Capitolo 10
Giovanni pov
La giornata trascorse in modo veloce ma tutt'altro che piacevole, perché dopo quello che avevo visto questa mattina non potevo smettere di pensare a quello che i capi della cava avrebbero fatto all'amore della mia vita. La giornata in qualche modo finì, e io aspettai Andrea. Lo vidi arrivare, e appena si avvicinò mi disse -Devo andare da mia madre, per darle i soldi di oggi, poi verrò con te, te lo prometto-. Io però ricordavo bene cosa sua madre gli aveva fatto la sera prima, perciò mi opposi, ma lui fu irremovibile
Andre-Se non le do i soldi lei mi verrà a cercare, e se mi troverà con te ci ucciderà tutti e due- dopo cinque minuti cedetti, e lo accompagnai a casa sua, nascondendomi dietro un bidone. Lui entrò in casa, la madre gli urlò contro, lo picchiò, prese i soldi e lui se ne andò, tornando da me. Mi rivolse un sorriso stanco, dicendomi con il tono più dolce del mondo-Andiamo a casa, piccolo- io annuii e lui mi seguì sulla strada che portava a casa mia.
Una volta a casa salutai mia mamma, che quando vide Andrea lo abbracciò dicendogli -Ormai ti sento come un figlio, e non ti nascondo che dopo quello che ti è successo ieri sono felice di vederti sano e salvo- lui passò da uno sguardo stupito a un sorriso molto dolce dicendo -la ringrazio signora- poi si staccò, riavvicinandosi pian piano a me. Mia mamma parve cogliere le nostre intenzioni, infatti ci sorrise e ci disse -andate pure in camera, e non fate rumore.
Adesso ci sarà una scena a luci rosse, la prima che descrivo, quindi non linciatemi please, e se non vi interessa aspettate fino a questo simbolo:
Lo portai in camera sorridendo e perdendomi nei suoi bellissimi occhi, senza accorgermi di essere arrivato in camera mia. Lui iniziò a baciarmi con la lingua, cosa che ovviamente apprezzai e ricambiai. Lui mi tolse la maglietta e si precipitò sul mio corpo, infliggendomi baci e morsi, cercando il punto che mi avrebbe fatto impazzire. Quando arrivò sulla mia clavicola sinistra io non riuscii a trattenere un gemito, lui allora iniziò a succhiare in quel preciso punto, lasciandomi un segno violaceo. Io allora mi feci coraggio e gli tolsi la maglia, mettendomi subito ad accarezzargli il petto. Poi mi misi a succhiargli il capezzolo sinistro, continuando ad accarezzare quello destro, e ripetei la stessa cosa anche dall'altro lato beandomi dei suoi gemiti. Lui poi mi prese e ci buttò sul mio giaciglio di paglia, pur non staccando le sue labbra dalle mie. Mi tolse i pantaloni, e io feci lo stesso con lui, trovando i suoi boxer che quasi scoppiavano a causa del loro contenuto, che tirai fuori e che iniziai a masturbare con la mano sinistra poco prima che venisse lo lasciai, e lui mi fece girare dicendo con la voce rotta dall'eccitazione -all'inizio farà un po' male, ma poi passerà- io annuii e mugugnai -fammi tuo ora- lui sorrise e mi rispose -subito amore mio- e mise un dito nel mio antro vergine, e dopo un pochino iniziò a muoverlo. Dopo neanche due minuti il dolore atroce si trasformò in piacere, lui se ne accorse e mise il medio, e poi l'anulare. Si ripeterono i passaggi di prima, quindi fece scivolare il suo membro dentro di me. Provai una dolorosa fitta, che molto presto si tramutò in piacere quando Andrea iniziò a muoversi. Dopo un po' venimmo all'unisono gridando l'uno il nome dell'altro, e poi esausti ci addormentammo abbracciati.
~angolo autrice~
Seicento parole e una scena a luci rosse. Voglio delle medaglie. Oggi ho finito gli scritti e il 25 ho gli orali, c'ho l'ansiaaaaaa.
Asganaway
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