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9.


JON POV

Mi fa male tutto il corpo e la testa mi gira in un modo incredibile. Mi sento troppo debole per fare anche un minimo movimento, quindi decido di richiudere gli occhi e starmene in silenzio. Ma per mia sfortuna sento dei passi vicino a me, abbasso la testa sperando che mi lasci stare almeno oggi ma..

Gordon: come sta oggi la nostra piccola peste?

io: ti prego lasciami andare..

Gordon: ahahaha non sono nato ieri tu mi andresti a denunciare

io: no non lo farò ma ti prego tu da me non ci guadagnerai mai nulla

Gordon: invece ti sbagli, principalmente da te no ma dalla tua persona si.

io: che cosa vuoi dire?

Gordon: ti ho già detto che Sharon sarà mia e grazie a te sarà così. Farò un ricatto. Ma tranquillo ti libererò presto.Ma prima devo sapere qualcosa su una persona...

io: e se mi rifiutassi..

Gordon: credo che lo sai già

Oh no non voglio altre scosse ma so già che vorrà sapere cose su Sharon quindi mi devo rifiutare. Ingoio rumorosamente e scuoto la testa

io: non dirò nulla

Gordon: come desideri

Uscì dalla tasca posteriore dei pantaloni quel telecomando e schiaccia il bottone. Istintivamente chiudo gli occhi e poi arriva la scossa, vorrei morire direttamente un dolore atroce. Dopo poco la scossa finisce e mi lascio abbandonare a me stesso. Morire farebbe meno male.

Gordon: ora vuoi parlare?

io: n..no...io..no.n...parle..rò..mai

Gordon: come desidera..

SHARON POV

Sono seduta su una panchina di fronte alla federazione, è da circa quattro ore che sto girovagando intorno alla federazione. Sono disperata.

zio: forse è meglio se torniamo a casa

Mi giro verso di lui e lo guardo

io: ma io non mi voglio arrendere

zio: e non lo faremo, ma si è fatto tardi continueremo domani

io: ok

Torniamo a casa e io mi preparo u panino mentre lo zio si sta facendo una doccia. Suonano al campanello.Vado ad aprire e tutto mi sembra andare a rallentatore. Grido con tutta la voce che possiedo. Cado a terra e mi metto le mani nei capelli, grido ancora e mi sento toccare la spalla incominciano a scendere delle lacrime dai miei occhi. Voglio solo che non sia vero. Lo zio cerca di aiutarlo, è pieno di sangue e non da segni di vita ma poi apre di scatto gli occhi e mi guarda, li scende una lacrima.Come ha fatto a ridursi così. I suoi ricci biondi cenere li ricadevano bagnati sulla sua fronte ricoperta anche da un filo di sangue.Il suo corpo sembrava una pelle di daino. I suoi occhi celesti mi fissavano ancora doloranti e stanchi. Era senza maglietta e i suoi polsi erano ustionati.

Lo zio lo portò dentro e lo mise sul letto. Io mi sedetti sul bordo del letto. Lo coprì con le coperte e corse di sotto, tornò con una ciotola piena di acqua con uno straccio. Glielo posa sulla fronte e inizia a lavare via tutto quel sangue. Apre piano la bocca e riesce a dire solo due parole prima di cadere in un sonno profondo "mi dispiace".

Come ha fatto a ridursi in questo stato? Che cosa li può essere mai successo? Per tutta la notte li sono rimasta accanto mentre lo zio è andato a dormire nella stanza degli ospiti.Se la merita una buona dormita.Lo guardo dormire, ora sembra più tranquillo prima i suoi occhi trasmettevano paura da ogni parte, una sensazione strana da lui visto che da quel che so lui non conosce nemmeno la parola.

Jon: Shar..on

Lo guardo sorpresa, non mi aspettavo che si svegliasse

io: Jon..ma che cosa..

Jon: per favore.Ascoltami.. devi promettermi una cosa..

io: dimmi

Jon: non..rimanere...mai da sola..fino a quando non mi riprendo..non dovrai andare più a scuola e non devi più..uscire..ho fatto una cazzata..perdonami..

io: ma perchè?

Jon: promettimelo..ti prego

io: ok ma.. vabbene lo farò.

Fa un sospiro di sollievo e mi porge la sua mano destra, corrugo la fronte ma la prendo e lui mi spinge a sdraiarmi accanto a lui. Dormo con lui.

JON POV

Sono uno stupido, Quello stupido di Gordon è riuscito a farmi parlare. Dopo circa quattro ore di tortura non ce la facevo più e mi sono arreso. Come sono scemo! Ora definitivamente tutto su di lei. Io la devo proteggere da tutti e da tutto e invece mi sto comportando da scemo. In fondo non le posso impedire di svolgere la sua vita, ma una cosa è sicura a scuola non la mando.

I raggi del sole mi fanno svegliare e anche delle risate. Mi alzo piano dal letto, mi fa male ogni singola molecola del mio corpo, e scendo le scale dirigendomi verso queste belle risate. Giro l'angolo e vedo una scena troppo buffa: Joh tutto sporco di farina da testa a piedi.Mi scappa una piccola risatina e loro si accorgono di me.

Sharon: Jon ma che ci fai in piedi?

Joh: amico ti ci metti pure tu? Non basta lei che ride ora anche tu

io: bhe..prima di tutto ora mi sento meglio grazie ragazzi e poi si mi ci devo mettere anche io

Scoppiamo tutti e tre in una risate mentre sento il campanello suonare. Vado ad aprire io e mi ritrovo due uomini in giacca e cravatta

X: Voi siete Jonathan Good?

io: si che cosa volete?

X: sentite condoglianze

io: che?

X: Il signore Joseph Anoa'i è stato vittima di uno sfortunato incidente stradale in Italia dove si era recato per motivi di lavoro. Il signore prima di morire aveva pronunciato queste parole "Jon prenditi cura di lei a costo della tua stessa vita". Tutto il suo patrimonio passa alla figlia Sharon Anoa'i.

io: non ci credo..no! Lui non può abbandonarmi così

X: mi dispiace

io: non me ne faccio un cazzo delle tue scuse.

Joh: ehi che succede qui?

X:Il signore..

io: questi tipi dicono che Joe è morto

Joh: state scherzando?

X: no

Sulla guancia di Joh cade una lacrima e poi altre, le mie invece non vorrebbero uscire ma escono.

Sharon: perchè piangete?

La guardo e poi guardo suo zio che mi guarda anche lui, scuote la testa e io annuisco. Se glielo diremmo sarebbe la fine

io: niente è solo che siamo allergici alla polvere e ce ne è entrata un pò negli occhi come abbiamo aperto la porta, era uno stupido scherzo di qualche bambino

Ok lo ammetto è stata la scusa più penosa negli ultimi secoli, di solito sono bravo ad inventare scuse ma forse oggi non è la mia giornata, per nulla proprio.

Sharon: poveri

Seriamente? Crede che abbia detto la verità? Strano.

Sono consapevole che non gli potrò tenere nascosta la morte di suo padre ma non posso dirglielo, non ora, so che mi odierà per sempre ma non c'è altro da fare.



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