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Cap. 18 I... love shopping?




Pensavo mi sarei divertita.
Invece è una noia mortale.
Ho scoperto per la prima volta che il centro commerciale è grandissimo. Di solito mi fermo nei negozi di cibo, hamburger, hotdog, patatine sono la mia passione... ma anche piadine, gelati, pizze. Poi conosco un paio di negozi di abbigliamento e scarpe. E naturalmente il cinema e la libreria. 

Quelli sono i miei rifugi. La mia evasione dalla realtà. La possibilità di vivere altre vite ed esplorare altri mondi.

Per me è sempre finito lì.
Oggi ho scoperto corridoi nuovi, negozi di cui avevo ignorato l'esistenza, la maggior parte dei quali del tutto inutili per quel che mi riguarda.

Per ora ho in mano cinque buste piene di acquisti ma in realtà niente di che. Ho dovuto faticare per trovare qualcosa che mi piacesse.

Tranne che per la biancheria intima. Lì ho dato il meglio di me, una volta che entri nel vortice di pizzi e merletti non ne esci indenne e io mi sono lasciata travolgere volentieri, lo confesso.
Per il resto... che palle!

Senza considerare il fatto che il mio telefono ad intervalli regolari vibra, mandandomi fuori di testa. Chiamate da numeri sconosciuti che blocco subito.

Chissà come hanno fatto ad avere il mio numero!

"Audrey, per favore basta. Sono più stanca di quando vado a fare jogging"
Che è tutto dire in realtà, visto che corro pochissimo, però...
"L'ultimo sforzo. Ho lasciato il negozio migliore per ultimo"

Siamo sedute su una panchina del centro commerciale. Alzo la testa di scatto dal mio frappé. Meritatissimo, buonissimo frappé al cocco.

"Cioè... fammi capire. Vuoi dirmi che il negozio dove probabilmente troveremo quello che ci serve... lo hai lasciato per ultimo, quando potevamo già essere a casa da ore???"

"Altrimenti che giro di shopping è? Dopo dieci minuti avremmo finito tutto! Forza andiamo! Basta lamentele"

Sono a dir poco esasperata.
Anche perché mi basta entrare per capire che è il negozio giusto. Già l'arredamento accogliente mi mette a mio agio.

E poi ha abbigliamento di qualità, senza essere volgare o eccessivamente costoso.

Sospiro all'ennesima vibrazione. Lancio un'occhiata al messaggio.
<Sono Connor. Sono ore che ti cerco! E non ti azzardare a bloccare il numero! Richiamami!>

Sbuffo. Ma figurati!

Questa mattina mi ignora per dedicarsi alla sua amica e ora mi cerca? Ma chi si crede di essere? 

E poi... non mi sembra di aver scritto il mio numero sul muro di scuola. Devo chiarire con qualcuno il concetto di privacy.

Faccio finta di niente e rimetto il telefono in borsa. Adesso ho una missione da portare a termine!
Ci sono tanti vestiti carini ma non ho idea di cosa mi possa stare bene. 

Fra me e Audrey ne proviamo una decina, uno più bello dell'altro! Probabilmente ne comprerò più di quanti ne abbia avuti in tutti questi anni. Devo sceglierne uno anche per il ballo. Ho deciso che se anche non mi invita nessuno, ci andrò lo stesso. Voglio divertirmi e fanculo tutti. È arrivato il momento di osare. 

E poi jeans nuovi, magari un po' più alla moda rispetto ai miei soliti... e le scarpe! E le t-shirt!

Afferro un paio di sandali e sento il cuore battermi forte.

"Oh sì! Queste sono fantastiche! Provale dai! Dio come sono contenta!"
Audrey saltella battendo le mani.  Finalmente ho realizzato uno dei suoi sogni più improbabili.

Mi guardo allo specchio e devo ammettere che i sandali neri tacco dodici sono bellissimi. Peccato che non riuscirò mai a camminarci. Anche con il plateau, sono un attentato all'equilibrio... almeno al mio. Però sono veramente divini. Non pensavo di poter avere questa passione per i tacchi, invece li adoro! Mi fanno sentire alta, bella, irraggiungibile. 

Almeno finché non cadrò.

Faccio una smorfia di vero rammarico.
"No Audrey non penso... Connor!"
Mi prende un colpo. Lo vedo riflesso nello specchio che mi fissa il sedere, o le gambe nude non so. Oggi sono in pantaloncini jeans. Molto alla moda, un acquisto d'impulso fatto in Florida e mi stanno veramente bene, inutile negarlo.

Il signor Walsh sembra approvare e io all'improvviso mi sento a disagio. Non sono abituata agli sguardi altrui, per ora non mi piace molto, soprattutto se non sono sinceri.

E visto il suo comportamento non ho motivo di credere che lui lo sia.

"Che diavolo ci fai qui?"
"Passavo per caso"
Sì certo, come no.
Mi sta facendo di nuovo le radiografie.

