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Cena con vista

Seguendo le indicazioni di Google arrivò ad un locale poco lontano, davvero insolito dall'esterno. Dalla strada sembrava più un'abitazione privata che un ristorante. E in effetti dentro pareva un semplice stanzone con arredamento marinaro e pochi tavoli apparecchiati.

Ma il cameriere, che la condusse verso una porta finestra al tavolo prenotato da Silvia, le spiegò che quasi nessuno consumava all'interno, tutti volevano cenare sulla terrazza vista mare.

Eva rimase senza parole nel ritrovarsi su una terrazza a picco sulla scogliera, da cui si godeva una vista mozzafiato sul mare, acceso dal tramonto più infuocato che avesse mai visto.

"Ma questo posto è fantastico!" confessò sedendosi di fronte alla bella Silvia, che indossava un abitino nero e i capelli sciolti sulle spalle. Sorridendo, questa le versò del vino bianco e insieme brindarono alla cena che le attendeva.

Mentre si raccontavano della mattina trascorsa in modo diverso, senza per altro mai smettere di desiderarsi con lo sguardo, Alberto le raggiunse scusandosi del lieve ritardo.
Un baciamano ad entrambe decretò l'inizio della serata. Eva notò che era più eccitante vestito con pantalone e camicia di quando lo aveva ammirato nudo in spiaggia. Non si spiegava perché le piacesse così tanto.

Alberto, seduto tra le due donne, non sapeva a chi per prima avrebbe voluto dare attenzione, e quindi palleggiava il suo sguardo tra l'una e l'altra continuando a rabboccare i calici di vino bianco.

"Ti prego di non farmi scherzi Alberto, perché deve ancora arrivare la cena e io ho cominciato a bere prima ancora di arrivare. Se continuo così potrei dire e fare cose di cui potrei pentirmi."
Eva risentiva nella testa il consiglio di Jose' e nello stomaco la presenza del Negroni a stomaco vuoto!

"Sarebbe perfetto se ti lasciassi andare, ma tranquilla Eva, adesso assaggerai il miglior pesce della zona, e se non dovesse bastare ci sono io eventualmente per sorreggerti"
L'uomo flirtava con allegria e non nascondeva affatto il desiderio che provava per quella situazione.

Al calare del sole, una serie di candele furono accese sui tavoli e tutt'intorno ad essi, quasi ad accogliere la luna che, immensa, ora si specchiava nel mare.
Cominciarono finalmente a servire la cena e i tre si rilassarono tra le chiacchiere e gli sguardi sempre più accesi.

Ad un certo punto, Eva senti' una mano posarsi sul ginocchio destro e lentamente percorrere la distanza necessaria per sfiorare il bordo elastico dei suoi slip. Si fermò di scatto con la forchetta a mezz'aria cercando di non far trapelare la sua sorpresa. Alberto aveva preso l'iniziativa per giocare un po' in pubblico come era successo in spiaggia.

La ragazza temeva, a quel punto, che dai tavoli vicini potessero vedere tutto, ma il tovagliato abbondante celava perfettamente ogni carezza al di sotto di esso.

Riprese quindi a gustare il suo pesce, non accennando nessun fastidio alla cosa. A quel punto la mano sinistra di Alberto riprese la sua esplorazione indisturbata.

Col mignolo riuscì a scostare e intrufolarsi nello slip di Eva, sentendo così il calore nascosto della pelle celata fino a saggiarne la morbidezza.
Riuscì perfino ad accarezzarne la poca peluria all'imbocco del suo sesso, continuando allo stesso tempo a condurre una conversazione brillante durante la cena.

"Mmmmm... oddio... ottima cena!"

Eva cercava di resistere a quell'assalto provando a non cedere alla voglia di spalancare le gambe per farlo arrivare al dunque, ma la cosa si faceva sempre più difficile.

In tutto questo teatrino sotto la tovaglia, dietro al calice di bianco, la bella Silvia fingeva di non aver afferrato la situazione, gustandosi la scena ed eccitandosi sempre più all'idea di poter partecipare presto alla cosa.

Le dita di Alberto erano uscite dalle mutandine e adesso medio e anulare si strofinavano sulla stoffa tesa, all'altezza esatta dell'ingresso al piacere di Eva. Un po' di passaggi decisi in quella zona ed Eva ebbe il suo primo orgasmo della serata.

Dopo quel regalo Alberto le si avvicinò vorace alle labbra fino a morderle di piacere. Era decisamente eccitato e aveva voglia di posare entrambe le mani su quei corpi al suo fianco. Cominciò a toccare anche Silvia e questa di tutta risposta lo ricambiò liberando il suo pene sotto il tovagliolo posato sulle gambe e massaggiandolo con decisione, ma fermandosi poco prima di farlo venire.

"Sadica che sei" le disse l'uomo mordendosi il labbro inferiore e accendendo il fuoco nei suoi occhi.

A quel punto il Negroni, il vino bianco, le mani fantastiche di Alberto e gli sguardi torbidi di Silvia erano una bomba ad orologeria per la forza di volontà della povera Eva, che chiese il conto quasi immediatamente alla fine della prima portata.

"Adesso posso offrirvi qualcosa io nel mio bungalow?" disse roca ed accaldata.
Aveva deciso di voler provare tutto e finire la serata in bellezza.

I tre si alzarono lentamente, senza tradirsi in pubblico, ma con la voglia e il desiderio che erano arrivati a livelli incredibili.

Lasciarono il ristorante verso il sogno di un dopocena che si prospettava semplicemente speciale.

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