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VI.

Trovare davanti i miei tre amici sull'uscio di casa alle due di notte, preoccupati e increduli da ciò che hanno assistito venti minuti fa, peggiora solo la situazione. Sicuramente vorranno spiegazioni su quello che sta accadendo e molto probabilmente già si staranno chiedendo io chi sia, o addirittura che cosa sia, visto che normalmente un essere umano non può possedere poteri innati o aprire magicamente dei portali da un mondo all'altro.

"R-ragazzi, ciao! Cosa devo la vostra visita a quest'ora?" tento di apparire disinvolta, ma sto solo facendo la figura della perfetta idiota. Loro tre rimangono a fissarmi senza muovere un muscolo, magari adesso avranno anche paura di me. Perfetto, era proprio quello che volevo: essere scambiata per un alieno o per una pazza che spara poteri totalmente a caso.

"Possiamo parlare?" chiede Camilla, finalmente quel mutismo assordante è sparito e anche se sia durato una manciata di secondi, per me è come se stesse durando una decina di minuti.

"Certo, entrate!" li accolgo in casa facendo finta di nulla. "Allora...ditemi."

"Stai scherzando, spero." Puntualizza Spike.

"Melissa, abbiamo visto te che correvi come una disperata nella speranza di scappare da quel trio di criminali e improvvisamente si è aperto una sorta di voragine a forma di rombo e ci sei entrata dentro. Non è una cosa che normalmente vedo tutti i giorni." Dice Thomas realizzando che quello che sta dicendo non ha senso, ma è esattamente ciò che ha visto.

"Si chiama portale magico." Rispondo cercando di assecondare quello che dicono.

"Oh, grazie mille per l'informazione." Ironizza Spike. "Vogliamo sapere come hai fatto, anzi come fai, perché secondo me sei abituata a creare cose del genere."

Non riesco a rispondere, neanche a tirar fuori la solita scusa plausibile per scappare dalla situazione. Stavolta mi sento davvero con le spalle al muro, tutti e tre mi guardano ancora con il solito sguardo di incredulità e comprendo benissimo la loro reazione. La mia mente viaggia in bilico tra l'ammettere tutta la verità o mentire sporadicamente, ma so che, se decidessi di scegliere la seconda opzione, mi troverei ancora di più in difficoltà ad esprimermi e soprattutto loro non mi crederebbero più, anzi si arrabbierebbero perché si sentirebbero giustamente presi in giro. Ed io non voglio questo. Se devo essere sincera, io mi fido di loro e so per certo che, se dovessi chiedere di mantenere questo segreto, lo farebbero senza problemi, ma ho una voce in testa, una paranoia assillante che mi fa venire quasi un'emicrania, che mi dice di non enunciare neanche una mezza parola, altrimenti si allontanerebbero da me per paura che io potessi metterli in pericolo. Mia madre, prima di andarmene dall'Altrove, mi disse che per salvarmi, dovevo scappare e fino adesso l'ho fatto, ma penso che sia arrivato il fatidico momento di affrontare la questione di petto. Quindi, prendo un bel respiro e li fisso uno ad uno.

"Volete la verità? Va bene, sedetevi. Ma farò in modo che voi ci arriviate da soli." Tutti e tre si guardano negli occhi, ma si siedono comunque sul divano. Io, invece mi siedo su una sedia di fronte a loro. "Voi sapete quanto io sia una persona impacciata ed impanicata in qualsiasi cosa che devo fare a livello pratico. Diciamo che ho finto. Beh, in realtà non totalmente, visto che ancora mi sveglio due ore dopo che la sveglia si attivi e quando sono l'ultima a chiudere il locale, molto spesso mi scordo le chiavi attaccate alla porta del bar." a quest'ultima frase accenno una risatina, anche se loro non ricambiano. "Però, io sto realmente nascondendo un qualcosa che so fare, purtroppo non voluto da me, ma è qualcosa nel quale ci sono nata, e se lo mostro come se fosse una cosa normale, potrò essere considerata un pericolo e soprattutto verrei rintracciata dalla mia famiglia. Thomas..." dico incrociando il suo sguardo. "Ti ricordi la storia della signora e dei soldi bruciati? Beh, ecco, l'ho causato io. Ricordate anche la storia della porta di vetro della trattoria frantumata dal vento? Anche quello l'ho causato io."

