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V.


Percepisco un caldo fastidioso, ma allo stesso piacevole all'interno del bagno della discoteca. Non so per quanto le mie gambe divaricate e la mia schiena arcata e poggiata al muro possano reggere le numerose spinte di Spike. Sento il suo affanno eccitato sul mio collo mordicchiandolo delicatamente, mentre io faccio di tutto per non emettere ansimi troppo rumorosi. Improvvisamente si stacca da me e mi guarda dritto negli occhi, mentre io cerco di non scivolare, poiché sento di avere dei giramenti di testa.

"Vuoi provare una nuova posizione?" dice ancora ansimante.

"Q-quale?" mi tocco la testa nel tentativo di riprendere il fiato.

"Nulla, lascia stare." Dice comprendendo la mia situazione. "Volevo provare...a stare dietro di te, insomma." Dal suo viso percepisco che è in imbarazzo per aver detto questa frase.

"Oh!" dico sorpresa. "Beh, effettivamente non ci avevo mai provato." Sbotto in una piccola risata. "Facciamo un'altra volta, non penso di poter reggere adesso. E poi vorrei farlo in un luogo più comodo, tipo in una casa e su un letto."

"Beh, non hai tutti i torti." Si alza i boxer insieme ai pantaloni e poi si allaccia la cintura.

Inizio a sistemarmi anche io l'intimo e la gonna. Usciamo insieme dal bagno, ma io decido di fermarmi di fronte allo specchio per riaggiustarmi il trucco. Spike prende il suo pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni e dal suo interno sfila una sigaretta.

"Mi aggiusto un attimo il trucco e ti raggiungo." Dico avvicinandomi allo specchio per poi mettere un filo di mascara sulle ciglia.

"Fai con comodo, io vado da Camilla." Porta la sigaretta sulle labbra e l'accende. Dopo di che raggiunge Camilla.

Dopo aver dato gli ultimi ritocchi al mio viso, esco finalmente dal bagno. Mi guardo in giro per capire in quale punto del locale Spike, Camilla, Thomas e il suo ragazzo possano essere e inizio a camminare passando per la folla ammassata di persone. L'odore di erba, alcohol e anche di sudore proveniente da gente che balla inizia ad innervosirmi, così opto per uscire da una delle porte di emergenza per prendere un po' d'aria e sbuco in un ampio terrazzo, dove noto che vi è ancora altra gente che fa a gara a chi fa più tiri di canna. Decido di ignorare quello che ho davanti agli occhi e mi siedo sul primo divanetto che trovo vuota. Prendo il cellulare e inizio a mandare messaggi a loro tre per chiedere dove siano e anche per avvisare che, se in caso mi volessero cercare, mi troverebbero qui. Esco dall'app di messaggistica e gioco un po' a Wordaily, una app in lingua inglese in cui devi indovinare una parola di un massimo di sei lettere che l'app stessa ti dà. Camilla dice sempre che, quando mi vede giocare a questi tipi di giochi, le ricordo molto sua nonna che passa il tempo a giocare al cruciverba nella Settimana Enigmistica, e io ci rido su per il semplice fatto che non so cosa sia questo tipo di rivista, visto che nell'Altrove a stento la popolazione sappia scrivere. Avverto delle ombre troppo vicine a me e all'improvviso mi ritrovo il cellulare strappato dalle mie mani.

"Camilla, non è divertent-...Andrew!" il mio corpo rimane totalmente paralizzato alla sua vista insieme ad altri due ragazzi, non riesco neanche a fare un'espressione facciale.

"Ciao sorellina!" il colore degli occhi sono diventati bianchi; quindi, capisco che sta manifestando il suo potere tramite scariche elettriche. D'istinto inizio a correre, cercando di sorpassare la gente attorno a me, anche se ogni tanto do qualche spintonata, ma chiedo subito scusa. "È inutile che scappi, Melissa, so come acciuffarti!" sento le grida di mio fratello come se lo sentissi sempre più a fianco a me, forse perché sto solo percorrendo a vuoto il perimetro esterno della discoteca facendo sempre lo stesso tragitto, ma essendo in preda al panico, non so dove andare. Mi ritrovo finalmente all'uscita principale del locale, ma sbatto contro all'ennesima persona e chiedo subito scusa come ormai da prassi. Noto che è Thomas.

"Melissa, ti stavamo cercando ma dov'eri?!" mi canzona.

"D-devo andare." Dico con le lacrime ormai agli occhi e allontanandomi dalla sua presa.

"Melissa, che succede?" dice Camilla preoccupata.

"Scusatemi, ma devo proprio andare." Mi allontano dal marciapiede e mi dirigo verso la strada.

"Melissa, allontanati da lì, ti potrebbero investire!" urla Spike.

"Ma cosa hai, Melissa, chi è che ti dà fastidio?!" ripete Camilla.

"Voi non capireste!" urlo con tutta la voce in corpo, probabilmente mi scambieranno per pazza, ma la realtà è che non capirebbero sul serio se dicessi a loro che la mia famiglia mi sta dando la caccia da un mondo chiamato Altrove e che ho anche dei super poteri.

Accidentalmente strofino il ciondolo e apro un portale dietro le mie spalle. Proprio questa non ci voleva. Guardo il portale e rivolgo uno sguardo verso loro che stanno osservando increduli la scena. Intravedo mio fratello da lontano e senza pensarci due volte, entro dentro il portale, sperando che mi teletrasporti nella scuola di Ludwig.

Flashback 6 mesi prima.

"Madre, state bene?" le chiedo notando che, nel mentre mi raccoglie i capelli facendo due trecce, ha un'espressione preoccupata sul viso.

"Si, tutto bene, figliola. Sono solo stanca." finisce di fare il suo lavoro con i miei capelli e si sposta per sedersi sul mio letto.

"Ne siete sicura? Non mi sembrate stanca, ma bensì tesa per qualcosa. Avete litigato con mio padre?" scruto mia madre con attenzione facendo sì che non mi sfugga nessun ghigno sul suo volto.

"Tesoro, siediti un attimo vicino a me." Picchietta il letto per invitarmi a sedermi accanto a lei e non ci penso due volte a farlo. "Come vanno i tuoi poteri?"

"Le scariche elettriche le sto manifestando, ma non so come usarle. Mi consigliate di allenarmi?"

"Ti consiglio di scappare, tesor-..." la voce di mia madre viene interrotta da un forte desiderio di piangere. Copre il suo viso con la sua mano e scoppia in un pianto trattenuto.

"Madre, cosa avete?! Non vi ho mai visto piangere! Mio padre vi ha alzato le mani?" allarmata afferro i suoi polsi per toglierli dal viso e da lì noto il suo volto pieno di lacrime. "Madre...mi state preoccupando." dico pacando i toni.

"Tesoro, ascoltami, tu mi vuoi bene?" mi guarda fisso negli occhi e con tono deciso.

"Certamente madre, non potrò mai percepire un sentimento contrario."

"Allora se mi vuoi bene, mettiti in salvo. Scappa da qui."

"Madre, voi sapete quanto io desideri questa cosa, soprattutto perché noi donne siamo prigioniere di una società in cui la figura maschile prevale. Ma come posso fare? Mi duole dirlo, ma siamo destinate a questa vita."

"Ce la devi fare, il tuo caso è diverso."

"In che senso? Madre, non capisco." Mia madre si alza dal letto e gira per la stanza nervosa in cerca di qualcosa. "Madre, sono più confusa di prima." Ad un certo punto si ferma di fronte la finestra e afferra la pianta di girasole poggiata sopra.

"L'hai fatta nascere tu?"

"Beh, sì, solo che è nato magicamente."

"Che cosa vuoi dire con magicamente? Non l'avevi piantato come ti ho sempre insegnato?"

"Certamente, solo che quando ho messo il seme, è cresciuto subito, senza averlo annaffiato con l'acqua."

"Lo sapevo." Posa il vasetto e frettolosamente apre l'armadio; dopo di che prende tutti i miei abiti e li mette in una valigia di legno. "Ho già parlato con Ludwig, comunque, tra un po' ti viene a prendere."

"Ma di cosa state parlando, madre? È per via del girasole? Mi sta punendo per non averlo potato come voi mi avete detto di fare?"

"Io ti sto salvando la vita!" si gira verso di me arrabbiata. "Ogni famiglia dell'Altrove dovrebbe possedere un solo potere magico naturale, tu invece li hai tutti e cinque! Possibile che non te ne sei mai resa conto?!"

"Madre, io..." dico ancora più dubbiosa di prima. "pensavo fossero solo coincidenze, in quanto ho solo dato importanza al potere dell'energia, quello della nostra famiglia. Non pensavo che..."

