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Cap. 2 Cambiamenti... ma anche no.




«Stasera vieni a dormire da me e ti dico tutto! Ma ora zitta per carità! E poi scusa ma anche tu devi raccontarmi com'è andata la vacanza con Peter»
«Sì sì, hai ragione, abbiamo bisogno di tempo. Accidenti! Non ce la farò mai a resistere fino a questa sera! Uffa!» 

Per un po' camminiamo in silenzio, ognuna persa nei suoi pensieri.
«Chissà se abbiamo ancora il prof Blacke per matematica» borbotta all'improvviso. 
Audrey con lo sguardo verso il cielo, cammina svogliata. I capelli corvini lunghi fino alle spalle ondeggiano con lei.
«Spero proprio se ne sia andato altrove. Quell'ignorante e insopportabile viscido» ribatto.

Sono brava in ogni materia quindi non ho mai avuto problemi con il prof in questione ma con le ragazze più carine ha un atteggiamento ambiguo. Finora però nonostante varie segnalazioni da parte dei genitori, nessuno è riuscito a mandarlo via.  Non è neanche lontanamente preparato nella sua materia e se contrariato diventa vendicativo. Per fortuna sono fuori dai suoi radar.
Oddio, dover ricominciare con le solite cose, compiti, professori, drammi vari... compagni. Voglio tornare a Miami!!

Dio, che estate meravigliosa!

E pensare che non volevo andare. Ero furiosa. Mia madre ha complottato con mia nonna e a mia insaputa mi hanno trovato un lavoro estivo... in Florida! Mia nonna vive lì ed io mi sono vista costretta ad andare. Nemmeno mio padre mi ha spalleggiata. Dovevo socializzare!

Però, con il senno di poi...

Sospiro. Ho socializzato! E ora mi mancano i nuovi amici, molto più numerosi di quelli che ho qui, mi manca stare in acqua, le risate, le serate in spiaggia intorno al fuoco.
Mi manca Luke, i suoi baci e le sue carezze.
Audrey ha ragione. Non ho avuto tempo per raccontarle quasi nulla se non l'essenziale. Sono tornata a casa da due giorni mentre lei è arrivata solo ieri pomeriggio ma con i bagagli da disfare e tutto il resto ci siamo viste solo questa mattina. Già... questa mattina.

Quando le ho aperto la porta è rimasta a fissarmi imbambolata per dei secondi eterni. Alla fine l'ho afferrata e tirata dentro sbuffando. Sono già in imbarazzo da sola senza che ci si metta pure lei!

«Che fine ha fatto la mia amica?»
«Scema!»

Ha cominciato a saltare e strillare come una matta mentre io volevo solo sotterrarmi.
Non sono pronta.
Forse potrei chiedere ai miei se posso trasferirmi dalla nonna.

«Terra chiama Andrea, ci sei?»
Sobbalzo, non ho sentito nulla di quello che ha detto, persa nei bei ricordi.
«Scusa, stavo...»

Ma vengo interrotta dal nostro vicino di casa, nonché fidanzato della mia amica, nonché mio caro amico, che ci raggiunge correndo.

Peter, il suo principe azzurro dalla tenera età di dieci anni, simpatico, carino... e non mi riconosce!

Si fionda su Audrey ignorandomi, la abbraccia ridendo e le stampa un bacio in bocca.
«Ciao tesoro! Pronta?»
La mia amica lo guarda perplessa, non ha capito e ignara gli fa cenno verso di me.

«Oh sì scusa, ciao io sono Peter Andersen»
È quando mi da la mano, che io stringo sorridendo, che mi fissa negli occhi e sobbalza.
«Andy? Ma che cazzo!» si tira indietro di botto, nemmeno lo avessi ustionato.

«Piacere mio!» e scoppio a ridere.

Audrey spalanca gli occhi e mi segue a ruota.
«Non ci posso credere! Non l'hai riconosciuta? Se è successo a te che la conosci bene, non oso pensare cosa succederà a scuola!»

Rabbrividisco alle sue parole. Non ho nessuna voglia di scoprirlo. Il cuore comincia di nuovo a palpitare per l'ansia e le mani mi si ricoprono di sudore.

«E su dai, è stato solo un attimo! Cristo Andy! Sei in splendida forma e senza occhiali e apparecchio... sei una visione. Cazzo, non vedo l'ora di arrivare a scuola» ridacchia.
Mette un braccio sulle nostre spalle e insieme ripartiamo.

Sono sempre più agitata. Mi sfrego le mani sui jeans mentre prendo seriamente in considerazione l'idea di girare e tornare a casa.
Ma probabilmente non succederà nulla di nulla, cerco di convincermi. Ci sarà un po' di sorpresa da parte di quelli che mi conoscono e forse un po' di curiosità generale ma niente di eclatante.
Sono diventata, mio malgrado quella che può essere considerata una bella ragazza, ma sarò sempre una nerd, una di quelle non gradita all' élite della scuola. E anche se fosse vero il contrario, a me comunque non interessa. Alla mia coerenza ci tengo.

Ok. Siamo arrivati. Si va in scena. Sono agitata, inutile negarlo.
Mi sento gli occhi di tutti addosso. Curiosi per questa nuova studentessa che nuova non è.

Sento un basso ma distinto fischio di apprezzamento, ovviamente non può essere per me, ma mi viene da incassare sempre più la testa fra le spalle. Peter gonfio come un tacchino è ancora appollaiato sulle nostre spalle.
«Queste sì che sono soddisfazioni! Arrivare a scuola con le due ragazze più belle! Ci vediamo dopo...»
Bacia Audrey sulla bocca e con una strizzata d'occhio si ferma al suo armadietto.

Audrey ridacchia soddisfatta mentre proseguiamo fino ai nostri che sono affiancati.
«Che avete la prima ora?» chiedo fingendo indifferenza.
«Io ho letteratura con te, Peter matematica»
Sospiro di sollievo. Non sono sola. Audrey mi mette una mano sulla schiena.
«Sta tranquilla. Passata la novità, tutto tornerà tranquillo»

Mi viene quasi da piangere. Sono sempre stata un bersaglio facile e anche se ho passato un'estate con persone che mi hanno accettato subito, senza riserve e la mia autostima è salita di un paio di metri, qui mi sento ancora la nerd sfigata e bersagliata di sempre. Che poi in realtà, sono stata per lo più ignorata da tutti, solo Connor mi ha reso la vita maledetta. Ma del resto gli sono stata antipatica da subito, poi quando a capito che poteva bullizzarmi tranquillamente, le cose sono degenerate.

Intorno a me c'è il brusio solito dei corridoi ma sono talmente agitata che me ne disinteresso senza pensarci troppo.

«Ciao! Benvenuta nella nostra scuola... io sono Josh»

Oddio ti prego no. Non ce la posso fare. Mi giro e non volendo rimango basita.

Beh! Meglio chiudere la bocca e dire qualcosa. Il capitano della squadra di basket!

Josh Carter... cazzo! Wow.

«No. Sono sempre stata qui. Abbiamo anche qualche lezione insieme»
Ma perché parlo? Perché non tronco subito e addio?

Sono irritata e triste. Davvero basta essere un pò più carine per essere accettate? Le altre qualità di una persona passano in secondo piano se sei bruttino e timido. Ora vengo rivalutata da chi mi ha sempre ignorata. No, non ci sto.

«Ah! E perché non ti ho mai visto?» insiste stupito.
Bene. È davvero arrivato il momento di chiudere il discorso.
«Non lo so Carter e non mi interessa. Forse perché non avevo questo aspetto, forse perché...»

Mi blocco. Sto dicendo un cumulo di sciocchezze. Continuo a parlare a vanvera, a dire cose che non interessano a nessuno. Concludo con una scrollata di spalle e apro l'armadietto.
Fine della discussione.

Josh strafigo Carter ha altro da fare che perdere tempo con me, ora che sa.

Invece si appoggia vicino a me, dando le spalle a Audrey, cosa che mi infastidisce alquanto e mi fissa senza dire nulla, con le braccia incrociate. Mi ci cade l'occhio e sospiro. Belle braccia.

Lo guardo per capire che problemi ha e non mi piace il sorrisetto che ha stampato in bocca.

«Va bene, prima eri un cesso e ora non più. Mi dai il tuo numero?»
Mi rendo conto di avere la bocca spalancata.

Quando si dice "avere il dono della sintesi". E la sensibilità di un rinoceronte.

Lo osservo. Bello, ovviamente alto e ben messo, da vero atleta, occhi grigi un po' allungati. Riccioli ribelli che in molte hanno tentato di domare.

Come fa a non piacere? Però... a me non è mai piaciuto. Il suo fascino su di me è proprio sprecato.

Ha sempre avuto un atteggiamento sbagliato sia con le ragazze che con chiunque altro. Arrogante ed egocentrico. Chissà cosa ci può fare con il mio numero!

No, grazie. Passo.

«No Josh»
Ho parlato bruscamente e lo vedo socchiudere gli occhi. Gli lancio un'occhiata.
Perché non se ne va?

«Perché?»
«Perché non abbiamo mai avuto nulla da dirci in passato e dubito che in futuro questa cosa possa cambiare. Io non sono del tuo giro quindi... Scusa ma si sta facendo tardi»

Gli sorrido per fargli capire che non ce l'ho con lui. Ma questa cosa che ora sono degna dei bellocci della scuola, degna di essere conosciuta da persone che ignoravano la mia esistenza fino a qualche minuto fa... mi fa salire il sangue al cervello.

«La discussione è solo rimandata»
Mi fa l'occhiolino, si tira su con un movimento di spalla e finalmente sloggia. Se lo dice lui...

La popolazione femminile mi sta lanciando occhiate di fuoco. Ci manca solo questa! Per Carter poi! Che nemmeno mi piace.

Sorrido insofferente alla mia amica che gongola felice, mentre sistemo l'interno dell'armadietto. Sono così nervosa che i libri mi cadono in terra rovinosamente.
Cazzo. Mi devo dare una calmata. Arriverò in ritardo già il primo giorno!

«Aspetta, ti aiuto»

Mi blocco di botto inorridita. Che cosa?

No. No. No.

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