Capitolo 23
Settembre 2024
Erano passati due giorni da quando Sarah aveva lasciato il DVD a Joseph, e non lo aveva ancora sentito. La voglia di chiamarlo, di piombare a casa sua, di farsi sentire in qualche modo, era tanta. Troppo. Ma aveva ragione Monica, doveva lasciare al ragazzo il giusto tempo. Quello che non gli aveva mai dato. Quindi non aveva fatto nulla, combattendo contro se stessa. Non un messaggio, non una chiamata, non un appostamento dietro la finestra. Stava aspettando, mentre cercava di impiegare il suo tempo in ogni modo.
Aveva quasi terminato il montaggio del video per Denise. Era un bel video. Alla fine avevano trovato un altro ballerino. Non bravo come Joseph, ma in quel momento tutti avevano dovuto un po' accontentarsi. Quel video doveva essere perfetto, era troppo importante per la coreografa e per i ragazzi della scuola. Lo sapeva, e si stava impegnando al massimo.
Settembre era ormai agli sgoccioli. Era a Roma da un mese. Era arrivata col caldo torrido tipico dell'estate capitolina. Pensava che il tempo si sarebbe fermato. Il cambiamento climatico le aveva fatto capire che no, niente si era fermato.
Sarah si strinse nelle spalle. Aveva il naso gelido e quel maglioncino cominciava a non scaldarla più, in quelle mattine pungenti. Sapeva che coprirsi troppo sarebbe stato controproducente. Roma era così: per quanto potesse fare freddo la mattina, anche a gennaio la giornata sarebbe diventata più calda. Roma era caotica, affollata. Era la città perfetta per non pensare, eppure lei non ci riusciva mai.
Avvertì il telefono vibrare nella tasca destra dei jeans e lo estrasse con un gesto meccanico, continuando a camminare spedita. Sul display comparve l'anteprima di un messaggio di Leah. Sorrise all'istante, leggendo l'amica che l'avvisava che dopo poche ore sarebbe arrivata. Non erano poche le ore, in effetti. Un volo New York-Roma non è mai di poche ore. Ma erano comunque poche, rispetto a tutte le ore che le avevano separate fino a quel momento.
Sarah non conosceva il reale motivo del viaggio di Leah. La ragazza le aveva detto che sentiva tanto la mancanza, che aveva voglia di vederla. La romana era certa che sotto ci fosse altro. I prezzi dei voli erano alle stelle, Leah aveva preso il biglietto all'ultimo, e non sguazzava certo nell'oro. Non le aveva chiesto nulla, comunque. Anche Sarah sentiva intensa la mancanza, ed era felice di poter rivedere l'amica al più presto.
«Allora sei tu la troia che scopa con il mio uomo?» Si era appena chiusa nel suo ufficio quando una Katia furiosa la travolse senza nemmeno bussare. Guardò la donna confusa, mentre lei era sul punto di una crisi isterica.
«Come scusa?» chiese allibita.
«Non c'entra niente, finiscila» intervenne Francesco, dietro di lei, mentre Sarah continuava a guardare entrambi esterrefatta.
«Non vi siete lasciati?» chiese subito a Francesco, ignorando Katia. Lui aveva detto a Caterina di aver lasciato Katia. Se non fosse stato vero, sarebbe diventato un problema. Un problema enorme, perché Francesco sarebbe stato solo l'ennesimo stronzo nella vita della zia.
«Ah, vedo che sei informata», la schernì Katia con ribrezzo. «Sì, ci siamo lasciati. Mi ha lasciata per te, la carne fresca fa gola a tutti» aggiunse. Sarah tirò un sospiro di sollievo, ridendo appena per l'assurdità delle parole di Katia.
«Non sono io la tua rivale, mi dispiace» affermò, sinceramente dispiaciuta per quella donna alla deriva. «Io sono fidanzata... credo» aggiunse, storcendo appena il naso.
«Tra noi è finita, accettalo» tornò a ribadire lui, saturo.
«E io che dovrei fare?» chiese Katia retorica, con la voce rotta e gli occhi velati. Sarah cominciò a sentirsi in imbarazzo. Non erano affari suoi, ma loro continuavano a litigare nel suo ufficio. Quando la segretaria chiese se quella decisione derivasse da un'altra donna, Francesco rispose con un secco "no".
«Ti avrei lasciata comunque» spiegò lui, forse in modo un po' troppo brutale.
«Quindi c'è un'altra donna» ridacchiò amara. Respirò a fatica, provando a trattenere ogni lacrima. Gonfiò il petto e asciugò velocemente gli occhi. «Da oggi trovati un'altra segretaria» affermò dura.
«Davvero? Hai cinque anni?»
«NO. Ti amo brutto pezzo di merda e non ce la faccio a lavorare con te» sbraitò dura. Sarah riuscì a percepire una fragilità che non aveva mai visto in lei. Abbassò lo sguardo, continuando a sentirsi tremendamente in imbarazzo. Di troppo. La sentì andare via. Il rumore dei suoi tacchi sul finto parquet dello studio era inconfondibile. Cinque minuti, e la porta d'ingresso sbatté violentemente. Era finita.
