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Sistemo le ultime cose nella valigia, ho riempito due valigie, due cavolo di valigie per questo viaggio. Ma, da una parte i vestiti giornalieri e dall'altra il vestito per il grande giorno, sarò la damigella d'onore. Mia sorella me l'ha chiesto esplicitamente, non sono eccitata, per nulla. Ma devo farlo, è mia sorella.

Mi carico come un asino e scendo di sotto dove c'è un taxi che mi aspetta, il taxista mi aiuta subito prendendo le valigie e mettendole nel bagagliaio.

«Mi porti all'aeroporto» sorrido e mi accascio sul sedile.

Solo il pensiero di rivedere Axel mi fa saltare i nervi, dopo ieri sera avrei preferito non vederlo mai più. Ma purtroppo lui è il mio accompagnatore al matrimonio. Sbuffo rumorosamente e guardo fuori dal finestrino. Sono le cinque di sera, l'aereo partirà tra un'ora, ho preferito avviarmi prima. Tra il check-in e il resto. Ammiro le persone camminare tranquillamente, chi cammina da solo con i propri pensieri, chi in compagnia di amici e chi con la persona che ama. E poi ci sono io che sto andando a Miami, sì! Ma con un finto fidanzato.

Che sfigata. Mi viene da pensare.

Arriviamo all'aeroporto nel giro di mezz'ora, ringrazio il taxista e gli lascio i soldi prima di scendere, mi aiuta a cacciare le valigie dal bagagliaio e poi va via.

Prendo i manici delle valigie ed entro, pesano tantissimo, ma non posso lamentarmi, perché è colpa mia.

Mi guardo in giro e mi sento spaesata, non ho mai preso l'aereo in vita mia, neanche quando mi sono trasferita a Seattle, non ce n'era bisogno. I miei non abitano poi così lontani da me. Quindi ora ritrovarmi qui, da sola, mi fa sentire ansiosa. Ah un'altra bellissima cosa sul mio carattere sono una persona molto ansiosa. Io vivo praticamente di ansia.

«Serve una mano?» una voce roca risuona al mio fianco, mi volto e trovo Axel. Beh dovevo immaginarlo, dal modo suadente in cui ha parlato.

«No grazie» rispondo acida, mi soffermo sulla sua immagine, dei pantaloni neri e una camicia hawaiana sopra, ma è serio? Anche se è sexy. Porta una grande sacca sulle spalle e nient'altro.

«Allora, punto uno: perché hai messo quella» indico la sua camicia.

«Perché si va a Miami, baby» sorride mostrando una fossetta ed io mi incanto per qualche secondo prima di continuare.

Dannato sex symbol.

«Ok» passo una mano tra i capelli «Hai messo tutto in quella sacca?» chiedo ancora.

«Sì» risponde alzando un sopracciglio.

«Non ti sei fatto prestare qualcosa da Harry?»

«Perché dovevo?» appoggia la sacca per terra e incrocia le braccia facendo pompare i suoi bicipiti.

Ok, devo pensare a qualcos'altro, devo guardare altrove.

«Ti ricordo che tu dovrai essere Harry in questa settimana» sposto i miei occhi sulle valigie e mi mordo l'interno guancia.

Ma cosa mi prende? Sembro un adolescente in piena fase ormonale.

«Lo so» riprende la sacca e si accomoda su una sedia poco distante da noi.

Lo raggiungo e mi siedo due sedie dopo di lui, si volta a fissarmi e poi scuote la testa ridendo.

«Che hai da ridere?» assottiglio gli occhi infastidita.

«È proibito farlo?» chiede anche lui prendendo qualcosa dalla tasca, capisco poi si tratti del cellulare.

«Non rispondere alla mia domanda con un'altra domanda» sbotto sempre con tono acido.

«Scusami per caso anche questa è una delle tue stupide regole?» mi guarda per un istante e poi si concentra sul suo cellulare.

Che imbecille, cretino, deficiente.

Dopo circa un quarto d'ora passato ad attendere, chiamano il nostro volo. Mi alzo e lo stesso fa Axel, lo vedo avvicinarsi a me in modo strano, mi fissa intensamente ed ecco che sento di nuovo le gambe tremare.

Cosa vuole adesso?

Si abbassa ed io sento la gola secca, allunga una mano verso di me e, afferra una delle mie valigie.

«Questa la porto io» il suo fiato mi sfiora il viso e sono costretta a chiudere gli occhi per non crollare qui davanti a tutti. Si incammina ed io lo seguo con sguardo basso.

Saliamo sull'aereo e cerchiamo i nostri posti, sento l'ansia invadermi, ecco lo sapevo. Era strano che ancora non si fosse fatta sentire.

