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Capitolo 2


La Promessa

Entrò stizzita nella stalla, prese la pala verde quadrata e si avviò trascinando la carriola verso il primo box aperto.
Continuava a borbottare tra di sé, mentre l'amico prendeva l'altra pala quadrata e il rastrello, dandogli ogni tanto un'occhiata.

Noah, ormai la conosceva bene le voleva un bene immenso, l'accontentava in tutto, la supportava in tutto ma quando faceva così, non la sopportava.

Dopo una buona mezz'ora, Noah lasciò andare il rastrello e si affacciò dal suo box, stufo di sentirla ancora borbottare, le chiese:

"La vuoi piantare di brontolare? Sembri, quelle vecchie a cui non stà mai bene niente e brontolano fra i denti"

Lei si voltò svuotando la pala nella carriola, lo guardò sbuffando ed esclamò:

"Uffa! Ma ti sembra giusto? Questa NON E' una punizione leggera"

"Non mi sembra poi così dura, come punizione" disse l'amico alzando le spalle

"E' una punizione che fa schifo, Noah" rispose indispettita, guardandosi attorno.

"Ahh, è per questo che brontoli tanto, non è perché pensi che la punizione sia pesante" le rispose prendendola in giro.

"Stiamo razzolando nella... nella... me...." disse continuando a guardarsi attorno, ma non finendo la frase, perché Noah la fermò dicendole:

"Emily Walker, non dire parolacce, se ti sente tuo padre..."

"Ma falla finita Noah, questa si chiama merda, perché è merda" rispose stizzita

"Si chiama sterco di cavallo, Emily" le fece presente

"Sempre merda rimane, Noah" ribadì guardandolo

Lui uscì dal suo box, entrò in quello di Emily, le prese la pala dalle mani e le disse:

"Dai dammi qua, io levo lo "sterco di cavallo" e tu spandi la paglia e i trucioli col rastrello, va bene?" e la guardò dolcemente

"Noah, sei il mio eroe, grazieee!" esclamò abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia

E lui arrossì, lo faceva sempre quando lei lo baciava.

Emily corse a prendere il rastrello nell'altro box, dove lui l'aveva appoggiato, si fermò di colpo e appoggiandosi alla sponda del box, gli disse:

"Comunque rimane "merda" e sempre lo sarà"

Lui scosse la testa e sorrise tra sé, ricominciando da dove Emily aveva lasciato.

Dopo un paio d'ore, stremati, si avviarono verso le panche, vicino agli ultimi box.
Si sedettero e Noah guardandola dritta nei suoi occhi verdi, le chiese, mentre dolcemente le accarezzava una guancia:

"Sei stanca? Vuoi bere qualcosa?"

Si alzò senza aspettare una sua risposta, e si avviò verso il piccolo frigo, che si trovava nella stanza lì accanto.
Ne uscì con due bottigliette di sidro di mele, e mentre gliela porgeva le disse:

"Adesso abbiamo finito, dobbiamo andare a studiare, almeno un po'"

Agguantando la bottiglietta e aprendola, Emily rispose:

"Grazie Noah, avevo proprio sete io non ho voglia di studiare, voglio andare a cavallo"

Noah finì di bere e le disse contrariato:

"Non puoi andare, tuo padre ce l'ha proibito"

"Ma abbiamo svolto il lavoro, Noah" esclamò alterata e petulante

"Emily per favore, facciamo come ci ha detto" le disse teneramente

Poi buttando la bottiglietta nel contenitore, la prese per mano, la fece alzare e le disse sempre teneramente:

"Dai piccola bambina bianca andiamo a studiare, così poi ci guardiamo un po' di Tv"

"Augh bambino pellerossa, facciamo come dici tu" gli disse ridendo Emily, tenendo sempre la mano in quella di Noah

Chumani era sulla veranda a sistemare dei cuscini sulle sedie di vimini, quando arrivarono mano nella mano e gli sorrise chiedendo loro:

"Avete fatto tutto?"

"Sì mamma, abbiamo fatto tutto quello che ci ha ordinato David" rispose svelto il ragazzino

"Bene, bravi ragazzi vi consiglio di farvi una doccia, io intanto vi preparo la merenda"

Volarono a farsi una doccia e dopo una buona mezz'ora si presentarono in salotto, con i loro libri in mano.
Fecero merenda e si misero a studiare, mentre Noah studiava storia, Emily sbuffava, studiando geometria.

"Il triangolo, uff, è un poligono, uff, formato da tre lati e tre angoli, uff"

"Emily, puoi per favore fare meno casino?" chiese gentilmente guardandola.

Lei lo guardò e annuì, lui si rimise a studiare e dopo poco lei chiuse il libro, e lo chiamò:

"Noah?"

