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Ho sempre pensato che non esistesse posto più vivo di New York, so che quella è la città che non dorme mai, anche se non ci sono mai stata personalmente ma tutti, compreso Harry, mi hanno sempre detto che nulla può eguagliare la bellezza di New York. Beh, ora posso dire con certezza che chi l'ha detto non è mai stato a Miami.
Sono le undici di sera passate e le strade sono così piene che non si può camminare tranquillamente, io e Axel siamo andati a cenare in un ristorante messicano, diciamo che in questa serata ho deciso di provare cose nuove e, ammetto che ho apprezzato parecchio la scelta del ristorante fatta da Axel.
Per non parlare della scenetta che si è inventato, ha detto al cameriere che eravamo in viaggio di nozze e loro ci hanno offerto un pasto speciale, hanno iniziato a cantare e tutti i presenti si sono avvicinati a noi per gli auguri. All'inizio è stato imbarazzante poi mi sono lasciata andare e mi sono divertita.
«Ma hai visto la faccia del cameriere quando gli hai detto che non era vero niente? 'Mi dispiace ragazzi ma credo che ora dobbiate andare'» imito una voce maschile e lui ride.
«Ho dovuto farlo, era diventato troppo appiccicoso» rido ancora più forte.
È vero! È stato tutto il tempo vicino a noi, ci ha parlato anche di sua moglie dicendo che anche loro cinque anni fa sono venuti qui per il viaggio di nozze e che poi non sono più riusciti ad andarsene.
Ci è rimasto davvero malissimo quando Axel gli ha detto addirittura che non eravamo neanche fidanzati, poverino, probabilmente si è sentito preso in giro.
«Ora dove si va?» chiedo davvero troppo euforica, infatti noto sul viso di Axel un sorriso fin troppo divertito «Non ridere di me» sbuffo alzando il mento.
Si ferma davanti a me bloccandomi il passaggio, incastra il suo sguardo nel mio «Non riderei mai di te» non so cosa dire e quindi abbasso lo sguardo.
«Comunque, rilassati e lascia solo che io ti guidi» lo dice con un tono così profondo che non posso fare altro che accettare.
Camminiamo l'uno accanto all'altra, siamo vicini ma non così tanto da permettere che le nostre mani si sfiorino, mi guardo in giro e resto affascinata sempre di più da questo posto, tutto mi piace, anche vedere persone che camminano in costume per la strada in modo spensierato. Anche se, io non sarei mai in grado di uscire in quel modo.
«Aspetta qua» Axel mi risveglia e lo vedo entrare in una gelateria. Che fantasia.
Ne esce dopo dieci minuti con due vaschette piccole di gelato al cioccolato.
«E se a me non piace il cioccolato?» dico afferrando il mio.
«Sono più che sicuro che ti piaccia» mi sorpassa e si incammina di nuovo.
«E ora dove vai?» chiedo raggiungendolo.
«In spiaggia» risponde ovvio.
E quasi mi prenderei a schiaffi per non averci pensato, probabilmente sono l'unica persona al mondo che viene a Miami e si dimentica del mare. Scendiamo degli scalini e lui si ferma proprio in riva, per un istante mi dimentico di ogni cosa, del perché sono qui, di mia sorella e anche di Axel. Mi lascio trasportare dal rumore delle onde, dall'odore dell'oceano; di fretta tolgo le scarpe facendo affondare i piedi nella sabbia e mi rilasso completamente, chiudo gli occhi e lascio che l'aria fresca mi accarezzi il viso, permetto alla luna di illuminare il mio volto e, sorrido felice di questo momento così magico.
«Tigre ti sto aspettando» ma ovviamente eccola la voce da troglodita che interrompe il mio momento solitario, sbuffo aprendo gli occhi e lo ritrovo seduto sulla sabbia intento a mangiare il suo gelato con lo sguardo rivolto verso l'oceano.
Mi accomodo al suo fianco e decido di concentrarmi anche io sul mio gelato.
Tutto sembra perfetto, io su una spiaggia di Miami a mangiare gelato, con un figo pazzesco al mio fianco e con il mare di fronte.
«Allora tigre che ne dici di parlarmi un po' di te?» lo vedo distendersi e mettere le mani dietro la testa per sorreggersi.
