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SOLANGELO 2

Ebbene , ne ho scritta un'altra. Questa volta tutta mia :).

<<Will. Ehi Will. Per l'amor degli dei, Will!>>
Austin mi passa ripetutamente una mano davanti al viso, facendomi sbattere più volte le palpebre.

<<Che c'è?>>domando piuttosto frastornato.

<<Lo stai fissando da dieci minuti. Dieci minuti, Will. Perché non vai a parlarci?>>

Sospiro, lasciando la forchetta che stavo stringendo sebbene non ci fosse sopra niente e mi alzo.
Giro leggermente la testa e vedo che il figlio di Ade mi sta guardando.
Gli faccio un piccolo cenno, sperando che capisca, e poi mi dirigo verso la cabina numero tredici.

Mi siedo davanti alla porta, ripercorrendo con la mente ciò che è successo ieri.
La festa  sulla spiaggia si era appena conclusa, la gente se ne stava andando e io ero ancora seduto sulla sabbia calda. Il suono delle onde era rilassante, tanto che quasi non mi ero accorto  che intorno a me non c'era più nessuno. Mi ero alzato con calma e avevo raggiunto un punto più nascosto, dietro un grosso scoglio che affiorava dall'acqua e raggiungeva la spiaggia. Lí dietro c'era una persona appoggiata alla roccia, gli occhi fissi sul mare e i capelli corvini leggermente scossi dal vento.
Il mio stomaco fece una capriola.
Nico era semplicemente stupendo con la luna che illuminava fiocamente il suo volto creando un gioco di chiaro scuro che neanche il più grande degli artisti avrebbe saputo riprodurre.
Mi ero lasciato  scivolare accanto a lui e quando le nostre cosce si erano sfiorare  un brivido mi aveva percorso la schiena. Lui non aveva sussultato, probabilmente mi aveva sentito arrivare.
Avvertivo un leggero sentore di alcol in bocca ma ero abbastanza sicuro di essere sobrio. Quando però lui si voltò verso di me, la vista mi si fece improvvisamente offuscata. Riuscivo a distinguere chiaramente solo i suoi capelli, i suoi occhi, il suo bellissimo volto, le sue labbra...Tutto il resto era una macchia indistinta. Prima che potessi ragionare, mi ero già avvicinato alle sue labbra e le avevo congiunte alle mie. Per un secondo mi ero beato della loro morbidezza, del loro sapore...Poi però era tutto finito, in un lasso di tempo così breve che neanche me ne sono reso conto. Avevo aperto gli occhi ritrovandomi davanti il figlio di Ade a occhi spalancati. Era scappato prima che potessi provare a parlare, lasciandomi solo.

Alzo lo sguardo e me lo ritrovo davanti. Cerco di tenere lo sguardo fisso nei suoi occhi così profondi e così belli perché guardare le sue labbra mi ha già tradito una volta e non posso permettere che accada di nuovo.

<<Possiamo parlare?>>chiedo, titubante.
Lui annuisce e apre la porta. Lo seguo dentro e lo guardo andarsi a seidere sul suo letto. Io resto in piedi lí accanto, senza sapere bene cosa dire.

<<Puoi sederti se vuoi>>mi dice.
Io ubbidisco quasi meccanicamente.
Mi impongo di non guardarlo, se lo facessi dubito che riuscirei a distogliere lo sguardo.

<<Mi dispiace per ieri sera>>dico tutto d'un fiato. << Mi dispiace di averti baciato>>continuo, sebbene lo rifarei mille volte. <<Probabilmente ero ubriaco>>aggiungo quasi a giustificarmi, pur sapendo benissimo che l'alcol non c'entra nulla. <<Non lo farò più. Spero riusciremo ad andare d'accordo con te nonostante questo mio errore, ecco.>>

<<Quindi ti sei pentito?>>domanda.

Finalmente riesco ad  alzare lo sguardo su di lui. Cerco di scorgere la sua espressione, cerco di capire cosa sta pensando, ma il suo volto è una maschera di pura apatia.

<<Mi sono pentito>>rispondo. Le parole mi bruciano la lingua, mi graffiano le labbra. Dubito di aver mai detto una bugia più grande.
Mi alzo incapace di aggiungere altro e mi dirigo verso la porta.
Poso la mano sulla maniglia fredda, tentando disperatamente di impedire alle lacrime che mi pungono prepotentemente gli occhi di  uscire. Ho fatto bene così. Ho fatto bene così. Ho fatto bene così.
Abbasso la maniglia. La porta si socchiude e io guardo per un attimo la soglia. Deglutisco prima di muovere il primo passo per uscire. Nel momento stesso in cui lo faccio, i miei propositi crollano. Richiudo la porta.

