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10 - Lavoriamo per Tony

«È una stronzata, perché lo stiamo facendo? Ci ammazzeranno e nasconderanno i nostri cadaveri in un congelatore. Io non voglio essere messo in un congelatore!» Disse Sigma, il fiato corto e il cuore che batteva a mille.
Fyodor, poco dietro di lui, alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
«Sei tu che hai ideato questo piano» disse mettendosi le mani in tasca.
Questo però non servì a calmare Sigma, che al contrario sembrava sul punto di svenire, osservando con ansia l'ambiente scuro attorno a loro.

«Andiamo ragazzi! Il massimo che può succedere è che ci caccino» provò allegramente Nikolai.
Lo sguardo dei tre si posò allora sul locale che tanto tormentava il bicolore.
Sigma deglutì, sentendo un moto di paura attanagliargli lo stomaco.
«Pensa a lui Sigma-kun» gli disse piano il corvino, cominciando a calarsi nella parte.

«Si va in scena!» Disse invece l'albino, indossando gli occhiali da sole con un sorriso smagliante.
Sarebbe decisamente andata male.

Ma prima di tutto, bisogna fare un passo indietro a quella mattina, quando i tre pazzi erano a scuola.
Sigma era entrato con i capelli più scompigliati che gli si erano mai visti in testa, le occhiaie e ancora un leggero odore di caffeina addosso.
Oh, e la maglia al rovescio.
Per tutto ciò, durante il tragitto verso scuola, Fyodor e Nikolai lo avevano guardato come se fosse un alieno.
Lo avevano anche riempito di domande, alle quali il bicolore aveva risposto con risposte euforicamente positive, dicendo che avrebbe spiegato dopo.
Beh, il dopo era arrivato.

I tre ragazzi erano riusciti ad accaparrarsi uno dei tavoli in giardino quel giorno, così da rimanere un po' più isolati dal resto delle persone.

«Allora ragazzi. Ho un piano»

«Dos-kun ha una viola!»

«Zitto Niko»

Sigma non si destò e continuò indisturbato a spiegare.
«Stanotte sono rimasto sveglio per fare delle ricerche e ho scoperto che il locale in cui siamo andati tipo quattro giorni fa, ha come gestore indovinate chi?»

«SIGMA-KUN CI FA UN QUIZ, HAI SENTITO DOS-KUN?»

Il corvino ignorò volutamente il più alto, continuando a mangiare dal suo bento e rivolgendo un'occhiata incuriosita all'esaurito.
Questo li guardò con un po' di follia negli occhi per poi alzare entrambe le sopracciglia.
«Esatto! Il mio ex» disse soddisfatto di non si sa cosa.

«Quindi, ho anche scoperto che ci sono delle serate segrete clandestine tipo quella a cui abbiamo partecipato l'altra volta. Non è niente di che ma in queste occasioni, c'è una particolare guardia che fa entrare anche i minorenni. Anche se non penso che il proprietario lo vorrebbe» farfugliò Sigma verso la fine, posando definitivamente il suo bento.

«Inoltre, ho chiesto un po' in giro e sono riuscito ad ottenere i turni di questa guardia. Il problema vero sarà raggiungere il privè» illustrò, cominciando a fare dei gesti sul tavolo, come se ci fosse una mappa sopra.

«I minorenni non possono comprare il pass e non penso che troveremo qualcuno di così gentile da farci entrare con lui. Quindi, ecco qua che il mio piano comincia» alzò lo sguardo con gli occhi più aperti del normale e aspettò le reazioni degli altri, che erano abbastanza confusi e un tantino spaventati.

«Va avanti...» sussurrò piano Fyodor, lanciando un'occhiata a Nikolai che voleva significare "questo non sta bene, cerchiamo una bottiglia da spaccargli in testa"
«Benissimo, allora questo è il piano: oggi pomeriggio andremo a comprare un completo più o meno elegante per me e delle giacche di pelle per voi... Anche degli occhiali da sole si, così ci fingeremo degli uomini un po' loschi. Mi sono informato e pare che il locale sia finanziato da diversi azionisti. Non penso proprio che la guardia al privè li conosca tutti, quindi noi ci fingeremo gli uomini di... Non lo so, inventeremo un nome, e poi me la giostrerò un po' con minacce velate molto in stile gangster, dicendo che dobbiamo assolutamente parlare con il gestore per una questione di soldi. Io sfrutterò i miei due anni di pomeriggi al club di drama e voi dovrete solo far finta di essere le mie guardie... Che ne dite?»

Lo sguardo di Sigma scattò speranzoso da Fyodor a Nikolai, elaborando nel mentre gli altri dettagli per il piano.
I due russi si guardarono un attimo, presero un respiro e dissero insieme:

«MA È GENIALE!»

«Assolutamente no»

Fyodor si girò stizzito verso l'albino che invece recependo il messaggio, nascose il volto tra le braccia incrociate sul tavolo.
«Sigma» disse allora il corvino, richiamando a sé lo sguardo confuso del bicolore.
«È un piano molto... Fantasioso» continuò muovendo la mano.
«Penso che tu sia troppo stressato da questa situazione... Non stai pensando lucidamente»
Sigma lo ascoltò attentamente, forse con un'espressione da cucciolo bastonato.

