola prende a bruciare, seguita a ruota dallo stomaco. La mia amica ride sotto i baffi.

"Wow! Ehi... wow!" boccheggio ridendo.

Però poco dopo sto meglio. E il sapore che mi è rimasto in bocca mi piace. Mi spunta un sorriso e allungo il bicchiere verso il tizio che distribuisce le bevande mentre Audrey mi informa che si butta in pista e lì mi aspetterà.
Lui mi fa l'occhiolino e mi serve.

Carino! Moro, occhi scuri, carnagione scura.

Mi guardo in giro e trovo subito Josh con una biondina che se lo sta mangiando con gli occhi mentre gli parla, anche se lui sta tenendo d'occhio me. Connor poco più in la è appoggiato al muro con  la bella ragazza mora di ieri mattina che gli si struscia addosso come una gatta in calore ma anche lui guarda me.

Lo guardo con un sopracciglio alzato e un sorrisetto sulle labbra. Come ho già detto il lupo perde il pelo ma non il vizio. Vorrei andare lì e strappare i capelli a tutte e due, invece mi giro di nuovo verso il ragazzo bruno che serve da bere e gli porgo di il bicchiere  con un sorriso.

"Stai attenta, o in men che non si dica ti ritrovi brilla"

"Non devo guidare, ho i miei amici che mi tengono d'occhio, è la mia prima festa e voglio divertirmi!"

"A maggior ragione vacci piano o non ricorderai nulla di questa sera"
"Potresti aver ragione... solo un altro dai!"
Mi sporgo un po', sorrido e allungo il bicchiere ammiccando.

La scollatura attira per un attimo il suo sguardo, ma solo per un attimo, poi sospira e sorride.
"Come faccio a rifiutarti qualcosa?"

Flirtare è divertente dopotutto e questo punch è proprio buono, una volta che ti sei abituato al bruciore. Sto scolando il mio terzo bicchiere, ridendo con Alan, che ho scoperto essere il cugino di Ted, quando qualcuno mi afferra alla vita e mi tira indietro.

"Non esagerare"
Che palle! E' arrivato il guastafeste!

Non rispondo e con lo sguardo cerco Audrey. Mi sta guardando interrogativamente dalla pista da ballo improvvisata in salotto.
Alzo il pollice e mi avvio ma Connor mi blocca.

Basta! Non ne posso più! Mi giro e lo spingo. Lui mi guarda fisso.
"Mi spieghi cosa vuoi? Dove hai lasciato la tizia di turno?"
"Se fosse il tuo turno?" mi bisbiglia all'orecchio
Scuoto la testa ridendo.
"Te lo puoi scordare!"
"Stavi facendo la stupida con il tipo del punch! Ora ti piace pure lui?"
"Connor non esagerare, mi sto innervosendo"
"Sai che novità!"

Che demente!

"Peccato che Derek non sia potuto venire! Così non mi avresti infastidito"

Mi strattona il braccio facendomi male.
Dio mio! Sono passati solo dieci minuti!
"Connor credimi...ogni volta che fai così mi fai un male cane!"
"Scusa, hai ragione. Ma tu non mi ascolti... e poi..."
Mi sta squadrando da capo a piedi, lentamente e io mi sento nuda sotto il suo sguardo.

"...sei...da togliere il fiato e questo non aiuta"

Nonostante tutto mi sento fremere di felicità. Fino a qualche mese fa mi prendeva spietatamente in giro. Ora...

"Grazie, ma se non ti spiace vorrei tornare a quello che stavo facendo! Quel punch è squi.si.to!"

Mi guarda con un sorrisetto divertito.
"Certo che mi spiace! Non vorrai ubriacarti! Così ti ritrovi su un letto con uno sconosciuto in men che non si dica!"

"Non sono così stupida! Non sono come le ragazze che ti scopi di solito! E poi che ti importa? Io e te non abbiamo niente da dirci, così come abbiamo fatto in tutti questi anni"

Mi tiene ancora la mano ma quando cerco di tirarla via me la serra.

"In tutti questi anni...ci siamo detti un sacco di cose"

Ammutolisco. Sul serio?

"Connor...mi hai insultato, preso in giro, ferita, fatta piangere! Io non ti ho detto proprio niente! Ho solo incassato!"

Tiene la testa bassa.

"È la mia prima festa. Mi lasci in pace? Voglio godermela"

"Mi dispiace! Ma ricordati che... non ti ho mai ignorata"
"Ah beh! Grazie tante! Sai che onore!"
Non capisco se è l'ennesima presa in giro.

"Ehi, tutto bene qui?"

"Carter non ti intromettere! Stiamo parlando!"

Fulmino Connor e sorrido a Josh.

"Tutto bene. Dove hai lasciato la tua amica?"

MI guarda sogghignando e si allontana alzando le mani.

"Ti cerco dopo, quando sarai libera"

Continua a guardarmi e io socchiudo gli occhi. Mi sto scoprendo gelosa e possessiva.