Sarah alzò lo sguardo, scrutando Francesco. Era imperturbabile.
«Pensi che io abbia sbagliato?» mormorò a denti stretti.
«Sì» rispose sincera. Sapeva di poterlo essere. «L'hai lasciata nel momento in cui hai trovato un'altra donna. Avresti dovuto farlo prima» continuò.
«Non ho certezze con Caterina, ci conosciamo talmente poco» provò a giustificarsi lui.
«Ma con Katia le cose non andavano da tempo...» sottolineò, lasciando la frase un po' sospesa.
«Sì» ammise lui, abbassando il capo.
«Appunto», disse tronfia, «ho ragione io. Comunque, non demoralizzarti. Le storie finiscono, ne iniziano altre... ora pensa a trovare una nuova segretaria» concluse provando ad alleggerire il momento. Francesco aveva sbagliato, ma non stava a lei giudicarlo.
***
«Quindi non hai ancora parlato con Joseph?» Sarah sbuffò, abbassando lo sguardo. Era a pranzo con Caterina e Michele. Era strano avere Michele tra i piedi, e nell'ultimo periodo capitava spesso. Era strano e piacevole. Non avevano mai legato prima. Forse crescere era bello per quello.
«No, sto aspettando» spiegò, bevendo un po' della sua Sprite. Li vide annuire ma nessuno dei due commentò ed entrambi provarono a concentrarsi sul cibo. Non c'era imbarazzo. Erano una famiglia, e nelle famiglie non c'è mai imbarazzo. O, almeno, in quella di Sarah non c'era mai stato. Il loro silenzio era più un segno di pudore, un non voler intromettersi troppo.
«Ieri è venuta Lucia da me» esordì Michele dopo un po'. Sarah strabuzzò gli occhi, facendolo ridacchiare. «Avevo la tua stessa faccia. Comunque sì... non ha parlato direttamente con me, però. Il fidanzato aveva bisogno di un commercialista» spiegò.
«E quello di famiglia?» chiese subito Sarah, ricordando i racconti di Lucia. Michele alzò le spalle.
«Non so che dirti... Vittorio non ha voluto dirmi niente, dice che sono questioni private»
«Non mi interessa, comunque» concluse arcigna. I loro quattro occhi puntati addosso la misero leggermente a disagio. «Che dovrei fare?»
«Conosci Lucia meglio di me. Pensi che sia davvero felice?» chiese Michele.
«Non sono certa di conoscerla. E, comunque, non mi importa. È una sua scelta. Ha scelto lei di sposare Antonio, ha scelto lei di dimenticare il passato. Non posso farmi carico dei suoi problemi. E poi, Lucia era anche tua amica, anni fa. Se proprio ti sta a cuore, pensaci tu» disse, quasi offesa. Erano davvero amici. Era stato Michele a presentarla a Mattia. I suoi genitori e i genitori di Lucia erano amici da sempre. Michele e Lucia erano cresciuti insieme, era stato lui a portarla per la prima volta nel loro gruppo, una delle poche volte che erano usciti tutti insieme. Lui e Lucia erano amici più di quanto lo fossero mai state loro due.
«Amici? Non la sento da anni... sono cambiate tante cose, Sarah, è questo che non capisci» sottolineò. Sarah sbuffò, perché non stavano più parlando di Lucia. Vide Caterina annuire, e sbuffò ancora. La pensavano come Monica, su Joseph. E avevano ragione, Sarah lo sapeva. Come avevano ragione a rinfacciarle la sua fuga. Facevano bene. Ma per quanto ancora sarebbe andata così?
«Qualcuno può accompagnarmi all'aeroporto domani?» chiese, volendo più che altro chiudere quell'argomento. «Ho la macchina dal meccanico, non saprei come arrivarci. Domani arriva Leah» spiegò, per rispondere alle loro facce confuse.
«Io domani non ci sono» rispose Caterina dispiaciuta, «Francesco mi porta al mare» aggiunse aprendosi in un sorriso meraviglioso.
«Uh, com'è romantico il mio capo» scherzò Sarah. Le piaceva vedere la zia così imbarazzata e felice. Caterina ne aveva passate tante, troppe, e meritava un po' di spensieratezza. «Tu?» aggiunse Sarah, rivolta a Michele.
«Se non trovi nessuno...» rispose, stringendosi nelle spalle.
«Grazie eh. Le cose fatte col cuore sono sempre le migliori» lo rimproverò bonariamente.
«Almeno è bella la tua amica?» indagò Michele.
«Non è roba per te» disse, fermandolo immediatamente. Lui alzò le mani, quasi per difendersi.
«Calmati, non ho fatto niente. Semplice curiosità» si giustificò.
«Nah, ti conosco. Sei un cazzone che cerca buchi per sfogarsi, e Leah non è quel tipo di ragazza. Quindi, lasciala in pace» lo avvertì.
«Questo tuo pregiudizio quasi mi offende. Comunque, come ti pare» la assecondò. Sarah annuì soddisfatta, tornando a concentrarsi sull'insalata.
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