«Insomma... Perché la guardia dovrebbe credere che tre adolescenti vestiti da guardie e imprenditori non stiano inventando una qualsiasi balla per entrare nel privè? Non penso che funzionerà»
Velocemente, l'euforia scivolò via dal corpo del bicolore, che si accasciò sul tavolo con sguardo vuoto.
«Ma io... Voglio davvero vederlo»
La voce incrinata del più alto fece provare a Fyodor un profondo senso di colpa. Non voleva fare la parte del cattivo, ma non aveva altra scelta, non poteva lasciare che l'amico si illudesse così.
Si voltò verso Nikolai per trovare un po' d'appoggio, ma al contrario vide solo le sue mani unite a mo' di preghiera e il suo labbro inferiore che tremolava e dopo aver respinto l'istinto di prenderlo per le guance e baciarlo, sbattè violentemente la testa sul tavolo e mormorò «Va bene, facciamolo».

Le teste dei due scattarono subito ed eccitati, si batterono il cinque e cominciarono a ringraziare il supremo Dos-kun.
«Grazie grazie grazie!» Disse allegramente Sigma, che avrebbe abbracciato il corvino se solo non fosse stato dall'altra parte del tavolo.
Nikolai d'altro canto, non aveva gli stessi problemi.

E quindi eccoli qui, tre sprovveduti con occhiali da sole e giacche di pelle, comprati poche ore prima in un negozio scrauso.
Solo Sigma aveva un abbigliamento diverso, una camicia bianca e dei normali pantaloni.
Per seguire il piano, lui doveva essere il capo, mentre gli altri due le sue guardie del corpo.

Si avvicinarono ulteriormente al locale, che come l'altra volta era pieno zeppo di persone e dopo aver saltato silenziosamente la fila, riuscirono anche ad entrare.
Subito vennero investiti da un forte odore di alcol, ma al momento non era importante.
Sigma osservò quella bella scala in vetro che scintillava sotto le luci della sala, pensando successivamente a cosa dire alla guardia.
Quello era un omone pelato, vestito con un completo nero e un auricolare nell'orecchio.

E fu allora che realizzò.
Era veramente una pessima idea.
Si era lasciato prendere dall'entusiasmo e dall'esaurimento nervoso.
Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro, dato che Nikolai lo aveva praticamente trascinato (sempre con discrezione), davanti a quel tizio.

L'occhiata che Sigma lanciò all'albino era una delle più fulminanti che avesse mai visto e per un attimo lo percorse un brividi di paura.
«Sparite ragazzini»
Era la guardia ad aver parlato, con un tono che non ammetteva repliche.
Così scattò la formazione, Niko e Fyodor poco dietro Sigma, con le braccia incrociate dietro la schiena, mentre quest'ultimo provava a ricomporsi.
Ce la puoi fare, si ripetè in testa il bicolore, prendendo un profondo respiro.

«I ragazzini qui presenti, lavorano per Tony. Quindi muoviti a farci passare» ribattè Sigma, usando tutto il coraggio che aveva in corpo.
L'unica cosa che lo tradiva erano le mani zuppe di sudore.

L'uomo alzò un sopracciglio e scoppiò in una risatina.
«E chi sarebbe? Su fate i bravi e sparite mocciosi»

A questo punto Sigma fece una faccia scocciata e si avvicinò alla guardia.
«Ascoltami bene. Vuoi davvero far arrabbiare Tony? Devo discutere di affari con il tuo capo, quindi, se non vuoi creare problemi, faresti bene ad evaporare» sorrise.

Però c'era da dire che era bravo a sembrare un criminale.
Lo capirono anche Fyodor e Nikolai che si avvicinarono anche loro con fare protettivo.
Degli attori nati.
O dei clown.
Sicuramente quello che accadde dopo gli diede la nomina di quest'ultimi.

«FYO-KUN! NIKKUN! SIGMA-KUN! CHE COINCIDENZA!»
E in quel momento loro seppero di essere fottuti.
Dazai si avvicinò con un sorrisetto stupido sul volto, guardando poi la scena con un dito sul mento e una faccia interrogativa.
«Ma che succede qui? E perché siete vestiti così? Siete in cosplay per caso?»
Nikolai e Sigma si ghiacciarono, al contempo quest'ultimo divenne paonazzo da capo a piedi.

«Gesù...» sospirò Fyodor, togliendosi gli occhiali dal volto.
Si passò una mano in faccia e cominciò a cercare qualcosa in tasca, tirando poi fuori una tessera nera.
Dazai lo osservò confuso, poi cominciò a battere le mani contento e a ridacchiare.
«Uh uh uh, andiamo nel privè? Bene perché ho sentito che lì fanno dei massaggi speciali che possono uccidere! Praticamente usano una mazza da baseball, poi ci mettono i chiod-»

«No» lo interruppe Fyodor, andando dalla guardia che in tutto ciò non aveva cambiato espressione.
«Noi entriamo» disse a Dazai riferendosi solo ai suoi due amici.
«Tenga e scusi il nostro amico, è esasperato» continuò passando poi il pass all'uomo.
Quest'ultimo gli diede un'occhiata poi fece un cenno con la testa.
«Potete entrare»
Dazai mise su il broncio per non essere stato invitato e se ne andò farfugliando cose come «Spero che vi ammazzino con quel chiodo!»