"Non fare la stupida! Lascialo perdere e ascoltami! Tu devi perdonarmi. Devi darmi la possibilità di chiedere scusa. Di farti capire che le cose sono cambiate. Tu puoi negare quanto vuoi ma io lo so che non ti sono indifferente"

Parla con pacatezza. Come se sapesse che prima o poi cederò e per un attimo mi destabilizza. Questa sua sicurezza mi spaventa, non sono pronta a fidarmi di lui. Non ancora.

Però...devo ammettere che lo vorrei. Vorrei che mi stringesse tra le braccia, vorrei che mi baciasse, vorrei...essere amata da lui.

Vorrei avere la certezza di non essere presa in giro.

Mia madre mi direbbe che nella vita non ci sono certezze. Che bisogna cogliere l'attimo, osare, non avere rimpianti. Vivere anche a costo di farsi male.

Finora non l'ho fatto. Mi sono chiusa nel mio mondo. Con la mia famiglia, con Audrey e Peter.

L'esperienza di questa estate è stata il mio primo rischio.

E ho conosciuto Luke. Un ragazzo fantastico.

Do un'occhiata al salotto. Audrey mi controlla come mamma chioccia. Sono così disadattata?
Mi giro verso Connor che mi sta ancora stringendo la mano. Siamo in un angolo, appoggiati al muro, bersaglio delle occhiate di tutte le ragazze, che sospetto vorrebbero farmi lo scalpo.

Voglio osare e quel che sarà, sarà.

"Mi fai ballare?"

Sorride e il secondo dopo mi sta trascinando con sé a passo di marcia, con me che di nuovo gli sgambetto dietro cercando di non cadere aggrappata alla sua mano. Le zeppe di dieci centimetri mi slanciano ma di sicuro non mi rendono stabile.

Ci ritroviamo premuti fra i corpi degli invitati che saltano e ridono. La musica a tutto volume mi stordisce ma è una hit del momento ed io ho sempre ballato con Audrey nell'intimità delle nostre camere e so di sapermi muovere bene.

La cerco con lo sguardo e lei ridendo mi raggiunge con Peter. Connor mi tiene per i fianchi e asseconda i miei movimenti. Alzo le braccia e reclino la testa all'indietro. Mi sento capace di tutto.

Connor non mi limita in alcun modo pur restando molto vicino. A volte lo sfioro con il sedere e ogni volta che succede il cuore parte al galoppo ed io mi sento un tantino più sicura di me stessa ed euforica. L'alcool mi aiuta ad essere audace. Lui mi guarda come se mi vedesse per la prima volta ed è una bella sensazione.

A volte mi giro verso Audrey e ballo ridendo con lei.

Qualcuno mi urta, io traballo e finisco addosso a Connor che prontamente mi serra e mi ritrovo schiacciata a lui. È eccitante. Sono sudata e arrossata e lo fisso con trepidazione.

"Finalmente! Per essere una che inciampa di continuo, ce ne hai messo di tempo, questa sera"

Il mio seno è stretto al suo torace, la sua erezione preme su di me. Le mie braccia sono incastrate fra noi, le sue intorno alla mia vita. Lo guardo e l'unica cosa che il mio cervello riesce ad elaborare è che è così bello e forte!

"Voglio essere baciata Connor!"

E' l'alcool che parla, ma mi va bene così.

Appoggia la fronte sulla mia. I suoi occhi nella penombra della stanza sono scuri e mi fissano come se mi volesse mangiare.

"Succederà. Stanne certa. Ma non ora, non qui. Sei brilla. Tu non sai cosa mi stai facendo!"
Il nostro sudore si mescola così come il nostro respiro. Occhi negli occhi ricominciamo a muoverci. Ti pareva...
Prima mi placca come se fossi il pallone della vittoria, poi mi respinge. Lo odio.

Questa me la paga!

Mi stringo per un attimo a lui. Quel tanto che basta...

"Una mezza idea ce l'ho" gli bisbiglio all'orecchio e lo sento irrigidirsi.

Mi guarda negli occhi e io arrossisco. Sto zoccoleggiando e non sono molto pratica. Magari mi sto rendendo ridicola ed ora mi molla in mezzo alla folla.

Invece mi mette una mano sul sedere e mi spinge contro di sé.

Spalanco gli occhi. Deglutisco.

"Ooh!"

"Ora ce l'hai completa" mi bisbiglia all'orecchio e ora tocca a me irrigidirmi.

Se possibile divento ancora più rossa. Se non esco al più presto rischio di svenire. Ben mi sta! Così imparo a giocare con il fuoco!

Sento ciocche di capelli appiccicati ovunque. Boccheggio.

Per fortuna che mi ha capito al volo perché di nuovo mi prende per mano e mi porta fuori. Di nuovo gli sto dietro a stento.

Dovrò fargli presente di farla finita di trascinarmi in giro come se fossi un trolley.

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