Cap. 14 Il sogno
"Sono a casa!"
Vedo apparire la testa bionda di mamma da sotto l'arco che porta in cucina.
"Tesoro! Allora com'è andata?"
Mi voglio suicidare ma tutto sommato bene.
"Malissimo! Oggi c'era ginnastica!"
"Capisco" sorride.
Ci credo! Sa perfettamente quanto odio fare sport.
"E poi è successa una cosa..."
Mamma rimane interdetta e mi fissa, in attesa.
"Connor..."
"Non dirmi che ti ha preso in giro ancora, perché non ci credo! E se lo ha fatto, questa è la volta buona che mi sente!"
Blocco la sua tirata scuotendo la testa e mi mordo il labbro inferiore.
"Quindi?" insiste.
Prendo un respiro e butto la bomba.
"Quindi... c'è stata una rissa fra Connor e Josh Carter... perché Josh mi ha baciata a forza. Sono stata dal preside con i due idioti. Ti chiamerà la scuola "
Vedo chiaramente il susseguirsi dei pensieri riflettersi sul suo bel viso.
Stupore, arrabbiatura, perplessità e infine... divertimento!
Divertimento??
"Mamma!"
Scoppia in una sonora risata. Si tiene proprio la pancia...
Perché non posso avere dei genitori normali?
"Secondo me poteva andarti peggio"
Inorridisco. Peggio di così?
"Per favore! Non dire stupidaggini! È una cosa seria... Connor... è due giorni che pranza con noi! E poi la rissa per una cosa che nemmeno lo riguarda! Io e Connor ci conosciamo dalle elementari e lui mi ha sempre fatto dispetti a non finire, abita a dieci metri eppure non siamo mai diventati amici. Ci sarà un perché! È evidente che non abbiamo nulla da dirci quindi, perché questo cambiamento? Secondo me è l'ennesima presa in giro, far finta di essere interessato a me per poi sputtanarmi in giro! Me lo sento che è così"
Mi appoggio col gomito sulla penisola della cucina e mi sostengo la testa desolata.
E pensare che fino all'anno scorso avrei dato non so cosa per essere carina e popolare.
Mamma mi guarda con un sorrisetto sospetto.
"Secondo me devi solo rilassarti e vivere la situazione con più tranquillità. Tu sei cambiata, perché non può cambiare anche lui? Sei diventata nel giro di qualche mese una splendida ragazza. E' normale che tu abbia attirato l'attenzione. C'è chi sarà interessato, chi geloso, chi indifferente. Non partire dal presupposto che vogliano per forza prenderti in giro. Secondo me hai dato una bella scrollata alle certezze di tutti"
"Mamma, non dire stupidaggini! Sono degli squali e io non voglio essere il pezzo di carne conteso!"
Sorride di nuovo, ma io proprio non ci riesco. Verrà fuori un disastro che io non riuscirò a gestire.
Mi posa un bacio sulla testa come sua abitudine e mi stringe in un breve abbraccio. Non le dico della botta al fianco altrimenti la sua benevolenza nei confronti di Connor evaporerà.
Me ne vado in camera. È stata una giornata intensa. Mi infilo un paio di shorts in felpa al posto dei jeans e tolgo il reggiseno. Che liberazione!
Stesa sul letto, quello singolo di quando ero bambina è stato sostituito da uno matrimoniale con tanto di romantico baldacchino, rifletto.
Ho esagerato? Ha ragione mamma?
Ma come diamine devo comportarmi? Non mi sono mai dovuta porre il problema, prima.
Con un sospiro mi tolgo le lenti a contatto e inforco gli occhiali. Per un'oretta faccio i compiti poi lentamente la testa si fa pesante ed io senza nemmeno accorgermene mi addormento appoggiata alla scrivania.
************
Mi stiracchio allungandomi come un gatto e nel farlo finisco addosso a qualcosa che sulle prime non riesco ad identificare.
Socchiudo gli occhi scostandomi un poco ma è buio.
Sono sul letto ma non mi ricordo come ci sono arrivata e soprattutto chi diamine c'è con me?