Credo di avere paura dell'aereo.

«Ti vuoi sedere tu vicino al finestrino?» mi chiede fissandomi.

«No» lo urlo così forte che alcune persone si voltano a guardarci.

«Freya tutto bene?» mi chiede poco convinto.

Non voglio che sappia che ho paura dell'aereo, già si diverte molto a prendermi in giro.

«Sì, solo non mi piace sedermi vicino al finestrino» lo lascio passare e poi mi accomodo al suo fianco.

Sento il cuore accelerare e le gambe iniziare a tremare, devo calmarmi. Decido di fare dei lunghi respiri ma, non servono a niente.

Lo sapevo che il corso di yoga non serviva a nulla. Dannato Harry, mi costrinse a partecipare dicendo che casomai mi fossi ritrovata in una situazione di questo genere mi avrebbe aiutata.

La voce squillante di una ragazza che risuona dall'altoparlante mi fa distrarre per qualche secondo ma poi quando realizzo ciò che ha detto, ecco che mi agito di nuovo.

Stiamo per decollare, cavolo voleremo a 4000 metri di altezza e, se il pilota perde il controllo dell'aereo e cadiamo giù? O peggio ancora, se è un alcolizzato ed ora prima di partire si sta ingozzando di alcol per poi addormentarsi durante il volo?

Chiudo gli occhi e rifaccio questi dannati respiri, stringo la cintura di sicurezza e sento le mani tremare.

«Xena, tutto ok?» la mano di Axel si appoggia sul mio braccio, punto i miei occhi su di lui e per un istante lo guardo male per il modo in cui mi ha chiamata, ma mi riprendo subito.

«Io, non credo» la mia voce è flebile.

Sentendomi parlare in questo modo si gira verso di me e sposta la sua mano sul mio viso «Hai paura di volare?» chiede con voce quasi dolce.

«Credo di sì» dico imbarazzata.

«Cosa vuol dire credi? Hai paura si o no?» ed eccolo che ritorna il suo tono arrogante.

«Non lo so ok?» sbuffo voltando la testa dall'altro lato «Non ho mai volato prima»

L'aereo fa uno strano movimento ed io incastro le unghie sul braccio scoperto di Axel.

«Cazzo, mi fai male» si lamenta ma io sono decisa a non mollare la presa.

Un altro strano rumore «Stiamo morendo vero?» lo guardo con gli occhi sbarrati e vedo benissimo che sta facendo di tutto per trattenere una risata.

Ma è scemo? Noi stiamo per morire e lui ride?

Lo ignoro e inizio a parlare a vanvera.

«Ok, se tu sopravviverai, sempre se ci riuscirai» alza un sopracciglio ma resta in silenzio, probabilmente vuole vedere dove voglio arrivare.

«Dì a Harry che gli ho voluto bene, che era come un fratello per me e digli anche di non soffrire per la mia perdita ma di andare avanti. E poi digli di lasciare Kim, è bella sì, ma anche troppo possessiva» lo sento ridere di gusto.

«Ha qualcos'altro da aggiungere prima di andare all'altro mondo signorina Xena?» mi prende in giro, stronzo.

«Sì» gli punto un dito contro «Ti odio e, non presentarti al mio funerale» si morde le labbra del tutto divertito da questo momento ma non sa che io sono seria.

«Bene, hai finito?» chiede slacciandosi la cintura.

«Ma sei scemo? Attacca questa cosa» provo a farlo io ma lui scosta le mie mani «Siamo decollati, è tutto ok» sposta la tendina dal finestrino mentre io mi guardo in giro.

Le altre persone, tutte hanno la cintura slacciata e parlano tra di loro, ci sono anche alcuni bambini che camminano giocando a chissà cosa. L'unica con il viso bianco attaccata al sedile sono io.

Ripeto, che sfigata.

«Guarda qui come è bello» mi volto verso Axel e mi fa segno di guardare fuori dal finestrino, così slaccio anche io la cintura e mi avvicino di più a lui per vedere.

Beh avvicino è un eufemismo, gli sto praticamente addosso, ma è l'unico modo per vedere.

Resto incantata da tanta bellezza, siamo altissimi, al di sopra delle nuvole, se guardo in basso non vedo nulla, ma solo il cielo blu notte.

«È stupendo» ammetto continuando a guardare.

«Già» la sua voce risuona alle mie orecchie e con la coda dell'occhio riesco a vedere i nostri visi quasi appiccicati, mi volto lentamente e per poco i nostri nasi non si sfiorano, non riesco a muovermi, ma soprattutto non riesco a distogliere i miei occhi dai suoi. Sono così scuri e profondi che mi ci potrei perdere dentro.

