11 - L'ansia di Sigma arriva al suo culmine
Con l'ennesimo sospiro, Sigma aprì la porta ed entrò timidamente in stanza, con lo sguardo puntato in basso.
«Non sono Rebecca»
Alzò con timore gli occhi sulla figura davanti a sé, trovandolo con un'espressione leggermente sorpresa in volto.
Era seduto in una posizione scomposta su un divano di pelle nera, con una bottiglia di qualcosa in una mano e delle striscette di polvere bianca sul tavolino trasparente davanti a lui.
La poca luce rendeva tutto l'ambiente più intimo insieme a quella pianta dalle grandi foglie verdi che sembrava essere messa lì vicino al divano solo per una questione di decenza.
E Sigma sapeva che quel posto non era di certo un bordello, ma dopo aver sentito di Rebecca non sarebbe piu riuscito a pensare altrimenti.
Quello però non era il momento.
Era più importante la persona davanti a lui.
Il primo istinto di lei infatti, era quello di spazzare via la polvere bianca dal tavolino, lasciar cadere la bottiglia per terra e chiudere le gambe che la sua posizione fiacca gli aveva fatto aprire.
Ma poi, si era ricordato che non era più necessario nascondere i suoi difetti al bicolore.
Infatti, decise a parlare senza filtri.
«Oh... Sei tu»
Con la mano libera fece cenno a Sigma di sedersi di fianco a lui.
Analizzando brevemente la situazione Sigma non aveva capito molto se non che l'altro aveva previsto una sua visita e che non sembrava essere arrabbiato con lui, così con il batticuore che diventava fastidioso, si sedette sulla parte del divano più lontana possibile dalla sua.
L'ex alzò un sopracciglio e ridacchiò, poggiando i gomiti sui pantaloni neri, tenendo la bottiglia con entrambe le mani.
«Non hai mai avuto paura che potessi morderti. Anche se sai che rientra nelle mie capacità» ghignò volgendo gli occhi scuri verso Sigma, il quale ricambiò lo sguardo con un sorriso appena accennato.
«Non ho mai avuto paura di te. Oddio, forse quando ci siamo incontrati per la prima volta un pochino mi hai spaventato ma dopo che ti ho conosciuto non ho mai pensato che tu fossi pauroso»
«Non ti biasimo»
Portò lo sguardo a squadrare l'altro, cominciando a raccontare con nostalgia.
«Mi faceva strano pensare che quel bambino timido e intelligente dei vicini, che quando usciva si attaccava sempre alla gamba della madre e cercava di evitare il contatto visivo con chiunque, fosse venuto a parlare proprio con me»
«Mia madre mi aveva detto di fare amicizia con te» ripensò Sigma, perdendosi anche lui in quel ricordo.
«Già. Tu non mi piacevi per nulla, sembravi spocchioso, come se nessuno fosse alla tua altezza» bevve un sorso dalla bottiglia. «E inoltre riuscivi ad essere carino con quei capelli di merda. Ora stai infinitamente meglio»
Allungò una mano verso l'altro, prendendo una ciocca di capelli violetti tra le dita, accarezzandoli un po' con il pollice.
«Yu-»
«Il mio nome adesso è Q»
Non lo disse con severità, ma come se stesse informando un amico qualsiasi.
Sigma cominciò a capire che Yumeno voleva evitare il confronto e stava provando in tutti i modi a distrarlo.
«Q... Io volevo parl-»
«Ti ricordi di quando ti dicevo che sarei diventato più alto di te così avrei potuto baciarti come nei film?» Lo interruppe Yumeno, sfilando la mano dai suoi capelli per passarla nei suoi, ora corti.
«A giudicare da come ti ho visto prima mi sembra che tu sia ancora troppo alto. Non va bene. Ah, sai cosa? Devo farti conoscere delle persone! Non Rebecca, lei è solo una prostituta, già. A proposito, è molto brava nel suo lavoro-»
«Mi dispiace»
Il ragazzo dai capelli bianchi e neri si fermò di colpo, guardando l'altro con gli occhi sbarrati.
Sigma era nella stessa posizione in cui si trovava lui poco prima, con i gomiti sulle gambe, solo che invece che stringere un oggetto, stava torturando le sue povere mani dal nervosismo.
I capelli gli ricadevano ai lati del viso, nascondendo il suo volto preoccupato agli occhi particolari dell'altro.
Ci furono svariati secondi di silenzio prima che una risposta dal tono aspro fosse detta dal più basso.
