2. Odore di erba
ᡣ𐭩Soleil
«Cosa scrivo?» chiede perplessa.
«Sei tu quella istruita, e sicuramente saprai fare meglio di me» sbotto.
«Ok, allora. "Gentile signore, mi chiamo Soleil Mulder, la contatto per il suo annuncio, sarei interessata. Vorrei avere un appuntamento con lei, per poter parlare e approfondire l'argomento. Attendo una sua risposta." Tre, due, uno... inviato! Dobbiamo solo aspettare una sua risposta, spero che arrivi al più presto».
«Mel, non dobbiamo proferire parola con i miei e dobbiamo stare attenti quando ne parliamo qui in casa» dico velocemente, l'ansia sta prendendo il sopravvento.
«Sai che stasera c'è una festa?» chiede con occhi dolci; «come vuoi che l'ho sappia? Non esco mai da qui» dico dispiaciuta, mordendomi il labbro.
«È il momento di uscire, non credi?»
«Sai che mio padre non me lo permetterebbe mai» replico mordendomi ancora di più il labbro, causandomi un piccolo taglietto.
«Sol devi fargli presente che non puoi trovare un fidanzato se non esci»; «proverò a parlarci» dico fredda, anche se, so che dirà un "no" bello chiaro e tondo.
Poche ore dopo...
Dopo l'arrivo di mio padre ho atteso con ansia di parlargli.
«Ciao papà, devo dirti una cosa» dico tremolante, per la paura che si possa arrabbiare.
«Che cosa vuoi?» risponde acido, come sempre d'altronde.
«Ho trovato un ragazzo e stasera vuol-e uscir-e con me» dico a rallentatore. Il suo sguardo mi pietrifica, se potesse mi fulminerebbe: le sue orbite sono rosse, come un diavolo incavolato.
«Dove andrete?» chiede voltandosi verso il suo piatto, guardando quello schifo di purè e spezie.
«Andremo in un piccolo bar qui in zona, a bere della cioccolata o del thè. E poi mi porterà a mangiare qualcosa» dico in preda all'ansia.
Lui sbatte con ferocità il pugno sul tavolo ed io sussulto dallo spavento ritornando alla realtà. Proprio quando penso che si sia arrabbiato, e che adesso mi picchierà, interviene la mamma: «coraggio Philip, dovranno conoscersi questi ragazzi, no?» chiede la mamma con gentilezza e con un filo di paura nei suoi occhi.
«E va bene, ma la prossima volta c'è l'ho presenterai, sono stato chiaro?» chiede, quasi come se fosse un ordine. Io annuisco deglutendo a fatica, questa bugia era più grande di me.
Non ho un vero ragazzo da presentargli, sorrido a stento e ritorno in camera mia, ma prima di aprire la porta aggiunge: «a mezzanotte ti voglio a casa, hai capito?», io annuisco e mi abbandono al mio letto.
Due ore dopo...
«Come a mezzanotte ti vuole a casa? Le feste iniziano sempre tardi, non ci sarà nessuno se andremo presto» replica Melody.
«Sí, ma ti ricordo che loro non sanno che vado ad una festa. È già tanto che mi abbia detto di sì» replico sarcastica.
«Va bene dai, ci faremo bastare quel poco tempo per poter stare insieme e divertirci comunque, non preoccuparti» mi consola, regalandomi un dolce sorriso, «metti questo, l'ho portato per te» conclude, porgendomi un vestino nero brillantinato, molto attillato e corto.
«Che fai? Sei pazza? Se entrano i miei e vedono questo vestito col cazzo che mi faranno uscire» urlo a malapena, strappando il vestito della sue mani per nasconderlo, «mio padre come minimo mi ucciderebbe».
«Tranquilla, ho pensato a tutto io. Metti questo abito di sotto, e sopra indossa jeans e maglione. Una volta usciti da qui ti spoglierai, fuori ci sono già le scarpe con il tacco» dice divertita.
Questa donna accanto a me è la più pazza tra tutte, pensa ad ogni minimo dettaglio, la amo troppo.
Mi dirigo in bagno e indosso l'abito scelto da Melody, «Mel non mi sento a mio agio con questo vestito striminzito addosso» mormoro cercando di muovermi in quella specie di trappola per donne.
«Non voglio obiezioni, ti sta d'incanto» dice divertita, «adesso metti questi» mi butta maglione e jeans addosso, senza proferire parola li indosso sopra il vestito, «spero che mio padre non si accorga di nulla quando andrò a salutarlo».
L'ansia che mio padre possa scoprirmi mi assale dalle punte dei capelli fino hai piedi.