«Di me?» penso che ormai sappia tutto di me, sa che lavoro faccio, sa dove vivo e ha conosciuto anche la mia famiglia.
«Sì, di te»
«Ma sai già ogni cosa sul mio conto»
«Non è vero» sorride ed io mi lascio incantare da quel sorriso così perfetto.
«Sì Axel, comunque mi chiamo Freya vivo a Seattle, lavoro come segretaria in uno studio legale, vivo da sola, mi sono laureata cinque anni fa, ho una sorella più piccola che sta per sposarsi, qui a Miami e sono single anche se tutta la mia famiglia è convinta che io sia fidanzata con il mio migliore amico» dico tutto in un fiato. E solo dopo averlo detto mi rendo conto di avere una vita così stramba.
«Ma io non voglio sapere questo» risponde annoiato.
«In che senso?» e allora cosa vuole sapere?
«Voglio che tu mi racconti qualcosa che non hai mai detto a nessuno, voglio che mi parli di te, di quello che ti piace, di quello che ti fa sorridere, di ciò che odi, voglio sapere le cose più strane di te» non sposta neanche per un istante il suo sguardo dal mio mentre dice ogni cosa, i suoi occhi sono fissi nei miei.
«Perché vuoi sapere queste cose su di me?»
«Perché voglio conoscerti Freya, conoscerti per davvero e non solo perché fingiamo di stare insieme ma perché lo voglio io» continua a guardarmi, da quando l'ho conosciuto ho subito pensato che i suoi occhi erano diversi da tutti gli altri, i suoi sono capaci di toccarmi come fossero delle mani esperte.
«Ok» faccio un lungo respiro e provo a raccontarmi nel migliore dei modi «Sono una ragazza a cui piace la solitudine, non amo la compagnia di nessuno eccetto quella di Harry, forse perché è tutto ciò che ho, tutto ciò a cui tengo davvero. Questo» allargo le braccia e lui si guarda in giro «È il mio primo vero viaggio, non mi sono mai allontanata così tanto da casa mia. Sono un'amante dei fiori, sono praticamente il mio punto debole, se sono arrabbiata basta portarmi anche solo un fiore e come una stupida ci casco ma, attenzione, mi piacciono i tulipani no le rose, mentre le margherite mi fanno starnutire. Mi piace l'odore della pittura fresca e della benzina» lo vedo ridere sotto i baffi e gli dò uno schiaffo sul braccio.
«Che hai da ridere?»
«Davvero ti piace l'odore della benzina?»
«Sì» mi imbroncio e lui ride ancora.
«Scusa ma sei così buffa» alzo un sopracciglio e continuo il mio discorso «Odio le parolacce, anche se ne dico qualcuna, ma ogni volta che lo faccio mi sento un maschiaccio. Cos'altro c'è?» penso a cosa posso dirgli ancora.
«Ah ecco, odio i pomodori, quella forma strana che hanno, il fatto che prima sono un po' verdi e poi d'un tratto si fanno rossi, è una diavoleria...»
«...No, non lo è» mi interrompe ridendo.
«La smetti di ridere per ogni cosa che ti dico?» sbuffo stendendomi sulla sabbia.
«Come faccio a non ridere ma ti senti quando parli?»
«Vaffanculo Axel» assottiglio gli occhi incazzata.
«Non si dice, maschiaccio» mi dà un pizzicotto sul fianco e non posso fare a meno di ridere.
«Penso di averti detto ogni cosa»
Non parliamo più per un po', io ad essere sincera non so più cosa dirgli, gli ho praticamente raccontato ogni cosa, decido di alzarmi, credo sia meglio rientrare adesso, ma nel preciso istante lui riparte con le sue domande.
«Come hai conosciuto Lucien?» cosa c'entra quello adesso?
«Ci siamo incontrati per caso un giorno»
«Perché vi siete lasciati?» chiede ancora, ma a lui cosa importa di me e Lucien?
«Non era l'uomo giusto per me» decido di non andare nei dettagli.
«E fammi sentire come deve essere l'uomo giusto?» mi tira col braccio facendomi cadere di nuovo col sedere sulla sabbia, poi si posiziona meglio al mio fianco e appoggia la testa sulla sua mano destra.
