Chapter 6
"Ryan hai capito? stammi attaccato!"
"Si, scusami! Ero distratto" dissi seguendolo.
Incominciamo a pedalare sempre più veloce, girammo varie vie, ma la pioggia ormai aveva già iniziato a scendere, quando finalmente ci fermammo ad un portone blu chiaro, Marco prese una mazzo di chiavi e lo aprì, che una volta entrati si chiuse dietro di noi senza nemmeno far rumore.
Alla nostra sinistra iniziavano delle rampe di scale, mentre a destra c'era uno spazio dove poter mettere le biciclette.
"Dammi faccio io" mi disse prendendo la bici e legandola con la sua.
Subito dopo mi fece strada fino al terzo, ed ultimo, piano dove abitava con la sua famiglia.
Aprì la porta e mi disse:"Benvenuto a casa nostra!"
"Grazie ancora non so come ringraziarti..." dissi un po' imbarazzato.
"Tranquillo, qui da noi sei un ospite!" disse dandomi una pacca sulla spalla.
Appena entrati notai che non era cambiata affatto negli anni, aveva sempre quell'aria moderna e pulita, le poltrone del salotto non presentavano nemmeno un graffio, il fatto mi sorprese un po' visto che avevano un gatto. Ma la casa era troppo silenziosa non si sentiva nemmeno un rumore, incuriosito chiesi spiegazioni.
"Come mai questo silenzio?" dissi
"Ah sì in casa per ora non c'è nessuno, i ragazzi questa settimana non ci sono, e Vanessa è a lavoro.." poi si fermò un attimo a guardare l'orologio "...è strano dovrebbe esser già tornata, credo che forse ha fatto tardi nel chiudere il negozio"
"Ah ho capito." dissi sentendomi un po' a disagio.
Poi Marco si assentò un attimo, io mi tolsi la giacca fradicia e la misi sul termosifone, sperando che si asciugasse, poi non sapendo cosa fare mi distrassi iniziando a cercare il loro gatto.
Cercai sotto al divano niente, sotto al tavolo niente..
Forse sopra al mobile? Ancora niente.
Ma dove si è nascosto?
"Marcoo! Dov'è la tua palla di pelo?" chiesi.
"Eccola quaa!!" mi disse con un gattone in mano, ora non si riusciva a vedere più la sua faccia talmente era grande, me lo ricordavo molto più piccolo.
Me lo consegnò in braccio.
"Oddio ma quanto sei cresciuto?" dissi ridendo.
Era un gatto di razza tigrato dal pelo grigio, molto folto e morbido, occhi verdi, molto vivace e adorava le coccole, insomma era perfetto.
Lo torturai per 10 minuti ma non si permise a farmi nemmeno un graffio. Marco mi distrasse: "Allora se vuoi andare a fare una doccia il bagno è pronto, e per i vestiti dopo dammeli che li metto ad asciugare! Intanto io ti preparo la camera. Ah!, e se quando hai finito non mi vedi è perché sono nell'altro bagno ok?"
"Grazie mille!" dissi.
"È un piacere Ryan! Dai ora vai, che mia moglie dovrebbe tornare a breve, non vorrai farti vedere così?"
"Okay, vado subito!" dissi diriggendomi infondo al corridoio.
Appena entrato notai subito la presenza di troppi specchi: uno era sopra al lavandino, uno vicino alla porta e uno vicino alla doccia, il quale in realtà era una specie di mobililetto apribile solo dal lato dello specchio. Il pavimento e il resto del bagno era ricoperto da delle mattonelle grigio opaco, e la doccia era spaziosa e c'era anche un vano per appoggiare qualcosa, come lo shampoo.
In quel preciso istante mi incantai davanti allo specchio del lavandino, semplicemente guardavo il mio riflesso, sentendomi male, come se quello non fosse il mio posto, come se fossi di troppo in quella casa.
Solitamente ero una persona sociale e creativa, ma in quella realtà così strana ero diventato chiuso e anche molto ansioso, non mi riconoscevo più.
"Questa situazione è assurda, tutto va di male in peggio, e poi il significato di quel biglietto? Perché non poteva dirmelo in faccia?" pensai tra me e me.
Decisi di lavarmi dai miei pensieri, e lasciarmi scivolare via i problemi, avevo bisogno di staccare la spina da questi pensieri che piano piano mi stavano logorando, quindi aprii l'acqua calda, che in poco tempo mi invase da capo a piede.
Una volta finita la doccia, presi l'asciugacapelli, lo accesi, e lo passai sui miei capelli bagnati.
