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Bruciare - giorno 2 pt. 7

Axelle era esaltata.
Ed agitata, in generale.
Parzialmente curiosa di conoscere meglio il ragazzo con cui era stata messa in coppia, per non dire forse di più.
Si dondolò, agitando le gambe, giocherellando con la penna a ripetizione, come se questa fosse un vero e proprio oggetto di divertimento.
-Sei pronto?- domandò lei, sorridendo apertamente, seduta sulla panca posta al lato sinistro dell'abitazione.
-Certo. Mi piace che tu sia entusiasta quasi quanto me- sorrise di tutta risposta Michael, sedendosi accanto a lei con tranquillità.
Come duo, doveva dirlo, al ragazzo non dispiaceva, davvero, la bionda era una brava persona e non gli stava antipatica.
-Allora... Qual'é un pregiudizio che hai o che non sopporti?- chiese, iniziando distrattamente a tracciare segni sul foglio bianco della prima pagina del quadernino.
La francese, per parlare, non ci impiegò troppo tempo.
Sembrava avere già i concetti ben impiantati nella mente.
-Non sopporto che una persona mi dia un pregiudizio da come mi vesto- fece, sfiorando brevemente il proprio abito.
Era un vestito svasato con decorazioni floreali, vagamente asimmetrico di un colore rosato, il quale le raggiungeva i fianchi, ma non scendeva troppo oltre.
Di certo, però, quel vestito risultava l'aspetto estremamente curvilineo, delicato e femmineo della giovane, risaltandone la bellezza.
-Non so se lo hai sentito, ma vengo definita "sconsiderata" solo perché preferisco indossare vestiti singolari invece che felpe e pantaloni. Non credo che sia qualcosa di intelligente e mi offende abbastanza- si appoggiò ai propri gomiti, facendo un espressione tra l'infastidito e l'indifferente.
-Ci ho fatto l'abitudine, ovviamente, però come cosa è parecchio pesante, a tratti- rimase in silenzio per qualche istante -Poi, perlopiù, mi credono stupida perché sono bionda, insomma...-
Il suo volto si contorse in una smorfia, ma tornò a sorridere in breve.
-Ah, beh. Se è per questo, a me prendono per il culo a causa di mia madre. Figli di...- Michael strinse i denti e si costrinse a censurare la serie di parolacce che gli erano passate per la testa in quel preciso momento -Comunque! Secondo me, lo stereotipo "bionda e stupida" é un grande brutto pregiudizio. Insomma- il ragazzo prese una ciocca dei capelli di Axelle, rigirandosela fra le dita per osservarla -Sono veramente belli! E tu sei molto intelligente, non vedo come possano credere che tu sia stupida-
Fece una pausa, annotando sul foglio le parole della compagna.
-Riguardo ai vestiti, credo che tu debba mettere quello che ti pare e sbattertene del giudizio degli altri. Non sono nessuno per dirti cosa devi o non devi fare, perciò perché ascoltarli?-