"Un momento." Interviene Spike bruscamente. "Ci stai dicendo che tu possiedi dei poteri magici?"

"Esattamente."

Thomas e Camilla scoppiano a ridere come se stessero assistendo a uno spettacolo comico. Non mi posso lamentare della loro reazione, almeno non è tragica come pensavo. Però, vorrei che prendessero seriamente tutta questa situazione e che possano accettarmi e vedermi come la Melissa di sempre. Mi sento più tranquilla adesso, mi sono cacciata un peso, un sassolino dalla scarpa, ma nel concreto non ho ancora ricevuto nessun riscontro positivo o negativo.

"Melissa, certo che hai una mente fantasiosa." Afferma Thomas con le lacrime agli occhi. "Non giustificare il tuo essere imbranata con l'avere dei poteri magici, perché non esistono."

"Ti prego, questa cosa non la dire in giro, ti potrebbero scambiare per pazza." Dice Camilla mentre si sistema gli occhiali.

"Io non sono una pazza!" rispondo alterandomi. "Spike, dimmi che almeno tu mi credi."

"Dimostralo. Se non vedo, non credo."

Mi guardo intorno nel disperato tentativo di trovare qualcosa per cui usare i miei poteri, ma, fortunatamente, mi sono appena ricordata della pianta di girasole cresciuta a casa di Spike.

"Ti ricordi l'altra volta a casa tua? La pianta di girasole sulla finestra in camera da letto?" Spike mi fissa adirato e, impanicato allo stesso tempo, lancia degli sguardi di imbarazzo verso loro.

"Casa tua? Camera da letto? Cosa?!" Camilla fa un balzo sedendosi più composta e punta il dito su me e Spike.

"No, non so di cosa stia parlando." Dice Spike senza togliermi quelli occhi furiosi su di me.

"Spike, ti supplico, ti ricordi la pianta di girasole di cui ti lamentavi che non cresceva?"

"Probabile."

"Ma non è che voi due fate sesso?" interviene Camilla appena entrata in uno stato di euforia.

"No Camilla, giocano a briscola per passare il tempo." Risponde secco Thomas.

"Questo sì che è un gossip!"

"L'ho fatta crescere io involontariamente, per questo quella volta mi sono spaventata e ti ho graffiato la schiena." Dopo aver detto questa frase, avverto un calore irritante sul viso e divento rossa, mentre Spike si copre la faccia con le mani.

"Melissa, non ti facevo così selvaggia!" commenta Thomas divertito dalla situazione, scordandosi del fatto che io possiedo un talento sovrannaturale.

"Ragazzi, vi prego, concentratevi! E soprattutto credetemi. Spike, tu mi credi, vero?"

"Magari è stato solo un caso." Puntualizza. "Non sempre le piante crescono subito e tu lo stai facendo passare per il miracolo divino che non hai mai compiuto. Pensi di essere speciale?"

"Ah sì? E come me lo spieghi il portale aperto magicamente dietro di me?!" insisto.

"Melissa, amore, devi sapere che noi tre abbiamo bevuto un bel po'. Avremmo visto male e tu ne stai approfittando."

"Non potrei mai approfittare dei miei amici, Spike. E per la cronaca, tu sei pure amante di tutto ciò che riguarda l'horror e il sovrannaturale!"

"Sì, ma è una passione che rimane tra me e me medesimo, non vado mica in giro a dire che sono una fatina con i poteri magici." Lo guardo delusa, pensavo che almeno lui mi potesse credere. Lui ricambia lanciandomi uno sguardo stizzito, molto probabilmente perché ho accidentalmente rivelato il nostro tipo di rapporto.

"Ma quindi...quando avete cominciato a scopare?" domanda Camilla non curante della situazione.

"Va bene, fate come volete." Scoraggiata mi reco in cucina a prepararmi una camomilla; ci vuole visto l'orario e la situazione imbarazzante e deludente che si è creata.