«Ora puoi anche toglierti. Mi stai schiacciando lì» fa un sorrisetto malizioso ed io solo ora noto il mio gomito in un posto in cui non dovrebbe stare.

Mi allontano da lui così velocemente che per poco non cado col sedere per terra, sento l'imbarazzo invadermi fin sulla punta dei capelli. Fisso i miei occhi sul pavimento ma riesco lo stesso a vedere con la coda dell'occhio, che prende delle cuffie della tasca dei pantaloni e le attacca al cellulare, poi una musica parte ma non riesco a capire qual è. Non sembra una voce molto conosciuta, beh per come è lui, sarà strano anche in scelta di musica.

Lo guardo non riuscendo a controllarmi e lo trovo con la testa appoggiata sul sedile e gli occhi chiusi, le mani sono intrecciate l'una all'altra e le labbra sono umide e dischiuse.

Non ho mai visto Harry sotto questo punto di vista, ma grazie ad Axel mi sto rendendo conto di quanti bei particolari abbia il mio amico, oppure forse questi sono particolari che appartengo solo a Axel? Quello che so è che è davvero molto bello come ragazzo. Faccio un piccolo respiro e sposto il mio sguardo da lui, mi concentro sui miei pensieri, su Miami, su mia madre e spero davvero che crederanno ad ogni cosa.

🛬

«Freya svegliati siamo arrivati» una voce calda e suadente arriva alle mie orecchie, ma chi è? E cosa più importante che ore sono?

Faccio un piccolo movimento ma sento il mio corpo del tutto indolenzito ma come ho dormito questa notte?

«Freya» mi sento scuotere bruscamente per le spalle e apro gli occhi di scatto.

Ma dove sono? Questa non è casa mia.
Mi guardo in giro e vedo Axel, cosa fa Axel da me?

«Sei sveglia o sei una di quelle persone inquietanti che dormono con gli occhi aperti?»  richiudo gli occhi e poi li apro di nuovo realizzando il secondo dopo ogni cosa.

Sono in aereo per andare a Miami per il matrimonio di mia sorella, con il finto Harry.

«Sono sveglia» la mia voce è bassa e roca perché mi sono appena svegliata «Siamo arrivati?» gli chiedo passandomi una mano sulla faccia.

«Sì»

«Oddio, per quanto tempo ho dormito?»

«Per quasi tutto il viaggio, lo sai che sbavi mentre dormi?»

I miei occhi si sbarrano e le guance si colorano per l'ennesima volta di un rosso fuoco «Io non sbavo» gli dò uno schiaffo sulla spalla.

«Oh, si che lo fai. Sembri un cane» ride facendo un occhiolino, poi si alza e mi sorpassa.

Che cretino e, la cosa più grave è che io davvero sbavo mentre dormo. Me l'ha detto spesso anche Harry.

«Allora Xena, andiamo?» allunga una mano verso di me, ma io lo guardo malissimo.

«Non devi chiamarmi Xena» mi alzo avvicinando il mio viso al suo.

«Perché no? Sei un piccola guerriera in miniatura» ride pizzicandomi il naso.

Perché cavolo mi sta trattando come una bambina?!

Lo ignoro e scendo dall'aereo, lui mi segue e prendiamo le nostre valigie addentrandoci nell'aeroporto di Miami. Camminiamo fino a quando non vedo i miei genitori pronti ad accoglierci, mi blocco e afferro Axel per la camicia fermandolo.

«Ma cosa...» ma lo interrompo subito.

«La vedi quella coppia carina laggiù?» annuisce non capendo.

«Sono i miei genitori, quindi da ora io ti chiamerò Harry e tu beh, comportati da Harry»

«Stai tranquilla tigre, andrà tutto bene» mi fa un occhiolino e si incammina, mentre io mi batto una mano sulla fronte già sapendo che in realtà non andrà per nulla bene.

🏝🏝🏝

SCIAO!

Ecco il quinto capitolo di -Solo noi due- Axel e Freya sono partiti per andare finalmente a Miami e sono arrivati.

Come vi è sembrato il viaggio? Freya delira un po' quando ha paura, inizia a dire cose senza senso e penso si sia visto XD.

Mentre Axel beh, lui è Axel. Quindi sexy e arrogante, ma sta cacciando anche un lato più simpatico non trovate?

Finalmente sono arrivati, come si comporterà Axel davanti ai genitori di Freya? Riuscirà a convincerli di essere Harry -promemoria personale, non styles- nonostante sia così diverso da suo fratello?

Se il capitolo vi è piaciuto fatemelo sapere. Come sempre vi ringrazio infinitamente perché leggete la mia storia, un abbraccio enorme.

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