«Prima di tutto non deve essere superficiale, né arrogante o presuntuoso, ovviamente non pretendo che sia un romanticone o il classico principe azzurro, vorrei solo che mi trattasse come ogni donna merita, che mi amasse e che mi facesse sentire speciale. Penso che questo sia il desiderio di ogni donna» i miei occhi sono fissi sulle onde del mare e, per un istante avrei voluto dirgli che a me va bene anche un ragazzo che sappia ascoltare proprio come lui.
«Mi hai sorpreso tigre»
«Davvero?»
«Sì, pensavo mi dicessi che l'uomo giusto deve avere un impiego stabile, una casa tutta sua, una vita all'insegna del lavoro, un futuro programmato e altre cose del genere che cercano le ragazze come te»
«Le ragazze come me?» che ragazza sarei io?
«Ragazze che dedicano la loro vita allo studio pensando già da bambine ciò che voglio diventare da grandi. Cioè una donna modello, che lavori e con un marito proprio come lei al proprio fianco»
«Non mi conosci Axel e questa ne è la conferma»
«È per questo che ho deciso di rimediare» lo dice quasi un un sussurro, come se fosse rivolto più a se stesso che a me, poi si alza e lo vedo togliersi la maglia.
Ma che fa?
«È proprio un vizio il tuo vero?» rido anche se sono molto imbarazza, non è poi così facile ritrovarsi un fisico perfetto come il suo davanti agli occhi e rimanere indifferente.
«Tranquilla tigre voglio fare solo un bagno» un sorriso ammiccante accompagna la sua frase mentre si sfila i pantaloni e resta solo con un paio di boxer neri, con le guance in fiamme evito il suo sguardo ma continuo a guardare il suo corpo mentre con passo lento e felpato si avvicina al mare, lo vedo come si bagna i piedi e il movimento che fa quando si immerge nelle acque, così sensuale, così proibito.
«Che fai? Non vieni?» urla mostrando il suo corpo bagnato ed è così sexy cavolo.
Non mi spoglio ma mi avvicino bagnando solo i piedi nell'acqua.
«Così non vale, devi immergerti tutta tigre, ricorda che siamo a Miami» rido ma mi faccio coraggio «Ok, ma mentre mi spoglio non guardarmi» annuisce e alza le mani dandomi le spalle.
Mi guardo in giro e vedo che non c'è quasi nessuno sulla spiaggia, quindi posso anche spogliarmi. Tolgo il vestito che ho indossato e mi immergo nell'acqua bagnando anche i capelli.
Axel si avvicina lentamente a me, lo vedo appoggiare le mani sui miei fianchi e io sento il cuore accelerare, il suo sguardo mi scruta attentamente, poi senza neanche rendermene conto mi ritrovo sott'acqua.
Bastardo.
La sua risata arriva ovattata alle mie orecchie, come una matta mi passo una mano sulla faccia come se facendo così si asciughi. Che stupida.
«Tu sei un idiota» gli punto un dito contro e lui ride ancora «Smettila di ridere» intimo con lo sguardo più cattivo che ho.
«Perché in caso contrario cosa pensi di fare?» mi provoca.
Non rispondo ma mi butto su di lui provando a farlo andare con la testa sott'acqua ma ovviamente non ci riesco, come potrei? È il doppio di me.
Mi lascio trasportare da questo momento così divertente, noi, due ragazzi che fino a qualche giorni fa eravamo solo estranei, ora stiamo qui a ridere e scherzare come due amici di vecchia data.
Dopo esserci vestiti ci avviamo verso casa, ma molto più tranquilli e leggeri rispetto all'andata.
Lo seguo con lo sguardo, ammiro ogni movimento faccia il suo corpo, come apre la porta di camera nostra, quando si toglie le scarpe e le getta da qualche parte, poi il modo in cui si passa la mano tra i capelli ancora bagnati per colpa del bagno fatto, d'istinto porto la mia mano tra i miei, anche loro ancora zuppi.
«Sei tutta fradicia, ti conviene asciugarli prima di andare a dormire» dice senza neanche guardarmi
Decido di fare proprio come mi ha detto, vado in bagno prendo l'asciugacapelli e mi appoggio sulla vasca.
Questa serata per qualcun altro è potuta sembrare così sciocca mentre per me è stata quasi magica, il modo automatico in cui mi veniva di parlargli di me, di tutto di me, come lui ascoltava ogni mio parola, il bagno in acqua, le risate, la spensieratezza. Tutto ciò era da tanto che non lo provavo.