«Papá io allora vado, a più tardi» mormorò uscendo dalla stanza, cercando di farmi notare il meno possibile, seguita da Melody con un sorrisone sulla faccia.
«Aspetta un attimo» mormora proprio quando siamo sulla soglia della porta, io e Mel ci guardiamo sgranando gli occhi. Oh cazzo, penso, sono certa che questa è la mia fine.
«Ti raccomando di non fare tardi» replica nuovamente, tiro un sospiro di sollievo e annuisco, uscendo immediatamente dalla porta di casa mia accompagnata dalla mia migliore amica.
«Sol non sai che ansia che ho avuto» tira un respiro profondo, «pensavo avesse scoperto i tuoi veri abiti»
Mi appoggio allo stipite della porta ancora preoccupata, inizio ad indossare le scarpe col tacco e a svestirmi, per rimanere con il mio sottopelle nero che mi ha gentilmente prestato Melody.
«Adesso siamo pronte» mormora, spogliandosi anche lei, mostrando il suo abito stretto grigio con paillettes.
«Mel il tuo vestito è più coprente e anche più comodo, a me hai dato un sacco stretto e troppo provocante» la rimbrovero, inarcando un sopracciglio.
Scoppia a ridere, «sei tu colei che deve trovare un ragazzo, non io» manda in risposta sarcastica.
La guardo male e inizio a camminare per la strada con quei ''tramboli'', che le modelle chiamano "tacchi a spillo", alti dodici cm, e solo ora mi chiedo come facciano le ragazze a camminarci per molto tempo, io vorrei già toglierli, e ho fatto solo trenta metri di strada.
È la prima volta in venticinque anni, che indosso dei tacchi, e direi che sarà anche l'ultima volta che queste scarpe splendide entreranno nei miei piedi: per carità, sono molto belli, se solo non fossero così scomode.
Osservo con ammirazione Melody che cammina così magnificamente sui suoi tacchi quindici cm, sculettando sensualmente, e poi guardo me che sembro un oca in calore.
I miei tacchi sono neri con dei lacci intrecciati, mentre Melody ha scelto dei tacchi glitterati che variano dal grigio e al dorato.
Per fortuna io sono alta già di mio, e nonostante i tre cm di differenza sono comunque più alta di Melody, anche se adesso sembro una giraffa rispetto a lei.
Dio non mi ha dato molte tette, ma per fortuna mi ha dato un bel culo tondo e un metro e settantatre di altezza.
Immaginatemi tozza, senza tette e con il culo a papera, io non voglio nemmeno pensarci.
A Mel invece ha dato delle belle tette, con un culo più piccolo del mio ma comunque un bel culo, ma con un metro e sessantotto di altezza.
Niente male! C'è gente peggio di lei, un abbraccio a coloro che alla maggiore età sono un metro e cinquanta, io sono con voi! Siete comunque stupende.
Dopo mezz'ora di taxi arriviamo in un locale grande il triplo della mia casa, paghiamo il taxi e dopo averlo salutato gentilmente entriamo.
La puzza di alcool e di sigarette si fa subito sentire facendomi arricciare il naso all'impatto, «cos'è questo strano odore?» urlo nell'orecchio di Melody sperando che mi senta per la musica troppo alta, «erba» urla nel mio orecchio.
Inarco un sopracciglio, e mi guardo attorno, penso che ci sarà un giardino dentro o qualcosa del genere ormai non mi stupisce più nulla delle pazzie di questi ricconi.
Questo locale appartiene a un giovane uomo, e dicono che è il più ricco della città. Lei mi guarda e scoppia a ridere, «Sol sei troppo ingenua, sto parlando di canne, non pensare hai giardini o piante.
E so che lo hai già pensato, ti conosco troppo bene»
Sgrano gli occhi, sia perché mi ha letto nel pensiero e sia perché sto respirando l'odore di una canna, infatti mi sento subito euforica.
Non so se sia a causa la musica troppo alta che mi attira in pista, o se è questo odore, ma mi sento così libera e serena, stasera voglio davvero divertirmi sperando di non fare casini.
✨Spazio scrittrice✨
Cosa pensate che succederà alla festa? Si sa che quando c'è l'alcol e soprattutto odore di canna accade qualcosa di inaspettato 🤣 Cosa ne pensate dell'ingenuità di Sol?
Se vi piace lasciate una stellina✨
Perdonatemi se troverete degli errori appena concluderò la storia, farò un'accurata revisione di tutti i capitoli✨
Ci vediamo lunedì per il terzo capitolo, nel frattempo ditemi cosa ne pensate di questo✨
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