Intanto, Nikolai stava trascinando Sigma e Fyodor per le scale, dato che il primo era ancora in stato catatonico per l'imbarazzo e al secondo non dava fastidio essere trainato.
Quando ebbero raggiunto il piano superiore, Sigma si riprese e si girò verso il corvino con uno sguardo spiritato.
«Perché non lo hai detto prima che avevi il pass!?»
L'altro scrollò le spalle.
«Sembravi così contento del tuo piano che non volevo rovinare i tuoi sforzi»
Così Sigma annuì e si annotò mentalmente di picchiare e poi abbracciare Fyodor.

«È STATO ESILARANTE! Il tempismo, la faccia di Sigma, la nonchalance di Dos-kun! Una scena perfetta» rise Nikolai appoggiandosi a un muro.

Sigma sospirò nuovamente, provando a tornare serio.
Si guardò intorno e la prima cosa che notò, erano le poche persone sedute al bar e le poche porte sulle pareti della stanza.
Per il resto, l'ambientazione era simile a quella del piano di sotto, solo che lì sembravano tutti sobri.

«Dite che dovrei chiedere al barista in quale stanza si trova lui?» Disse Sigma giocherellando con le sue mani.
«Beh, tentar non nuoce»
Fyodor scrollò le spalle e si avviò dall'uomo, seguito subito da un esaltato Nikolai e un titubante Sigma.
A quanto pare, il luogo nel quale si trovava il proprietario, ovvero la stanzetta proprio dall'altro lato del bancone, non era un'informazione segreta per chi poteva accedere al privè.
I tre amici si allontanarono dal barista e osservarono la porta che aveva assunto colori sul rossastro per via delle luci.

«Non sono p-più molto sicuro che sia una buona idea...» farfugliò Sigma.
Era inutile negarlo, aveva paura.
Molta paura.
Non era mai riuscito a confrontarsi con lui dopo la loro "rottura" e temeva profondamente che l'altro lo odiasse.
Per tutto quel tempo non ci aveva mai riflettuto troppo dato che non pensava l'avrebbe mai rivisto, ma ora che l'aveva a solo una porta di distanza, non poteva non chiedersi quale sarebbe stata la sua reazione.
Lo avrebbe cacciato?
Picchiato?
Insultato?
Baciato?

Era un incredibile punto di domanda.
Non era mai stata una persona semplice, per niente e a volte anche Sigma faceva fatica a capire cosa avrebbe fatto.

Il bicolore sapeva di essere un codardo, agiva solo quando era sicuro di avere un ombrello col quale ripararsi dalla pioggia, non usciva mai dalla sua comfort zone e di certo buttarsi così, nel buio, era qualcosa a cui lui non era abituato.
Si era tirato indietro quella volta, aveva vissuto col rimorso, ma al contempo sapeva che aveva fatto la scelta giusta e questa sua perenne indecisione lo tormentava.

«Ma sei stupido?»
Sigma sobbalzò, voltando la testa verso il suo amico dai capelli corvini.
«Cosa...?»
«Ci siamo fatti un culo così per entrare qua dentro, devi andare fino in fondo e giuro che entro là dentro e lo rapisco» continuò minacciosamente il più basso.
Nikolai dal canto suo, non potè che annuire con molta enfasi.

Avevano ragione.
Non poteva tirarsi indietro proprio ora che erano così vicini al traguardo.
«Beh... Fatemi gli auguri» sospirò infine il bicolore, muovendo i primi passi verso la porta.
Tum tum.
Tum tum.
Tum tum.
Tum tum.
Era arrivato.

Alzò una mano quasi tremolante e con un ultimo sospiro, bussò.
Toc toc toc.
Il cuore del ragazzo era arrivato nella sua gola per quanto batteva forte.
Non poteva farsi prendere dal panico.
Bussò nuovamente non avendo ottenuto risposta, forse con un po' più di frustrazione e stress.
Dopo un paio di secondi infatti, una voce familiare lo fece congelare sul posto.

«Entra Dio mio, basta che non mi sfondi la porta»

Tum tum tum tum tum tum tum...

«Ah, se sei Rebecca, ricordati il tanga di caramelle o non entri» continuò la voce, incurante della decenza.
Lo sguardo di Sigma si fece parecchio seccato.
Non sarebbe stata una conversazione tranquilla.

A.a

STO BENE RAGAZZI CIAO❤
È un periodaccio per me, per la mia classe, ma penso per tutti in generale, anche se ora in teoria la situazione dovrebbe essere calma.
Comunque, non ho molto da dire se non, ultime teorie su chi potrebbe essere l'ex di Sigma?👀

Nel dubbio, alla prossima💖

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