Sbadiglio sonoramente e torno di nuovo a chiudere gli occhi. Altri cinque minuti e poi mi alzo. Mi scappa la pipì e mi sento la bocca impastata, ma si sta così bene. Ogni volta che mi capita di addormentarmi di pomeriggio, per svegliarmi del tutto mi ci vuole un'ora che passo in uno stato comatoso davanti alla tv.
Una mano mi afferra gentilmente per un fianco, quello sano e mi riporta verso il corpo che ho urtato, ma non razionalizzo, sono ancora in un limbo fra il sonno e la veglia.
"Finalmente ti sei svegliata"
Ah! Sto sognando, non ci sono altre spiegazioni.
È un bel sogno non c'è che dire. Connor su un letto con me.
Sento il suo respiro sul collo e il naso che si strofina nell'incavo della spalla.
"Hai un profumo divino. Ogni volta che lo sento mi eccito"
"A te basta poco per eccitarti" borbotto ad occhi chiusi.
Mi arriva una sculacciata che mi fa sobbalzare e devo ammettere di sentire parecchio caldo. Faccio passare una gamba sopra di lui e lo sento irrigidirsi.
Ridacchio e mi strofino addosso al mio sogno. Passo un braccio dietro al suo collo e lo attiro a me. Quanto vorrei che fosse vero...
"Non parlare di cose che non conosci" risponde in un bisbiglio roco.
"Oh, ma io ti conosco. E i tuoi comportamenti parlano chiaro" bisbiglio anche io.
Ad occhi chiusi mi abbandono al mio sogno. Mi tuffo con tutta me stessa in queste sensazioni.
Mi sa che mi manca Luke...
Sono premuta contro il suo torace. È duro e muscoloso, il sogno di ogni ragazza.
Sospiro e lo accarezzo. Meglio approfittare prima che mi svegli e tutto svanisca.
"Andy non fare così. Sotto c'è tua madre"
"Non essere noioso! Voglio un sogno degno di questo nome! Gli scrupoli li lascio per quando sono sveglia"
"Su questo non sono d'accordo"
Sorrido mentre per un attimo torno a scivolare nel sonno.
"Non avevo dubbi!" ribatto dopo un tempo indefinito.
Lo tiro verso di me trovando una certa resistenza.
Possibile che anche nei sogni io sia sfigata?
Poi però mi stringe a sé e io sussulto. Sì, molto meglio. Mi sfiora il seno e sento la testa leggera, una carezza più insistente e sospiriamo insieme. Sentire quel palmo duro sul seno morbido mi manda fuori di testa. Il ventre si contrae.
Al buio assaporo questa sensazione, di essere desiderata finalmente da Connor Walsh.
Mi sembra di essere un assetato che dopo tanto tempo riceve, un bicchiere d'acqua fresca e lo afferra avidamente pronto a trovare il meritato sollievo. Lo voglio terribilmente.
"Andy... ora lo so che darai di matto ma... io sono davvero qui, non sono un sogno e non posso continuare a stare su un letto con te consenziente ma non del tutto consapevole, perché non so quanto possa resistere con tutto questo ben di Dio a portata di mano"
La voce roca e quasi sofferente penetra lentamente le cortine del sonno, la sua mano sta di nuovo carezzandomi un fianco... no, ti prego, non può essere!
Rimango immobile qualche secondo cercando ancora di separare il sogno dalla realtà, tocco le braccia possenti che mi stringono, risalgo lentamente fino al viso, cerco con le dita la cicatrice che tanto tempo prima gli ho regalato in un impeto di generosità, mi avvicino ancora fino ad aspirare il profumo di bagnoschiuma che sempre lo accompagna.
Scatto in piedi alla velocità della luce. È come se mi avessero tirato un secchio d'acqua ghiacciata. L'eccitazione ha lasciato il posto all'incredulità.
Per un attimo ho un capogiro e non vedo niente, poi accendo la luce a tastoni e inforco gli occhiali e finalmente metto a fuoco un Connor Walsh più che soddisfatto sdraiato sul mio letto, con le mani intrecciate dietro la testa e un'erezione evidente anche attraverso i jeans.
