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Capitolo 36

Steven's Pov

Driiin driiin

Maledetta sveglia! Maledico colui che l'ha inventata cazzo!
Sbadiglio rumorosamente e stiracchio le braccia. Le mie orecchie udiscono un silenzio troppo strano per i miei gusti e non ho ancora sentito  quel pianto frustrante che solo Christel può emettere. Mi strofino gli occhi cercando di realizzare tutto ciò, mi alzo dal letto e vado in cucina e scopro in effetti che nessuno è in casa. Ma dove saranno?
Poi oggi è il giorno del mio compleanno...
Aspetta! Oggi è il mio compleanno? Sì! L'avevo completamente dimenticato tra tutto ciò che è successo in questo periodo.
Sicuramente saranno andati al supermercato a comprare gli ingredienti per fare una torta... sarà sicuramente così anche perché la nonna ci tiene molto a queste cose.
Così per non rovinare la sorpresa, vado a farmi una doccia mi vesto e faccio colazione. Dopodiché vado a trovare Ella, sarà felice di vedermi e poi voglio passare un po' di tempo con lei, è molto  che non restiamo soli e ne ho molto bisogno.

Arrivato davanti a casa sua, scendo dall'auto e mi dirigo verso la porta d'ingresso. Provo a citofonare una prima volta ma nulla, allora provo una seconda e una terza, ma niente da fare. Nessuno è in casa. 
Estraggo il cellulare dalla tasca e provo a chiamarla, ma nulla. Faccio lo stesso  con Lucy, Felipe, la nonna, il nonno, Andrew e persino Sharon che non ho chiamato quasi mai. È come se la terra li avesse disintegrati tutti. Per giunta il giorno del mio compleanno. Sarà successo qualcosa ed io non ne sono a conoscenza. E perché non dovrebbero avvisarmi? È tutto molto strano.

Ed ora? Che faccio?

Ho continuato a vagare per la città con la speranza di incontrare qualcuno di loro, ma in questa città così grande dubito fortemente tutto ciò. Speravo almeno che qualcuno di loro mi chiamasse per dirmi che stanno bene e che mi stanno aspettando a casa, ma nulla. Sono solo le quindici e trenta e non ho intenzione di stare a sperare che si facciano vivi perciò decido così di andare in un bar a bere qualcosa, mi servirà, anche perché dopo questa "scomparsa" generale sto perdendo letteralmente le staffe. Cerco di stare calmo il più possibile, ma il mio istinto mi porta a sferrare un calcio a un vecchio portone. Provo e riprovo a telefonare sperando che qualcuno mi risponda o che mi richiami il più presto possibile, ma nulla da fare. Nessuno si degna di rispondermi o chiamarmi, neanche per darmi gli auguri di buon compleanno.
Poi d'improvviso mi arriva un messaggio da Felipe dove mi avvisa che sono andati ad un corso gioco per bimbi fuori città  e dato che hanno provato a svegliarmi in tutti i modi possibili e non c'è stato modo, mi hanno lasciato a casa. Naturalmente questo corso è per Christel e doveva andarci un intero esercito e per vedere cosa poi? Una bimba piccolissima che apprende quello che le viene mostrato. Ma per favore!
Grandi amici che sono! Poteva rimanere almeno qualcuno con me. Per esempio Ella...

Entro nel bar dove c'è molta gente, tra cui una donna e un uomo che si tengono mano per mano mentre sorseggiano il loro drink, un uomo muscoloso con molti tatuaggi che raffigurano un serpente e una rosa alquanto spinosa che perde...sangue? Credo, o qualcosa del genere. È intento a buttare giù almeno tre bicchierini di vodka secca al secondo.Ha l'aria perplessa e distrutta allo stesso tempo, è come se il mondo gli fosse crollato addosso da un momento all'altro e lo capisco terribilmente.
Mi fermo al bancone e una donna dai capelli rosso fuoco a caschetto, con un piercing al labbro inferiore si avvicina a me per chiedermi cosa volessi ordinare. Ordino una birra e mi siedo lì esattamente nella stessa posizione in cui si siedono quegli uomini disperati, pronti a superare tutto con l'alcol.
"Ehi amico, anche tu sofferente per donna?" Mi dà voce l'uomo con quello strano tatuaggio. Il suo alito sa di vodka ed è così forte che non oso immaginare quante ne abbia bevute da quando è arrivato. E a quanto pare a caschetto rosso non gli sia importato più di tanto. Naturalmente quelle come lei si fanno gli affari loro e sperano solo di essere pagate fino all'ultimo centesimo, ovviamente se qualcuno si sente male non è assolutamente una sua responsabilità. Egoista!
"Ciao." Lo saluto. "Non proprio, diciamo che la mia famiglia ha deciso di farsi da parte proprio il giorno del mio compleanno e stamattina tutti loro sono andati a fare una gita fuori città." Gli spiego.
Che poi non capisco il perché sto spiegando una mia questione ad un tizio che nemmeno conosco. Mah...
"Oh! A Ronny dispiace tanto. Qual'è il tuo nome?"
"Steven e a quanto pare tu devi essere Ronny." Rispondo risultando più gentile possibile. È così grosso e mi sembra di star a parlare con un bambino dell'asilo.
"Si, sono io Ronny. Mia ragazza mi ha lasciato... Lei dice che non ama Ronny." Abbassa la testa mortificato.
"Vuol dire che non è quella giusta Ronny, ne troverai un'altra." Cerco di consolarlo.
"Ma Ronny ama lei." Ribatte.
"Capisco, ma vedi, l'amore non sempre va come deve andare."
"Tu fidanzato?" Domanda.
"Si, lo sono." Rispondo accennando un sorriso.
"Com'è?" Chiede.
"Mbe è la donna più bella che avessi mai incontrato nella mia vita. È il mio battito e respiro. È l'amore della mia vita." Dico con fare molto fiero. In effetti lo sono e molto.
"Oh bello! Tu molto innamorato come Ronny. Che consiglio dare?"
"Non perdere la speranza, le cose nella  vita arrivano quanto meno te l'aspetti e dall'oggi al domani vedrai che arriverà anche per te l'amore Ronny. E smettila di bere perché con quell'alito dubito fortemente che qualcuno di avvicinerà." Gli consiglio.
"Grazie per consiglio Steven. Ronny lo seguirà." Mi ringrazia dandomi una pacca sulla spalla.
Ma perché si riferisce al proprio io ripetendo il suo nome? Oh mamma!Credo sarà una giornata molto lunga...