La ragazza, quando Michael afferrò la sua ciocca di capelli, arrossí come un pomodoro su tutta la faccia, anche prima di rendersene conto, ma divenne letteralmente un peperone man mano che l'altro continuò a parlare.
Tutti quei complimenti non solo la imbarazzavano, ma le facevano sentire stranamente caldo, forse anche troppo.
Voltò infatti il viso di scatto, serrando le labbra per impedirsi di emettere suoni di qualsiasi tipo e costringendosi a mantenere la calma, sperando che l'aria le permettesse di sbollire e di tornare dunque a guardare l'altro senza sentirsi in una qualche fornace.
-G...grazie. - balbettò, inghiottendo la saliva e facendo uscire ed entrare ossigeno nei suoi polmoni che sembravano chiedere pietà, sperando ancora di più di scrollarsi l'imbarazzo di dosso, proprio come aveva fatto il giorno precedente al lavaggio dei piatti.
-A causa di tua madre?- chiese dunque innocentemente Axelle, inclinando la testa dopo aver riportato il volto in sua direzione, desiderando di cambiare il soggetto della conversazione.
-Sí, sai... Mi ha avuto a diciassette anni e... Ma perché te lo sto dicendo!-
E fu dunque il turno di Michael per l'arrossire.
Un arrossire violentemente, dovuto però, in suo caso, al pensiero di essersi aperto troppo.
Si passò una mano tra i capelli e fece un colpo di tosse per parlare di nuovo.
-Oh- la bionda sorrise, seppur con meno energia rispetto al suo solito -Capisco- aggiunse, quasi sovrappensiero.
-Altro da dirmi?-
Dal semplice dondolare le gambe, la francese le fece accavallare tra di loro.
-Non so se altri abbiano nuovi pregiudizi su di me. Anche se ce li avessero, non credo me li direbbero- aggrottò la fronte -Tu? Cosa credi di me? Cosa credi che io abbia o non abbia mai fatto, nella vita? Cosa...- rallentò un poco nel discorso -Cosa pensi al guardarmi?-
-Mh.- il ragazzo dagli occhi verdi parve pensarci su -Non riesco a capire la tua fissa per gli insetti. Insomma, fanno veramente schifo! Come puoi pensare che un ragno sia carino?- si strofinò le mani contro le braccia, rabbrividendo -Ecco, per questa cosa mi sembri un po'strana, ma in realtà non c'è nient'altro. Sei simpatica-
Axel arrossí ancora, ma stavolta meno rispetto a prima, illuminandosi di netto al discorso introdotto.
-Non saprei spiegarti che tipo di fascino hanno- rispose dunque, grattandosi la testa -Io li trovo meravigliosi, perché sinceramente apprezzo studiarli e tutto, trovare le loro differenza principali... Poi, nonostante siano così piccoli, hanno capacità che l'uomo non ha! Trovo incredibile come le formiche riescano a costruire i propri formicaii in così poco tempo! E i ragni, nonostante spaventino cosí tanto alcune persone...- ridacchiò -Sono esserini intelligenti, abbastanza da creare fili su fili nella propria tela. Sono cose che, noi, tramite i nostri mezzi, possiamo arrivare ad impiegarci giorni su giorni, a volte perfino fallendo nel farla venire come vorremmo. Loro invece non hanno neanche bisogno di troppi mezzi esterni. É nella loro natura-
La francese sorrise energicamente, i suoi occhi viola che luccicavano di interesse ed ammirazione, di vivido apprezzamento -Non sono "belli" nella parola letterale di come diremmo ad un cane o ad un gatto, ma sono "belli" nel loro talento, seppur la restrizione che è stata data loro-
-Sarà, ma a me continuano a fare schifo- replicò Candy, schifato.
Il commento non parve disturbare l'altra, troppo immersa in chissà quali pensieri su esserini in miniatura per altro.
Michael si costrinse difatti a tossicchiare di nuovo per farla tornare al piano terra, portandola subito a scusarsi per la propria distrazione momentanea.

-Cosa ne pensi della gita?- fu la domanda che seguí, sempre da parte di Michael, domanda che ricevette risposta in breve.
-Mi sta piacendo un sacco- disse la bionda, con, come conferma a tale commento, un ennesimo illuminarsi dell'espressione di Axelle.
Brillava cosí tanto di luce propria che a tratti pareva capace di sprizzare scintille.
-L'unica cosa che mi mette a disagio é che tipo, alcuni, sembrano essere solo disposti ad attaccare briga o litigare e basta-
La francese non specificò, ma era abbastanza ovvio di chi stesse parlando, arrivando a battere le mani sulle gambe nude.
-Tu invece? Cosa ti aspetti, poi? Io già mi faccio le fantasie- disse tutto in un fiato, esaltata di nuovo, quasi come una bambina in un negozio di caramelle.
-A me per ora non dispiace. Certo, Quentin è veramente palloso, ma oramai ci ho fatto l'abitudine- il corvino si fermò un secondo, riflettendo su cosa dire, poi fece una faccia seria.
-In realtà... Vorrei conoscere meglio una persona...- si morse il labbro- Prometti di non dirlo a nessuno?-
Axelle avrebbe protestato riguardo a Quentin: dopotutto, per lei, Queen era suo amico.
Sinceramente non capiva perché non gli piacesse, ma se lo tenne per sé, risultando parecchio incuriosita dalla piega della situazione e soprattutto intrigata dal segreto che Michael sembrava voler comunicare.
Ma soprattutto, comunicare a lei.
Non se lo sarebbe mai aspettato, davvero... E la cosa la rese abbastanza felice, ma allo stesso tempo agitata.
-Prometto- fece, muovendosi un poco per leggero nervosismo, cercando di non mostrarsi troppo immersa in tale emozione.
Difficile riuscirci: in molti le avevano detto che, ad espressioni, lei era un libro aperto, soprattutto sua madre, quindi non ne dubitava.
-Non aprirò bocca- continuò, serrando le labbra, come per provare la sua buona fede.