"Sì Emily" le disse senza distogliere lo sguardo dal libro

"Io ho studiato il triangolo, tu che studi?" chiese curiosa

"La storia tra le razze indiane" rispose velocemente

"Ah! Interessante" disse masticando la punta della penna

"Sì molto" rispose Noah fugace, mentre scriveva qualcosa sul quaderno

"Bhè, comunque tra noi non c'è diversità" disse spontanea Emily

Lui non le rispose intento a studiare ed Emily intanto guardò svogliatamente la stanza.

Poi si mise a guardare attentamente Noah, i suoi lineamenti, i suoi capelli già abbastanza lunghi, la pelle olivastra, anche se era seduto, si notava la sua altezza, per avere dodici anni era alto, e la sua magrezza lo faceva sembrare ancora di più.
Sentendosi osservato Noah si voltò verso la sua amichetta, e leggermente infastidito, le chiese:

"Che c'è?"

Non ricevendo risposta, spazientito le chiese di nuovo:

"Emily, che c'è!?"

"Noi saremo sempre amici, vero?" gli chiese Emily spiazzando Noah

"Sì certo, perché me lo chiedi?"

"Mi vorrai sempre bene?" continuò a chiedere

"Certo... ma che ti prende?" chiese guardandola

"Promettimi che non mi lascerai mai, Noah" gli chiese seria

"Emily, ma che ti prende?" chiese di nuovo lui

"Promettimelo, Noah!"

"Te lo prometto, Emily" rispose guardandola

Chumani, che li stava ascoltando dalla cucina, ebbe un sussulto nel sentire la risposta del figlio, e delle lacrime gli spuntarono ai lati degli occhi scuri.
Sapeva che quella promessa, non l'avrebbe potuta mantenere, lui era un Cheyenne, e come tutti i ragazzi della tribù, era destinato a sposare una ragazza indiana già scelta dai familiari e dalla tribù, sarebbe dovuto andare via dal ranch...

Si ridestò dai suoi pensieri, sentendo David e suo marito Lupo Bianco entrare in casa si asciugò le lacrime e andò loro incontro, mentre i ragazzi li salutavano dal salotto.

"Ciao papà, ciao Lupo Bianco" disse Emily sorridendo

"Ciao ragazzi" risposero in coro

"Ho saputo che avete fatto i birbanti, oggi" disse Lupo Bianco

"Sì, ma abbiamo scontato la punizione, fino in fondo" rispose soddisfatta Emily

David guardò Noah, che a sua volta guardava Emily rimanendo in silenzio, e sorrise tra sé.

"Poi siamo stati bravi ci siamo messi a studiare" continuò a dire Emily

"Mi sembra che solo Noah abbia il libro aperto" fece presente David

"Perché io ho finito prima" rispose svelta Emily

Noah scosse lievemente la testa e Lupo Bianco sorrise tra sé.

"Emily è importante studiare, un domani dovrai essere tu a mandare avanti il ranch e devi studiare per sapere come gestirlo" le disse il padre.

"Sì lo so papà, ma avrò con me Noah mi aiuterà lui" rispose felice e convinta, guardando prima suo padre e poi Lupo Bianco.

"Emily, non potrà essere sempre così" le disse il padre

"Perché?" chiese indispettita

"Perché Noah, avrà delle responsabilità da prendere verso la sua tribù e la sua famiglia" rispose svelto Lupo Bianco guardandola.

Emily si voltò a guardarlo e rispose stizzita:

"Noah mi aiuterà, non mi lascerà mai sola, vero Noah?"

"Piccola ascolta, Lupo Bianco ha ragione..." iniziò a dire David

"No! No! lui non mi lascerà" disse svelta con le lacrime agli occhi e la voce quasi rotta da un inizio di pianto.

"Me lo ha PROMESSO" urlò alzandosi di scatto.

"Emily, non fare la bambina capricciosa" la rimproverò il padre.

"La vita è diversa da quella che credi, ognuno, ha le sue tradizioni e i suoi doveri" finì di dire, guardandola serio.

"Nooo... sei cattivo, lui non può lasciarmi, NON VOGLIO" urlò Emily
Dette una spinta al padre e uscì di corsa da casa.

"Emily, Emily torna qui!" esclamò urlando il padre

Lei non lo ascoltò, girò dietro casa continuando a correre verso quel luogo, dove andava sempre, per cercare quella pace che, in quel momento, Noah non le poteva dare, nessuno sapeva dove andava, neanche il suo amico indiano.

Il legame che li lega è forte...

Che ne pensate?

Già cominciamo a capire che non saranno rose e fiori

Dove andrà Emily a cercare la pace?

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