Prologo
Joe: Sharon.. scendi che devi andare a scuola
Io: si papà arrivo subito
Scendo le scale più velocemente possibile, non voglio arrivare tardi il primo giorno di scuola. Per di più nella mia nuova città: Cincinnati.
Io: eccomi sono pronta, andiamo?
Sorride e ci incamminiamo verso l'auto. Sono troppo eccitata, a pensarci bene è la prima volta che sono felice di andare a scuola. L'ho sempre odiata con tutta me stessa, anche se ero la più brava della classe. Solo in una materia non mi distinguevo, e non è matematica, bensì geografia.
Dopo un paio di minuti arriviamo davanti all'edificio e tutta la mia felicità svanisce.
Questa scuola sembra triste: completamente grigia. Ma la cosa più spaventosa erano i diversi piani... Mi sarei persa quasi sicuramente.
Joe:divertiti cara
Fa per avvicinarsi per darmi un bacio d'avanti a tutta la scuola ma lo scanso ed esco dall'auto sorridendo
io: grazie papà, ci vediamo dopo
Mi incammino verso l'entrata e noto già molti sguardi su di me, non ho mai avuto molti bei rapporti con le persone. Una volta dentro mi ritrovo uno spettacolo di allegria sui muri, immagino siano opere create dagli studenti, in particolare noto un dipinto astratto molto interessante accanto alla vetrata dei vari trofei sportivi. Forse sarà un gran bel anno...
(.....)
È inutile, l'aula di scienze si è smaterializzata e rischio anche di arrivare in ritardo.
Le prime due ore ho dovuto sopportare un professore di fisica che non faceva altro che parlare di se.
Decido di farmi coraggio e chiedere aiuto, perciò mi avvicino all'unico essere umano nei paraggi
io: scusa, potresti indicarmi l'aula di scienze?
Nessuna risposta, o meglio, nessun segno di vita. Bene, ora so di non dovermi più avvicinare ai ragazzi snelli, pallidi e con dei strani capelli blu spettinati. Wow che figo però, quel pearcing sul sopracciglio gli dona. Finalmente decide di degnarmi della sua attenzione, mi guarda intensamente e infine riabbassa la testa.
io: grazie mille
Rispondo ironica totalmente incredula e incamminandomi per un qualche altro corridoio di questa immensa scuola.
Ma dopo un paio di passi sento una strana presa sul polso. Mi giro scocciata verso di lui guardandolo con apatia
lui: vedi che è dall'altra parte
Sia lodato Gesù Cristo.
Cambio direzione non degnandolo di uno sguardo e con una pazienza ormai al limite riesco a trovare la classe.
(...)
Per oggi la scuola è finita, menomale.
Sono stesa sul divano di pelle bianco nella sala del mio salotto guardando vari match di varie federazioni.
Sul punto di addormentarmi dalla noia in un combattimento tra donne sento la suoneria del mio cellulare.
Non leggo il destinatario ed accetto la telefonata
*telefonata*
io: pronto?
x: ehi Sharon... tuo padre non risponde al telefono e ti direi grazie se me lo passeresti
Cortese come sempre il nostro caro Jonathan
io: certo... e stato un piacere sentirti Jon. Comunque sai io sto bene, grazie per avermelo chiesto.
Jon: muoviti è urgente
Io: scorbutico come sempre
Sbuffo sonoramente alzandomi ed andando in cucina da mio padre, il suo caro amichetto aveva qualcosa di importante da dirgli...
Forse si è capito che Jon non mi sta molto simpatico.
Io: è Jon al telefono
Gli lancio il telefono e come al solito lo prende al volo. Ma come fa? Io non riesco neanche a tirare su le cose con le dita dei piedi
Joe: ciao fratello.....davvero.....o cazzo ...arrivo subito ....si si tranquillo
Lo guardo confusa beccandomi come risposta uno sguardo... Arrabbiato?
Joe: devo andare a lavoro. Ci vediamo dopo torno subito.
Lo guardo stupita prendere le chiavi e la giacca per poi sparire sbattendo la porta. Chissà cosa li sarà preso. Forse per una volta tanto il suo amichetto avrà detto una cosa intelligente o addirittura utile
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Ciao ragazzi spero che questo prologo vi piaccia,lo so è corto ma gli altri li farò lunghissimi promesso, lasciate una stellina e se vi piace qualcosa in particolare commentate e se invece non vi piace commentate lo stesso mi fa ugualmente piacere alla prossima. Un bacio..
-ROSA
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