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Basta organizzarsi

Mentre pagaiava lentamente sulla via del ritorno, Eva ripensò a tutto quello che era successo solo mezz'ora prima.
Non riusciva razionalmente a concretizzare le sue sensazioni ne' a dare un nome al benessere che sentiva in tutto il corpo.

Riuscì a rientrare al molo solo un'ora dopo, e per lasciare nella rimessa la canoa impiegò un'eternità. Sentiva le braccia e le gambe, molli e rilassate con addosso nessuna intenzione di far evaporare quel torpore benefico accelerando i suoi movimenti.
Riprese le sue cose dalla sdraio per rientrare nel suo bungalow.

"La vedo distesa e soddisfatta signorina Eva, le fanno bene il mare e il movimento."
Jose' la stava scrutando dalla passerella che portava alla piccola casetta del custode. 

"Sì, grazie Jose' per le preziose indicazioni. Come primo giorno di vacanza direi che posso ritenermi soddisfatta... e tanto anche!" Disse tentando di celare velocemente il sorriso a mezza bocca che le scappò a quell'ammissione.

Una volta entrata in quella magnifica doccia, Eva ripercorse con la mente la sensazione delle mani di Silvia sulla sua pelle accaldata dal sole. Le immaginò nuovamente sul suo seno mentre lo insaponava e risenti' nitidamente quelle di Alberto sul suo ventre mentre scivolavano ancora e ancora tra le cosce. Fu una doccia che durò più del solito ma che le regalò qualche altro brivido prolungato.

*******

Nel pomeriggio inoltrato, mentre era stesa sull'amaca a farsi cullare dalla brezza marina, si trovò a giocherellare col pezzetto di carta su cui Silvia aveva appuntato il suo numero di telefono. Le aveva promesso di richiamarla se avesse voluto uscire, cenare insieme o fare qualunque altra cosa, ma non sapeva decidersi se chiamare o dimenticare anche di averla conosciuta.

Il cellulare tra le mani era un portale tra la curiosità della nuova Eva, che desiderava provare quell'esperienza ignota, e la vecchia solita se stessa, che rinunciava a priori per la paura di scoprire che in fondo potesse piacerle davvero.

Fece quel numero diverse volte per tutto il pomeriggio, senza farlo mai arrivare a squillare, prima di decidere finalmente di aspettare che la donna rispondesse. Era tardi per telefonare ma non riusciva ad addormentarsi senza levarsi lo sfizio di sentirla.

"Pronto?... pronto?... Eva sei tu?"

"Ciao Silvia, volevo solo controllare che non mi avessi dato un numero falso per liberarti di me."
Era contenta di essere stata riconosciuta, ma teneva sempre un po' le distanze, per non mostrarsi troppo eccitata all'idea di un prossimo incontro.

Il breve silenzio tradiva la voglia che entrambe avevano di parlarsi e rivedersi presto.

"Ho chiamato perché..."
"Ti va di andare a ..."

Parlarono contemporaneamente scoppiando a ridere, per poi rompere definitivamente il ghiaccio e l'imbarazzo, e mettersi d'accordo per la sera dopo per una cena semplice in un ristorantino lì vicino che Silvia era solita frequentare.
Ovviamente decisero di estendere l'invito per la cena anche ad Alberto, vista l'imminente partenza.

*******

La giornata seguente la trascorse tra mare, chiacchiere con gli altri affittuari appena conosciuti, ed escursioni nelle grotte della zona.
La mattinata di tutto relax la fece anche distrarre dal guardare continuamente l'ora nell'attesa dell'incontro.

L'ansia del non sapere cosa indossare o del tipo di locale in cui avrebbero cenato cominciò a serpeggiare, e questa fu la scusa giusta per bere un Negroni al bancone del chiringuito.

"Signorina, dopo questo non ricorderà neanche come si chiama se non ci mangia qualcosa su!" le disse preoccupato Jose'.

"Tranquillo Jose', tra poco mi preparo ed esco a cena."

Il ragazzo non poteva certo sapere che quel tipo di alcolici non erano mai stati un problema per Eva. Anche se ammise a se stessa che, per la prima volta, l'eccitazione le stava già facendo un po' di scherzi senza bisogno dell'aggiunta di alcol.

Quando arrivò l'ora di prepararsi Eva si ricordò del suo proposito di rompere con la vecchia versione di se' e si rasserenò prendendo dall'armadio l'unico abitino che aveva infilato in valigia all'ultimo momento. Niente di provocante o elegante, ma addosso a lei faceva tutto un certo effetto.

L'unica cosa a cui fece attenzione fu di indossare un completino intimo coordinato e seducente, tanto più che di altro genere proprio non ne possedeva. Quello era un suo pallino da sempre. Almeno la lingerie!

Mise le scarpe da tennis senza alcuna pretesa di eleganza e, sembrando più giovane dei suoi anni, legò i capelli ancora umidi dalla doccia ed uscì con l'intenzione di divertirsi.

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