Cap. 20 Sul tetto
Sono sul tetto.
La brezza della sera mi accarezza ed io mi sento finalmente in pace con il mondo.
Guardo le stelle stando sdraiata sulle tegole dure, ho solo un vecchio cuscino che tengo proprio per usarlo quando salgo quassù.
E questa cosa la faccio da quando avevo sette anni e sono diventata abbastanza silenziosa da non farmi scoprire dai miei genitori. Mi rilassa e riesco a scacciare i brutti pensieri... e negli anni ne ho avuti davvero molti.
Dalla mia finestra è facile salire e raggiungere questa nicchia solo leggermente in pendenza, intima e protetta agli sguardi che casualmente si posassero sulla casa.
Ho una vecchia tuta, calda e comoda e un sacchetto delle mie patatine preferite. Potrei morire ora e morire felice.
Ho silenziato il telefono, non voglio distrazioni e interruzioni. Ma già so che è una causa persa perché ogni tanto vedo il display che si illumina e la mia curiosità presto prenderà il sopravvento sul mio bisogno di tranquillità.
Mamma è stata contentissima degli acquisti fatti, papà un po' meno soprattutto quando ha visto i sandali e gli abiti corti.
"John, devi fartene una ragione" lo ha apostrofato lei e la discussione è finita lì. Mamma vince sempre.
Sorrido. Ho i migliori genitori al mondo.
Un piccolo lampo di luce e mi decido a mettere fine al mio momento di pace e serenità.
Connor ha chiamato due volte, Audrey mi ha mandato un messaggio vocale. Poi un numero sconosciuto...
Chissà chi sarà? Non voglio, ma la mia immaginazione comincia a lavorare febbrilmente e il pensiero vola a Derek.
Richiamo? No. Cattiva idea. Lasciamo il mondo come sta. Non sono diventata anche coraggiosa.
Ascolto il messaggio di Audrey e sorrido. Dice una serie di sciocchezze che hanno il chiaro scopo di farmi ridere per concludere con tono lamentoso sul fatto che domani abbiamo matematica ed è preoccupata che sia ancora Blake il prof.
Non posso darle torto, è un uomo terribile.
Sobbalzo mentre il display prende vita e quasi butto il telefono giù dal tetto.
<Rispondi cazzo! Dove sei?>
Sospiro. Connor non imparerà mai. È troppo arrogante e pieno di sé.
<Sono in discoteca con un ragazzo😍>
Mando il messaggio e aspetto.
<Non dire stupidaggini!! Posso venire da te?>
Mi tiro su di scatto. Gli ha dato di volta il cervello?
E poi, perché non posso essere in discoteca con qualcuno? Dovrò chiedere a Audrey e Peter di andare uno di questi sabati così impara! Magari conosco un ragazzo più grande e finalmente mi libero di lui.
<Non dire stupidaggini!!!!! Sono sul tetto, se mi provochi potrei buttarti giù 😏>
<Resta lì. Arrivo>
Guardo il messaggio imbambolata. Come <arrivo>?
In che senso? Ma perché?
Mi arriva un altro messaggio.
<Ti posso chiamare? Sono Josh>
Cristo Santo ma il mio numero era su qualche fiancata di autobus?
Senza pensare lo chiamo io.
"Hey! Che sorpresa!"
"Sì in effetti sono sorpresa anche io. Soprattutto del fatto che hai il mio numero!"
"Dai non arrabbiarti! Non ti voglio stalkerare"
"Ah beh, è un sollievo saperlo, mi basta Connor per questo"
Sento uno sbuffo infastidito e mi mordo il labbro inferiore.
"Non me lo nominare per favore!"
Aspetto un attimo ma non dice altro.
"Perché mi volevi chiamare?"
"Per scusarmi Mallory. Forse ho esagerato"
Alzo le sopracciglia. Wow.
"Forse?"
"Chiariamo subito una cosa! Non mi sto scusando per averti baciato ma per come l'ho fatto"
Silenzio. Apro bocca ma non so cosa dire.
"La prossima volta ti piacerà e ricambierai. È una promessa"
Il cuore fa una piroetta ma prendo un respiro profondo per calmarmi.
"Perché dovete essere sempre così arroganti?"
"Andrea? Stai con Walsh?"
Perché? Perché questa domanda?
"Josh! Ma ti sembra possibile?"
"Bene. Non lo sopporterei. Con tutti ma non con lui"
"Con tutti...? Sul serio?"
Ride e nell'oscurità anche io mi concedo un sorriso.
"Diciamo che cercherò di farti stare con me"
"Josh mi spieghi questo tuo interesse? Onestamente?"
"Cristo Andrea! Non c'è niente da spiegare! Sei perfetta. Due tette da urlo su un corpo da favola. Non sei oca, non sei stronza, che altro posso volere?"
Sono assolutamente senza parole. Brutale e diretto.
"Magari una ragazza che ti voglia bene" bisbiglio
Il silenzio si protrae all'altro capo.
"Beh, possiamo lavorarci... no?"
Mi batte forte il cuore. Non avrei mai pensato di poter avere questa conversazione con un ragazzo, tanto meno Josh.
"E quello che voglio io?"
"Possiamo lavorare anche su quello, giusto?"
"Josh... non sei un tipo affidabile"
"Puoi sempre darmi una possibilità... e vedere come va"
Sento dei rumori in prossimità della mia finestra. Spalanco gli occhi. Non può averlo fatto davvero!
