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Block Notes -giorno 2 pt. 4

Missis B iniziò rapidamente a lasciare tra le mani di ogni studente il Block Notes che aveva promesso, sorridendo entusiasta.
-Ho deciso che i gruppi saranno disposti in questa maniera- iniziò, schiarendosi un poco la voce con un colpetto di tosse - Zoélie, tu sarai con Joshua.-
La ragazza guardò l'albino con espressione alquanto inquieta, ma non diede segno di esagerato fastidio. Di certo ne avrebbe provato di più se fosse stata messa in coppia con qualcun altro, come ad esempio Caterina.
Sul serio, solo l'idea di essere insieme a lei a parlare di pregiudizi la faceva sentire male, forse perché dentro di sé sapeva che ella non si sarebbe fatta scrupoli a criticarla in ogni modo possibile.
L'altro invece sbuffò: Aveva ancora sonno, lui.
Avrebbe voluto ignorare tutte quelle stronzate.
Ma a quanto pareva non poteva, magnifico.
Magnifico come un cazzotto nei denti.
- Axelle con Michael.-
La bionda sorrise energicamente, ridacchiando e dondolandosi, lo spavaldo corvino si limitò a stringersi nelle spalle.
- Hailey con Jackie.-
La situazione precedente parve ripetersi nelle ragazze nominate, quasi avessero voluto imitarli.
Divenne diversa solo quando Hailey cercò di abbracciare Jackie e la seconda la spinse via il più in fretta possibile, facendo una smorfia.
-Christopher con Caterina.-
-Oh, merda. Mai una gioia- si lamentò la giovane, accarezzando Brutus con stizza.
-Neanche a me piace molto, stanne sicura. Ma va bene-
Appena la professoressa abbassò lo sguardo, la seconda fece un dito medio al ragazzo e il cosiddetto 'ombrello della nonna', uno dopo l'altro, con immediata risposta del canadese che ghignò.
- Caroline con Viktor.-
Nessuna protesta dalla coppia, solo un annuire da parte della verde e uno stringersi di spalle dall'altro, che non sapeva proprio né di assenso né di dissenso.
- Ashley con April e Seth. Hikari con Klein. Xavier con Eiji. Poi Augusta con Quentin-

Le reazioni che seguirono furono abbastanza rumorose.
Ashley quasi sputò l'acqua che stava bevendo, facendosela andare di traverso, tanto che parte di essa le uscì perfino dal naso, soprattutto alla parte "April".
Hikari provò a battere la schiena all'amica, ma concluse il tentativo in un più che palese sbiancare nel sentire il suo nome affiancato da quello del Tedesco che, per certi versi, la aveva terrorizzata sin dal primo giorno di scuola.
Eiji assunse un espressione vagamente boccheggiante, la bocca ferma in una 'o' che mostrava l'apparecchio, ancora incapace di formulare una frase.
Augusta invece parve innervosita e basta, preferendo borbottare un -Fantastico...- con tono estremamente sarcastico e lo sguardo che fissava il vuoto, come se riuscisse ad individuare ogni singolo stramaledetto granello di polvere nell'aria.

-N...non possiamo cambiare?- domandò Budino con tono strozzato -A me andrebbe bene se mi mettesse a parlare con Eiji, sa, potrebbe tranquillamente scambiare le due...-
-Nah- la professoressa agitò una mano -Se mettessi Klein e Xavier insieme, probabilmente non si parlerebbero e non volerebbe una mosca. Sono più che sicura che riuscirai a spingere Lorenz a parlare. Non é vero?-
Il nominato si limitò a dire un -Ok- a mezza voce, tirandosi però leggermente il colletto della felpa, gli occhi piccoli che squadravano Hikari, facendola sudare freddo e portandola a sbiancare ancora di più.
-Puoi stare tranquilla- continuò la professoressa-Non ti mangia mica, sai. E se ci provasse, stai pur certa che verrà fermato- appoggiò una mano sulla spalla della giapponese dai capelli tinti,paralizzata e ancora pallida come uno straccio.
Se ci fosse stato qualcun altro, in quel discorso, forse ella si sarebbe sentita meglio, ma, per la miseria, erano lei e lo stramaledetto Etzel, Gesú Santo.
Solo lei ed Etzel, al contrario di quando lavava i piatti, punzecchiò perlopiù una vocina nella sua testa, aumentando la sua incapacità di muoversi dal posto, come se la avessero letteralmente fulminata lì dov'era.
-Sappiate che chi non tenta neppure di compiere lo sforzo di fare ciò che vi ho richiesto e non prova neppure quindi a mettere da parte almeno uno dei propri pregiudizi, probabilmente verrà punito, in un certo senso. Gli toccherà una cosiddetta penitenza- asserí la professoressa, sorridendo caldamente, tanto che per un attimo qualcuno degli studenti rabbrividí.

"Ma siamo sicuri che alla fine dei trenta giorni questa qui non ci voglia assassinare?" Si chiese Ashley ironicamente, l'aria alquanto accigliata.

-Buon lavoro- concluse ella, allontanandosi e lasciando gli studenti a decidere come procedere, senza interferire in alcun modo.
Non lo avrebbe fatto, no.
Solo provarci li avrebbe molto probabilmente condizionati... Quindi, se voleva provare ad ottenere qualcosa, doveva tenersi almeno un po' a distanza, sperando che i piccoli ingranaggi prendessero a muoversi come non poteva non sperare.
Se non lo avessero fatto, non aveva idea di cosa vi sarebbe riuscito.
Per quanto credesse in quei ragazzi, sapeva perfettamente cosa significava indurirsi fino a diventare di ghiaccio, con una barriera attorno che impediva a chiunque di oltrepassarla.
Sperava davvero che non accadesse, che la luce che aveva intravisto non si spegnesse o che magari venisse offuscata troppo.
Sospirò, sorridendo ancora a Francisca, con la quale iniziò a parlare del più e del meno, accennando discorsi cosí casuali che a tratti non si capiva neppure da dove spuntassero di preciso.

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Quentin guardò la giovane dai corti capelli neri, cercando di capire se sarebbe rimasta nella stanza in cui erano già o se magari avrebbe deciso di scivolare fuori, un po' come quasi tutti quelli che aveva visto, chi scegliendo di tornare da madre natura, chi decidendo di portare la chiacchierata alla propria stanza o in generale altrove.
Loro due erano invece ancora in sala da pranzo, il castano che, nolente o volente, si ritrovava a guardare anche le mani altamente gocciolanti della compagna.
Notando come proprio non volesse spostarsi da lì, accettò il fatto che, semplicemente, sarebbero davvero rimasti lì dov'erano già.
Sfogliò brevemente le pagine vuote del block notes, chiedendosi se alla fine del mese sarebbe riuscito a riempirle tutte o se magari neppure gli sarebbero bastate per le troppe scritte.
Qualsiasi fosse stato il caso, avrebbe cercato di scrivere il più ordinatamente possibile: detestava quando i suoi appunti sembravano accavallarsi per la pagina senza capo né coda, a tratti troppo distanti, a tratti troppo vicini.
Doveva programmarli.
-Okay, allora. Augusta?- fece, grattandosi la testa -Mi sa che dobbiamo iniziare-

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