Nicholas Allen
Il soggetto di questa intervista è il signor Nicholas Allen.
- Buongiorno (Sorrido).
- Salve (Sorride).
- Posso filmare l'intervista?
- Faccia pure.
- La ringrazio (Sorrido).
- Si figuri (Sorride ancora).
- Bene. Nicholas Allen è il suo nome completo? Certo.
- Quanti anni ha? Quaranta.
- Da dove viene? Sono originario di San Francisco, ma ho trascorso gran parte della mia vita a Washington.
- Ora, invece (Chiedo genuinamente interessata)? Adesso trascorro le mie giornate in Canada. Un po' qua, un po' là.
- Si sposta per lavoro? Esatto.
- Che lavoro fa? Sono un programmatore.
- Sà, è il primo che parla del suo lavoro (Sorrido). (Ricambia il sorriso) Sì beh, loro in genere non amano parlare molto di se stessi.
- Sarà come dice lei. Se potesse usare una parola per descriversi, quale sarebbe? Schietto.
- È anche il primo che usa un aggettivo nuovo. (Ride) Sono stato il primo in tante cose, nella mia vita. Spero di continuare a esserlo.
- La disturba elencarne alcune? Si figuri (Sorride). Sono il primo e ultimo figlio dei miei genitori, per cominciare. Ero il primo della classe alle superiori, il primo del mio corso all'università e sono stato il primo membro senior di una squadra d'élite governativa per la difesa (Conclude, impettito).
- Onore al merito (Sorrido). Questi però, sono tutti meriti professionali. E nel campo sentimentale (Chiedo interessata)? Sono stato il primo ragazzo del mio primo ragazzo (Ride). Scusi il gioco di parole. Sù, non faccia quell'espressione (Ride ancora). Mi dispiace averla delusa.
- (Arrossisco) Scusi, è che è una persona molto affascinante. Devo ammettere che mi ha colpita subito. Tendo a fare questo effetto, anche se non ne capisco davvero la ragione. Mi dispiace (Sorride).
- Beh, anche a me (Ridiamo). Quali sono i suoi pregi? (Riflette) Credo... Sì, credo l'intelligenza.
- Con il suo background... E i suoi difetti? Non sto mai zitto. Quello che penso, dico.
- Io non lo considero affatto, un difetto. Mi creda, qualche volta fa bene starsene zitti (Sorride).
- D'accordo (Sorrido). C'è qualcosa in particolare che le piace? Il cioccolato. Quello mi fa letteralmente impazzire (Alza gli occhi al cielo).
- Abbiamo una cosa in comune, allora (Sorrido). Qualcosa che odia, invece? Gli eterni indecisi.
- Forse mi sbaglio, ma credo si riferisca a qualcuno in particolare. Posso chiederle di chi si tratta? (Ride imbarazzato) Forse sarei dovuto stare più attento, a rispondere. C'è qualcuno, sì. Qualcuno che non riesce ancora ad accettare se stesso, che mi sta facendo impazzire.
- Non sa di essere omosessuale? (Scuote il capo) Non ha bisogno di etichette. Gli piace ciò che gli piace, indipendentemente dell'orientamento sessuale. Io l'ho capito, gli altri lo hanno capito. Lui ancora no. Solo una cortesia, dammi del tu.
- Ok. Sei innamorato di lui? Si vede così tanto?
- (Annuisco). Lo amo, anche se mi fa star male.
- Allora è vero amore. Quante relazioni serie hai avuto? Poche. Nessuna, negli ultimi quattro anni.
- Da quando hai conosciuto lui? (Sorride sconfortato) Da quando mi ha baciato.
- Ti ha baciato, ma non ha ancora capito? (Sorride) Ora capisci dov'è l'intoppo?
- L'ho già intervistato? (Ride, poi si avvicina) Non ancora (Mi sussurra all'orecchio).
- D'accordo. Se potessi tornare indietro, cambieresti qualcosa? (Pensa) Credo di no.
- Bene. Hai delle passioni? Gli origami. Anche se sono mesi che non mi ci dedico. Sono sempre super impegnato con il lavoro.
- Dovresti trovare il tempo per le tue passioni (Sorrido). Hai ragione (Sorride).
- Cosa sogni per il futuro? La libertà.
- Non ti senti già libero? (Scuote il capo) Dovrò attendere ancora, per esserlo.
- Vuoi parlarne? Non credo sia il caso (Sorride).
- Va bene. Vorresti aggiungere qualcosa? Credo di aver detto fin troppo (Ride).
- Non è mai abbastanza (Sorrido). Ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato. Buona fortuna con lui. È stato un piacere. Grazie (Sorride).
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