Alt- giorno 1 pt 9
Xavier prese una grossa boccata di fumo, lasciando che questa gli avvolgesse i nervi, grugnendo appena.
Si sentiva un vero e proprio deficiente.
Cosa cavolo avesse per la testa da settimane, non lo sapeva neppure lui.
Sapeva solo che avrebbe dovuto stare alla larga da quello , perché quando stava al suo fianco, si atteggiava da vero e proprio idiota, senza neppure capire esattamente il motivo.
Peccato che si era detto di farlo chissà quante volte, in tutte quelle settimane scolastiche... E nessun tentativo era andato a buon fine, diamine.
Ma proprio no, minimamente.
Sembrava proprio che quegli occhi oro e quel sorriso da angioletto, così adorabile ed insopportabile allo stesso tempo per la sua capacità innaturale e distorta di farlo arrossire, lo attirassero come una calamita, dettaglio che decisamente non era di suo gradimento.
Già. Lui. Arrossire.
Lui che faticava a diventare rosso - cosa che era un bene -.
Lui.
Avrebbe dovuto essere indipendente, impossibile da colpire, essere visto come qualcuno senza debolezze - tutto il contrario di quello che era, a quanto pareva -, solitario a livelli estremi, così che nessuno ficcasse il naso nei suoi affari e non gli facesse effetto.
Eppure, davvero.
Quel ragazzo... Gli faceva sentire le farfalle nello stomaco.
Non era un bene.
Assolutamente no.
-Merda- gorgogliò, ringhiando, cercando di respirare in maniera regolare dopo essersi reso conto di aver consumato la sigaretta troppo velocemente, trovandosi anche a tossire un poco -Merda, merda, merda!-
"Questa attrazione ridicola deve finire al più presto. Innamorarsi é stramaledettamente inutile. Fortuna che è solo una cotta! Devo riuscire a scacciarla o non ne uscirò più, davvero"
Si sbatté la mano sulla faccia, scuotendo la testa a ripetizione, cacciando fuori dalla borsa uno spinello, guardandolo per tre secondi, ma rimettendolo dentro al realizzare che probabilmente doveva essere orario di cena.
Appena era entrato in camera, si era gettato sul suo letto e si era addormentato pesantemente, era solo da una decina di minuti che si era svegliato e poteva sentire il suo stomaco chiuso a livello completo, anche perché non aveva fatto niente per il pomeriggio per poter avere fame, ma a quanto pare doveva prepararsi già per poter cenare.
Forse avrebbe ceduto la sua cena a qualcun'altro, proprio come Viktor.
Ma a chi darlo? Nessuno era suo amico e si sarebbe sentito estremamente a disagio a porgerlo a qualcuno.
-Tutto questo è ridicolo- borbottò, sbuffando rumorosamente.
Non avrebbe sprecato il cibo, anche perché amava le pietanze, in generale, amava perfino cucinare, figuriamoci se avrebbe gettato un nutritivo nel cestino... Però... Cazzo, non aveva proprio voglia di nulla, non se la sentiva di mettere di nuovo qualcosa sotto i denti, finendo magari per vomitarlo e così sprecarlo.
Si grattò la testa.
Forse avrebbe potuto darlo a...
"No! Alt." La sua testa parve quasi urlarlo, mentre tornava a mollarsi uno schiaffo con entrambi i palmi delle mani, facendolo però a ripetizione fino a che i segni delle sue stesse dita non rimasero impressi sottoforma di grossi aloni rossastri, abbastanza grossi da essere immediatamente visibili anche a grande distanza.
"Ignoralo. Ignoralo. Ignoralo!" Strinse i denti , chiedendosi se doveva o non doveva provare ad andare a cenare sul serio o se magari fare finta di non rendersi conto dell'orario, anche se vi era la vaga possibilità che i suoi compagni di stanza arrivassero a scassargli i cosiddetti pur di farlo cenare.
"Non mi ricordo neppure più con chi cavolo ero in stanza. Ma chissene"
Ci pensò su per qualche secondo.
"Ah, già, Eiji ed il Signorino. Il primo non tenterebbe mai di avvicinarmisi" il pensiero lo rallegrò "Il secondo invece, sicuro, riuscirà a trascinarmi fuori a suon di parolacce. E che cazzo"
Un altro sbuffo.
Non aveva davvero fame.
Neppure un po'.
Forse avrebbe dovuto dirlo all'anfitriona, così magari se lo sarebbe mangiato lei e lo avrebbe lasciato in pace per tornare indietro.
Sì, sempre meglio così.
Voleva davvero evitare di trovarsi a chiederlo a Queen.
Voleva evitarlo in ogni senso e solo per il semplice fatto che, fortuna o meno, avrebbe avuto un mese in cui lo avrebbe potuto vedere in ogni singolo istante della propria giornata - cosa che sembrava estremamente allettante per la parte masochista ed emozionata del suo cervello - non aveva intenzione di cambiare idea sulla questione e tantomeno di farsi 'sconfiggere' dal suo strano innocente fascino.
Avrebbe voluto poterlo insultare nella propria mente, proprio come faceva con il resto degli esseri umani - soprattutto se l'essere vivente umano di cui si parlava era suo padre -, ma a quanto pareva non ce la faceva.
Solo sentire Caterina o Michael dirgli su gli faceva ribollire il sangue nelle vene, con un 'come si permettono?' che si agitava nella sua testa, insieme ad un insensato desiderio di sostituirsi ad Axelle e alla possibilità di parlargli un poco, di possedere sul serio la capacità di non essere l'insolente e con grossi problemi a relazionarsi, Xavier Lanwall.
"Sono davvero un deficiente" si ripeté per la miliardesima volta, sospirando, venendo -proprio come si era immaginato - costretto bruscamente a scendere per cenare da Viktor.
*
Invece di qualcosa di molto consistente, la sera, si erano ritrovati costretti a mangiare una zuppa di fagioli cannellini e qualche fetta di salmone affumicato, disposta su un grosso tagliere in legno, un insieme che rese tutto più facile per i meno ed i più affamati, i quali potevano servirsi a seconda del proprio bisogno.
Certo, molti storsero davvero parecchio il naso alla zuppa, ma per una strana stanchezza che li avvolgeva un po' tutti, non vi furono troppi commenti.
Il viaggio e la giornata in generale, -con come aggiunta il pomeriggio attivo di alcuni - soprattutto per l'orario in cui si erano costretti ad alzarsi, dovevano averli resi più esausti del dovuto... Quindi era alquanto probabile che si sarebbero cacciati a letto molto presto, ignorando la mancanza di coprifuoco.
"Magari faremo domani bisboccia" questo pensò tra sé e sé Caroline, sbadigliando sopra al fondo del piatto di zuppa, alzando il cucchiaio e porgendolo alle labbra con totale mancanza di attenzione, tanto che quasi le si versò sulla maglia, venendo svegliata prima dalla delicata e quasi intimidita gomitata di Zoélie, capace di farla riprendere e concludere il pasto in fretta, così da potersi dileguare in seguito.
"Letto" pensò, strofinandosi la mano sulle palpebre "Andare... A letto"
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro