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Chapter 4

Era lì davanti a me immobile, impassibile.
Non sapevo ancora che cosa sarebbe successo di li a poco.
Il perché Marco avesse un coltello in mano, non potevo spiegarmelo.
"Cosa vuoi fare?" Gli chiesi stupidamente.
"Questo! AHAH!!" Disse buttandosi addosso sul mio letto con una risata diabolica.
Voleva uccidermi.
Io lo schivai, buttandomi giù dal letto, ma sfortunatamente mi feci male al ginocchio e zoppicante arrivai alla porta che sfondai del tutto, la porta cadde a terra, e io iniziai a correre per il corridoio. Ero scalzo e sentivo il pavimento freddo e troppo pulito, quasi scivoloso sotto i miei piedi, dovevo stare attento a non cadere, se no sarebbe stata la mia fine.
Mentre correvo sentii Marco che ormai era ad un passo da me, non so come ma mi aveva raggiunto con una velocità tale da non rendermene nemmeno conto. Poi un dolore al centro petto mi paralizzò, mi guardai e vidi spuntare dal mio petto la punta del coltello che prima aveva in mano..
"DIO NO!! Non posso morire!!" pensai.
In quel preciso istante caddi a terra, sentivo solo un grande dolore che mi paralizzava.
"Forse era destino che finisse così, non disperati, non agitarti è tutto finito ora..." disse con un tono che ho odiato.
Sapevo che stavo per morire, ma con le ultime forze presi il coltello lo estrassi dal mio corpo e lo conficcai nella gola di Marco.
Poi sangue ovunque..

"NOOOO!!!" urlai svegliandomi nel mio letto..
Avevo il cuore che voleva uscirmi dal petto, talmente tanto batteva veloce.
"Oddio non posso crederci ancora un altro incubo" dissi pensando ad alta voce.
Cercai di riprendere un respiro regolare e di calmarmi ma era tutto inutile, quelle scene così forti mi fecero rimanere molto inquieto, il problema dei sogni è che quando ci sei dentro sembrano reali, solo quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c'era qualcosa di strano.
(N.A.Piccola citazione a Inception😅)

Maledetto incubo!!
Erano ancora le quattro del mattino, quando pensai che non mi sarei più addormentato quella notte, quindi decisi di fare un giro per l'ospedale.
Misi le mie nike bianche, e presi la giacca di pelle, perché faceva un po' freddo quella notte, mi avvicinai alla porta e la aprii lentamente, non c'era nessuno ed era tutto buio, ma vidi in fondo al corridoio una luce, ma prima di andare a vedere cosa ci fosse, guardai il numero della mia stanza: "stanza 11"

Spero di ricordarmelo..

Incominciai a camminare verso quella che sembrava la sala d'aspetto, e una volta arrivato trovai un lungo bancone blu con delle infermiere, che nonostante l'orario, lavoravano dietro ad un computer.
Una di loro mi fissò e rimasi subito colpito dal colore dei suoi occhi, verde chiaro, sopra agli occhi aveva appena un filo di trucco, le labbra sottili, senza rossetto e guardandola si potevano notare appena un po' di occhiaie, sarà stata leggermente più giovane di me e pensai che non fosse abituata a passare le notti a lavorare.
"Signore non può stare qui, non facciamo girare persone per i corridoi!" disse sorridendo leggermente, forse era un po' timida.
"Ah, non lo sapevo, non sono mai stato in un ospedale mi scusi.."
"Bhe non si preoccupi, mi capita spesso di sgridare dei pazienti che di notte girovagano per l'ospedale, ma è la prima volta che ne trovo uno così bello!" disse sfacciatamente, forse con un tono di sarcasmo.
Io trattenni una risata per l'imbarazzo, e la ringraziai anche se pensandoci mi aveva colto impreparato.
"O-okay. Ora torno alla mia camera, ma prima sa per caso dove posso prendere dell'acqua, perché avrei un po' di sete" dissi.
"Si prego, dietro di lei c'è l'erogatore d'acqua, può benissimo prenderne quanto ne desidera, non si faccia problemi" disse indicandolo dietro di me.
"Ah okay grazie" dissi avvicinandomi, prendendo un bicchiere e schiacciando la levetta che avrebbe fatto scendere l'acqua.
Una volta bevuto due o tre bicchieri decisi di tornare nella mia stanza, anche perché quell'infermiera non mi aveva staccato gli occhi da dosso per nemmeno un istante, ma quando stavo per uscire mi fermò.
"Eppure ha una faccia conosciuta, dov'è che l'ho vista??"
"Non lo so, può essere che le ricordi un altra persona." dissi senza dire la verità su chi fossi, anche perché forse mi avrebbe potuto riconoscere ed è meglio non farsi notare.
"Bene ora vado, grazie di tutto!" poi non dissi nient'altro e lei mi augurò la buona notte e tornò a guardare il suo computer.
Tornai in stanza leggermente assonnato, ma più che sonno forse noia, perché non sapevo che cosa potessi fare: se mi fossi addormentato avrei rischiato di avere un altro incubo, e ne avevo abbastanza; invece se non avessi dormito la mattina seguente non sarei riuscito a reggermi in piedi. Quindi decisi di sdraiarmi sul letto e fissare il soffitto, un po' logoro e macchiato, cercando di non pensare a niente, cosa che mi risultò molto difficile perché la mia mente vagava per i ricordi che ancora avevo, come quelli del college, quando incontrai per la prima volta Zach, che era il mio compagno di stanza e devo dire la verità, inizialmente non ci stavamo molto simpatici, avevamo dei caratteri un po' diversi, ma poi diventammo grandi amici.
Abbiamo condiviso così tante cose, le passioni e i momenti di studio...

