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Parte 2

Socchiudo la porta. Il bagno è pulito, abbastanza piccolo, stretto, dotato semplicemente di un lavandino ed un gabinetto, ma due persone ci entrano alla perfezione. Faccio appena in tempo a poggiarmi contro il lavandino che odo la porta aprirsi ed essere successivamente chiusa a chiave.

"Quanto cazzo ho desiderato questo momento" dice, affannato. Non faccio in tempo a replicare che le sue labbra, morbide, sono sulle mie, e la sua lingua mi accarezza in un ballo veloce, scoordinato inizialmente, ma pieno di desiderio.

Finalmente posso sentire il suo corpo contro il mio. È caldo, perfetto, le sue braccia muscolose, ma non troppo, mi sorreggono per la schiena quando mi fa sedere sulla superficie fredda del lavandino.

È perfetto.

Mi stacco dal bacio, ruvido, bagnato e mi fiondo sul suo collo. La sua pelle nivea è meravigliosa, morbida e perfetta per le mie labbra. Ed è stupendo sporcarla con i miei segni, i lividi, vederla dipingersi di rosso dopo il lento cammino delle mie labbra.

Ansima, Dante, sotto il mio tocco. È così eccitato e lo è soltanto per me.

La sua mano ora è sulla mia coscia e mi beo di nuovo di quello splendido contatto. Mi accarezza più su e stavolta non sfiora soltanto il tessuto ma, finalmente, lo sposta e inizia a toccarmi. È delicato, perfetto, e lo voglio sentire ancora di più.

Le sue dita si muovono, giocano con la mia intimità, completamente bagnata. È così bello che sembra quasi surreale.

"Quanto ci infilerei il cazzo" mi sussurra all'orecchio e, contemporaneamente, inserisce il primo dito.

E gli rispondo con semplici gemiti.

Parlare è superfluo.

Lo attiro ancora più vicino a me, se possibile. Lo bacio, ancora. Non sono baci dolci, sono soltanto baci che sanno di sesso, di eccitazione, di desiderio. Non c'è un sentimento a guidarci, ma solo il più banale istinto primordiale.

Inizio ad accarezzargli le spalle, la schiena. Le mie mani si addentrano al di sotto della tua maglietta e la sfilo, poggiandola sul water chiuso. Tasto i suoi addominali appena accennati, la peluria che lo rende ancora più bello ai miei occhi, più virile, più uomo.

Il mio sguardo, mosso da una forza propria, ricade sulla sporgenza dei suoi pantaloni. È meravigliosa, perfetta.

"Quanto sei bello".

Gli slaccio la cintura, nera, e i bottoni del jeans. Con un solo colpo glieli abbasso insieme ai boxer ed eccola lì, finalmente davanti a me, alta e dura, il fulcro del mio piacere.

Penso di non aver mai desiderato qualcosa come in questo momento desidero lui.

Tocco la sua erezione nuda, bellissima, scivola tra le mie dita. Mentre io mi dedico a lui, lui si dedica a me, perfettamente. Siamo in una sintonia incredibile.

"Se non ti scopo ora, vengo tra le tue mani" afferma, catturandomi coi suoi occhi verdi.

Leva le dita dalla mia intimità ed io avvicino la sua erezione alla mia intimità. Dapprima la sfioro soltanto, poi lui inizia a spingere e penetrarmi. Un solo colpo, forte, ed è completamente dentro di me, senza mai interrompere il contatto visivo.

Il nostro gioco, adesso, si è trasformato in una serie di gemiti, nel rumore delle nostre pelli a contatto, la sua erezione che sbatte dentro di me, e il suono dei nostri baci.

Non so come descrivere quello che sto provando. Lo sento perfettamente. È come ottenere finalmente, quello che hai desiderato per anni. È come star toccando il paradiso, è come aver raggiunto la pace dei sensi.

Non penso più a nulla. Provo piacere, incrementato dai suoi gemiti gutturali, trattenuti, il suo fiato caldo che si scontra con la pelle del mio collo. E continua a scoparmi, maledettamente bene.

Non so quanto tempo passa. So soltanto che sto per raggiungere il culmine e deve essersene accorto anche lui da come le spinte si sono fatte più frequenti e più forti. Continuo a gemere, a voce troppo alta e la sua mano è subito sulla mia bocca.

"Shh, fa' la brava".

Un fuoco divampa dentro di me, non ha un'origine precisa. Mi pervade, completamente. Ed io vengo, finalmente, con un suono sordo messo a tacere dalla sua mano.

Le spinte, però, non diminuiscono di intensità. La presa si fa meno salda sulla mia bocca e il suo respiro è sempre più forte, affannato, desideroso.

"Voglio che mi vieni in bocca" sussurro, prima di baciarlo ancora e ancora.

Si stacca improvvisamente da me ed io inverto le nostre posizioni: ora lui è poggiato al lavandino ed io sono in ginocchio, davanti a lui, mentre prendo in bocca la sua erezione. È dura, il liquido pre-seminale ha un sapore salato, ma buono al contempo.

Succhio e gioco con la lingua con la sua cappella, per poi alzare gli occhi su di lui, e incontro quei meravigliosi smeraldi, lucidi ed appannati dal piacere.

È la visione più bella a cui abbia mai assistito e la conserverò nella mia mente per sempre.

Aumento il ritmo, geme e geme, non si trattiene più.

