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E Google Maps sia

Mr. Google, stupiscimi
come solo tu sai fare.
Susanna

Ore 9:00 AM
Una calda giornata di sole primaverile. Aria calda mista a smog! Profumo di smog!
Bene, almeno le previsioni del tempo sembrano essere dalla mia parte.

Metto meglio a fuoco: ecco "qualcuno" di mia conoscenza, il signor Nicola portiere del palazzo, che, come al solito, fa finta di non vedermi. L'antipatia personificata! E pensare che non molto tempo fa era un gran simpaticone.

Già, le cose cambiano e le persone pure.

Lo saluto con un " 'giorno" volutamente distratto e tiro dritto per la mia strada senza aspettare una risposta.

Non ci sono più i portieri di una volta!

Prendo il cellulare dalla borsa, apro l'app Google Maps e inizio a digitare l'indirizzo, quando all'improvviso inizia a squillare.

E ci mancava anche il cellulare, chi rompe adesso?

È Paola, ACCETTA o RIFIUTA... accetto!

«Paola, che succede? Ci siamo salutate solo poche ore fa, a fine turno, sei già finita in qualche guaio?» le chiedo, anche se, in realtà, non ho nessuna voglia di saperlo, né di intavolare conversazioni su problemi esistenziali che non mi riguardano.

Non oggi.

Per carità, non ho nulla contro di lei. Paola è una bravissima ragazza. Ci siamo conosciute al Mercatino dell'usato, io ero lì per vendere, lei per comprare. Mossa a pietà, ha chiamato amici e colleghi affinché mi aiutassero a vendere tutto ad un prezzo decente.
È davvero un'amica. In un momento così tragico della mia vita, dove ero stata abbandonata da tutti, amici compresi, ed ero sul punto di buttarmi nel wc e tirare la catena, lei mi ha afferrato per i capelli impedendomi di scivolare nello scarico del Water!

E come se non bastasse, ha messo una buona parola con il suo capo che mi ha assunto come cameriera in prova.

Fosse dipeso da lui, mi avrebbe messo il mocho in mano e di corsa a pulire i pavimenti e bagno.

Cameriera io, che non ho mai apparecchiato una tavola nemmeno per il tè. Ma posso farcela, anche se non è facile muoversi tra i tavoli senza far cadere i piatti, non confondere le comande e non buttare la pizza sui clienti e, come se non bastasse, avere lo sguardo dell'avvoltoio del capo che non sembra per nulla soddisfatto di me.

Anche io farei qualsiasi cosa per lei, infatti sono sempre pronta a coprire il suo turno in pizzeria se ha bisogno della serata libera.

Non mi costa nulla. La mia vita mondana è inesistente.

Ma quando attacca con i suoi problemi esistenziali possiamo stare ore al telefono senza arrivare ad una conclusione.

E per oggi ho già i miei problemi.

«Volevo salutarti, dove sei?», mi chiede Paola con la sua solita voce allegra.
«In strada», rispondo secca.

«Che ci fai in strada così presto? Comunque, volevo invitarti stasera in pizzeria, in centro... roba chic...»
«Scusami, ho un appuntamento e sono in ritardo», la blocco subito.
«Ah!»
L'ho spiazzata, io che ho un appuntamento, posso quasi vedere la sua faccia mentre sta cercando di chiamare a raccolta tutti i suoi neuroni.

«Comunque, ti ho chiamato per invitarti stasera in pizzeria, in centro... ripeto, roba chic. Ci saranno anche gli altri... Come hai un appuntamento, in che senso hai un appuntamento? Con chi?»

«Ma non vi siete stufati della pizza?», le chiedo cambiando discorso.

«Il locale merita, e la pizza, non dirlo al despota, non è mica quella che serviamo noi e poi vuoi mettere l'emozione di essere serviti? Pensa, possiamo rimandare indietro la pizza se è bruciata!»
Alla faccia della solidarietà tra noi lavoratori.

«Mi si drizzano i peli delle braccia dall'emozione! Scusami ma devo proprio salutarti e...», cerco di chiudere la conversazione
«Ma torniamo all'appuntamento, chi è il fortunato?», no non molla.
«Un avvocato...»
«Un AVVOCATO! E dove lo tenevi nascosto, ma soprattutto dove l'hai conosciuto? Non in pizzeria, da noi arrivano solo famiglie con figli al seguito. E dimmi, com'è com'è? È uno gnocco super affascinante come quelli che si vedono solo nelle serie tv d'oltre Oceano?»
«Frena l'entusiasmo, mi ha chiamato la sua segretaria dicendo che il suo capo, l'avvocato in questione, deve parlarmi di una questione delicata e urgente. Stop»
«Non ti sarai cacciata in qualche guaio, spero»
«Che io sappia no. E comunque presto lo scoprirò»
«Beh, buona fortuna e tienimi informata, e se hai bisogno di aiuto dimmelo che arrivo immediatamente con la cavalleria! Mi raccomando.»
«Grazie, lo farò»

Lo stomaco comincia a borbottare. Nella fretta non ho fatto colazione e se salto un pasto divento intrattabile... che tradotto significa statemi tutti lontano perché mi trasformo in una vera furia della natura come... come... non mi viene il nome, ora!

Un bel respiro profondo e non pensiamo più al cibo.

Guardo il cellulare, apro nuovamente Google Maps e riprendo da dove mi hanno interrotto.

L'itinerario: Via delle Due Rose 26.
Da posizione attuale, sì.
Come raggiungerlo, mezzi pubblici, taxi, a piedi? Mezzi pubblici, ma solo finché non avrò i soldi per il taxi.

Mr. Google, sono nelle tue mani, stupiscimi come solo tu sai fare!

Calcolo itinerario
Visualizza percorso
Mi avvio seguendo scrupolosamente le indicazioni.

Sono abbastanza certa di essere l'unica persona sulla faccia della terra che si perde nonostante il navigatore.

A soli cento passi c'è la fermata dell'autobus. Numero 56.

Dopodiché, scendere alla terza fermata, svoltare a destra fare 1000 metri a piedi.
Eh?
Non è possibile, 700 metri a piedi, deve esserci sicuramente un errore e piuttosto grossolano anche. Google che mi combini!
Imposto nuovamente l'indirizzo. Forse ho sbagliato a digitare.
Capita quando si ha un calo di zuccheri.

No, nessun errore... 700 metri a piedi.

Pazienza, mi guardo i piedi e penso che dovrebbero fare una statua o dedicare una via all'inventore delle scarpe da ginnastica.

Da quando sono caduta in disgrazia ho rivalutato molte cose, tra queste le scarpe comode, anche perché non saprei quando e per andare dove, con i tacchi...

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