-Beh- Michael tentennò un secondo o due -Non ci parlo mai molto, ma quando lo faccio mi sento bene. É un po' una testa di cazzo, ma é una persona veramente simpatica- preso dal nervosismo, il ragazzo prese a tamburellare le dita sul Block Notes, facendo un respiro profondo prima di continuare.
Stava facendo la cosa giusta? Poteva davvero fidarsi di Axelle? Insomma, sembrava un po' tesa, magari sarebbe andata a raccontarlo a qualche amica e magari si sarebbe propagato per tutta la classe.
Ma... In fondo aveva promesso... Non poteva dunque tirarsi indietro.
-Credo mi piaccia Christopher- disse, tutto d'un fiato.
Al sentire tali parole, Axel si paralizzò sul posto, spiazzata, sentendo come qualcosa sgretolarsi in lei.
Non capì cosa, ma c'era un insulso bruciare nel centro del suo petto, un dolore, come se qualcosa glielo stesse divorando dall'interno.
-Ah- inizialmente disse solo questo, cercando di attaccare la spina e soprattutto di reprimere quella sensazione di troppo che non avrebbe mai, ma proprio mai, voluto provare.
-Che sorpresa...- asserí a mezza voce, riuscendo a mantenere almeno un tono calmo e non tremolante -Non me lo sarei mai aspettato.- deglutí a vuoto.
Fortunatamente, Michael non parve percepire la diversità di clima che si era formato all'interno della bionda, probabilmente credendola soltanto sorpresa.
-Ti prego di non dirlo a nessuno... Magari non è vero ed è solo una mia impressione. Mi sono sbagliato un mucchio di volte, perciò potrei sbagliarmi anche ora. Comunque te lo ho detto perché pensavo potesse essere un buon modo per conoscersi di più- borbottò, rimanendo comunque molto nervoso, se non peggiorando da tale lato.
Scivolò via dalla panchina per poi sdraiarsi a terra a pancia in su, poi chiuse gli occhi.
-Senti, ci pensi mai al fatto che oggi siamo qui, vivi e contenti... E magari domani non ci sveglieremo mai più?-
La francese si costrinse a riprendere la propria attenzione, smettendo di fissare il vuoto, fortunatamente scivolando fuori dallo stato di crisi in cui stava fiondandosi, come una nuotatrice nella piscina.
Non era del tutto sparita, quella sensazione di angoscia che assaltava le sue interiora, ma riuscí a metterci un laccio attorno per sopprimerle, anche solo per una decina di minuti.
-Non spessissimo- asserí, scuotendo un poco il capo -In genere cerco di non pensarci- una pausa -Preferisco gustarmi il presente, scommettere su ciò che mi accadrà a breve ed immaginare un futuro che mi piacerebbe avere. Ma, ogni tanto, sì, mi capita. Solo il pensiero mi fa desiderare di provare più cose possibili, così da poter dire, nei miei ultimi istanti... Che ho avuto una vita intensa-
Axelle cercò di sorridere, seppur con molta difficoltà.
-E... Per questo motivo, ti voglio dire una cosa-
Michael alzò la testa, abbastanza da incrociare il proprio sguardo con quello della compagna di classe.
Axelle invece prese fiato, cosí da preparare sé stessa a ciò che stava per pronunciare.
-Penso che dovresti dirlo a Chris. Proprio perché le cose possono finire-