«Di cosa ti dispiace? Di avermi abbandonato quando le cose si sono fatte difficili? Di avermi conosciuto? Di amarmi? Ci sono tante cose di cui essere dispiaciuti nella nostra relazione»
Sigma girò subito il volto per contestare la risposta dell'altro, ma non fece in tempo che si ritrovò sbattuto con la testa sul bracciolo morbido del divano, con gli avambracci dell'altro vicino alle sue spalle.
I loro volti erano separati da pochi miseri centimetri, erano così vicini che Sigma sentiva il fiato caldo dell'altro sulla guancia.
«Sei dispiaciuto della piega che sta prendendo il nostro incontro?»
Il tono sensuale con cui l'altro gli aveva sussurrato all'orecchio, gli provocò una scia di brividi ovunque.
«Y-yu»
«Vuoi fare sesso Sigma?»Continuò con voce roca, facendo arrossire l'altro a dismisura.
Con un risolino, Q si sistemò meglio su di lui, premendo una gamba sul cavallo dei suoi pantaloni, strappando così un sospiro al ragazzo dagli occhi argentati, che istintivamente portò le braccia a stringere l'altro.
«No Yu non voglio farlo» provò a dire Sigma, mettendo quanta più convinzione possibile nella voce.
E veramente lui non voleva farlo in quel modo.
Non avrebbe avuto alcun valore, non avrebbe rappresentato niente, se non la rottura totale tra loro due.
«Io invece penso che ti ecciti l'idea di venire urlando il mio nome»
Così abbassò il volto sul suo collo dalla pelle candida e morbida e cominciò dapprima a leccarlo, morderlo e infine baciarlo, facendo ansimare ancora una volta il ragazzo sotto di lui.
«Y-yumeno»
«Hai una pelle così morbida...»
«Yumeno!» Lo chiamò stavolta con un tono più alto, al che l'altra smise di torturare il suo collo.
Q tornò con il volto davanti a quello del più alto, con uno strano sorriso impresso sul viso.
«Non mi fermerò Sigma» disse accarezzandogli il volto.
«Hai paura di me?» Continuò avvicinando ulteriormente le labbra a quelle dell'altro.
«No, brutto idiota!» E fu qui che Sigma gli mise una mano in faccia e lo fece mettere in ginocchio, sedendosi in contemporanea.
Q, dopo un'espressione sbigottita e confusa, mise il broncio.
«Perché tu non ci caschi mai!? Uffa! Eppure sono una bomba sexy» sospirò poggiando il gomito sullo schienale del divano, posando subito dopo la guancia sulla mano.
«Smettila di fare così Yu, ti prego. Capisco che sei arrabbiato, ma vuoi davvero rovinare il ricordo della nostra relazione in questo modo?» Rispose Sigma, ferito un po' dal comportamento frivolo dell'altro.
Lo sapeva che avrebbe reagito cercando di evitare i suoi veri sentimenti, come aveva sempre fatto, ma non avrebbero risolto nulla in quella maniera.
«Puoi farlo se vuoi! Se fare sesso con me ti farà sentire meglio e mi odierai di meno allora-»
«Stai zitto!»
Quell'esplosione di rabbia fece fermare non solo Sigma, ma anche il suo battito cardiaco.
Vide che l'altra si era alzata in piedi e aveva cominciato a camminare avanti e indietro, davanti al tavolino.
Si grattava nervosamente la nuca, guardando tutto nella stanza tranne che l'altro ragazzo.
«Non potrei mai odiarti. Ricordi? Sei la mia stella»
Le farfalle nello stomaco del più alto cominciarono a vorticare più di prima, formando un rossore sulle sue guance.
Si ricordava proprio tutto...
«Lo so, era una metafora davvero cringe ma tu sei davvero come una stella... Io non ti meritavo allora e non ti merito adesso»
Si passò una mano in faccia, fermandosi un attimo dalla sua marcia.
Sigma allora si alzò avvicinandosi a lui, che indietreggiò senza davvero pensare al perché di quell'azione.
«Tu non mi meriti? Io non merito te! Lo so che ti ho lasciato e non sono venuto con te quando sei scappato dagli assistenti sociali, mi dispiace. Ti amavo Yu, ma non potevo venire con te»
«Lo so dannazione! Non ce l'ho con te, per l'ennesima volta» si spostò di nuovo, andando nella parte opposta della stanza, sotto lo sguardo confuso e dispiaciuto dell'altro.