E viene, nella mia bocca, mentre dalle sue labbra esce un suono meraviglioso, liberatorio. Persino le sue gambe tremano leggermente.

Non ho mai interrotto il contatto visivo e pulisco la sua punta con la mia lingua, come sottofondo ora la sua risata.

E che risata.

"Penso che adesso posso morire felice" afferma, e mi dà una mano ad alzarmi da terra. Io rido, a mia volta, e lo bacio.

L'ultimo. È il bacio che sancisce il nostro patto, il nostro segreto. Non è feroce come quelli di prima, ma è lento, quasi dolce, goduto.

Ci baciamo penso per qualche minuto, in quel modo, e quando me ne rendo conto mi allontano e prendo le distanze.

"Abbiamo aspettato troppo per fare sesso".

"Decisamente" risponde. "Anni. Ma abbiamo rimediato, più o meno".

"Più o meno?" domando, ridendo, mentre mi sistemo meglio le mutandine e, dinanzi lo specchio, tento di aggiustare i miei capelli, che hanno un aspetto orribile e scombinato.

"Sì. Non ti ho ancora visto le tette e, credimi, una spagnola da te me la farei fare proprio".

"Hai perso la tua occasione. Non si ripeterà".

"Sappiamo entrambi che non è vero".

"Sono fidanzata, Dante" dico, guardandolo mentre si riveste. Si tira su i pantaloni e mi godo per l'ultima volta la vista del suo corpo ancora leggermente sudato e del suo torace. Lui sorride, intanto, il classico sorrisetto di chi pensa di avere ragione, il classico sorrisetto saccente e arrogante che ho sempre odiato.

Sta per dire la cosa sbagliata, me lo sento.

"Eppure mentre ti fottevo non sembravi così innamorata".

Ora siamo entrambi vestiti. Io perfettamente in ordine, l'unica traccia del rapporto consumato rimasta sono i suoi capelli corvini in disordine e il suo sguardo lucido, estasiato. Si vede lontano un miglio che ha appena avuto un orgasmo.

Lo fisso ancora per qualche secondo, per poi alzargli il dito medio ed uscire da quel bagno. Sono certa che Dante non mi stia seguendo, aspetterà, per evitare risulti sospetto.

"Dove eri finita?" domanda la voce di Tommaso, mentre mi scruta sospettoso. Non è stupido, ma io sono uscita soltanto da un banalissimo bagno.

"Ero in bagno, amore" rispondo, sorridendo come è mio solito fare, col mio solito sguardo dolce ed innocente. "Perché?"

"Sei sparita da un po'"

"Ho accompagnato Dante a fumarsi una sigaretta fuori" continuo. Ripeto: il mio fidanzato non è stupido, altrimenti non sarebbe il mio fidanzato. "Puoi anche placare il tuo tono da geloso, scemo".

Lui si rilassa, visibilmente. Del resto, Dante è soltanto il fratello della mia migliore amica. Lo conosco da anni, perché mai dovrebbe sospettare qualcosa.

Mi prende per mano e ci dirigiamo verso i suoi amici che ancora stanno urlando e ridendo. Tommaso si unisce a loro, ma tiene sempre la mano ben salda con la mia, ed io mi unisco a quel clima giocoso.

Apparentemente, però.

Il mio sguardo, ora, è completamente rivolto alla figura di Dante che esce dal bagno. Ora i capelli sono decisamente meno disordinati, ed ha assunto il suo perenne atteggiamento da: non vi avvicinate a me, lasciatemi solo.

Lo conosco troppo bene e, forse, fare sesso con lui è stato un errore. Un bellissimo errore, devo ammetterlo.

Anche Dante mi sta guardando.

E mi rendo conto che, anche dopo aver fatto sesso, non abbiamo potuto fare a meno di prenderci in giro a vicenda. Probabilmente non avremmo smesso mai, e mi andava bene così.

Ripenso a quelle frasi dette da lui poco prima. Al fatto che avrebbe voluto continuare a fare sesso con me, che non voleva fosse l'ultima volta.

Dante è sempre stato interessato a me.

E, forse, anche a me è sempre piaciuto, ma non avevamo mai approfondito più di tanto la nostra conoscenza. Io sapevo di lui grazie ai racconti indiretti di sua sorella e non direttamente. Se, soltanto, avessimo messo da parte l'orgoglio in tutti questi anni, se avessimo smesso di provocarci ad ogni occasione possibile ma, avremmo parlato da persone civili, probabilmente avremmo scoperto migliaia di punti in comune.

Laura mi diceva sempre di quanto io e lui fossimo uguali.

Le cose, però, sono andate diversamente: nessuno dei due avrebbe mai messo da parte l'orgoglio e, la nostra attrazione reciproca sarebbe rimasta soltanto un piccolo fuoco.

Io e Dante non staremo mai insieme.

Non mi dispiace più di tanto, alla fine. Ho conosciuto Tommaso qualche anno fa e siamo perfetti insieme. Non è uguale a me, ma è tutto ciò che mi manca. Ed è perfetto così. Io lo amo davvero, ne sono sicura. Fare sesso con Dante non ha messo alcun dubbio sui miei sentimenti.

E' stato soltanto sesso, di una notte.

Solo un orgasmo regalato, ed è stato bene così.

Del resto, l'unico modo per resistere alle tentazioni, è cedervi.

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