"Eh dai, non ti arrabbiare!" replica Thomas ridendo, mentre tutti e tre si avvicinano in cucina. "Semplicemente, potevi trovarti qualsiasi scusa realistica e te ne sei uscita fuori che hai dei poteri. Hai 25 anni, non ne hai 8."

"Voi non capite." Dico senza staccare gli occhi dal fornello.

"Tesoro, per favore, non c'è bisogno di starci male. Se ti prendiamo in giro a volte e perché ti vogliamo bene...e soprattutto ti troviamo buffa!" dice Camilla con il suo solito sorriso stampato in faccia.

"Buffa, mi trovate buffa?" mi giro irritata verso di loro. "Sono letteralmente scappata da un altro mondo perché mi vogliono morta – famiglia compresa -; sto cercando di farmi una nuova vita lavorando e stringendo nuovi amicizie; mio fratello, non so come, mi ha rintracciato e mi vuole rapire per riportarmi nell'Altrove; sto cercando anche di essere più onesta possibile con voi, rivelando la mia vera identità, perché, credetemi, siete le uniche persone che conosco e anche di cui mi fido, e voi cosa fate? Mi date della perfetta deficiente che spara cazzate su cazzate per giustificarmi?!"

"Melissa..." interviene Camilla guardandomi preoccupata.

"Che c'è? Mi vuoi dire che sto esagerando perché sto trovando altre scuse?!" il potere del fuoco che ho per sbaglio attivato fuoriesce dai fornelli e circonda il piano cottura a induzione.

Spike, spaventato, afferra le mie braccia e mi sposta frettolosamente dalla cucina. La piccola finestra che sta al lato si spalanca violentemente; l'acqua del rubinetto a fianco al piano cottura esce creando successivamente un ingorgo e di conseguenza trabocca fuori il lavandino. Sono ufficialmente fuori controllo e quando sono in questo status, solitamente mi appare della nebbia davanti ai miei occhi non riuscendo più ad intravedere cosa e chi c'è accanto a me, figuriamoci capire cosa stia succedendo. Decido di tornare nel soggiorno e, per ogni passo che faccio, delle crepe si fanno vive sulle mura di casa. Improvvisamente un portale si apre davanti a me e, anche se sono ancora incosciente mentalmente, riesco a intravedere Ludwig uscire dal portale e piazzarsi di fronte a me. Intanto, Spike, Camilla e Thomas ci raggiungono anche loro nel soggiorno.

"Melissa!" Ludwig tenta di scuotermi, ma viene spinto dalle mie scariche elettriche che in questo momento stanno danzando sul mio corpo. "Perché sta così? Cosa cazzo avete combinato?!" urla verso loro tre che nel frattempo stanno all'in piedi immobili comprendendo che l'hanno fatta grossa. "Melissa, mi senti? Sono Ludwig!"

Oh Ludwig, io riesco a sentirti, il problema è che è successo di nuovo: le emozioni hanno preso ancora una volta il sopravvento. Provo così tanta rabbia misto a delusione verso i miei amici che sto seriamente pensando di farli crollare insieme all'appartamento. Alla fine, è come avevo previsto: scambiata per una pazza che un giorno si sveglia e dice di avere dei poteri immaginari. Partivo già con il presupposto che questa incredulità verso i miei poteri poteva accadere, ma quando hanno continuato a prendermi in giro ridendomi in faccia come se fossi una rincoglionita, mi ha letteralmente imbestialita. I miei amici, gli unici su cui potevo contare, mi deridono e Spike che, nonostante il nostro rapporto, mi guardava con diffidenza, come se fossi una qualsiasi sguattera con una rotella fuori posto. Ad un certo punto, non sento più niente, nessuna sensazione sul mio corpo: ciò significa che i miei poteri sono svaniti. La nebbia davanti ai miei occhi rimane ancora lì e il mio corpo piano piano inizia ad indebolirsi. Percepisco la sensazione di cadere e la mia schiena sbattere contro il pavimento; ed è proprio da qui che le palpebre dei miei occhi si chiudono lentamente.

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