4.
Sono ore che provo a chiamare Aureliano e Spadino, per sapere come sia andata, per sapere se stanno bene tutti, nonostante come siano andate le cose tra me e Gabriele, ma nessuno dei due mi risponde.
Sospiro debolmente e decido di chiamare Sara, sono totalmente in ansia ed è l'unica spiaggia che mi resta. Cerco il suo numero in rubrica e faccio partire la chiamata. Non è proprio la persona che tollero di più al mondo, ma sono praticamente obbligata a contattarla.
- Serena, pronto?- la sua voce elegante risuona dalla parte del cellulare e me la immagino mentre cammina sui suoi tacchi soliti, facendo ondeggiare i boccoli castano chiaro.
- Ciao, volevo sapere se è tutto ok, i ragazzi non mi rispondono.- faccio la vaga, anche se immagino abbia capito già che le cose tra me e Lele si stiano spezzando, era là stamattina.
- Credo di sì, non li vedo da ore, deciso il da farsi ognuno è andato per la propria strada.- mi informa, per poi salutare qualcuno che ha incontrato.
- Oh... ok! Scusa il disturbo.- mi porto un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e faccio per terminare la conversione, ma lei me lo impedisce.
- Aspetta Serena, Lele ci tiene a te. Lo vedo molto strano, stagli vicino.- alzo gli occhi al cielo davanti alle sue parole, l'ultima cosa che voglio è ricevere consigli da una che lo ha fatto soffrire.
- Ve bene, lo terrò a mente.- taglio corto e chiudo la telefonata, senza salutarla.
Non la tollero, per nulla. Non perché lei e Gabriele hanno avuto una relazione, ma per come si è comportata lei con lui. Non le fa onore averlo piantato quando non gli serviva più. Ha preferito mantenere su una facciata, piuttosto che rendere felice il ragazzo con il quale aveva una relazione.
Il mio telefono squilla e lo afferro immediatamente, speranzosa. Sospiro vedendo che è Aureliano, sono pronta a venire sgridata? Devo ammettere che lui è quello che mi tratta maggiormente come se fossi una bambina che non deve mettersi in pericolo.
- Aurelià...- rispondo, tentennando, sentendo una leggera ansia avvolgermi.
- Serè, me spieghi che te dice la testa? Non dovevi venì là stamattina. Ao capisci che Samurai potrebbe farti male?- il suo tono è calmo come sempre, ma capisco comunque che è infastidito.
- Voglio rendermi utile.- ribatto acida, stufa di questa situazione.
- Te rendi più utile stando a casa, Serè. Lele davanti a te diventa più vulnerabile, se farebbe ammazzà pe difendette! E poi le scene come stamattina fanno innervosì tutti.- impreca contro un automobilista, suonandogli il clacson, e poi mi ripresta sua attenzione. - Devi ascortarce Serè, seriamente.-
- Ero solo preoccupata per lui, me sento inutile a sta a casa Aurelià.- sbuffo, frustrata. - Sono spaventata, lui non è in sè. Ha spesso uno sguardo perso, nervoso... e sembra più stanco del solito.-
- Lo so, me dispiace pe lo schiaffo, nun sta bene. Ma non te preoccupà, lo tengo d'occhio.-
Annuisco anche se non può vendermi, sperando che sia così. - Non è con te, vero?-
- No, sto con Spadino, lui è andato con Sara e Cinaglia.- sussulto davanti alle parole del biondo, rendendomi conto che quella stronza mi ha mentito.
- Ok... grazie Aureliano. Ora devo andare.-
- Mi raccomando Serè.- attacca immediatamente dopo avermi dato questo avvertimento, mentre io lancio il telefono sul divano, che rimbalzando cade a terra.
Sento qualcuno suonare il campanello e corro immediatamente ad aprire. Mi ritrovo davanti lo scagnozzo di Samurai e faccio per chiudere la porta, spaventata, ma lui me lo impedisce mettendo la canna della pistola in mezzo.
- Devi venire con me, Samurai vuole vederti.- scuoto la testa davanti alla sua richiesta e indietreggio. Se potessi arrivare in cucina potrei recuperare un coltello.
- Cosa volete da me?- chiedo, con aria straffotente, nonostante sia seriamente impaurita. So di cosa sono capaci questi.
- Te vuole Samurai regazzì, devi venì, nun è 'na richiesta.- mi punta la pistola contro e io mi immobilizzo, mentre lui si avvicina a me e mi tira, in modo da portarmi via.
Vorrei urlare, dimenarmi, ma con una pistola puntata contro non servirebbe a nulla, perciò mi limito a seguirlo, contro la mia volontà.
*
Arriviamo in un maneggio che non ho mai visto prima d'ora e vengo scortata fino a un box, dove Samurai, con addosso la sua solita giacca verde, sta spazzolando un cavallo marrone.
- Eccola qua.- lo scagnozzo lo avvisa della mia presenza e Samurai si gira verso di noi, congedandolo.
- E quindi tu sei la ragazza di Gabriele Marchilli, finalmente ha scelto una della sua età, Sara Monaschi era velenosa per lui.- lo scruto attentamente, senza aprire bocca. Lo ammazzerei se potessi, per tutto il male che ha causato a Lele. - Tu mi puoi essere utile!-
- Per cosa?- non voglio lavorare per lui. Non mi sporco le mani per un pezzo di merda che pensa solo a sè, che mi scaricherebbe nella fossa dei serpenti appena non gli servo più.
- Devi convincere Gabriele a fare le cose che gli ordino, visto che ultimamente non mi dà ascolto, troppo leale nei confronti di Aureliano Adami.- continua a spazzolare il cavallo, come se per lui tutto questo fosse normale, fosse un gioco.
- Non mi ascolterà mai. Non mi parla dei suoi impicci, come faccio?- non posso obbligarlo a fare ciò che non vuole, equivarrebbe a mandarlo ancora più a fondo e a tradire Aureliano e Spadino, non voglio mettermi contro i miei amici.
- Non mi interessa come, ma lo farai. Oppure puoi dire addio a Gabriele, perché sono stufo dei suoi capricci.- alza la voce, ma senza scomporsi e poi fa un cenno del capo al suo scagnozzo, facendomi così capire che la conversazione è finita qua.
Boiardo mi afferra nuovamente per il braccio e mi trascina fino alla sua macchina, pronto a riportarmi a casa.
Ho il cuore che va velocissimo e le gambe che tremano. Sono terrorizzata, sono stata messa davanti a un vicolo, non posso contravvenire a Samurai, sarebbe capace di ammazzare Lele, e non posso permetterlo.
Respiro profondamente, cercando di non mostrare al tirapiedi di Samurai che sto avendo un attacco di panico.
Nonostante tutti sono sempre stati contrari a coinvolgermi in questa storia ora ci sono dentro, e sto dalla parte sbagliata.
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