Una volta finito lo riposi al suo posto originario, chiudendolo dentro al mobiletto, poi notai che ora il suo specchio era opaco a causa dell'umidità della stanza, ci passai una mano da un lato all'altro, per poter di nuovo vedere il mio riflesso, e in quell'istante mi venne in mente qualcosa di inaspettato.
~ Flashback☁️ ~
"Ryaan perché non me lo hai detto subito!" mi disse Genevieve dalla camera da letto.
Io avevo appena finito di fare la doccia, e andando in camera solo con l'accappatoio le dissi:
"Scusa ma non c'è stata occasione!"
"NON C'È STATA OCCASIONE?? DA QUANDO C'È L'OCCASIONE PER DIRMI LE COSE, lo sapevi da mesi." disse lei urlandomi in faccia.
"Si lo so, ma sono sempre di fretta, e sai com'è non ci vediamo mai, sembra che non siamo neanche sposati!" dissi tristemente.
"Ah per te non siamo sposati!?? Eh allora non c'è bisogno di dirmi quando parti per un tour!" disse lei uscendo dalla camera.
Io la seguii.
"Tesoro, no non volevo dire quello!" le dissi dispiaciuto.
"Dai sempre la colpa al tuo lavoro, non ti assumi mai le tue colpe!" disse sempre più arrabbiata, mentre prendeva le chiavi.
Ora eravamo in soggiorno.
"Ma perché pensi queste cose? Te lo avrei detto, se tu prima non me lo avessi urlato in faccia!" dissi io sulle difensive.
"Bene! Ora vado, perché anch'io ho un lavoro." disse lei prendendo la borsa e chiudendo dietro di sé la porta d'entrata.
Poi tornai in camera e iniziai a vestirmi.
"Ma perché fa cosi!?" dissi.
Ero così dispiaciuto che non pensai a niente e incolpai me stesso per aver sbagliato con lei.
"Papà, va tutto bene?" una voce mi distrasse.
"Certo che va tutto bene tesoro, io e la mamma stavamo solo parlando" dissi prendendolo in braccio.
"Papà... è vero che devi partire ancora?" disse abbracciandomi, quella domanda mi straziò il cuore.
"Si, tesoro, ma papà torna presto." dissi mettendolo seduto sul letto.
"Dici sempre così..." disse con un espressione triste, che probabilmente non dimenticherò mai.
"Senti che dici se ci andiamo a prendere un gelato?" gli dissi sorridendo.
"Siiii!" disse lui ricambiando il sorriso.
~ Fine Flashback☁️ ~
Finito quel ricordo ero distrutto, sia emotivamente che fisicamente, mi sentivo in colpa, e volevo rimediare in qualche maniera, anche se in quel momento avevo altri problemi da risolvere.
Poi pensai...
La prima volta che ricordai qualcosa è stato grazie alla mia giacca e poi l'unica foto nella galleria, ed ora grazie allo specchio...
Se voglio davvero recuperare altri frammenti, ho bisogno di aiuto.
Però la memoria è imprevedibile, non mi sarei mai aspettato questo ricordo.
Quindi era in programma il tour verso l'Italia?
Voglio ricordare cosa successe dopo.
L'aver ricordato anche una piccola cosa mi fece provare una sensazione strana, ero felice ma allo stesso tempo ero dispiaciuto per quello che avevo fatto a Genevieve, dovevo dirglielo subito, ma perché non glielo dissi?
Ero così preso da quel ricordo, che volevo assolutamente raccontare tutto a Marco, quindi presi l'asciugamano me lo legai in vita e uscii senza pensarci due volte.
Ma una volta uscito mi scontrai con Vanessa, che se non avessi presa al volo, sarebbe caduta a terra per colpa mia.
"R-Ryan!? Che ci fai qui?" la sua faccia si colorò d'improvviso.
"Scusa se ho rischiato di farti cadere! Ero sovrappensiero" le dissi mentre l'aiutai ad alzarsi.
"N-No tranquillo è colpa mia, comunque è un piacere rivederti dopo così tanto tempo!" disse sfoggiando un sorriso raggiante.
In quel momento anche Marco uscì dal bagno, salutò lei con un bacio sulla guancia e disse:"Scusa cara se non ti ho avvertito che Ryan sarebbe venuto a casa nostra ma..." lei lo interruppe:"Non preoccuparti, è tutto okay, è un piacere poterti ospitare qui" disse guardandomi negli occhi.
"Grazie davvero!" dissi.
Poi lui si dileguò in un nanosecondo, tornando in bagno, lasciandoci da soli.
Lei ancora un po' imbarazzata mi disse:"Il pranzo è pronto, quando ti sarai vestito, vieni in soggiorno!"
