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Nico trascorse l'intero pomeriggio a combattere contro qualche scheletro. Qualunque cosa pur di non pensare ad Apollo, occhiali da sole all'ultima moda e capelli biondi da surfista californiano. Staccò di netto la testa al suo avversario e decise di non ricomporlo più: ormai era sera e Apollo si sarebbe fatto vedere entro mezz'ora, se non meno. Nico entrò nella sua cabina e, posato il ferro dello Stige in un angolo, aprì con decisone la porta del bagno. Per poco non gli venne un colpo: Will Solace, un asgiugamano avvolto attorno alla vita abbronzata, studiava i capelli biondi allo specchio appannato dal vapore con aria critica, un pettine fucsia impugnato come un'arma letale. Il figlio del dio del sole sussultò e rischiò di ficcarsi il pettine in un occhio, scena che a Nico ricordò molto l'eroica mira di Rachel Elizabeth Dare. Tuttavia si rese conto dell'analogia solo in seguito, quando ripensò all'accaduto. Sul momento i suoi pensieri erano più una cosa tipo: "OH PER ZEUS!", oppure "Jackson non è così abbronzato" e via dicendo. {Più o meno la reazione che avrebbe l'autrice di questa 'cosa', intendiamoci}.
Tenne a mente che si trattava solo di Will, il suo ragazzo. Che lo aveva visto senza maglietta anche in spiaggia. Si schiarì la gola, ma il tono rimase incerto.
-Solace!- esclamò cercando un contegno e un fare scocciato. Gli uscì una specie di gracidio e Will alzò un sopracciglio. Il figlio di Ade riprovò: -Cosa diamine ci fai nel mio bagno?!
-Ma la doccia, ovviamente!
-Anche la tua cabina ha il bagno...
-Dettagli! Ti unisci?
Nico non era sicuro di aver capito bene.
-Scusa?!
Anche Will sembrava confuso.
-No, cioè, che hai capito... ehm... Ma come ti sei vestito?! Mio padre sarà qui tra un attimo!
Con uno stratosferico sforzo di volontà, Nico distolse gli occhi e si guardò i vestiti. Erano neri, come sempre. Non era sicuro che Apollo avrebbe apprezzato lo stile, ma il figlio di Ade non era certo il tipo da shopping.
-Stavo per fare una doccia, ma a quanto pare il bagno è occupato.
-Pfft, esco subito. Piuttosto, ti ho lasciato dei vestiti adatti sul letto.
Nico deglutì. Aveva il terrore di cosa intendesse il suo ragazzo con le parole "vestiti adatti", ma si fece coraggio e si voltò verso il letto. Si stupì di non averli notati prima: gli abbinamenti erano talmente orribili che gli abiti delle Parche in confronto erano capi firmati. Pantaloncini color pesca abbinati ad una camicia hawaiana tappezzata di soli ammiccanti e sorridenti aperta su una maglietta azzurra. "Ora lo mollo" pensò Nico. Stava già elaborando un complesso discorso, quando qualcuno bussò alla porta. Nico arrossì e bisbigliò: -Questo è sicuramente tuo padre. Apri tu!
Ora anche Will aveva una certa ansia negli occhi.
-Sono spettinato!- esclamò inorridito.
"E nudo", pensò Nico, ma decise di non farglielo notare. Abbrancò il biondo per un braccio e, afferrati gli abiti multicolore, lo spinse fuori dal bagno. Entrò nella stanza piena di vapore e, lanciata un'eloquente occhiata all'altro, si chiuse la porta alle spalle.

Will si sistemò un ultima volta i capelli e spalancò la porta. Il dio era girato di spalle, così che Will riuscì a vedere solo i capelli biondi, quasi bianchi. Quando il divino Apollo si voltò, gridò.
Preso alla sprovvista, anche Will cacciò un urlo, accorgendosi a malapena che suo padre portava un paio di occhiali da vista dalla montatura sottile. Poi pensò: "Alt! Time-out! Occhiali da vista?"
I due ragazzi stettero immobili per una manciata di secondi, poi Jason Grace esclamò: -Aww! Otp!
-Jason, che ci fai... aspetta. Cosa?
-Sììììì! Lo sapevo!
-Non sto capen...
-Waaaaaah!
-Jason calmati!
-DEVO DIRLO A PERCE!
-NO!
Jason si allontanò saltellando per il campo. Will stava quasi per seguirlo, ma poi si rese conto di essere ancora spettinato e lasciò perdere. Nel momento stesso in cui chiuse la porta, Nico emerse dalla nuvola di vapore del bagno, il look totalmente rivoluzionato.
Si guardò intorno.
-Dov'è tuo padre?
-Oh. Non è ancora arrivato.
-Cosa?! E chi era alla porta.
-Jason.
Nico si prese qualche secondo per collegare le cose. Poi giunse alla conclusione che Will aveva aperto la porta vestito di un solo asciugamano, e che Jason doveva avere frainteso un mucchio di cose. Stava per aprire bocca e lanciargli qualche maledizione, ma qualcuno bussò di nuovo alla porta. Questa volta aprì Nico, ritrovandosi davanti Jason e Percy.
-Ma voi due non avete una vita?!
I due potenti fanboy-semidei si scambiarono un'occhiata e risposero all'unisono: -Abbiamo un'otp!
Nico alzò gli occhi al cielo e aprì un po'di più la porta per farli entrare. Tanto valeva spiegare loro come stavano le cose. Will, nel frattempo, si era vestito con jeans blu e maglietta del campo. Si affiancò a Nico e lo aiutò a spiegare a Jason e Percy la faccenda della cena con Apollo. I due semidei stranamente compresero la situazione, anche se ciò non fece che allargare i sorrisi ebeti sui loro volti. Stavano quasi per andarsene, quando qualcuno bussò alla porta per la terza volta. Quattro paia di occhi si volsero terrorizzati alla porta.
-Questo è Apollo- annunciò Will. -Sento la sua aura.
Nico si rivolse a Percy e Jason: -Svelti, uscite dalla finestra del bagno!
-Ha le inferriate!
-Allora restate nel bagno!- fece Will.
-Lì dentro si soffoca!
Percy si illuminò.
-Nell'armadio!
-NO!
Ma il figlio di Poseidone stava già trascinando Jason tra i vestiti scuri di Nico, che non poté fare altro che chiudere le ante e correre alla porta con Will.
Non fecero in tempo ad aprirla che questa si sciolse in una pozza di legno fuso e vernice. Dall'altro lato, Apollo si sistemò gli occhiali da sole sulla testa.
-Ehilà, gente! È qui la festa?
-Mi hai nebulizzato la porta- fece Nico. Will gli pestò un piede.
-Certo, padre. Ecco, entra. Lui è Nico!
Apollo entrò nella cabina di Ade e salutò calorosamente (in senso letterale) il ragazzo di suo figlio.
Nico rispose: -Mi hai disintegrato la porta.
Apollo sorrise. -Nah, sciocchezze. Piuttosto! Non pensavo che ad un figlio di Ade potesse piacere uno dei miei fighissimi figli! Voglio dire: non mi sembra il tuo tipo.
Un colpo provenì dall'armadio, seguito dalla voce di Percy che borbottava una cosa che suonava come un soddisfatto "te lo avevo detto!"
Nico alzò la voce per coprire quella di Percy e sospirò. Sarebbe stata una lunga serata.

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