Axelle sapeva di starsi dando la zappa sui piedi, lo sapeva, come era perfettamente a conoscenza del fatto che poi sarebbe stata lei e solo lei a starci male, seppur non le fosse chiaro il perché, davvero, non lo capiva.
Ma poteva comunque essere felice per lui, giusto?
E se la bionda era brava a fare qualcosa, quel qualcosa, oltre all'esser masochista, era dare spintarelle.
-Provaci. Lasciati prendere dal rischio, poi, se i risultati ci sono, li avrai, se non ci sono, puoi comunque riprovare- una pausa -Poi ovviamente, come ho promesso, io non aprirò bocca al riguardo. E non ho detto che tu debba farlo subito. Fallo quando ti senti pronto, ma... Almeno provaci-
Michael la guardò con lieve sorpresa, le labbra semi aperte.
-Sai- iniziò -Potresti fare la Life Coach. I tuoi consigli sono veramente motivanti.-
Axelle lo ringraziò, guardando ancora altrove.
-Ma ora... Devi dirmi tu qualcosa di te... Qualsiasi cosa: un fatto divertente, una cosa stupida che ti riguarda, qualcosa che vuoi confidare... Quello che ti pare. Se te la senti, ovvio-
Axel rise leggermente.
-Okay. Ehm. Sai che sono totalmente francese, no? Cioè, é abbastanza ovvio. Ma, nel senso. Io in Francia ci sono proprio nata e cresciuta-
Michael annuí lievemente.
-Bhe. Io mi definisco una ragazza estremamente fortunata, perché l'unica volta in cui ho provato a giocare un gratta e vinci, ho vinto il primo premio. Con esso sono passata, appunto, dalla Francia all'America-
-Che culo!- fece Michael, sorpreso -L'unica volta che io ne ho preso uno, ho scelto tutti i numeri precedenti a quelli estratti. Quindi, no. Credo che tentare la sorte non sia il mio forte- rise leggermente a sua volta, cercando poi un altra domanda con cui avanzare nella conversazione, avendola in ben poco tempo.
-Come mai Quentin ti sta tanto simpatico?-

Ad Axelle non servirono neppure tre secondi per rispondere.
-Perché è il tipo di persona che è sempre con te quando hai bisogno. E... Bhe, é gentile... Su certe cose poi è buffissimo. Non so se tu lo hai mai sentito ridere di gusto, ma io sì. Tipo durante uno dei pigiama party che abbiamo fatto a Capodanno. Ed è... Singolare. Lo vedrai perfettino e tutto, tu... Ma io so che non è solo questo. E lo adoro comunque, che sia nel suo lato perfezionista o quello quando si lascia andare. É stato il primo con cui ho parlato, in questa classe- spiegò Axel, un sorriso radioso in volto, mentre calciava via le proprie paperine per restare a piedi nudi e dondolando ancora le gambe avanti ed indietro con nuova energia.
-Sarà... Vorrà dire che dovrò provare a parlarci, ne ne parli così bene. Forse questo è un pregiudizio, dato che non ci ho mai provato molto a fare conversazione con lui-  Michael si rialzò da terra, spazzolando si i pantaloni, guardando Axelle con una smorfia mista tra il confuso ed il dispiaciuto -Non so che altro chiederti- ammise.
La francese agitò la mano sinistra, come per dirgli che era tutto apposto -Va bene così, direi. Anche perché, insomma, Missis B non si aspetterà mica che facciamo questa cosa fino a pomeriggio tardo, giusto?-
-Spero di no, ho di meglio da fare che eseguire un compito assurdo!- esclamò Candy -Non fraintendere, sei simpatica, ma non voglio passare tutta la giornata a confidarmi con qualcuno. Soprattutto se non è una cosa che ho scelto io- si corresse, credendo che la bionda ci fosse rimasta male.
Axelle invece ridacchiò, per nulla offesa -Andiamo a cercarla, allora. Cosí le diciamo che abbiamo finito- disse, mettendosi in piedi in pochi istanti, indecisa se recuperare o meno le proprie scarpe, scegliendo poi per il sí.
Chissà che fine avrebbero potuto fare se le avesse lasciate in mezzo all'erba...

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2415 parole per la terza Role fatta da Eternity_Hook e Chiarafrost16 .
Se continua cosí, se ce ne fosse una quarta da parte di qualcuno, durerà 3000+ parole xD
Comunque sto adorando.
Capitemi, si vede molto la mentalità degli oc in questi discorsi, tracciano molto della loro personalità.
E poi, boh. É uscito questo discorso-intreccio amoroso senza nemmeno che le due se lo aspettassero. Adoro.

Un commento a questo capitolo = un abbraccio ad Axelle che é un angioletto
Peace

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