"Certo, arrivo subito!" dissi sorridendo.
Arrivato in camera pensai, che ancora una volta non potei dire subito a Marco quel che avevo scoperto, ma pensai di farlo più tardi, quando saremo rimasti da soli.
Dopo essermi vestito, con dei vestiti che mi avevano procurato loro, ci mettemmo a tavola per pranzare tutti insieme.
"Allora perché sei qui in Italia in anticipo, se non sbaglio il concerto è tra un po'..." disse Vanessa mentre affondava la sua forchetta nel piatto di pasta che aveva davanti.
Io non sapevo cosa risponde, Marco voleva intervenire ma lo fermai.
"Perché avevo bisogno di una pausa prima dello show, per cercare l'ispirazione per una canzone" dissi.
"Oh, davvero? Su cosa stai lavorando?" mi disse lei facendomi rimanere senza parole.
Mi sono fregato con le mie stesse mani! Ora cosa le dico?
"Cara, da quando sei una sua fan?" Intervenne Marco in mio aiuto.
"Dai sono solo un po' curiosa!" ribatté lei sorridendo.
Marco mi fece una faccia come per dire:"inventati qualcosa"
"Bhe, stavo pensando di fare una canzone un po' nostalgica, riprendendo lo stile di Dreaming Out Loud, del nostro primo album, e portando un po' di modernità al vecchio stile!" dissi sperando di essere convincente.
"Ah, magnifico! Sicuramente sarà un altro grande successo." disse.
"Grazie!" dissi sorridendole, e lei ancora una volta arrossì.
Dopo il silenzio calò nella stanza, fin che non finimmo di mangiare il primo.
"Davvero buono, complimenti alla cuoca!" dissi io rompendo il silenzio.
"Sono felice che ti piaccia, questo è uno dei nostri piatti tipici!" disse Marco.
"Si lo so, la pasta è uno dei piatti preferiti di mia moglie!" dissi mentre loro iniziarono a portare via i piatti.
"Ah quindi cucini italiano a casa?" Intervenne Vanessa.
"Emm, si qualche volta, però non sono molto bravo! Ma adoro cucinare!" dissi imbarazzato.
"Bhe allora potremmo farti un mini corso di cucina italiana!" Disse Marco ridendo, mentre metteva dei piattini in tavola.
Poi una volta seduti dinuovo a tavola, Marco disse qualcosa che non mi prese alla sprovvista:"Cara porta il dolce!"
Poco dopo lei arrivò con una grande teglia piena di un dolce all'apparenza buonissimo.
"Ecco questo è il tiramisù!" disse appoggiandolo delicatamente al centro del tavolo.
Una volta assaggiato rimasi colpito dal sapore che aveva, era davvero buono, anche perché aveva un leggero gusto di caffè.
"Tutto ottimo!Grazie!" esclamai alla fine.
Dopo qualche minuto un leggero mal di testa e un po' di nausea mi invasero e non riuscì a pensare più a niente.
"Scusatemi non mi sento troppo bene, vado in camera, è un problema?" dissi alzandomi da tavola.
"Tutto bene, vuoi un qualcosa?" disse lei dirigendosi verso di me.
"Ryan sarai stanco per il lungo viaggio!" disse Marco ammiccandomi.
"Si ma sto bene, mi è solo venuto un po' di male alla testa, con permesso, vado in camera a stendermi..." dissi non dicendo completamente la verità.
"Va bene allora buon riposo!" disse Vanessa.
"Ti accompagno!" disse lui.
Una volta entrati in camera mi chiese:"Tutto bene?"
"No, a dire la verità, ho male di testa e nausea" dissi sedendomi sul letto.
"Sono i classici sintomi di un trauma cranico. Ryan, dovresti tornare in ospedale!" disse lui preoccupato.
"No, tranquillo è normale, so di aver avuto un trauma, e infatti ho perso la memoria.Ho bisogno solo di riposare!" dissi sembrando convincente, anche se non lo ero.
"Ma così potresti peggiorare le cos.." lo interruppi.
"Marco ho ricordato qualcosa!"
"Davvero? Che grande notizia!!" disse sorridendo appena.
"Si, ho avuto un flashback, ma purtroppo niente che mi possa aiutare, anzi mi ha fatto stare male."
"Dai non tenermi sulle spine, raccontami cosa hai visto!" disse lui impaziente.
Nota autrice😊
Hello guys, mi eravate mancati!❤️
Cooomunque in questo capitolo abbiamo scoperto che Ryan aveva litigato con la moglie e per questo è tormentato dai sensi di colpa.
Ma riuscirà a ricordare qualcos'altro?
Al prossimo capitolo...
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro