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Capitolo 38

Ella's Pov

"Cosa vuol dire?" Domando incredula a quello che mi hanno appena detto.
"Quello che hai appena sentito Ella, andrai a Berlino per uno stage." Ribatte mio padre.
"Ma voi avete idea di cosa avete fatto? Chi vi ha dato quest'ordine? Non io di certo! Dovrò andare in Europa e sarò costretta a lasciare tutto. Lasciare tutto quello che ho costruito in quest'ultimo anno!"
"Credevamo di fare qualcosa di bello per te, che potesse darti uno slancio in più..." Interviene mia madre.
"Ma per quale ragione? Sono abbastanza grande da badare a me stessa! Non avevo affatto bisogno di voi."
"Ora basta signorina! Non permetto  che ci parli in questo modo. Abbiamo fatto qualcosa di utile per te. E ora che tu cominci a prenderti le tue responsabilità e che ti aiuti a crescere nel futuro. Dopodomani tu parti per l'Europa e con questo chiudo."
Sono allibita da quello che mi stanno dicendo. Dovrò lasciare tutto...Lucy, Felipe, Christel, Andrew, Sharon, Nonna Grace, Nonno Peter... Steven...
No, non posso! Io non posso lasciarlo, ci eravamo detti mai e mai succederà. Ma non ho altra scelta, i miei genitori sono convinti di tutto ciò. Vogliono che parta per la Germania ed è quello che mi tocca fare...
"Steven?" Sussurro.
"Vi scriverete tesoro, poi ora esistono vari mezzi comunicativi, i social network. Non sarà difficile. E poi potresti venire a trovarci. E ricorda che non sarà per sempre è solo questione di mesi." Mi dice mamma cercando di rassicurarmi.
Questione di mesi? Ma loro hanno idea di ciò che hanno fatto? Non è affatto giusto, lasciare Steven sarebbe come se qualcuno mi stesse privando l'aria per i polmoni. Loro non hanno idea di ciò che significa per me...Lasciarlo significherebbe mandare in frantumi gran parte della mia vita. Ma perché è così difficile capirlo? E ora? Come lo spiegherò a Steven? Andrà su tutte le furie.
Mi alzo da tavola lasciandoli soli a meditare su quello che stanno facendo. Evidentemente non si sono resi conto di quanto sia tremendamente doloroso per me, ma visto come la pensano credo che a loro non importi nulla. Cosa significa per aiutarti a crescere nel futuro? Mi stanno privando di vivere la mia vita come voglio io!
Afferro le chiavi dell'auto che avevo lasciato sull'ingresso e vado via sbattendo la porta violentemente.
Entro in macchina e rimango lì a fissare il vuoto, il mio istinto mi porta a cacciare un urlo enorme tanto da cominciare a battere i pugni sul volante e iniziare un pianto isterico. Le mie guance sono ormai rigate di lacrime e non so più come gestire questa situazione alquanto ridicola. Mi guardo attorno notando tutti gli oggetti presenti in auto. Si sente odore di Steven... L'auto odora di lui ed è proprio quello che mi rasserena un po'. Poi con un po' di coraggio asciugo le lacrime, accendo l'auto e mi dirigo a casa di Steven.
Accendo la radio sperando di trovare una canzone giusta al mio umore e fortunatamente almeno lei non mi delude. Alla radio parte Ligh me up di Ingrid Michaelson, il che non mi dispiace affatto. È la canzone giusta con l'umore giusto....

Arrivata a destinazione, suono il campanello sperando non ci mettano molto ad aprire. Ho una fretta necessità di parlare con Steven. Non ho idea se dirlo ora, in questo preciso momento, ma so che se non lo farò sarà molto peggio. Sì, sarà molto peggio guardarlo negli occhi mentre mi giura amore eterno, mentre mi giura che non mi lascerà mai... E pensare che sarò proprio io a lasciarlo. Fa male, fa tutto così male.
"Piccola!" È proprio lui ad aprire la porta. Guardarlo mi crea un dolore immenso, non ho affatto voglia di spegnere quel sorriso meraviglioso, non me lo perdonerei mai. Ma perché? Perché amare comporta tutti questi rischi, questi dolori? Perché io e Steven non riusciamo ad essere felici?
"Allora com'è andata dai tuoi? Che ti hanno detto?" Domanda Steven distraendomi dai miei pensieri.
"Ehm...sì, nulla di particolare. Le solite cose da genitori." Mento.
Oh no! Perché l'ho fatto?
"Vorrei tanto dirti di aver capito, ma come ben sai non ne ho la più pallida idea." Ridacchia.
Il suo sorriso meraviglioso. È bellissimo.
"Lascia stare."
Per tutto il tempo non fa altro che fissarmi, ha proprio un punto interrogativo stampato sulla faccia. Ha ben capito che c'è qualcosa che non va, però non si ostina a chiederlo. E va bene così. Steven mi conosce benissimo e sa che non deve costringermi se non voglio.
Raggiungiamo la sua camera da letto e ci stendiamo senza esitazione, mi avvolge tra le sue braccia e mi stampa un bacio che man mano diventa sempre più intenso. Poi raccoglie il mio viso fra le mani e mi spinge a guardarlo. Che occhi! I suoi bellissimi occhi verdi che mai e poi mai sarei in grado di lasciar andare. Io non posso lasciarlo andare, non devo. Non so perché non sono riuscita a dirgli la verità, ma credo di non essermela sentita. Troverò il modo perché capisco che il tempo scorre e non ne ho molto a disposizione, perciò mi auguro che entro oggi riesca a raccontargli tutto.
In men che non si dica ci addormentiamo dolcemente dimenticando tutti i problemi e devo dire che è proprio quello che mi serve.