Era arrivato al limite della sopportazione e per quanto Sigma odiasse vederla triste o arrabbiata, soprattutto con lui, era il momento di fare chiarezza sui suoi sentimenti.
In quel momento, agiva di puro istinto, non riusciva a formulare un pensiero razionale o qualcos'altro che non fosse collegato a Q.
Quando erano più piccoli, era sempre così.
Provava delle cose inspiegabili con lui, per lui.
Non poteva guardare nessun altro.
Sentire nessun altro.
Amare, nessun altro.
Yumeno era speciale e Sigma era totalmente pazzo di lui.
Perché aveva voluto rivederlo per parlargli?
Per risolvere finalmente le cose e vedere se stava bene? Anche.
Ma quello che veramente sperava, era di riaverla indietro.
Solo, non voleva farsi aspettative troppo alte, insomma, erano passati tre anni, lei probabilmente era arrabbiata ferita e delusa, aveva conosciuto persone nuove e... Evidentemente si divertiva con altri...
Sigma era arrabbiato con sé stesso.
No, furioso.
Non solo lo aveva abbandonato come la persona orribile che era, voleva anche che le cose tornassero come prima.
Non lo aveva neanche cercato.
Certo, all'epoca non sapeva come cercarlo, ma oltre a piangere, mangiare qualsiasi tipo di cosa gli fosse passata sotto mano e odiarsi, aveva preferito non fare altro.
«Dovresti avercela con me... Sono stato pessimo...»
«No, Sigma» si girò di scatto Q.
«Tu sei stato e sei, la cosa più bella che io abbia mai avuto in vita» si avvicinò prendendogli il volto tra le mani.
La vista del più alto cominciò ad offuscarsi per le lacrime, che chiedevano impazientemente di poter essere liberate.
«N-non lo sono, i-io...» Mise le mani su quelle dell'altro, che lo guardava con preoccupazione.
Chiuse gli occhi, lasciando che quelle goccioline d'acqua represse negli occhi, cascassero velocemente, riversandosi sulle mani del più piccolo.
«T-ti amo» singhiozzò, scoppiando definitivamente a piangere.
E ripensando a quando lo aveva visto la prima volta, quella sera, Q ricordò di essersi ripromesso di non mostrare mai più il suo lato debole al più grande e di mettere una pietra sopra il loro passato.
Ma non riuscì a non stringere l'altro a sé, accarezzandogli i capelli e sussurrandogli che andava tutto bene.
«Y-yumeno... Mi sei mancato- così tanto... Scusa, ti p-prego» Singhiozzò ancora, stringendosi alla camicia bianca dell'altro con una certa gioia nel cuore.
Amava essere stretto da lui.
Erano tre anni che non lo abbracciava e se doveva essere sincero, in tutta quell'amarezza e nostalgia, il fatto che Q ancora tenesse a lui lo rendeva terribilmente felice.
Così, il pensiero che spaventava tanto Sigma, capì, si era realizzato.
Il suo cuore aveva parlato.
Sigma amava ancora Yumeno.
«Ehy- calmo Sigma... Non è colpa tua... Ti ho fatto prendere una decisione impossibile e tu eri solo un bambino... Anch'io lo ero. Lo siamo ancora, in realtà. Non sono arrabbiato con te, te l'ho detto. Sono arrabbiato con m-me perché mi... Mi sento ferito" Cercò di tranquillizzarlo Q, con la voce che piano piano, andava incrinandosi.
Il più alto alzò subito la fronte dalla sua spalla, asciugandosi velocemente gli occhi, per vedere così che anche Yumeno aveva gli occhi lucidi rivolti verso una parte indefinita della stanza mordendosi il labbro per cercare di trattenersi.
Il nostro bicolore scosse la testa velocemente e con una mano riportò lo sguardo dell'ex fidanzato su di sé.
«Non v-volevo ferirti. Ti amo più di chiunque altro in questo mondo, ma se fossi andato con te, prima o poi mi sarei pentito. Un giorno, ti avrei fatto pesare l'aver lasciato i miei genitori e il non aver potuto studiare, magari in un momento di difficoltà... Ho avuto paura e sicuramente sono un codardo, ma non pensare mai che sia stato perché non ti amavo abbastanza»
Yumeno lo guardò con attenzione durante tutto il suo discorso, osservando contemporaneamente gli occhioni lucidi del suo ex ragazzo che andavano insicuri da una parte all'altra della stanza, facendolo intenerire.
Lo tirò nuovamente a sé, incastrando il volto nell'incavo del suo collo.
Per una volta, voleva sentirsi tranquillo e sereno come era quando c'era Sigma con lui.