"Sono proprio un bravo ragazzo!" sospira malizioso.
Mi sento diventare rossa come un pomodoro. Non ci credo! Non può succedere a me!
"Su questo l'inglese ha ragione. Sei incantevole quando diventi rossa"
Prendo fiato ma lui mi blocca al volo.
"Spaventerai tua madre, non urlare!"
Boccheggio e strabuzzo gli occhi.
"Che cosa ci fai qui?!" urlo... ma sottovoce. La gola mi brucia ugualmente.
Lui ride a crepapelle.
"Sei proprio buffa. Mi ha fatto entrare tua madre. Ha detto che eri in camera a fare i compiti. Sono salito ma tu eri praticamente sdraiata sulla scrivania e russavi"
Mi raddrizzo. Io non russo.
"Così ti ho presa e portata a letto... non in quel senso purtroppo ma il tuo risveglio è stato interessante. Dovremmo rifarlo"
Deficiente.
Ok. Niente panico.
"Ma perché sei venuto?"
Ridacchia.
"Come ho detto purtroppo non sono venuto ma possiamo sempre rimediare se vuoi"
Ci metto più di un attimo a seguire le cazzate che dice ma quando ci riesco divento rossa , di nuovo e gli tiro un cuscino.
"Idiota! Che diavolo vuoi?"
Questa volta scoppia a ridere.
"Andy... veramente sei uno spasso... ti devo fare un disegno?"
Sono allibita. Non può capitare a me.
"Adesso vado a dire a mia madre chi ha fatto entrare in casa!"
Sogghigna spudoratamente.
"Tua madre mi adora. Mi inviterà a cena"
Lo osservo. Bello come un dio, biondo, abbronzato, muscoloso, arrogante e così stronzo! Nonostante la faccia ferita. Quasi mi sento in colpa.
Scuoto la testa. Devo rinsavire.
Poi aggrotto la fronte.
"Cena? Ma perché che ore sono?"
"Quasi le sette"
"Oh no! Ho dormito tantissimo! Stanotte che diavolo faccio?"
"È un invito per caso?"
"Nei tuoi sogni"
Lo vedo pronto per ribattere poi ci ripensa e sta zitto.
Wow, che evento.
Noto solo ora le varie ecchimosi che ha sul viso, compreso un occhio leggermente socchiuso. Alla fine anche Josh non c'è andato giù leggero.
"Ti fa male?" chiedo.
"Niente che non sia già successo, tranquilla. Tu piuttosto?"
Ma certo. Che cosa pensavo? Di essere la prima ragazza difesa da lui? Magari si diverte pure! Inconsciamente mi tocco il fianco e sussulto. Avrò di sicuro un ematoma con i fiocchi.
"Vieni qui"
Lo guardo con un sopracciglio alzato e lui alza gli occhi al cielo.
"Per favore"
Meglio, ma cosa vuole? Ma mi avvicino comunque.
Trattengo il respiro quando mi alza la canotta e abbassa l'elastico degli shorts, scoprendo il punto dolente. Mi sfiora con le dita enormi e a me torna in mente il sogno, che sogno non era.
"Mi dispiace, non l'ho fatto apposta"
Mi copro velocemente e mi allontano.
"Lo so. Come sempre del resto"
Mi è uscito più sarcastico del dovuto ma pazienza.
Distratta prendo il cellulare e mi viene un colpo. Mi ha chiamata Luke!
E anche Audrey, ma non mi ricordo... dovevamo vederci? Beh, ora di sicuro!
Connor scatta su e mi viene vicino. Accidenti senza scarpe gli arrivo a malapena alla spalla!
"Che succede?"
Mamma mia, che impiccione!
"Niente che possa interessarti"
Chiamo subito la mia amica.
"Audrey?! Mi sono addormentata! Mi sono svegliata ora..."
"... e che risveglio!" mi bisbiglia da dietro, sulla guancia.
Rabbrividisco, gli allungo una manata che lo fa ridere e mi allontano.
"... e avrei bisogno di vederti. Puoi venire da me?"
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