Non dimenticherò mai quei momenti.

Con quel ricordo prima del mio lavoro attuale, mi addormentai senza volerlo, perché evidentemente mi ero rilassato troppo.

[La mattina seguente..]

Aprii gli occhi e mi guardai intorno, la luce ora entrava dalla finestra, ero sorpreso di essermi addormentato, non me lo aspettavo.
Guardai l'ora dell'orologio e segnava ancora l'orario di Los Angeles quindi presi il telefono per scoprire che erano le nove del mattino. Dopo aver sistemato l'orologio notai che i miei vestiti, ormai inutilizzabili erano ancora su quella sedia, accanto al letto. Decisi di alzarmi e scrissi un messaggio a Marco se potesse portarmi dei vestiti, perché sapevo che sarei uscito fra poche ore e senza di essi non sarei potuto andare lontano.
Una volta alzato, mi diressi in bagno per sciacquarmi un po' la faccia, mi guardai allo specchio e notai delle occhiaia sotto gli occhi.
Maledizione a questi incubi, non mi fanno riposare bene!

Non me ne importava più di tanto del mio aspetto, la cosa a cui facevo più attenzione era non dare troppo nell'occhio.
In quel momento pensai che tra poche ore avrei potuto camminare libero per la strada e sentire l'aria fresca, che mi avrebbe sfiorato la pelle e mi illusi che mi avrebbe fatto sentire come a casa.
Guardai nuovamente nello specchio, e non so perché sul mio viso era stampato un mezzo sorriso.
Okay mi sembra di impazzire!

Una volta finito di pensare ad altro sentii un rumore proveniente da fuori, d'istinto mi nascosi dietro la porta, provando a percepire qualsiasi suono. Non sapevo assolutamente chi potesse essere, se fosse stato un infermiere o qualcun'altro avrebbe bussato, quindi mi preparai al peggio. Quando vidi che la porta del bagno si aprii mi feci prendere dall'istinto e mi buttai addosso alla persona che stava cercando di entrare, tutti i fogli che aveva in mano caddero e si sparsero un po' in bagno e un po' in stanza, ancora preso dal quel impeto immobilizai i polsi alla persona misteriosa.
Era troppo tardi, quando capii che era l'infermiera della sera prima, il suo profumo così dolce, mi invase le narici, era buonissimo, mi ricordava la vaniglia e qualche fiore tropicale.
Rimanemmo un paio di secondi a guardarci negli occhi poi mi alzai di scatto e dissi:"Oh Dio, mi scusi non volevo, pensavo bussasse prima di entrare!" ero davvero imbarazzato, una cosa del genere, non mi era mai capitata prima.
Le porsi la mano per aiutarla ad alzarsi, e sentii la sua mano così morbida e piccola nella mia, una volta alzata mi guardò in silenzio, aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Poi prese i fogli che erano caduti, provai ad aiutarla ma lei non mi diede il tempo di fare niente, che li aveva già ripresi tutti.
Poi mi porse un foglio piegato a metà, mi guardò ma non disse niente, infine uscì di fretta.

Okay facciamo finta che non sia successo niente!

Ora la mia attenzione era rivolta su quel documento di un color marroncino chiaro e c'era il nome e cognome che avevo dato, in precedenza:
"Benjamin Jones"
Il documento era la carta di dimissioni, essendo scritta in un italiano molto tecnico non riuscì a comprendere l'intero contenuto ma intuii che si trattava di una prassi ospedaliera.
Improvvisamente mi assalì un ansia che non so spiegarmi nemmeno io da cosa possa essere stata procurata, pensai di esser ancora molto scosso per tutto, quindi non ci badai più di tanto.
Poi una voce mi distrasse.

"Hey sei già pronto?" disse.
Mi girai e vidi Marco con un aria così riposata e fresca.
"Si, tu sei venuto molto presto!" dissi.
"Non volevo lasciarti troppo tempo in questo manicomio rischiando di farti impazzire!" disse ridendo.
"Tieni questi, ho letto il tuo messaggio" disse consegnandomi dei vesti, tra cui una maglietta bianca con una scritta e dei pantaloncini neri.
Poi diventò serio:"Hai dato un nome falso vero?"
"Si, purtroppo. Non mi piace agire così ma sono costretto." dissi guardando il foglio.
"Certo, immagino. Andiamo?"
"Si, e subito" dissi.

Una volta usciti dalla stanza, pensavo già di potermi godere un po' di sole e di aria fresca, ma quando arrivammo all'entrata dell'ospedale, vedemmo degli agenti di polizia al bancone.

Bene spero che abbiamo notizie positive...

Mi avvicinai lentamente verso il bancone e notai che c'erano più agenti della volta precedente.
"Il signor Jones?" mi chiesero.
"Si, sono io!" dissi con fermezza.
"Dovrebbe venire domani in questura per formalizzare la denuncia"
"A che ora?" Chiesi
"Alle 10.00!" poi io guardai il mio orologio e l'ora era ancora sbagliata.
"Okay, ci sarò!!" poi andammo verso l'uscita.

Fine capitolo

Spero vi sia piaciuto!

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