"C'è una caccia alle streghe là fuori." Mi interrompe. "si dice che vi sia una persona nell'Altrove capace di possedere tutti e cinque gli elementi naturali, in quanto, secondo la legge del Re, è illegale; così il Re ha mandato un'ordinanza nel quale chi trova questa persona, avrà il privilegio di ucciderla con le sue stesse mani e verrà ricompensato in gettoni d'oro. A quanto pare, quella persona sei tu." Finisce di preparare la mia valigia e osserva fuori la finestra. "Secondo te, perché tuo padre e tuo fratello sono sempre fuori a caccia? Pensi veramente che vadano a cacciare animali per avere la cena a tavola?"

"I-io penso che se capiscano che io sia effettivamente quella persona, lascerebbero stare..." dopo aver ricevuto tutte quelle informazioni, comincio a tremare. "...in fondo, sono la figlia di Dominick e la sorella di Andrew." guardo fisso negli occhi di mia madre nella speranza di avere una sua approvazione, ma ricevo solo il contrario.

"Tuo padre e tuo fratello sono degli animali. E soprattutto perché sei donna, non ci penseranno due volte a farti fuori." Afferra il mio cappotto dall'appendiabiti e me li porge. Dai miei occhi escono fiumi di lacrime, non posso crederci di essere considerata meno di zero, soprattutto dalla mia famiglia. "Mi dispiace dirti queste cose, credimi, ma questa è la realtà dei fatti." Anche gli occhi di mia madre iniziano a bagnarsi. "Ma io e Ludwig siamo le uniche persone dell'Altrove che ti vogliono bene e l'unico modo per tenerti salva la pelle, è quello di scappare lontano da qui, in un altro mondo." Mia madre sbircia di nuovo fuori la finestra per vedere se Ludwig sia venuto a prendermi. "Perfetto, Ludwig è qui, muoviamoci prima che tuo padre e tuo fratello tornino prima."

Indosso il cappotto frettolosamente e afferro la mia valigia, ci dirigiamo subito verso la porta d'ingresso e intravediamo Ludwig fuori sul cavallo.

"Madre, voi cosa farete?" chiedo preoccupata.

"Trascorrerò qui il resto dei miei giorni come sempre." Risponde senza esitazioni.

"Ma madre, dovete scappare anche voi!"

"Non sono io quella in pericolo, ma tu." Mi accarezza dolcemente il viso. "Tesoro mio, sappi che la cosa che mi renderà felice e serena d'ora in poi è sapere che tu starai bene. È quello che spero ogni giorno da quando sei nata. Ricordati che lo sto facendo per te e perché nutro un amore materno che va oltre ogni sentimento esistente." Non esito a scoppiare a piangere e la stringo forte a me, dandole il mio abbraccio d'addio, forse anche l'ultimo. Ci guardiamo negli occhi, entrambe con le lacrime sul viso. "Adesso vai e non voltarti indietro. Ricordati: devi scappare per salvarti." Mi volto verso Ludwig e salgo in sella al cavallo.

Ludwig picchietta il cavallo e insieme ci allontaniamo dalla casa e da mia madre. Istintivamente faccio quello lei mi ha detto di non fare, ovvero quello di guardare indietro: intravedo mio padre e mio fratello avvicinarsi verso di lei e guardarmi; improvvisamente, vedo mia madre cadere per terra priva di sensi a causa delle scariche elettriche create entrambi. Talmente che la scena è stata intensa che non riesco neanche ad urlare, ma scoppio a piangere un'altra volta. Ludwig intuisce e picchietta ancora di più il suo cavallo per correre più velocemente possibile. Cingo i fianchi di Ludwig per evitare di cadere. Se è un incubo, vi prego di svegliarmi.

Roma, presente.

Ero convinta che il portale mi avesse teletrasportato nella scuola di Ludwig, e invece mi ha spedita a casa. Strano, generalmente i portali trasferiscono da un mondo all'altro, non da luoghi dello stesso mondo. Mi ritrovo in camera da letto, poso la borsetta sul letto e mi dirigo direttamente in bagno per struccarmi, voglio proprio dimenticare questa giornata. Qualcuno suona al campanello. Sono indecisa se aprire la porta o meno. E se mio fratello avesse scoperto dove abito? Mi faccio coraggio e guardo nell'occhiello della porta: erano Camilla, Spike e Thomas.

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