Mi prende il panico. Devo chiudere la chiamata o sono guai!
"Ne parliamo meglio in un'altra occasione, ora devo chiudere!"
"Andy aspetta! Vuoi venire al ballo con me?"
Trattengo il respiro. Mi ha invitata! Non so cosa pensare ma sento dei passi avvicinarsi cauti e in un attimo decido.
"Sì! Ma Josh... non farmene pentire e non aspettarti niente da me"
Sento un sospiro e una risata leggera.
"Ok. Te lo prometto"
"Buonanotte"
"Buonanotte Andrea"
Chiudo e nello stesso istante vedo la torcia di un cellulare che si avvicina cautamente.
"Ti ho sentito! Eri al telefono con Carter!"
Non è possibile! Non è ancora arrivato che già litighiamo!
"Connor sul serio, stai diventando pesantemente molesto!"
Si siede vicino a me e mi mette un braccio sulle spalle stringendomi. Cerco di scrollarmelo di dosso senza troppo successo e sbuffo.
"Perché eri al telefono con lui? Che voleva? Ti ha infastidito?"
"Connor! Mi hai sentito? Sei tu che mi infastidisci! Perché sei qui e soprattutto come diavolo hai fatto a salire?"
"Hai un albero enorme che arriva proprio alla tua finestra e alla parte di tetto che inizia lì. Praticamente un invito per ogni malintenzionato che voglia entrare in casa!"
"Se non altro ti sei reso conto di essere un malintenzionato!"
Mi stringe forte, facendomi male e io protesto.
"Spiritosa!"
"Non volevo esserlo idiota"
Mi lascia e si appoggia con le braccia alle gambe senza guardarmi.
"Sei una ragazza intelligente. Non puoi dargli corda. E sappi che farò sempre a botte, con lui!"
Lo guardo.
"Sì. Lo hai detto anche per Derek e fulmini Alex ogni volta che apre bocca. Ma Connor, per l'amor di Dio, ti rendi conto che non sei realmente interessato a me? Che stai montando la cosa per sfizio? Questa mattina eri con quella ragazza e non mi hai filato proprio. Quindi? Perché questa sceneggiata? A che scopo? Ancora per prendermi in giro?"
"Calmati, non voglio finire di sotto... o con un'altra cicatrice"
E' inutile. Cerco di fargli capire il mio punto di vista ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ha svicolato tirando in ballo quel maledetto incidente, quando sa benissimo che ancora mi sento in colpa.
Mi butto giù sul cuscino. Meglio far finta di niente, così se ne va e io posso rimanere finalmente sola a pensare alla telefonata di Josh.
Sobbalzo quando me lo ritrovo steso a fianco, peggio ancora quando mi infila un braccio dietro al collo.
"Connor, per favore adesso vai. Voglio stare un po' sola"
"Perché? Non sei stata sola abbastanza?"
Trattengo il fiato... e le lacrime, che all'improvviso mi gonfiano gli occhi. Guardo le stelle, immobile, finché tutto diviene sfocato. Non respiro, ma so che a breve dovrò rivelare il mio stato d'animo e non ne ho affatto voglia.
"Stai piangendo! Accidenti Andy, non volevo!"
Non riesco a credergli, ma non importa. Le lacrime devono avergli bagnato il braccio, scivolando dal mio viso. Non è servito a niente rimanere immobile senza respirare.
Si gira di scatto su un fianco e mi ritrovo premuta contro la sua t-shirt, mi stringe e mi abbraccia e siccome non sono abituata ad essere coccolata, scoppio a piangere come una bambina.
Piango per tutti gli anni passati a temerlo, ad odiarlo quando avrei voluto amarlo. Per tutte le occasioni che non ho avuto, per la mia autostima inesistente. Piango perché nonostante Audrey e Peter, mi sono sentita tanto sola. Piango perché continua a farmi soffrire e nemmeno ne è consapevole, o se lo è non gli interessa più di tanto.
In definitiva non è cambiato nulla fra noi.
Pian piano i singhiozzi diminuiscono ed io mi calmo. Gli ho bagnato la maglietta. Sono stretta fra le sue braccia, ma ora che non sono più in balìa del pianto mi sento oppressa e spingo per liberarmi. Mi avvolge completamente e starei comodissima se non fossi in debito d'aria.
"Mi dispiace. Devi credermi"
Mi infila una mano fra i capelli, l'altra mi stringe alla vita. Ho bisogno d'aria. Subito.
"Lasciami!"
Spingo con più forza, finché non decide che faccio sul serio e allenta la presa. Mi tiro su e mi tolgo la felpa, restando in canottiera. Se non mi raffreddo un po' mi prende un infarto. L'aria fresca della notte finalmente sortisce il suo effetto, respiro più volte profondamente.
"Andrea... stai congelando. Rimettiti la felpa adesso"
Ha parlato piano. Come evocato dalle sue parole un lungo brivido mi attraversa le braccia facendomi venire la pelle d'oca. Al mio fianco, Connor allunga una mano per scostarmi i capelli dalla fronte, in una carezza troppo intima per i miei sensi sollecitati.
Afferro la felpa di scatto e me la rimetto. Meglio, molto meglio.
"Connor, ora voglio andare a letto. Vai via"
"Potrei dormire con te"
Scuoto la testa. Irriducibile. E comunque rimane la sensazione di aver parlato al vento.
"No"
L'ho detto sottovoce, con calma.
"Dobbiamo parlare però"
"Sì, un'altra volta, non ora"
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