<<Non è vero>>ammetto, voltandomi a guardarlo. <<Non mi sono pentito, non me ne pentirò. Sono innamorato di te, okay? Lo so che è assurdo, ma sono innamorato di te. È per questo che ti ho baciato. Semplicemente perché volevo farlo. Scusami se sono stato così stupido da pensare di poterti bastare, so che meriti di meglio di me, per questo ho finto di essermene pentito. Però la verità è che ho bisogno di dirti tutto ciò che provo. Sono infinitamente dipendente da te, dai tuoi occhi, dalla tua voce, dai tuoi capelli, da tutto. Ho iniziato a sperare disperatamente anche semplicemente  in un tuo insulto perché comunque per rivolermelo avresti dovuto parlarmi. Quando ti ho visto lí...Ho dovuto baciarti, capisci?
Quando ho sentito le tue labbra sulle mie, è stato mille volte meglio dell'ambrosia. Sentire il tuo sapore, anche solo per un secondo, è stata probabilmente una delle cose più belle che mi siano mai accadute.
Ti amo, Nico Di Angelo. Continuerò ad amarti, anche se tu ora mi riderai in faccia, anche se mi caccerai. Continuerò ad amarti perché non sono capace di fare altro, perché non posso neanche immaginare di passare la mia vita senza l'amore che provo per te.>>
Quando interrompo il mio flusso interminabile di parole non posso fare a meno di arrossire. Per fortuna l'abbronzatura nasconde il mio rossore.
Mi asciugo le lacrime che mi hanno bagnato le guance e mi giro, questa volta sul serio intenzionato ad andarmene.

<<Solace, vieni qui.>>
La voce di Nico è stranamente più dolce del previsto. Forse gli faccio pena?
Vado a sedermi di fronte a lui e inaspettatamente mi sfiora la mano con la sua.

<<Mi dispiace>>mormora, senza guardarmi negli occhi. Tiene gli occhi fissi sulle nostre mani mentre con il pollice accarezza il dorso della mia. Ora mi dirá che gli dispiace ma non può proprio ricambiarmi. Mi preparo al colpo. <<Mi dispiace di essermi allontanato. È che odio il contatto fisico, okay?  E ho avuto paura che mi stessi solo prendendo in giro. Avevo paura che volessi prenderti gioco di me. E poi...Ho avuto paura anche per te. Temevo di farti del male, di farti soffrire. Mi sono chiesto cosa sarebbe successo se guardandomi negli occhi avresti visto tutti i demoni che si agitano dentro di me. Io sono il buio e non volevo soffocare la tua luce. Mi spiace se mi sono staccato. Era l'ultima cosa che avrei voluto fare.
Io...>> Deglutisce, mentre io non riesco a formulare una frase di senso compiuto.

<<Io...Credo di essere innamorato di te.>>

Alzo lo sguardo su di lui. Un leggero rossore gli colora gli zigomi mentre mi guarda con un misto di tristezza e aspettativa.

<<Posso baciarti?>>chiedo, sporgendomi verso di lui.
Gli do giusto il tempo di annuire prima di fiondarmi sulle sue labbra.
Dapprima le sue restano inerti, poi inizia a rispondere al bacio.
Fremo dal desiderio di stringerlo tra le braccia ma ho paura che possa dargli fastidio. Mi allontano lentamente da lui, giusto il necessario per formulare una domanda.

<<Ti da fastidio se ti abbraccio?>>

Scuote piano la testa e poi circonda il mio corpo con le braccia. Faccio lo stesso, beandomi della sensazione che mi provoca, e torno a baciarlo.
Passiamo così quasi due ore, chiacchierando e scambiandoci baci di tanto in tanto.
Quando il mio sguardo cade sull'orologio, scatto in piedi all'improvviso.

<<Devo proprio andare in infermeria>>borbotto avviandomi verso la porta.
Nico mi segue e mi prende per un braccio, facendomi voltare delicatamente verso di lui. Mi fissa per un istante prima di posare goffamente le sue labbra sulle mie.
Al diavolo l'infermeria.
Senza sapere bene come me lo ritrovo premuto tra il mio corpo e il muro.
Lo sollevo e sento le sue gambe stringersi attorno ai miei fianchi.
La sua lingua si scontra timidamente con la mia e io schiudo bene le labbra facendo intrecciare le nostre lingue.
Infilo una mano sotto la sua maglia accarezzandogli le costole e poi salendo a profilare la forma delle clavicole e quella delle spalle. Nel frattempo lascio piccoli baci lungo il suo collo, alternandoli a morsi che gli fanno esalare minuscoli gemiti.
Quando si rende conto che gli sto praticamente per togliere la maglia, mi afferra le mani e le mette giù.

<<Per quanto tu possa essere eccitante, non credo di voler fare sesso dopo neanche un giorno che...Io e te stiamo insieme?>>

<<Tu vuoi che stiamo insieme?>>
Ho la fronte praticamente appoggiata alla sua e i suoi respiri si mescolano con i miei.
Annuisce piano.

<<Allora stiamo insieme>>confermo prima di lasciargli un bacio a stampo.
Mi stacco quasi immediatamente allontanandomi un pochino da lui.

<<Per caso hai detto che sono eccitante?>>chiedo con un sorrisetto allusivo.

<<Non farti strane idee, Solace>>mi rimprovera lui, scrollando le spalle.

<<Guarda che vado via, eh>>lo minaccio.

Lui sbuffa appena, poi si arrende.

<<Okay, okay, l'ho detto.>>

Sorrido e lo bacio sulla guancia.

<<Purtroppo devo andare comunque. Ciao.>>

Apro la porta, ma prima che possa uscire vengo fermato per l'ennesima volta.
Mi giro verso Nico e lo trovo a fissarmi intensamente.

<<Torna qui sta sera>>mi dice.

<<Sempre.>>

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