Siccome sono in bagno ne approfitto per fare anche una doccia e solo una volta aver indossato intimo e pigiama vado in camera, Axel e sdraiato sul letto ed io faccio lo stesso, vedo il suo capo voltarsi verso di me e guardarmi insistentemente, sento le guance impazzire, il suo sguardo è così intenso.
«Niente cuscini?» chiede poi con un sorriso.
Questa sera ho deciso di non metterli, tanto comunque durante la notte grazie ad Axel spariscono.
«No, ma se vuoi li metto» chiedo titubante.
«Certo che no, preferisco toccarti» mi passa una mano sul fianco fino ad arrivare al mio viso, il suo indice gioca con le mie labbra e sento il mio cuore battere così forte che risuona in tutta la stanza.
Il suo corpo si avvicina al mio, sento le sue gambe intrecciarsi alle mie e senza rendermene conto lo ritrovo ad un centimetro dal mio viso «Axel» lo richiamo ma lui mi interrompe.
«So cosa hai detto, ricordo le tue regole ma non ti chiedo molto, solo un bacio» sento il suo fiato toccarmi il viso e i miei occhi si chiudono, faccio un respiro lunghissimo e poi li riapro, la sua mano mi sfiora ancora le labbra e poi in un secondo viene sostituita dalla sua bocca, la sento scontrarsi prepotentemente con la mia, con arroganza insinua la sua lingua in essa ed io mi lascio andare, prima perché non credo di avere scelta e secondo, perché non desidero altro dal primo giorno in cui l'ho visto.
Assaporo le sue labbra, non credo riuscirò mai a spiegare di cosa sappiano, so solo che sono la cosa più buona mai assaggiata in tutta la mia vita. Solo dopo che ci stacchiamo mi rendo conto di essere rimasta quasi senza fiato.
Lui in un solo istante, con un solo gesto, è riuscito a farmi dimenticare ogni cosa, in questo momento conta solo lui e le sue dannate labbra.
Un piccolo sorriso accompagna il suo volto, i miei occhi si concentrano sulle sue labbra così rosse grazie al bacio appena dato, lo vedo allontanarsi di poco da me.
«Buonanotte tigre» sussurra dandomi le spalle e, mi lascia così? Lui tranquillo dorme come se nulla fosse appena successo mentre io sento il mio cuore esplodere e la morbidezza delle sue labbra ancora sulle mie. Passo una mano sopra e con un sorriso da idiota mi giro sul lato.
Sento l'odore della sua pelle sotto al naso e mi odio per tutto questo, davvero una persona che conosco da solo qualche giorno è riuscita a farmi sentire tutto questo?
Sapevo sin dall'inizio che questo viaggio sarebbe stata la mia rovina ma ora ne sto avendo la conferma. Ho lasciato che Axel facesse l'unica cosa che non avrei mai dovuto permettergli di fare, ho lasciato che mi baciasse.
Che stupida che sono, tutte le regole che avevo messo, tutti i paletti, ogni cosa è stata infranta.
Cosa succederà domani?
Mi ha detto che non voleva nulla, solo un bacio, come se ne sentisse il bisogno, forse proprio come me desiderava sapere che sapore avessero le mie labbra?
Ma non dovevo permetterglielo, forse per lui è stato un semplice bacio ma non per me, questa è stata una conferma di ciò che più temevo che potesse accadere in questa settimana.
🤥🤥🤥
SCIAO!
So che non pubblico da tanto, tantissimo tempo e spero davvero di riuscire a farmi perdonare con questo capitolo.
Freya e Axel hanno passato un po' di tempo insieme, hanno parlato, di tanto e ci è scappato anche un bacio. Cosa ne pensate? Piaciuto il bacio oppure lo immaginavate diversamente?
A me è piaciuto, sono persone mature e grandi, non ragazzini, quando hanno voglia di un bacio l'ho fanno senza troppe paranoie. Almeno Axel, mentre Freya nel suo profondo è ancora una ragazzina XD.
Come sempre vi ringrazio infinitamente perché leggete la mia storia, grazie perché ci siete ancora e, se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, sapete che tengo molto alla vostra opinione.
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