Ormai è quasi buio e sono sfinito, ho solo voglia di tornare a casa. Vado sotto casa di Ella, dove avevo lasciato la macchina e torno a casa sperando almeno che siano tornati. E non mi hanno nemmeno avvisato...
Sono appena arrivato sotto casa. Apro la porta con le chiavi di riserva che la nonna lascia sempre sotto al vaso di fiori accanto alla porta d'ingresso e me la chiudo alle spalle più seccato che mai. Mi dirigo verso la cucina e accendo la luce...

"Buon compleanno!" Urlano tutti all'unisono.
"Siete dei grandissimi stronzi!" Dico coprendomi la faccia con le mani cercando di non sembrare sollevato da tutto ciò.
"Credevi davvero che l'avessimo dimenticato?" Ridacchia Felipe avvicinandosi a me.
"Non toccarmi scemo!" Rispondo rigido.
"Oh ragazzi! L'abbiamo fatto spaventare." Interviene Sharon.
"Ci dispiace Steven." Grida Lucy dondolando la piccola.
Ella si avvicina con un sorriso compiaciuto, allo stesso tempo timorato.
"Scusa..." mi sussurra all'orecchio.
"Avevo una voglia matta di ucciderti." Le dico.
"Ti amo."
"Anch'io."
Ci baciamo avvolti dall'applauso di tutti e devo ammettere che il mio cuore è tornato a battere alla regolarità giusta ora. Sono molto sollevato e devo dire che sono stati tutti molto astuti e non mi aspettavo una sorpresa dle genere. Ma in fin dei conti dovevo aspettarmi che non mi avrebbero mai dimenticato in un giorno così e che avevano tramato per forza qualcosa. Alla fine stiamo parlando dei miei amici...

***
Ella è rimasta a dormire qui e ne sono davvero felice. È in bagno a lavarsi i denti e mi ha chiesto, come il suo solito, una mia maglietta per farle da pigiama e anche se non lo do a vedere, la cosa mi piace molto.
"Eccomi!" Esclama mettendosi a cavalcioni su di me.
"Sei bellissima." Le dico.
Comimcia a baciarmi delicatamente e man mano il bacio si fa sempre più passionale e la sua mano mi spinge ad arrivare giù. Gli sfilo la maglietta e anche lei  fa lo stesso con me, mi sbottona i pantaloni ed entra dentro ai miei boxer facendo uscire il mio genitale, ormai duro al suo tocco. Comincia a fare su e giù  prima lentamente e poi accelera sempre di più. Sto sul punto di venire, ma decido di capovolgere la situazione, la afferro e la metto sotto di me, con delicatezza le sfilo gli slip e comincio a darle piccoli baci sul seno, poi alla pancia fino ad arrivare lì sotto. Comincio a baciarla delicatamente fino ad assaporarla ben benino. Sento Ella gemere di piacere sopra di me, afferra i miei capelli e li stringe fra le sue dita, il che mi eccita troppo e mi spinge a continuare. Poi mi tira a se e con la testa fa segno di uscire il preservativo dal cassetto. Eseguo i suoi ordini, sfilo con i denti la bustina e lo fuoriesco infilandolo. In men che non si dica sono dentro di lei ed entrambi ci muoviamo a passo, Ella aggancia le sue gambe ai miei fianchi e fa lo stesso con le sue braccia rivolte verso la spalla. Si lascia andare del tutto andando all'indietro con il collo che bacio delicatamente. Sento stringere le gambe ai miei fianchi e involontariamente mi graffia la schiena  il che mi fa provare più piacere. Siamo quasi all'apice quando mi parte un gemito istantaneo: "Oh cazzo!"
Raggiungiamo il piacere subito dopo abbandonandoci completamente, stesi e abbracciati l'uno accanto all'altro con i respiri affannati dopo aver trascorso una delle notti più belle della nostra vita.
"Ti amo." Le sussurro, ma a quanto pare sta già dormendo perché non ricevo alcuna risposta. Così le stampo un bacio sulla fronte e mi addormento tra le braccia della donna più importante della mia  vita, sfinito, ma allo stesso tempo più felice che mai.

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