D'altro canto, anche Sigma non esitò a stringere il corpo della ragazza come se dovesse sfuggirgli di mano nuovamente.
Aveva una gran confusione in testa in quel momento, una vera e propria foresta con dubbi simili a nuvole vaporose che cercavano in tutti i modi di insinuarsi nella sua mente.
Provava a ragionare, sapeva di dover usare la testa per venire a capo di tutto quel macello, ma c'era come un buonissimo odore di profumo proveniente dal collo di qualcuno che lo distraeva ogni qual volta avesse intrapreso pensieri alcuni.
Il bicolore chiuse gli occhi e si lasciò cullare momentaneamente da quel profumo, che della sua infanzia non gli ricordava nulla, ma al quale (se ne avesse avuta l'occasione) si sarebbe sicuramente abituato.
«Sei cambiata molto... Sei diventata davvero bella» disse Sigma, che fu contrariato quando l'altra si staccò dall'abbraccio.
«Come ho già detto prima, anche tu sei migliorato... I capelli soprattutto»
«Tu invece ora li hai corti"
«Si, tanto non compromettono la mia infinita bellezza» si pavoneggiò Q mettendosi in pose femminili.
Sigma ridacchiò.
«Anzi»
Il più basso sorrise leggermente, volgendo poi lo sguardo a terra.
Sigma ebbe un brivido improvviso.
«Sigma... Penso che entrambi abbiamo capito che quello che c'è tra noi non è propriamente svanito» si fece improvvisamente seria Yu, incrociando le braccia scoperte per metà.
Il cuore di Sigma mancò un battito.
«Beh... Si» fallì nel tentativo di non arrossire come un peperone.
«Ma io non voglio tornare con te»
Crack.
Le ginocchia quasi non lo ressero bene tanto che si dovette sedere sul tavolino in vetro.
Non riuscì a proferire parola.
Guardava semplicemente la ragazza con occhi dall'espressione neutra.
«Cioè- non adesso almeno. Non sono pronta. Devo metabolizzare tutto quello che è successo e lo devi fare anche tu. Dobbiamo riflettere su molte cose e poi in caso, ricominciare dall'inizio tutto» spiegò con un tono che non ammetteva repliche, Q.
Crack.
«Serve a me, Sigma. Non voglio ricordare mai più il passato. E diciamo che tu in questo momento me lo ricordi troppo. Sia chiaro, sei le parti belle del mio passato ma... Tutte quelle brutte... Io non sono pronto» continuò, non guardando Sigma negli occhi vitrei.
«Quindi ti chiedo, per il momento, di dimenticarmi» sospirò e si passò una mano tra i capelli.
«Lo so che è una richiesta egoistica ma... Se riesci, aspettami un po'. Ho solo bisogno di tempo»
Finalmente Q guardò Sigma, vedendo la sua testa annuire e un piccolo sorriso formarglisi sulle labbra.
«Certo Yu- Q.
Non mi aspettavo di certo che ti saresti buttato tra le mie braccia come se gli anni precedenti non fossero passati» La ragazza poteva percepire bene invece la tristezza di Sigma che sembrava inondare l'intera stanza, anzi, l'intero locale come un velo gelido e impenetrabile.
«Sigma-»
«No, hai ragione. Se vorrai cercarmi, abito sempre nella stessa casa» gli sorrise, alzandosi.
«No Sigma, veramente, se non te la senti di-»
«Sai quello che provo per te» lo interruppe il nostro bicolore.
«Anche se mi stancassi di aspettarti, a quanto pare non posso smettere di amarti» la punta di amarezza con la quale aveva parlato, strappò un sorriso all'altro.
«Non sembri molto contento di ciò»
Sigma arrossì.
«No che non lo sono! Sarò legato per sempre a te idiota...» borbottò infine, camminando velocemente verso la porta d'uscita.
Q sorrise genuinamente, riconoscendo quella familiare sensazione di felicità farsi spazio in lei.
Sigma non potè fare a meno che notare quel sorriso e trattenersi immensamente dal non sorridere di rimando come un ebete.
«Allora... uhm- ciao»
Mise una mano sulla maniglia, pronto ad aprirla e ad affrontare nuovamente la vita reale intorno a lui.
La vita che aveva senza Q.
Non era pronto, non lo sarebbe mai stato.
Avrebbe odiato quell'attesa con tutto il suo cuore, e probabilmente una volta tornato a casa si sarebbe steso sul letto a piangere nuovamente.