****

"Ella! Ella svegliati!"
Ma cosa sta succedendo?
Mi rendo immediatamente conto che si tratta di Steven. Mi domando da quanto tempo stessi dormendo. Cerco di aprire gli occhi stiracchiandomi rumorosamente tanto da cadere all'indietro e provocare in Steven una fragorosa risata. Mi rialzo poggiando i gomiti sul letto guardando Steven con sguardo omicida. Afferro il cuscino dall'altro lato del letto e lo lancio nella sua direzione colpendolo in pieno. Steven fa lo stesso e si scatena una guerra di cuscini fino a ritrovarci sfiniti sul letto, ma comunque tutto felici.
Poi mi torna in mente tutto. Credo che questa dormita sia stata il mio momento di pausa. Devo raccontare tutto a Steven perché è la cosa giusta. Poi sono sicura che insieme troveremo una soluzione.
"Stev possiamo parlare?" Domando.
Lui annuisce mettendosi a sedere e intrecciando la mia mano nella sua.
"Finalmente. Sapevo che c'era qualcosa che non andava, ma ho preferito che fossi tu a dirmelo. Ora raccontami tutto."
Faccio un lungo sospiro prima di cominciare, poi mi decido a parlare.
"Tu sai che abbiamo finito la scuola da poco e che per farci una carriera dobbiamo cominciare dagli stage? Mbe, devi sapere che i miei genitori me ne hanno trovato uno, ma non è molto vicino..."
Mi fermo un attimo cercando di intravedere il suo sguardo in questo momento. Ha lo sguardo basso intento ad ascoltare le mie parole per filo e per segno mentre stringe a sé la mia mano.
"In Germania, a Berlino..."
Steven alza velocemente lo sguardo sbarrando gli occhi verso di me.
"Cosa? Intendi in Europa?"
Annuisco senza dire nulla e aspetto che sia lui a parlarmi ancora.
"Perché hanno fatto una cosa simile?" Domanda cercando di mantenere la calma.
"Per garantirmi un ottimo futuro o almeno è quello che loro suppongono."
Sento Steven sbuffare pesantemente, ma nonostante tutto continua a mantenere la calma. Non immagino cosa succederebbe se la perdesse da un momento all'altro.
"Ci andrai?" Domanda con un tono di voce basso. Annuisco di nuovo poggiando la testa alla sua spalla.
"Mi tocca..."
"Tu...tu non puoi lasciarmi..." Ha la voce spezzata, credo che tra un momento e l'altro scoppi a piangere, ma non sono tanto sicura che lo farà qui davanti a me. Rimaniamo entrambi in silenzio non sapendo più cosa dire, è come se i nostri sogni fossero stati risucchiati da un vortice e non potranno più essere recuperati.
"Hai davvero intenzione di andartene? E che ne sarà di me, di te, di noi? Te ne rendi conto?"
Come non detto! Sta perdendo completamente le staffe e la cosa mi preoccupa seriamente.
"Certo che me ne rendo conto! Cosa credi? Questa situazione è difficile anche per me..."
Steven è sul punto di scoppiare, ma è come se volesse trattenersi, poi si alza dal letto e comincia a camminare per tutta la camera. Dopo un po' si ferma e si poziona proprio davanti a me. Vorrebbe dire qualcosa, ma non la dice e va via lasciandomi sola, confusa e spiazzata.
"Steven dove stai andando?" Lo rincorro sperando si fermi. Fortunatamente lo fa, ma la sua risposta non mi fa altrettanto piacere.
"Lasciami in pace Ella, ho bisogno di pensare..."
Ed ecco che va via abbandonando me e il nostro amore così soffocato.
Mamma, papà mi avete rovinato la vita!

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