"Beh allora passa e... vai!"
Sventolo la mano verso l'uscita, corrucciata. Possibile che non posso stare un pomeriggio in pace?

"Sicura di saper camminare su quei trampoli?"
Me lo chiedo anche io ma lui chi è per dirlo?
"Lo scopriremo presto. Le prendo"
Forse dovrei comprare pure uno di quei bastoni da passeggio... così, tanto per sicurezza.

Connor continua a guardarmi le gambe, che con i tacchi che le slanciano, devo ammettere sono notevoli. Sto diventando una maledetta narcisista pure io?

All'improvviso ho voglia di osare, di scuoterlo, di punirlo per l'indifferenza che mi ha dimostrato a scuola, alla faccia delle figuracce e della mia timidezza patologica.

Mi volto verso di lui e gli vado vicino camminando spedita, senza traballare e vedo che si irrigidisce continuando a fissarmi mentre io ringrazio Dio per essere ancora in posizione retta. 

Forse dopotutto ce la posso fare!

Mi fermo a pochi centimetri, quasi lo sfioro. Inspira profondamente il mio profumo, socchiudendo gli occhi. 

Gli piace proprio tanto.

"Andy, tu non ti rendi conto dell'effetto..."
Con una mano sulla mia vita si avvicina pericolosamente e io, a quel punto, batto in ritirata.

No! Non ce la posso fare.

Chiaramente inciampo e per fortuna che riesce ad afferrarmi al volo, altrimenti mi sarei ritrovata con il culo a terra insieme alla mia dignità.
Invece mi ritrovo stretta a lui ed è tutta colpa mia. E del mio volerlo sfidare.

"Grazie"
Spingo con una mano sul torace per ristabilire una distanza che non sia un attentato alle mie coronarie, ma chiaramente non si sposta di un millimetro.

"Grazie a te tesoro... è sempre un piacere. Sai Mallory, sei un po' sbilanciata in avanti"
"Idiota! Stavo cadendo all'indietro"

Cerco ancora di divincolarmi.

"Sì anche lì sei ben messa" sorride.
Tento di rifilargli uno schiaffo ma ridendo mi blocca contro di sé. Il mio seno morbido premuto contro il suo torace duro, le bocche vicine, i respiri che si mescolano. Ha degli occhi magnetici e adesso stanno guardando proprio me.

Mi viene un capogiro e lui se ne accorge. Sorride leggermente, mi fissa il seno e sospira.

"Ragazzi, vi ricordo che siete in un luogo pubblico" Audrey trasuda contentezza.
Sobbalzo. Che cazzo sto facendo? Connor è il mio nemico numero uno.

Mi lascia riluttante ed io scappo a rimettermi le Converse. Con un po' di fortuna non lo ritroverò, avrà pure di meglio da fare no?

Evidentemente non sono così fortunata. In silenzio pago i miei acquisti. Solo qui ho speso una fortuna e ora ho una decina di buste in mano che non so nemmeno come tenere. Audrey chiacchiera ininterrottamente con Connor.

"Mi dai il telefono per favore?"
Lo guardo per capire che intenzioni ha.
"Certo che no! Ma che vuoi da me?"
Mi guarda sogghignando.
"Te lo devo ripetere?"

Arrossisco fino alle orecchie. Sono proprio stupida. Audrey, la traditrice ride.

Connor sta con la mano tesa ma io lo ignoro esco dal negozio e continuo a camminare.
Ho rinnovato il mio guardaroba e quello che ho iniziato di malavoglia, ho concluso invece con entusiasmo. 

Capisco meglio l'euforia di fare shopping, bisogna solo accorciare i tempi ed ora che ho trovato il negozio giusto...

Il telefono vibra, ignoro pure lui, ma poi penso che possa essere Luke e mi metto a cercarlo. Ieri sera l'ho chiamato ma non ha risposto. Numero sconosciuto. Che palle!

  Me lo sfila di mano con destrezza.

"Ehi! Ridammi il telefono"
Sono talmente impedita dalle buste che non riesco a fare il minimo movimento per riprenderlo.

Sono proprio una stupida!

"Un attimo solo... certo Mallory che sei proprio una bambina ingenua"

Mi fermo interdetta. Sta pigiando sul display tenendomi a distanza con l'altro braccio che non riesco in nessun modo ad aggirare.
"Quindi perché perdi tempo con me? Perché non torni da quella donna vissuta che è la tua ragazza?"

Solleva lo sguardo su di me.
"Gelosa?"

Sì. In effetti sì. E ferita, perché non mi ritiene alla sua altezza. Ma lui non lo saprà mai.
Comunque non ho tempo di rispondere che lui si scatta una foto con il mio cellulare.

"Ma che diavolo..."
Poi con il suo la fa a me.
Ok, ha salvato i nostri numeri con tanto di foto. Ridicolo.
"Fammi vedere la foto. Sono sempre mostruosa" borbotto.

"Sei bellissima. Falla finita"

Mi blocco. È arrabbiato. Ora che succede?
"E questo chi è?"

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