Però Q era importantissima per lui e doveva fare tutto quel che poteva per trattarla al meglio, come aveva sempre meritato.
Se era quello che voleva, gli avrebbe dato la distanza, anche se avrebbe sofferto aspettandolo.
«Ci vediamo Sigma...» gli rispose Q con voce bassa e una puntina di dolore in essa.
Vederlo andare via non era semplice neanche per lui.
Soprattutto nel momento in cui il suo sorrisino e i suoi capelli luminosi sparirono dalla sua vista, lasciandolo da solo con le voci dei suoi pensieri e quella stanza più buia e triste.
Separato da quella porta bianca invece, Sigma si guardò intorno un po' spaesato, incamminandosi per cercare i suoi amici.
Non voleva pensare a tutto quello che era appena accaduto.
Non ne aveva le forze.
Voleva solo dormire e spegnere il cervello.
Ma se doveva essere sincero, apparte per il mal di testa che aveva, non era la voce della mente che avrebbe voluto zittire in quel momento.
«SIGMA-KUN!»
Il diretto interessato si girò, vedendo Nikolai camminare a passo svelto verso di lui con un Fyodor un po' sonnecchiante preso dal polso.
Doveva essersi fatto tardi.
«COME È ANDATA? VI SIETE LASCIATI DEFINITIVAMENTE? O VI SIETE RIMESSI INSIEME? GLI HAI FATTO UNA FOTO? È FIGO?»
L'urlo di Nikolai venne interrotto da un brontolio del corvino di fianco a lui, che stava borbottando qualcosa che gli altri due non riuscivano a capire.
«Aviamo... uh... chiavi... motorino...»
«Cosa, Dos-kun?» Chiese gentilmente Niko, scuotendo l'altro, che con un balzo ebbe un lapsus e spalancò gli occhi.
«Hanno chiavato!?»
A.a
⚠️IMPORTANTE: se avete notato il cambio di pronomi per Q da una frase all'altra, non sono io ubriaca, è semplicemente Q a non avere un genere e dato che il neutro in italiano non è ancora grammaticalmente corretto, preferisco usare sia il maschile che il femminile per riferirmi a l**. Per qualsiasi altro personaggio non-binary che potrebbe apparire, sarà la stessa identica cosa, grazie per l'attenzione⚠️
Beh. Tralasciando il piccolissimo cringe di questo capitolo, finalmente è stato rivelato il misterioso ex di Sigma. Pensieri a riguardo?
Cominciamo col chiarire.
NO, NON SONO PAZZA.
Perché allora, vi domanderete.
Semplice, tutto è iniziato con due fanart.
*ci ho messo una vita e tre quarti a trovarle
Questa mi ha ispirata a cercare un* compagn* a questo topo di biblioteca, possibilmente qualcuno con un carattere esplosivo, opposto al suo.
E qui ho cominciato a pensare, ma chi potrebbe essere questo fantomatico personaggio? Sono tutti accoppiati o non mi piacciono in coppia con lui!
Così, scorrendo su pinterest, ho visto questo.
E appena l'ho visto... No dai, non farò il genio, non l'ho collegato subito, però la fanart mi è piaciuta da morire e perciò ho scaricato l'immagine e l'ho salvata su una bacheca di Pinterest.
Così mi son detta, devo assolutamente mettere questo Q nella fyolai
Ma che gli faccio fare?
E allora il neurone si è attivato.
È totalmente opposto a Sigma.
È un figo della Madonna e non ha una funzione nella storia, ma manca un ruolo per l'amat* di Sigma...
FACCIAMO COINCIDERE Q CON QUESTO RUOLO!
forse alcuni lo sapevano già o se lo erano aspettato, avendo letto la mini-storia della mia collega che invito a citarsi.
Poi come finiranno non si sa, insomma non sono la coppia principale e magari qualcosa la voglio far andare male ;)
Ma vedremo
Spero di non avervi sconvolti HAHAHA
è tutto legale poi, Sigma in teoria ha 3 anni. Ok no, qui ne hanno entrambi 17 quindi apposto.
E ora noi che sappiamo li shippiamo davvero, top.
Almeno in questa ff, li shippo troppo.
Come va la vita?
La mia un pochino meglio✨
Buona permanenza nell'esistenza, al prossimo aggiornamento❤
Nel dubbio qualcuno non l'avesse vista nel capitolo 9, dato che l'ho aggiunta dopo.
✨PRESIDENTE✨
Anche questa realizzata dalla mia collega sopracitatasi.
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